ATTO CAMERA

INTERPELLANZA URGENTE 2/01106

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 496 del 06/10/2015
Firmatari
Primo firmatario: PINI GIANLUCA
Gruppo: LEGA NORD E AUTONOMIE - LEGA DEI POPOLI - NOI CON SALVINI
Data firma: 06/10/2015
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
FEDRIGA MASSIMILIANO LEGA NORD E AUTONOMIE - LEGA DEI POPOLI - NOI CON SALVINI 06/10/2015


Destinatari
Ministero destinatario:
  • PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI
  • MINISTERO DELL'INTERNO
  • MINISTERO DELLA DIFESA
  • MINISTERO DELLA GIUSTIZIA
Ministero/i delegato/i a rispondere e data delega
Delegato a rispondere Data delega
PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI 06/10/2015
PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI 06/10/2015
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'INTERNO delegato in data 07/10/2015
Stato iter:
09/10/2015
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 09/10/2015
Resoconto PINI GIANLUCA LEGA NORD E AUTONOMIE - LEGA DEI POPOLI - NOI CON SALVINI
 
RISPOSTA GOVERNO 09/10/2015
Resoconto SCALFAROTTO IVAN SOTTOSEGRETARIO DI STATO ALLA PRESIDENZA DEL CONSIGLIO - (PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI)
 
REPLICA 09/10/2015
Resoconto PINI GIANLUCA LEGA NORD E AUTONOMIE - LEGA DEI POPOLI - NOI CON SALVINI
Fasi iter:

DISCUSSIONE IL 09/10/2015

SVOLTO IL 09/10/2015

CONCLUSO IL 09/10/2015

Atto Camera

Interpellanza urgente 2-01106
presentato da
PINI Gianluca
testo presentato
Martedì 6 ottobre 2015
modificato
Venerdì 9 ottobre 2015, seduta n. 499

   I sottoscritti chiedono di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri, il Ministro dell'interno, il Ministro della difesa, il Ministro della giustizia, per sapere – premesso che:
   in data 12 agosto 1980, il nucleo di polizia giudiziaria presso la legione carabinieri di Bologna, inviò al comando della stazione dei carabinieri di Aritzo, in provincia di Nuoro, una comunicazione avente ad oggetto l'inchiesta sull'esplosione alla stazione ferroviaria occorsa sabato 2 agosto 1980;
   a mezzo di detta missiva venne comunicato l'avvenuto rinvenimento, tra le macerie della stazione ferroviaria di Bologna, di un passaporto intestato al professor Salvatore Muggironi, un insegnante affetto da cecità residente nella precitata Aritzo;
   il Muggironi non era deceduto né compariva nella lista dei feriti che avevano fatto ricorso a cure mediche presso gli ospedali di Bologna in seguito alla nota esplosione;
   alla data del 12 agosto 1980, inoltre, nonostante fossero passati almeno dieci giorni dalla perdita di possesso del passaporto, il Muggironi non ne aveva ancora denunciato lo smarrimento alle autorità;
   il 19 agosto 1980, il comando della stazione dei carabinieri di Aritzo comunicò al nucleo di polizia giudiziaria di Bologna l'avvenuta restituzione del passaporto, evidenziando contestualmente il sospetto che il Muggironi potesse appartenere all'area della sinistra extraparlamentare;
   il 10 ottobre 1980, la compagnia dei carabinieri di Sorgono (Nuoro) inviò un'informativa sul conto del Muggironi alla procura della Repubblica di Bologna e, per quanto di competenza, alla procura della Repubblica di Oristano. La nota trasse origine da una presunta telefonata anonima, ricevuta dal brigadiere Oreste Celestino il precedente 7 ottobre, con la quale era stato attribuito al Muggironi un non meglio precisato coinvolgimento nell'esplosione alla stazione ferroviaria di Bologna;
   il sopradetto brigadiere Celestino allegò all'informativa una serie di schede personali da cui risultava l'affiliazione del Muggironi a un gruppo extraparlamentare operante in Barbagia dove militavano anche due persone già condannate per gravi reati quali detenzione di armi e ordigni, Giovanni Paba e Franco Secci;
   questi ultimi nel 1976, secondo le schede personali predette, sarebbero stati arrestati in Olanda perché trovati a bordo di un treno diretto alla stazione ferroviaria di Amsterdam in possesso di armi, esplosivi e fogli contenenti nominativi di detenuti delle Brigate Rosse, nonché riferimenti a gruppi del terrorismo palestinese;
   il gruppo extraparlamentare indicato dal brigadiere Celestino, del quale avrebbero fatto parte Muggironi, Paba e Secci, sarebbe gravitato attorno al giornale denominato Barbagia Contro;
   da tale informativa scaturì un'inchiesta con esito negativo della procura della Repubblica i cui atti vennero poi trasmessi in seguito per competenza alla procura della Repubblica di Bologna;
   da tali atti risulta che il Muggironi dichiarò agli inquirenti di essere stato a Bologna nell'estate 1980 per sottoporsi a visite oculistiche e di aver ivi soggiornato nella pensione Fusari e presso l'hotel Apollo. Asserì poi di aver lasciato la valigia contenente il passaporto presso un pizzaiolo di origini sarde chiamato Franco Fulvio Berardis il quale poi, nonostante le promesse, si sarebbe rifiutato di restituirgliela;
   gli accertamenti condotti portarono la magistratura bolognese a ritenere irrilevanti i fatti segnalati dai carabinieri di Aritzo e Sorgono, sulla base del rapporto giudiziario redatto il 13 gennaio 1983 dal capitano Paolo Pandolfi, comandante della prima sezione del nucleo operativo dei carabinieri di Bologna;
   il capitano Pandolfi escluse qualsiasi nesso tra il Muggironi e l'esplosione avvenuta nella stazione ferroviaria di Bologna il 2 agosto 1980, in quanto il sopraddetto si sarebbe recato nel capoluogo emiliano solo per effettuare incontri di natura omosessuale. Il capitolo Pandolfi concluse il rapporto giudiziario sostenendo che il passaporto in realtà non sarebbe stato rinvenuto all'interno della stazione ferroviaria, come creduto inizialmente, in quanto il non meglio specificato sottoufficiale all'epoca incaricato della restituzione al proprietario avrebbe constatato che il documento era integro e privo di polvere –:
   se risulti che i sopradetti Giovanni Paba e Franco Secci siano stati condannati in via definitiva dopo essere stati arrestati nel 1976 a bordo di un treno diretto alla stazione ferroviaria di Amsterdam mentre trasportavano armi, esplosivi, nonché fogli contenenti nominativi di detenuti delle Brigate Rosse, nonché riferimenti a gruppi del terrorismo palestinese;
   se risulti che nel 1980 in Barbagia le formazioni locali dell'estrema sinistra custodivano un arsenale di armi e esplosivi di proprietà del terrorismo palestinese;
   se risulti che nel giornale di lotta Barbagia Contro, diffuso fino alla primavera del 1980, compaiono articoli firmati da Giovanni Paba, Franco Secci e Salvatore Muggironi;
   se risulti al Governo che sia stato appurato che in realtà Salvatore Muggironi nell'estate 1980 non si sottopose ad alcuna visita oculistica a Bologna, non soggiornò né alla pensione Fusari né all'hotel Apollo, e che, in realtà, nessun Flavio o Fulvio Berardi di origine sarda risulta aver abitato a Bologna;
   se risulti che, non solo il passaporto, ma anche la valigia di Muggironi contenente alcuni documenti, sia stata rinvenuta tra le macerie della stazione ferroviaria di Bologna, sequestrata dalla polizia ferroviaria, infine restituita al predetto che la riconosceva a verbale come di sua effettiva proprietà;
   se risulti che il capitano Paolo Pandolfi, autore del rapporto giudiziario del 13 gennaio 1983, con cui si chiudono, a giudizio degli interpellanti, frettolosamente e inspiegabilmente, le indagini sul caso Muggironi, fosse lo stesso che, durante l'inchiesta sull'esplosione alla stazione ferroviaria di Bologna, si recò presso il carcere svizzero di Champ Dollon per ascoltare di persona il noto depistatore Elio Ciolini e per redigere poi un rapporto giudiziario destinato alla magistratura bolognese in cui si asseverarono come attendibili le rivelazioni acquisite dal predetto detenuto;
   quale sia stata la carriera dell'allora capitano Paolo Pandolfi e se tuttora sia in servizio;
   se risulti che il brigadiere dell'Arma dei carabinieri Oreste Celestino che ricevette la telefonata anonima che accusava Muggironi di essere coinvolto nella strage di Bologna e che indagò sui rapporti Muggironi, Paba e Secci, morì poche settimane dopo l'invio alla procura di Bologna di una relazione sulle indagini che aveva effettuato su questa vicenda.
(2-01106) «Gianluca Pini, Fedriga».

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

stazione ferroviaria

ottica

passaporto