ATTO CAMERA

INTERPELLANZA URGENTE 2/00638

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 269 del 22/07/2014
Firmatari
Primo firmatario: SAVINO ELVIRA
Gruppo: FORZA ITALIA - IL POPOLO DELLA LIBERTA' - BERLUSCONI PRESIDENTE
Data firma: 22/07/2014
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
BRUNETTA RENATO FORZA ITALIA - IL POPOLO DELLA LIBERTA' - BERLUSCONI PRESIDENTE 22/07/2014


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE delegato in data 22/07/2014
Stato iter:
25/07/2014
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 25/07/2014
Resoconto SAVINO ELVIRA FORZA ITALIA - IL POPOLO DELLA LIBERTA' - BERLUSCONI PRESIDENTE
 
RISPOSTA GOVERNO 25/07/2014
Resoconto REGGI ROBERTO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (ISTRUZIONE, UNIVERSITA' E RICERCA)
 
REPLICA 25/07/2014
Resoconto SAVINO ELVIRA FORZA ITALIA - IL POPOLO DELLA LIBERTA' - BERLUSCONI PRESIDENTE
Fasi iter:

DISCUSSIONE IL 25/07/2014

SVOLTO IL 25/07/2014

CONCLUSO IL 25/07/2014

Atto Camera

Interpellanza urgente 2-00638
presentato da
SAVINO Elvira
testo presentato
Martedì 22 luglio 2014
modificato
Venerdì 25 luglio 2014, seduta n. 272

   I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dell'economia e delle finanze, per sapere – premesso che:
   la società italiana Fincantieri rappresenta uno dei più importanti complessi cantieristici navali d'Europa e del mondo, attiva nella progettazione e costruzione di navi mercantili e militari controllata da Fintecna, società finanziaria italiana, a sua volta controllata dal Ministero dell'economia e delle finanze attraverso la Cassa depositi e prestiti;
   il 13 giugno 2014, secondo quanto risulta dal prospetto informativo approvato della Consob, che ha indicato il valore dell'offerta delle azioni Fincantieri finalizzate alla quotazione in borsa, che prevedeva la vendita di 704 milioni di azioni ad un prezzo compreso tra 0,78 e 1 euro, è stato stabilito che, dei medesimi titoli azionari, 104 milioni dovevano essere venduti dall'azionista Fintecna, mentre i restanti 600 milioni, a titolo di aumento di capitale, ovvero risorse che gli investitori avrebbero versato nelle casse della società per rafforzare il patrimonio e la capacità di investimento;
   dei 704 milioni di titoli messi sul mercato, le condizioni inizialmente stabilite prevedevano, in particolare, che 141 milioni avrebbero dovuto essere destinati al pubblico dei risparmiatori (ovvero retail, vendita al dettaglio), mentre 563 milioni sarebbero invece dovuti essere offerti agli investitori istituzionali, ovvero istituti bancari di grande rilevanza, società di gestione di fondi d'investimento, società assicurative e holding finanziarie;
   gli interpellanti segnalano che all'interno del prospetto informativo di Fincantieri, che solitamente non viene approfondito in maniera dettagliata dai risparmiatori, era riportata anche l'eventualità di rendere effettiva la clausola del clawback, ovvero la condizione contrattuale che prevede la possibilità di chiedere la restituzione di tutto o in parte dei compensi erogati, sulla base di risultati che si sono rivelati non duraturi o effettivi per effetto di condotte dolose o gravemente colpose;
   si tratta sostanzialmente di meccanismi contrattuali pressoché sconosciuti in Italia, che prevedono la possibile restituzione, anche parziale, di compensi già corrisposti dalle aziende al proprio management come parte variabile della compensation;
   il 16 giugno 2014, una serie di istituti bancari incaricati di collocare i titoli azionari, fra i quali: Intesa Sanpaolo e Unicredit, che sono risultati essere fra i principali collocatori, hanno iniziato a piazzare i titoli Fincantieri, nell'ambito dell'operazione di quotazione della società a Piazza Affari;
   nel corso della chiusura dell'offerta pubblica avvenuta il 27 giugno 2014, è emerso che dei 563 milioni di euro che dovevano essere rivolti al collocamento istituzionale, come peraltro riportato all'interno del prospetto informativo, in realtà sono stati acquistati dagli investitori soltanto una dozzina di milioni;
   in termini più espliciti, l'esito finale della collocazione dei titoli di Fincantieri da parte degli istituti bancari delegati all'operazione, ha rilevato come i medesimi soggetti creditizi hanno nella sostanza venduto la cinquantesima parte di quanto la Cassa depositi e prestiti ha affidato loro per il collocamento dei titoli azionari e, al contempo, gli investitori istituzionali italiani hanno comprato soltanto circa 30 milioni di azioni, ovvero un ventesimo della quota offerta;
   la sottoscrizione e la vendita delle azioni, in considerazione di quanto suesposto, si è pertanto rivelata estremamente deludente, sia per la coincidenza con le altre operazioni di collocazione sul mercato e aumento di capitale, che, in particolare, per le modalità con cui l'operazione di offerta titoli è stata condotta, che a giudizio degli interpellanti (a cui si è evidentemente affiancato anche lo stesso parere dei più rilevanti investitori istituzionali di gestione dei fondi d'investimento, che hanno dimostrato uno scarso interesse) si è rivelata confusa e dannosa per i risparmiatori italiani;
   gli interpellanti evidenziano, altresì, come nonostante gli ingenti investimenti finanziari di propaganda pubblicitaria sui principali quotidiani e sulle maggiori reti di comunicazione televisiva (la cui campagna mediatica è culminata con la gigantesca prua appesa al palazzo della borsa milanese al costo di 600 mila euro per otto ore secondo quanto riportano alcuni quotidiani), l'impianto tecnico-organizzativo predisposto dall’advisor finanziario (ovvero la società di consulenza) Rothschild, riferito alle condizioni predisposte per la quotazione a Piazza Affari, sia stato nel complesso negativo e insoddisfacente;
   a giudizio degli interpellanti, infatti, le procedure per il collocamento in borsa delle azioni Fincantieri non hanno salvaguardato in maniera adeguata i piccoli risparmiatori, orientandosi invece in favore dei più «rassicuranti» investitori istituzionali, i quali in realtà si sono dimostrati, in seguito, tutt'altro che confortanti e affidabili, come dimostrato dalla diffidenza riferita a conclusione dell'operazione finanziaria;
   la società Fincantieri, a seguito dell'insuccesso riscosso sul mercato, ha infatti tagliato di un terzo l'offerta delle azioni prevista con l'offerta pubblica iniziale, nel tentativo di rimediare allo scarso appeal che le azioni hanno avuto tra gli investitori istituzionali, cancellando l'offerta di azioni messe sul mercato attraverso Cassa depositi e prestiti (che attraverso Fintecna controlla Fincantieri con il 99,3 per cento) e rivedendo pertanto al ribasso la quotazione della società dei cantieri navali, con il collocamento dei titoli passato da 704 a 450 milioni di azioni ed il prezzo fissato al minimo della forchetta a 0,78 euro;
   quanto suesposto ha, di fatto, determinato un ribaltamento delle proporzioni con la quota riservata al retail che passa dal 20 per cento all'89 per cento, spostando, al contempo, il collocamento dai più «rassicuranti» risparmiatori istituzionali ai risparmiatori privati, con un esito ancora poco chiaro e comunque non particolarmente incoraggiante;
   un simile cambiamento, a giudizio degli interpellanti, s'interpreta soltanto in considerazione del sostanziale fallimento del collocamento dei titoli azionari di Fincantieri presso gli investitori istituzionali, i quali hanno evidentemente accolto con freddezza l'intera operazione finanziaria in borsa, che ha successivamente indotto la società interessata Fincantieri a ridurre di circa un terzo l'ammontare delle azioni in collocamento sul mercato attraverso la Fintecna;
   a giudizio degli interpellanti, l'operazione del collocamento in borsa dei titoli azionari di Fincantieri, che, come suesposto, evidenzia consistenti dubbi e perplessità connessi all'intera iniziativa finanziaria e borsistica, alimenta la convinzione di come i mercati finanziari siano tuttora diffidenti nei confronti delle privatizzazioni italiane;
   la prima fase del collocamento in borsa di Fincantieri, il cui gruppo della cantieristica fa da apripista al previsto piano di privatizzazioni annunciato dal Governo e, in particolare, dal Ministro interpellato, a parere degli interpellanti, ribadisce la necessità di maggiori e necessari approfondimenti preliminari da parte dei soggetti istituzionalmente preposti, nelle procedure di collocazione dei titoli azionari in borsa delle più importanti aziende dello Stato;
   gli interpellanti segnalano, inoltre, che le recenti dichiarazioni all'Assemblea della Camera dei deputati da parte del Ministro interpellato il 17 luglio 2014 (nel corso dell'informativa urgente del Governo sul rispetto dei vincoli derivanti dal patto di stabilità e crescita alla luce delle raccomandazioni agli Stati membri dell'Unione europea approvate l'8 luglio 2014 dal Consiglio Ecofin), secondo cui il Governo si è impegnato a mettere in atto un prossimo piano di privatizzazioni, dal quale sono attesi proventi annui pari allo 0,7 per cento del prodotto interno lordo negli anni 2014-2017, stridono con l'effettiva realtà di quanto si è verificato con l'operazione finanziaria in precedenza esposta;
   le stime inizialmente previste dal Governo sui maggiori introiti derivanti dalla privatizzazione della società Fincantieri, attraverso la vendita delle azioni sul mercato azionario che, come richiamato, si sono rivelate inferiori, unitamente ad alcuni aspetti scarsamente trasparenti, contenuti all'interno del prospetto informativo della medesima società offerto al pubblico per l'ammissione alla quotazione nei mercati regolamentati, che hanno determinato una serie di effetti negativi sugli investitori, confermano in definitiva, a parere degli interpellanti, un quadro complessivamente preoccupante sia in ordine alle procedure di privatizzazione che nell'ambito dell'evoluzione dei conti pubblici italiani –:
   quali orientamenti intenda esprimere con riferimento a quanto esposto in premessa;
   se il Ministro interpellato, attraverso i suoi rappresentanti nel consiglio di amministrazione di Fincantieri, si sia informato di quanto accaduto in ordine ai deludenti risultati connessi alla quotazione dei titoli azionari sul mercato finanziario italiano;
   se siano state quantificate le spese di comunicazione intraprese da Fincantieri nell'occasione della quotazione e se siano state poste in essere tutte le verifiche sulla congruità degli investimenti fatti anche in ragione dei ritorni economici poco favorevoli;
   se, inoltre, a giudizio del Ministro interpellato, siano state utilizzate tutte le procedure più trasparenti per la selezione delle banche collocatrici, degli advisor legali, finanziari, fiscali e di comunicazione e, in senso più generale, se siano state avviate azioni di internal audit per verificare se ancora una volta a trarre i benefici di questa tanto acclamata quanto presunta privatizzazione siano stati i risparmiatori o piuttosto i maggiori istituti di credito, gli intermediari finanziari oppure le società di editoria strettamente legate a quegli ambienti economico-finanziari che si sono mostrati «più amichevoli» nei confronti del Governo;
   quali iniziative effettive il Ministro interpellato intenda porre in essere, per quanto di sua competenza, per consentire la massima trasparenza dei costi sostenuti da Fincantieri all'atto della collocazione sul mercato finanziario, nonché quali iniziative intenda, infine, attuare nei confronti del vertice di detta società nel caso fossero accertate irregolarità nell'ambito delle procedure previste dalla collocazione dei titoli azionari sul mercato borsistico italiano.
(2-00638) «Elvira Savino, Brunetta».

Classificazione EUROVOC:
SIGLA O DENOMINAZIONE:

FINCANTIERI

EUROVOC :

costruzioni navali

azione

privatizzazione

impresa pubblica

banca

mercato finanziario