Legislatura: 17Seduta di annuncio: 148 del 09/01/2014
Primo firmatario: COPPOLA PAOLO
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 09/01/2014
Elenco dei co-firmatari dell'atto Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma CRIVELLARI DIEGO PARTITO DEMOCRATICO 09/01/2014 GALLI CARLO PARTITO DEMOCRATICO 09/01/2014 GAROFANI FRANCESCO SAVERIO PARTITO DEMOCRATICO 09/01/2014 FOSSATI FILIPPO PARTITO DEMOCRATICO 09/01/2014 ROSSOMANDO ANNA PARTITO DEMOCRATICO 09/01/2014 MELONI MARCO PARTITO DEMOCRATICO 09/01/2014 CARBONE ERNESTO PARTITO DEMOCRATICO 09/01/2014 TULLO MARIO PARTITO DEMOCRATICO 09/01/2014 CARRESCIA PIERGIORGIO PARTITO DEMOCRATICO 09/01/2014 ERMINI DAVID PARTITO DEMOCRATICO 09/01/2014 IORI VANNA PARTITO DEMOCRATICO 09/01/2014 FAMIGLIETTI LUIGI PARTITO DEMOCRATICO 09/01/2014 FANUCCI EDOARDO PARTITO DEMOCRATICO 09/01/2014 BOCCUZZI ANTONIO PARTITO DEMOCRATICO 09/01/2014 GELLI FEDERICO PARTITO DEMOCRATICO 09/01/2014 TIDEI MARIETTA PARTITO DEMOCRATICO 09/01/2014 DI MAIO MARCO PARTITO DEMOCRATICO 09/01/2014 MISIANI ANTONIO PARTITO DEMOCRATICO 09/01/2014 GANDOLFI PAOLO PARTITO DEMOCRATICO 09/01/2014 DONATI MARCO PARTITO DEMOCRATICO 09/01/2014 DE MENECH ROGER PARTITO DEMOCRATICO 09/01/2014 GRIBAUDO CHIARA PARTITO DEMOCRATICO 09/01/2014 GUERRA MAURO PARTITO DEMOCRATICO 09/01/2014 GALLI GIAMPAOLO PARTITO DEMOCRATICO 09/01/2014 FONTANA CINZIA MARIA PARTITO DEMOCRATICO 09/01/2014 FOLINO VINCENZO PARTITO DEMOCRATICO 09/01/2014 LODOLINI EMANUELE PARTITO DEMOCRATICO 09/01/2014 IANNUZZI TINO PARTITO DEMOCRATICO 09/01/2014 IACONO MARIA PARTITO DEMOCRATICO 09/01/2014 BONACCORSI LORENZA PARTITO DEMOCRATICO 09/01/2014 MARRONI UMBERTO PARTITO DEMOCRATICO 09/01/2014 MARTELLI GIOVANNA PARTITO DEMOCRATICO 09/01/2014 BRUNO BOSSIO VINCENZA PARTITO DEMOCRATICO 09/01/2014 ROTTA ALESSIA PARTITO DEMOCRATICO 09/01/2014
Elenco dei co-firmatari che hanno ritirato la firma Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma Data ritiro firma DEL BASSO DE CARO UMBERTO PARTITO DEMOCRATICO 09/01/2014 07/03/2014 GOZI SANDRO PARTITO DEMOCRATICO 09/01/2014 07/03/2014 MADIA MARIA ANNA PARTITO DEMOCRATICO 09/01/2014 07/03/2014 SCALFAROTTO IVAN PARTITO DEMOCRATICO 09/01/2014 07/03/2014
Ministero destinatario:
- PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI
- MINISTERO PER LA COESIONE TERRITORIALE
- MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE
- MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO
Ministero/i delegato/i a rispondere e data delega Delegato a rispondere Data delega PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI 09/01/2014 Attuale delegato a rispondere: PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI delegato in data 04/03/2014
Partecipanti allo svolgimento/discussione ILLUSTRAZIONE 07/03/2014 Resoconto COPPOLA PAOLO PARTITO DEMOCRATICO RISPOSTA GOVERNO 07/03/2014 Resoconto AMICI SESA SOTTOSEGRETARIO DI STATO ALLA PRESIDENZA DEL CONSIGLIO - (PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI) REPLICA 07/03/2014 Resoconto COPPOLA PAOLO PARTITO DEMOCRATICO
DISCUSSIONE IL 07/03/2014
SVOLTO IL 07/03/2014
CONCLUSO IL 07/03/2014
I sottoscritti chiedono di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri, il Ministro dell'economia e delle finanze, il Ministro dello sviluppo economico, per sapere – premesso che:
in data 10 dicembre 2013 è stata presentata dal Ministro per la coesione territoriale pro tempore Trigilia lo schema di Accordo di partenariato per la nuova programmazione dei Fondi strutturali europei 2014-2020, contenente l'impianto strategico e gli undici obiettivi tematici (OT) individuati, con i relativi risultati attesi;
l'accordo di partenariato rappresenta uno strumento fondamentale per lo sviluppo, la crescita e l'aumento della competitività del Paese nei prossimi anni;
lo schema di contratto di partenariato 2014-2020 assumerà la sua forma definitiva solamente in seguito alle osservazioni della Commissione europea, delle amministrazioni centrali e regionali, delle rappresentanze dei comuni e del partenariato e in seguito all'espressione del parere delle Commissioni parlamentari competenti per materia, prima della stipula con le autorità dell'Unione europea (quest'ultima prevista da un'importante novità introdotta dall'articolo 1, comma 156-bis, della legge di stabilità 2014);
sulla base di quanto annunciato dal Ministro per la coesione territoriale pro tempore Trigilia e riportato nel già citato accordo, l'Italia potrà beneficiare di un totale di risorse comunitarie pari a circa 32 miliardi di euro (derivanti dal Fondo europeo di sviluppo regionale e Fondo sociale europeo), a cui dovrebbero aggiungersi risorse, di pari cifra, di cofinanziamento nazionale (per un totale complessivo di 63,6 miliardi di euro), insieme alle quote di cofinanziamento di fonte regionale da destinare ai Programmi operativi regionali-por (pari al 30 per cento del cofinanziamento complessivo del programma); si tratta di risorse importanti, utilizzabili per il superamento della crisi economica attraverso interventi mirati nel campo della ricerca e della competitività economica;
a completamento della programmazione settennale rileva anche la dotazione aggiuntiva assegnata dalla legge di stabilità 2014 al Fondo per lo sviluppo e la coesione (Fsc-ex fondo Fas), stimata in 54,8 miliardi di euro, l'80 per cento dei quali a favore del Mezzogiorno, e che finanzierà esclusivamente le infrastrutture, comprensive di quelle digitali;
tuttavia, tale dotazione aggiuntiva del Fondo per lo sviluppo e la coesione sarà in gran parte decurtata per il finanziamento di interventi necessari di messa in sicurezza del territorio, di bonifica di siti di interesse nazionale (sin) e in materia di politiche ambientali. La legge di stabilità 2014 prevede, infatti, che 50 milioni di euro per ciascuno degli anni 2014, 2015 e 2016 siano destinati per interventi nei territori colpiti da eventi calamitosi dal 2009, a valere sulle risorse del Fondo per lo sviluppo e la coesione;
le risorse del Fondo per lo sviluppo e la coesione finalizzate alle infrastrutture digitali e al completamento e al miglioramento della rete digitale (banda larga e ultra-larga), gran parte delle quali dirottate per altri interventi, risulteranno, dunque, insufficienti e inadeguate a realizzare gli obiettivi di riduzione del digital divide infrastrutturale nel breve periodo;
eppure la rilevanza strategica dell'agenda digitale, in un momento cruciale per il nostro Paese, imporrebbe la priorità di investire nell'economia digitale, per perseguire obiettivi di crescita, migliorare la produttività delle imprese, l'efficienza della pubblica amministrazione con la realizzazione del sistema dei pagamenti elettronici, lo sviluppo di servizi digitali, la diffusione di nuove tecnologie, in particolare quelle di quarta generazione, per creare nuove professionalità digitali e ampliare le opportunità di partecipazione alla società della conoscenza;
con l'Agenda digitale si potrebbero ottenere risultati virtuosi anche maggiori rispetto a quelli derivanti dall'attesa spending review. Una compiuta dematerializzazione consentirebbe, infatti, di ottenere risparmi pari a 43 miliardi di euro l'anno, di cui 4 miliardi di euro l'anno di soli risparmi per gli approvvigionamenti, 15 miliardi di euro l'anno di risparmi legati all'aumento di produttività del personale, 24 miliardi di euro l'anno di risparmi sui «costi di relazione» tra pubblica amministrazione e imprese, grazie a uno snellimento della burocrazia, come dimostrano i dati dell'Osservatorio fatturazione elettronica e dematerializzazione del Politecnico di Milano;
il Presidente del Consiglio dei ministri pro tempore Letta, in vista del Consiglio europeo di Bruxelles del 24 e 25 ottobre 2013, ha sottolineato l'importanza strategica dell'Agenda digitale, assicurando l'impegno italiano «affinché le fonti di finanziamento europeo, a partire dai fondi strutturali, e della Connecting Europe Facility siano orientate maggiormente verso la costruzione delle reti a banda larga e ultra larga»;
l'agenda digitale nazionale, facendo propri gli obiettivi dell'Agenda digitale europea (Digital Agenda for Europe) mira all'azzeramento del digital divide, per consentire l'accesso ad internet a tutti i cittadini entro il 2020 e le forniture di servizi on-line per il miglioramento della qualità della vita. I piani nazionali (Piano nazionale banda larga e Progetto strategico banda ultra larga) hanno il compito di perseguire tali obiettivi;
l'Italia, tuttavia, è ancora molto lontana dai traguardi europei. Per le infrastrutture di rete l'Italia registra la peggiore qualità di servizio in termini di lentezza della connessione (con una media di 4,4 Mbps) e per le quali, nella decisione della Commissione europea relativa al Piano nazionale per la banda ultralarga, si definisce un fabbisogno di 2,5 miliardi di euro entro il 2015 (secondo i dati del Ministero dello sviluppo economico);
per l'attuazione dell'Agenda digitale italiana e per colmare il gap che distanzia il nostro Paese dai Paesi europei più avanzati, sarebbero necessari circa 10 miliardi di euro – così come stimato dal direttore dell'Agenzia per l'Italia digitale, Agostino Ragosa, il quale ha segnalato come tale cifra possa essere reperita anche attraverso l'utilizzo dei fondi comunitari;
dallo schema di accordo di partenariato, per ciò che attiene all'allocazione agli obiettivi tematici (OT) divisi per categoria di regioni (Fondo europeo di sviluppo regionale e Fondo sociale europeo 2014-2020), si evince che i fondi comunitari previsti per l'attuazione dell'OT2 (Obiettivo tematico 2 – Agenda digitale) risultano essere pari a 1.812 milioni di euro, suddivisi in 327 milioni di euro per le regioni più sviluppate, 72 milioni di euro per le regioni in transizione e 1,413 milioni di euro per le regioni meno sviluppate;
l'analisi complessiva circa l'allocazione delle risorse per lo sviluppo e il miglioramento delle infrastrutture digitali evidenzia una composizione frammentaria dei finanziamenti e delle azioni connesse a tale obiettivo e il rischio è quello di ridurre l'impatto e l'efficacia degli interventi;
per l'attuazione dell'Agenda digitale europea occorrerebbe fare riferimento non solo alle risorse del già citato OT2 (Obiettivo tematico 2 – Agenda digitale), ma a quelle di tutti gli 11 obiettivi tematici, al fine di poter concorrere, anche a valere dei fondi europei, alla realizzazione dell'Agenda digitale italiana che, come già segnalato, richiede la programmazione di risorse stimate in circa 10 miliardi di euro;
affinché i piani di attuazione dell'agenda digitale diventino realmente un'occasione per l'affermarsi di politiche integrate per la crescita del nostro Paese, occorre orientare le risorse comunitarie verso una concentrazione dei diversi interventi e delle molteplici componenti dell'agenda digitale in un unico Programma operativo nazionale (Pon); ciò permetterebbe di programmare un approccio coordinato e integrato, affinché gli interventi siano progettati nell'ambito di un'organica struttura programmatica per la realizzazione dell'Obiettivo 2 (Agenda digitale);
le opere infrastrutturali relative alla banda larga e ultralarga non sono assimilabili alle infrastrutture pesanti né per tempistica di progettazione (il progetto Piano banda ultralarga già c’è ed è già operativo), né di implementazione, anche in considerazione del fatto che con le nuove tecniche gli scavi di appena 15 centimetri di larghezza (minitrincee) sono spesso sufficienti;
solo le operazioni infrastrutturali già identificate e giunte ad uno stadio di maturazione progettuale «adeguato» possono rientrare nella programmazione europea dei fondi strutturali e il Progetto strategico banda ultralarga rientra pienamente in questi parametri –:
se non ritenga il Governo di dover meglio precisare su quanti fondi strutturali europei del nuovo ciclo di programmazione 2014-2020 possa contare l'Agenda digitale italiana nel suo complesso, fornendo altresì motivazioni circa i criteri scelti per la ripartizione finale delle risorse a disposizione, ai fini dell'accordo di partenariato;
se il Governo non ritenga di dover destinare una quota cospicua dei fondi europei 2014-2020 allo sviluppo di progetti per l'Agenda digitale, prevedendo, ai fini dell'accordo definitivo di partenariato, anche l'istituzione di un Programma operativo nazionale (Pon), in grado di assicurare il fabbisogno di risorse stimato dall'Agenzia per l'Italia digitale e di ricomprendere, in modo coerente, organico e bilanciato tutte le componenti dell'Agenda digitale, accogliendo in tal modo una richiesta analoga delle regioni e del referente delle regioni per la cabina di regia per l'Agenda digitale.
(2-00359) «Coppola, Crivellari, Carlo Galli, Garofani, Fossati, Rossomando, Marco Meloni, Carbone, Tullo, Carrescia, Ermini, Iori, Famiglietti, Fanucci, Boccuzzi, Gelli, Tidei, Marco Di Maio, Misiani, Gandolfi, Donati, De Menech, Gribaudo, Guerra, Giampaolo Galli, Cinzia Maria Fontana, Folino, Lodolini, Tino Iannuzzi, Iacono, Bonaccorsi, Marroni, Martelli, Bruno Bossio, Rotta».
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