ATTO CAMERA

MOZIONE 1/01659

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 826 del 04/07/2017
Abbinamenti
Atto 1/01594 abbinato in data 19/07/2017
Atto 1/01653 abbinato in data 19/07/2017
Atto 1/01654 abbinato in data 19/07/2017
Atto 1/01655 abbinato in data 19/07/2017
Atto 1/01658 abbinato in data 19/07/2017
Atto 1/01668 abbinato in data 19/07/2017
Atto 1/01670 abbinato in data 19/07/2017
Atto 1/01671 abbinato in data 19/07/2017
Firmatari
Primo firmatario: CAPEZZONE DANIELE
Gruppo: MISTO-DIREZIONE ITALIA
Data firma: 04/07/2017
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
LATRONICO COSIMO MISTO-DIREZIONE ITALIA 04/07/2017
ALTIERI TRIFONE MISTO-DIREZIONE ITALIA 04/07/2017
CHIARELLI GIANFRANCO GIOVANNI MISTO-DIREZIONE ITALIA 04/07/2017
CIRACI' NICOLA MISTO-DIREZIONE ITALIA 04/07/2017
CORSARO MASSIMO ENRICO MISTO-DIREZIONE ITALIA 04/07/2017
DISTASO ANTONIO MISTO-DIREZIONE ITALIA 04/07/2017
FUCCI BENEDETTO FRANCESCO MISTO-DIREZIONE ITALIA 04/07/2017
MARTI ROBERTO MISTO-DIREZIONE ITALIA 04/07/2017
MATARRESE SALVATORE MISTO-DIREZIONE ITALIA 04/07/2017
VARGIU PIERPAOLO MISTO-DIREZIONE ITALIA 04/07/2017


Stato iter:
19/07/2017
Partecipanti allo svolgimento/discussione
INTERVENTO GOVERNO 19/07/2017
Resoconto MORANDO ENRICO ERRORE:TROVATE+CARICHE - (ERRORE:TROVATI+MINISTERI)
 
DICHIARAZIONE VOTO 19/07/2017
Resoconto CAPEZZONE DANIELE MISTO-DIREZIONE ITALIA
Resoconto LIBRANDI GIANFRANCO MISTO-CIVICI E INNOVATORI
Resoconto NASTRI GAETANO FRATELLI D'ITALIA-ALLEANZA NAZIONALE
Resoconto SIMONETTI ROBERTO LEGA NORD E AUTONOMIE - LEGA DEI POPOLI - NOI CON SALVINI
Resoconto PAGLIA GIOVANNI SINISTRA ITALIANA - SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' - POSSIBILE
Resoconto TANCREDI PAOLO ALTERNATIVA POPOLARE-CENTRISTI PER L'EUROPA-NCD
Resoconto MELILLA GIANNI ARTICOLO 1-MOVIMENTO DEMOCRATICO E PROGRESSISTA
Resoconto GIORGETTI ALBERTO FORZA ITALIA - IL POPOLO DELLA LIBERTA' - BERLUSCONI PRESIDENTE
Resoconto RUOCCO CARLA MOVIMENTO 5 STELLE
Resoconto GALLI GIAMPAOLO PARTITO DEMOCRATICO
 
PARERE GOVERNO 19/07/2017
Resoconto MORANDO ENRICO ERRORE:TROVATE+CARICHE - (ERRORE:TROVATI+MINISTERI)
Fasi iter:

DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 19/07/2017

DISCUSSIONE IL 19/07/2017

IN PARTE ACCOLTO E IN PARTE NON ACCOLTO IL 19/07/2017

PARERE GOVERNO IL 19/07/2017

VOTATO PER PARTI IL 19/07/2017

IN PARTE APPROVATO E IN PARTE RESPINTO IL 19/07/2017

CONCLUSO IL 19/07/2017

Atto Camera

Mozione 1-01659
presentato da
CAPEZZONE Daniele
testo presentato
Martedì 4 luglio 2017
modificato
Mercoledì 19 luglio 2017, seduta n. 837

   La Camera,
   premesso che:
    in questa legislatura, la Commissione finanze ha svolto un'indagine conoscitiva sulle tematiche relative agli strumenti finanziari derivati, compiendo un monitoraggio ad ampio raggio, sia con riferimento al comparto pubblico, sia con riferimento al comparto privato, su un settore dei mercati finanziari che appare particolarmente articolato e controverso, in ragione della complessità dei meccanismi contrattuali con cui sono costruiti, del carattere speculativo caratterizzante alcuni di tali strumenti, nonché delle dimensioni della leva finanziaria ad essi sottostante;
    in questo contesto è emerso come il fenomeno del ricorso agli strumenti finanziari derivati, in particolare da parte dello Stato e degli enti locali, debba essere inquadrato anche all'interno del più ampio tema della complicata gestione della nostra finanza pubblica: in breve occorre «guardare la foresta, non solo l'albero», ovvero il tema rappresentato dagli strumenti finanziari derivati è a maggior ragione preoccupante se si considera il «contesto» del debito pubblico italiano; il debito italiano è infatti il terzo debito pubblico del mondo, con oltre 2 mila miliardi di euro, ed è questa la madre di tutte le anomalie: appare dunque con chiarezza come la gestione di una simile massa debitoria porti con sé tutta una serie di altre anomalie, tra cui appunto l'uso massiccio degli strumenti finanziari derivati, per valori e perdite ritenute «accettabili» non paragonabile all'uso che ne fanno gli altri Paesi europei;
    è questo primo aspetto, nella metafora, la «foresta», il vero e proprio fallimento della politica italiana, che chiama in causa partiti e classe dirigente sia della Prima Repubblica, per aver generato questa incredibile mole di debito pubblico, inseguendo il consenso di breve-medio termine ma scaricando sulle future generazioni (che non potevano votare, ne scioperare, né protestare) un fardello immenso, sia della Seconda Repubblica, per essersi limitati a gestire lo status quo, senza avere il coraggio e la forza di tentare operazioni per abbattere, o almeno ridurre significativamente, questo debito, nemmeno quando le condizioni politiche e macro-economiche erano più favorevoli, per esempio negli anni immediatamente successivi all'entrata in vigore dell'euro, quando i tassi di interesse sui titoli di Stato toccarono i minimi storici grazie all'implicita garanzia europea;
    dal confronto tra l'Italia e gli altri. Paesi dell'Unione europea nell'uso degli strumenti finanziari derivati emerge un'anomalia che non può che destare forti preoccupazioni, in quanto nessun Paese e esposto ai derivati come lo e l'Italia: l'Italia e il primo Paese in Europa per perdite potenziali da derivati, con un valore di mercato negativo per circa 42 miliardi di euro; anche in rapporto al prodotto interno lordo il valore di mercato dei derivati italiani è tra i peggiori (peggio di noi solo la Grecia); è vero che rispetto al debito pubblico le distanze si riducono, che le dimensioni del debito italiano spiegano almeno in parte il massiccio ricorso ai derivati, e che bisogna tener conto dei benefici ricevuti dall'assicurazione sui movimenti sfavorevoli dei tassi di interesse, ma tutto ciò non rende meno anomala e allarmante la situazione;
    desta altresì forte preoccupazione la presenza in alcuni contratti derivati attualmente in essere, o chiusi nel recente passato, di clausole particolarmente onerose, definite addirittura «uniche nel loro genere»;
    non si può inoltre ignorare che permane un quadro di estrema incertezza e debolezza della economia italiana e dei tassi di interesse sui titoli di Stato: in tale contesto, ci si deve chiedere se basteranno le decisioni assunte dalla BCE a mantenere bassi i tassi, anche di fronte a dati di crescita deludenti, oppure se essi torneranno ad alzarsi, e in tale caso di quanto;
    non ci si può permettere di sottovalutare – o comunque di non considerare come possibile scenario di « worst case» – l'eventualità che l'Eurozona precipiti in una nuova crisi finanziaria: al riguardo l'andamento dei credit default swap (CDS) sul debito italiano – in un momento, come oggi, di relativa calma – dimostra che l'Italia continua ad essere considerata come potenziale «anello debole» in caso di crisi; occorre dunque chiedersi cosa accadrà alla scadenza del Quantitative Easing, quando i mercati dovranno tornare a giudicare la sostenibilità del debito pubblico italiano in relazione alla salute e alle potenzialità della economia, al netto delle condizioni favorevoli del Quantitative Easing;
    di fronte a questo quadro però, non sarebbe né utile né responsabile abbandonarsi a un approccio scandalistico: al contrario, seguendo l'appropriato approccio già adottato dalla Commissione in occasione della richiamata indagine conoscitiva, occorre innanzitutto realizzare una seria analisi e una fotografia accurata e nitida della situazione e, in secondo luogo, individuare possibili piste di lavoro per uscire dall'emergenza;
    è innanzitutto inaccettabile l'idea che il Parlamento sia tenuto all'oscuro della gestione di strumenti finanziari così delicati come i derivati, in quanto la loro complessità e le comprensibili ragioni di cautela non possono far sì che il Parlamento sia l'ultimo a sapere quando in gioco ci sono la tenuta dei conti pubblici, il denaro dei contribuenti e il livello di benessere e servizi pubblici che lasceremo in eredità alle future generazioni;
    la posta in gioco è altissima: per comprendere meglio di quali grandezze si tratti, basti pensare che con quello che il Paese spende ogni anno sui derivati si potrebbe cancellare una rilevante massa di tassazione sui cittadini, per non parlare delle perdite potenziali;
    se, da un lato, non si possono dimenticare le competenze maturate in materia dal Ministero dell'economia e delle finanze, nella gestione sia del debito pubblico in generale sia in particolare di strumenti così complessi come i derivati, dall'altro non ci si può nemmeno cullare nell'illusione che tutto vada sempre per il meglio e che non possano, al contrario, verificarsi degli shock finanziari; ad esempio, e impari il confronto tra i desk delle maggiori banche (capaci di condurre analisi mark to market minuto per minuto) e un ufficio pubblico, per quanto preparato ed esperto; inoltre, appaiono molto meno trasparenti le modalità, e ancor più elevate le criticità, nella gestione degli strumenti finanziari derivati da parte delle autonomie locali,

impegna il Governo:

1) a presentare in Parlamento proposte normative volte ad un reale abbattimento del debito pubblico, di natura non «cosmetica», che avrebbe, tra i suoi effetti positivi, anche quello di riportare su livelli fisiologici il ricorso agli strumenti finanziari derivati;

2) a garantire piena accountability, nei confronti del Parlamento e dell'opinione pubblica, circa tali operazioni finanziarie, assicurando trasparenza, totale conoscibilità almeno delle operazioni in strumenti derivati concluse, nonché un quadro informativo completo, con rapporti semestrali per valutare nell'insieme il profilo di rischio di tali operazioni;

3) a presentare in Parlamento una proposta normativa per prevedere che le figure impegnate presso il Ministero dell'economia e delle finanze nella gestione degli strumenti finanziari derivati non possano, per un adeguato numero di anni successivo al cessare di questo loro impegno pubblico, trasferirsi presso le banche o le altre istituzioni private che siano state fino a quel momento loro controparti di tali tipo di operazioni.
(1-01659)
(Testo modificato nel corso della seduta) «Capezzone, Latronico, Altieri, Chiarelli, Ciracì, Corsaro, Distaso, Fucci, Marti, Matarrese, Vargiu».

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

debito pubblico

strumento finanziario

crisi monetaria