ATTO CAMERA

INTERPELLANZA 2/00784

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 350 del 16/12/2014
Firmatari
Primo firmatario: ZACCAGNINI ADRIANO
Gruppo: SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA'
Data firma: 16/12/2014
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
KRONBICHLER FLORIAN SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 16/12/2014
BORDO FRANCO SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 16/12/2014
MELILLA GIANNI SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 16/12/2014


Destinatari
Ministero destinatario:
  • PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI
  • MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI E DELLA COOPERAZIONE INTERNAZIONALE
  • MINISTERO DELL'INTERNO
  • MINISTERO DELLA GIUSTIZIA
  • MINISTERO DELLE POLITICHE AGRICOLE ALIMENTARI E FORESTALI
Ministero/i delegato/i a rispondere e data delega
Delegato a rispondere Data delega
PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI 16/12/2014
PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI 16/12/2014
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'INTERNO delegato in data 23/12/2014
Stato iter:
12/05/2015
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 12/05/2015
Resoconto ZACCAGNINI ADRIANO SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA'
 
RISPOSTA GOVERNO 12/05/2015
Resoconto BUBBICO FILIPPO VICE MINISTRO - (INTERNO)
 
REPLICA 12/05/2015
Resoconto ZACCAGNINI ADRIANO SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA'
Fasi iter:

DISCUSSIONE IL 12/05/2015

SVOLTO IL 12/05/2015

CONCLUSO IL 12/05/2015

Atto Camera

Interpellanza 2-00784
presentato da
ZACCAGNINI Adriano
testo presentato
Martedì 16 dicembre 2014
modificato
Martedì 12 maggio 2015, seduta n. 425

   I sottoscritti chiedono di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri, il Ministro dell'interno, il Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, il Ministro della giustizia, il Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, per sapere – premesso che:
   a Saluzzo, località in provincia di Cuneo, lavoratori migranti sono arrivati alla ricerca di lavoro nella raccolta della frutta, molti di essi hanno lavorato «a chiamata» per poche settimane, spesso in maniera irregolare e con paghe inferiori al minimo sindacale. La situazione che si è generata è quella di una comunità accampata, costretta a dormire in una tendopoli improvvisata, in condizioni disumane di salute e degrado. Molti di loro provengono da zone di guerra, come la Libia ed altre zone del bacino del Mediterraneo, si sono, pertanto, avvalsi dello status di «protezione sussidiaria», che, al pari di quello di rifugiato, viene riconosciuto dalla commissione territoriale competente in seguito alla presentazione di domanda di protezione internazionale, che recita: «Cittadino di un Paese terzo o apolide, che non possiede i requisiti per essere riconosciuto come rifugiato ma nei cui confronti sussistono fondanti motivi per ritenere che, se tornasse nel suo Paese di origine, correrebbe il rischio effettivo di subire un grave danno» (decreto legislativo n. 251 del 2007): molti di loro quando è finito il progetto di accoglienza si sono ritrovati senza nessun tipo di garanzia;
   in data 30 ottobre 2014 il coordinamento bacciantile saluzzese, insieme ad altre associazioni solidali, ha inoltrato una richiesta al vescovo di Saluzzo, per verificare la possibilità di destinare una struttura vuota ed inutilizzata a lavoratori e disoccupati migranti e rifugiati che in questo momento vivono in strada. In particolare, la richiesta era relativa all'immobile «ex-Ial», agenzia di formazione professionale, di proprietà di enti ecclesiastici, inutilizzato dal 2010, sito a Saluzzo e facente parte del complesso dell'ex seminario vescovile. Il vescovo ha verificato l'effettivo inutilizzo di tale immobile e si è dimostrato attento alle durissime condizioni vissute dai lavoratori migranti ultra-precari, costretti a spostarsi perpetuamente da una campagna all'altra d'Italia come manodopera a basso costo e dequalificata ed alloggiati in tendopoli o accampamenti emergenziali che non offrono alcuna prospettiva di stabilità, ma attraverso cui si istituzionalizza una «zona di indistinzione», per cui l'accesso ai diritti non è garantito, ma sottoposto a costante discrezionalità da parte di soggetti sia pubblici che privati;
   in seguito, in data 6 novembre 2014 il coordinamento bracciantile saluzzese, insieme all'assemblea braccianti e disoccupati accampati al Foro Boario, ha indirizzato una lettera al sindaco di Saluzzo, ai sindaci dei comuni limitrofi e alla diocesi: «Richiesta di intervento in merito al disagio abitativo e sanitario vissuto da lavoratori e disoccupati senza tetto presenti sul territorio, titolari di permesso di soggiorno per protezione sussidiaria, motivi umanitari, asilo politico, lavoro subordinato»; nel testo si legge: «Alla luce dell'inagibilità del campo solidale di Saluzzo dovuta alle difficili condizioni climatiche e alla luce dell'avvenuta o imminente chiusura di tutte le strutture adibite all'ospitalità dei lavoratori stagionali presenti sul territorio intendiamo rivolgere ai sigg. sindaci e ai sigg. consiglieri comunali (...) le seguenti osservazioni: alcuni lavoratori mantengono attualmente un contratto di lavoro in essere ed altri sono in attesa di percepire le ultime retribuzioni; alcuni utenti dello sportello legale, vittime di incidenti stradali nel corso dell'estate, hanno procedure legali in corso e pertanto l'esigenza di essere reperibili sul territorio al fine di non pregiudicarne l'esito; la maggior parte dei lavoratori è titolare di permesso per protezione sussidiaria, protezione umanitaria ed asilo politico, si tratta di persone arrivate nelle campagne del saluzzese in quanto espulse da percorsi di accoglienza lacunosi nell'ambito di un sistema nazionale strutturalmente inadeguato rispetto alle reali necessità; molti lavoratori e disoccupati sono affetti da patologie legate al freddo. In particolare, un censimento effettuato in data 5 novembre 2014 ha permesso di verificare che nel solo campo solidale di Saluzzo vi sono ad oggi oltre 100 lavoratori e disoccupati accampati, in maggioranza titolari di permesso di soggiorno per protezione sussidiaria, motivi umanitari ed asilo politico. Parte di queste persone non ha oggettivamente né una residenza, né un domicilio effettivo a cui tornare e si trova privo di reddito, oltre che di qualsiasi tutela e sostegno, sia materiale che giuridico; situazioni molto simili interessano tutti coloro che si trovano in accampamenti molto simili molti dei quali già sgomberati»;
   la prassi del lavoro nero è considerata reato regolato dal decreto-legge n. 76 del 2013, recante alcuni interventi urgenti per favorire l'occupazione e, in primo luogo, quella giovanile, che introduce anche alcune misure volte a semplificare i procedimenti relativi all'accesso al lavoro degli stranieri non comunitari. Tali misure intervengono al fine di snellire i procedimenti volti all'emersione del lavoro nero, recando alcune integrazioni all'articolo 5 del decreto legislativo n. 109 del 2012, che disciplina sanzioni e provvedimenti nei confronti di datori di lavoro che impiegano cittadini di Paesi terzi il cui soggiorno è irregolare (articolo 9, comma 10), e di prevedere che la dichiarazione che il datore di lavoro rende alla questura relativa all'alloggio del lavoratore straniero non comunitario è assolta con la dichiarazione di instaurazione di un rapporto di lavoro (sia con un lavoratore straniero, sia italiano) che il datore di lavoro è tenuto a presentare presso il servizio del lavoro competente per territorio (articolo 9, commi 10-bis e 10-ter);
   quanto accade nel caso dell'emergenza dei braccianti agricoli di Saluzzo viola, ad avviso degli interpellanti, gli articoli 1, 14, 31, 35 e 47, ai capi «dignità», «libertà», «solidarietà» e «giustizia», della Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea che garantiscono il diritto alla dignità umana, all'istruzione, a condizioni di lavoro giuste ed eque, alla protezione della salute e a un ricorso effettivo a un giudice imparziale;
   ciò appare in contrasto anche con il decreto legislativo n. 251 del 2007, inerente alla «protezione sussidiaria», anche alla luce delle considerazioni del vescovo di Saluzzo –:
   se il Governo sia a conoscenza dei fatti esposti in premessa e quali azioni intenda intraprendere;
   se non reputino di adoperarsi, per quanto di competenza, affinché venga contrastata la prassi del lavoro nero, così come previsto dal decreto-legge n. 76 del 2013;
   se i Ministri interpellati non reputino di dover intraprendere, in vista dell'Expo 2015 dedicato al cibo e alla sua economia e del semestre di presidenza italiano dell'Unione europea, azioni atte a tutelare l'immagine dell'Italia nel dibattito europeo e, quindi, di adoperarsi perché vengano prese misure utili a combattere il fenomeno del caporalato, sempre più in crescita nel nostro territorio, soprattutto per quel che riguarda i braccianti agricoli stagionali.
(2-00784) «Zaccagnini, Kronbichler, Franco Bordo, Melilla».

Classificazione EUROVOC:
GEO-POLITICO:

SALUZZO,CUNEO - Prov,PIEMONTE

EUROVOC :

cittadino straniero

lavoratore migrante

asilo politico

lavoro nero

disoccupazione