ATTO CAMERA

INTERPELLANZA 2/01071

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 478 del 09/09/2015
Firmatari
Primo firmatario: MELILLA GIANNI
Gruppo: SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA'
Data firma: 09/09/2015


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI
  • MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI delegato in data 09/09/2015
Stato iter:
20/09/2016
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 20/09/2016
Resoconto MELILLA GIANNI SINISTRA ITALIANA - SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA'
 
RISPOSTA GOVERNO 20/09/2016
Resoconto BIONDELLI FRANCA SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (LAVORO E POLITICHE SOCIALI)
 
REPLICA 20/09/2016
Resoconto MELILLA GIANNI SINISTRA ITALIANA - SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA'
Fasi iter:

DISCUSSIONE IL 20/09/2016

SVOLTO IL 20/09/2016

CONCLUSO IL 20/09/2016

Atto Camera

Interpellanza 2-01071
presentato da
MELILLA Gianni
testo presentato
Mercoledì 9 settembre 2015
modificato
Martedì 20 settembre 2016, seduta n. 676

   Il sottoscritto chiede di interpellare il Ministro del lavoro e delle politiche sociali, il Ministro dello sviluppo economico, per sapere – premesso che:
   si è molto parlato negli ultimi giorni del drammatico fenomeno che, ancora una volta, vede i lavoratori immigrati impiegati nei campi per la raccolta dell'uva vittime del cosiddetto «caporalato»;
   risulta infatti, grazie anche ad alcune recenti inchieste giornalistiche, che nel 2015 in Piemonte siano arrivati, per la vendemmia, oltre mille migranti, in tutta Italia si stima ce ne siano ventimila;
   i ritmi di lavoro, anche in questa parte d'Italia, sono forsennati: si lavora per dodici ore filate, dalle 7 alle 19, perché quando l'uva è matura non si può aspettare;
   nella sola zona di Canelli – la patria dell'Asti spumante e del Moscato d'Asti con oltre cento milioni di bottiglie in commercio ogni anno – e nei vigneti circostanti si stima che la vendemmia frutti intorno agli undici mila euro a ettaro;
   si stima, inoltre, che il giro d'affari superi i cento milioni di euro: la vendemmia diventa così un'ulteriore occasione per spietati «caporali» che reclutano manodopera illegale con contratti di lavoro fuorilegge;
   la zona è ormai da dieci anni meta degli «schiavi dell'uva»: prima arrivavano dalla Macedonia e ora soprattutto dalla Bulgaria, una trasferta di 1.700 chilometri per una paga oraria che oscilla tra i tre e i cinque euro;
   arrivano in Piemonte con il passaparola e finiscono a dormire in strada, nelle cascine abbandonate oppure in minuscoli appartamenti in affitto dove vivono anche in venti, i più sfortunati nelle bidonville lungo il fiume Belbo;
   un anno fa il comune di Canelli aveva predisposto per questi lavoratori un parcheggio provvisto di docce e bagni, ma nel 2015 il sindaco ha ritenuto di non dover stanziare soldi pubblici per alleviare la situazione di degrado e sofferenza di queste persone, preferendo invece puntare sulla chiusura dei campi abusivi, il risultato è che le loro condizioni sono ulteriormente peggiorate;
   il sindacato invece qualcosa sta cercando di fare, anche se con molte difficoltà, ad esempio la Cgil si è dotata di un camper per aiutare e informare i braccianti per strada;
   dal punto di vista contrattuale le condizioni sono di vero e proprio sfruttamento: il salario crolla fino a tre euro l'ora, si firmano contratti che di regolare non hanno proprio nulla, non vengono indicati i giorni di lavoro e neppure l'orario, si viene ingaggiati direttamente in piazza, il «caporale» scala poi dallo stipendio il costo del trasporto nelle campagne e perfino la bottiglia d'acqua;
   la marea degli sfruttati sale fino alle colline delle Langhe, Roero e Monferrato diventate appena un anno fa patrimonio dell'Unesco per la loro eccezionalità rurale e culturale;
   neppure le donne sono immuni da questo traffico; anzi, i loro salari risultano essere ancora più ridotti e spesso non ci sono differenze tra Nord e Sud Italia, tra migranti e italiani: in Puglia nel 2015, a luglio, una donna, Paola Clemente, di 49 anni è morta sfiancata dal caldo mentre lavorava in vigna, per una paga di due euro all'ora; un lavoratore tunisino di 50 anni è morto a Modugno, vicino a Bari, dopo una mattinata di lavoro per trasportare casse d'uva –:
   come intendano agire per arginare un fenomeno vergognoso che va estendendosi di anno in anno, per porre fine ad una pratica di vero sfruttamento di esseri umani, per ristabilire la legalità e colpire i responsabili di vere e proprie organizzazioni criminali, i cui confini si estendono ormai su tutto il territorio nazionale, e per evitare che si crei un conflitto tra braccianti stagionali regolari e immigrati sfruttati.
(2-01071) «Melilla».

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

lavoratore migrante

raccolto

contratto