Legislatura: 17Seduta di annuncio: 853 del 19/09/2017
Primo firmatario: DURANTI DONATELLA
Gruppo: ARTICOLO 1-MOVIMENTO DEMOCRATICO E PROGRESSISTA
Data firma: 19/09/2017
Elenco dei co-firmatari dell'atto Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma LAFORGIA FRANCESCO ARTICOLO 1-MOVIMENTO DEMOCRATICO E PROGRESSISTA 19/09/2017 FOSSATI FILIPPO ARTICOLO 1-MOVIMENTO DEMOCRATICO E PROGRESSISTA 19/09/2017 GALLI CARLO ARTICOLO 1-MOVIMENTO DEMOCRATICO E PROGRESSISTA 19/09/2017 FAVA CLAUDIO ARTICOLO 1-MOVIMENTO DEMOCRATICO E PROGRESSISTA 19/09/2017 SPERANZA ROBERTO ARTICOLO 1-MOVIMENTO DEMOCRATICO E PROGRESSISTA 19/09/2017 CIMBRO ELEONORA ARTICOLO 1-MOVIMENTO DEMOCRATICO E PROGRESSISTA 19/09/2017 PIRAS MICHELE ARTICOLO 1-MOVIMENTO DEMOCRATICO E PROGRESSISTA 19/09/2017 FERRARA FRANCESCO DETTO CICCIO ARTICOLO 1-MOVIMENTO DEMOCRATICO E PROGRESSISTA 19/09/2017 ROSTAN MICHELA ARTICOLO 1-MOVIMENTO DEMOCRATICO E PROGRESSISTA 19/09/2017 BORDO FRANCO ARTICOLO 1-MOVIMENTO DEMOCRATICO E PROGRESSISTA 19/09/2017 ZACCAGNINI ADRIANO ARTICOLO 1-MOVIMENTO DEMOCRATICO E PROGRESSISTA 19/09/2017 FONTANELLI PAOLO ARTICOLO 1-MOVIMENTO DEMOCRATICO E PROGRESSISTA 19/09/2017
Partecipanti allo svolgimento/discussione DICHIARAZIONE VOTO 19/09/2017 Resoconto LOCATELLI PIA ELDA MISTO-PARTITO SOCIALISTA ITALIANO (PSI) - LIBERALI PER L'ITALIA (PLI) - INDIPENDENTI Resoconto DAMBRUOSO STEFANO MISTO-CIVICI E INNOVATORI PER L'ITALIA Resoconto VEZZALI MARIA VALENTINA SCELTA CIVICA-ALA PER LA COSTITUENTE LIBERALE E POPOLARE-MAIE Resoconto MARCON GIULIO SINISTRA ITALIANA - SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' - POSSIBILE Resoconto ALLI PAOLO ALTERNATIVA POPOLARE-CENTRISTI PER L'EUROPA-NCD Resoconto DURANTI DONATELLA ARTICOLO 1-MOVIMENTO DEMOCRATICO E PROGRESSISTA Resoconto VITO ELIO FORZA ITALIA - IL POPOLO DELLA LIBERTA' - BERLUSCONI PRESIDENTE Resoconto FRUSONE LUCA MOVIMENTO 5 STELLE Resoconto MOSCATT ANTONINO PARTITO DEMOCRATICO PARERE GOVERNO 19/09/2017 Resoconto ROSSI DOMENICO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (DIFESA)
DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 19/09/2017
DISCUSSIONE IL 19/09/2017
NON ACCOLTO IL 19/09/2017
PARERE GOVERNO IL 19/09/2017
RESPINTO IL 19/09/2017
CONCLUSO IL 19/09/2017
La Camera,
premesso che:
secondo la Federation of American Scientists (FAS), l'organizzazione fondata nel 1945 a Washington e che si occupa di analizzare i numeri legati alla presenza di armi nucleari nel mondo, l'Italia custodisce il più alto numero di armi nucleari statunitensi schierati in Europa;
queste armi nucleari in Europa sarebbero settanta ordigni B-61, su un totale di centottanta distribuite nelle sei basi della Nato in Europa – Belgio (Kleine Brogel AB), Germania (Buchel AB), Paesi Bassi (Volkel AB), e Turchia (Incirlik AB), e per l'appunto Italia (Aviano e Ghedi AB);
recentemente è stata ufficialmente autorizzata dalla National Nuclear Secutity Administration (NNSA) la B61-12, nuova arma con una testata nucleare della potenza media pari a quella di quattro bombe di Hiroshima;
una nota congiunta del DOE/NNSA, Department of Energy's National Nuclear Security Administration e dell'Air Force ha rivelato che in data 8 agosto 2017 si è svolto il secondo test di volo delle B61-12 nel Tonopah Test Range, Nevada;
le bombe B61-12 sono state sganciate da un F-15E proveniente dalla base aerea di Nellis: l'obiettivo era valutare il design, le prestazioni non nucleari del sistema d'arma e le capacità di integrazione con il velivolo; l'Air Force continuerà a testare fino alla fine del 2019 la bomba B-61-12 (la revisione del progetto finale dovrà concludersi nel 2018), prima di avviare la produzione di serie;
la produzione del primo lotto sarà quasi certamente destinata all'Europa dove sono presenti le versioni più obsolete della bomba B61 e dovrà essere consegnato entro il marzo del 2020. L'intera produzione B61-12 si completerà nel 2025 e coinciderà con il ritiro dal servizio del sistema d'arma all'idrogeno B83 con resa massima di 1,2 megatoni. Le B61-12 LEP (life extension program) resteranno in servizio fino al 2050;
foto satellitari, pubblicate dalla FAS, mostrano le modifiche già effettuate nelle basi di Aviano e Ghedi-Torre per installarvi le B61-12; le basi italiane di Ghedi ed Aviano dovrebbero ospitare complessivamente dalle 30 alle 50 bombe nucleari B61;
sono le sei basi della Nato in Europa – Belgio (Kleine Brogel AB), Germania (Buchel AB), Italia (Aviano e Ghedi AB), Paesi Bassi (Volkel AB), e Turchia (Incirlik AB) – che ospitano le circa 180 bombe nucleari americane B61 Mod-3,-4,-7,-10;
l'Italia, che fa parte del gruppo di pianificazione nucleare della North Atlantic Treaty Organhation (NATO), mette a disposizione non solo il suo territorio per l'installazione di armi nucleari, ma anche piloti italiani che, dimostra la FAS, sono addestrati all'attacco nucleare sotto comando USA con i cacciabombardieri Tornado schierati a Ghedi;
anche i previsti caccia F-35A destinati all'aeronautica italiana saranno integrati, come annunciato dall’U.S. Air Force, con la B61-12;
in tal modo si violerebbe il Trattato di non proliferazione delle armi nucleari, firmato nel 1969 e ratificato nel 1975, il quale all'articolo 2 stabilisce: «Ciascuno degli Stati militarmente non nucleari, che sia Parte del Trattato, s'impegna a non ricevere da chicchessia armi nucleari o altri congegni nucleari esplosivi, né il controllo su tali armi e congegni esplosivi, direttamente o indirettamente»;
tali nuovi armamenti, ad avviso dei firmatari del presente atto di indirizzo, abbasseranno ulteriormente la soglia nucleare, rendendo più probabile un attacco atomico;
con la presenza simultanea sul territorio di B61-12, F-35 e della stazione Mobile User Objective System (MUOS), sistema di telecomunicazione satellitari della Marina militare degli Stati Uniti d'America, l'Italia, in un preoccupante quadro di corsa al riarmo atomico e di crescente tensione, come dimostrano le cronache dei nostri giorni, diventa un bersaglio prioritario di un'eventuale rappresaglia nucleare;
in aggiunta, come recente riportato dalla stampa internazionale, il Pentagono ha deciso di non rivelare più i report delle ispezioni di sicurezza sui suoi armamenti atomici. Ad oggi i report costituivano una delle pochissime fonti di dati sullo stato degli arsenali nucleari e hanno permesso di avere un minimo di controllo sulla gestione dei depositi, anche per capire se venivano rispettate misure di sicurezza rigorose e adeguate;
il 23 dicembre 2016 l'Assemblea generale dell'Onu ha approvato una risoluzione che ha disposto l'avvio di negoziati per definire un accordo internazionale, al fine della proibizione delle armi nucleari fino alla totale eliminazione. I negoziati per la redazione del testo hanno avuto inizio con una conferenza a New York dal 27 al 31 marzo 2017;
in seguito a questa prima fase di discussione, il 22 maggio è stato pubblicato un progetto di convenzione per la proibizione delle armi nucleari. La bozza è stata oggetto di discussione nella seconda fase negoziale, che si è aperta il 15 giugno e si è conclusa il 7 luglio, quando l'Assemblea generale dell'ONU ha approvato il Trattato per il bando definitivo delle armi nucleari. A votare a favore sono stati 122 Paesi;
l'Italia era assente. Pertanto, il passaggio successivo per l'Italia è quello di sottoscrivere dapprima il Trattato e poi ratificarlo;
nonostante vi sia un numero rilevante di documenti internazionali in cui si sono da sempre sottolineati gli effetti devastanti di queste armi e si è cercato di limitarne la diffusione, per le armi nucleari non esiste un divieto generale e completo. Pertanto, un bando alle armi nucleari, legalmente vincolante, costituirebbe una significativa novità nel quadro del diritto internazionale in materia;
nel documento, il divieto delle armi nucleari è espresso in termini inequivocabili. La convenzione impone anche il divieto, per gli Stati parte, di autorizzare la presenza di armamenti nucleari o lo svolgimento di test nel proprio territorio. Quest'ultima previsione è particolarmente rilevante per i membri della Nato, come l'Italia, che ospitano nel proprio territorio armi nucleari statunitensi;
tuttavia, tale divieto vede la contrarietà dei membri della Nato, compresa quindi anche l'Italia. Come affermato in un recente intervento parlamentare, infatti, secondo l'Esecutivo «la convocazione, nel 2017, di una Conferenza delle Nazioni Unite per negoziare uno strumento giuridicamente vincolante sulla proibizione delle armi nucleari, costituisce un elemento fortemente divisivo che rischia di compromettere i nostri sforzi a favore del disarmo nucleare. Un nostro sostegno avrebbe, in altre parole, rischiato di erodere la credibilità politica del “progressive approach” e del Trattato di Non Proliferazione. In spirito costruttivo, assieme ai Paesi like-minded, abbiamo ritenuto invece preferibile continuare a promuovere o sostenere una serie di iniziative che prevedono un percorso graduale, realistico e concreto in grado di condurre a un processo di disarmo nucleare irreversibile, trasparente e verificabile». Quello che emerge pertanto è la prudenza da parte dell'Italia, al fine di non indebolire il quadro internazionale esistente,
impegna il Governo:
1) a rispettare il Trattato di non proliferazione delle armi nucleari e quindi, in linea con quanto in esso contenuto, a porre in essere iniziative finalizzate alla progressiva rimozione da parte degli Stati Uniti d'America delle armi nucleari presenti sul territorio italiano, nonché volte a evitare l'installazione dei nuovi ordigni B61-12 e di qualunque altra arma nucleare;
2) a non procedere all'acquisizione delle componenti hardware e software necessarie per equipaggiare la versione dell'F-35A con le armi nucleari B-61-12;
3) ad adottare, attraverso una nuova strategia diplomatica, iniziative opportune al fine di consentire, nel rispetto degli impegni internazionali già assunti, la sottoscrizione del trattato giuridicamente vincolante sul divieto delle armi nucleari, approvato a New York il 7 luglio 2017 dalla Assemblea generale dell'ONU appositamente convocata, promuovendo le conseguenti procedure di ratifica dello stesso.
(1-01700) «Duranti, Laforgia, Fossati, Carlo Galli, Fava, Speranza, Cimbro, Piras, Ferrara, Rostan, Franco Bordo, Zaccagnini, Fontanelli».
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):arma nucleare
non proliferazione di armi nucleari
assemblea generale dell'ONU