ATTO CAMERA

MOZIONE 1/01590

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 778 del 11/04/2017
Abbinamenti
Atto 1/01319 abbinato in data 12/04/2017
Atto 1/01533 abbinato in data 12/04/2017
Atto 1/01534 abbinato in data 12/04/2017
Atto 1/01535 abbinato in data 12/04/2017
Atto 1/01538 abbinato in data 12/04/2017
Atto 1/01539 abbinato in data 12/04/2017
Atto 1/01541 abbinato in data 12/04/2017
Atto 1/01543 abbinato in data 12/04/2017
Atto 1/01564 abbinato in data 12/04/2017
Atto 1/01591 abbinato in data 12/04/2017
Firmatari
Primo firmatario: GELMINI MARIASTELLA
Gruppo: FORZA ITALIA - IL POPOLO DELLA LIBERTA' - BERLUSCONI PRESIDENTE
Data firma: 11/04/2017
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
OCCHIUTO ROBERTO FORZA ITALIA - IL POPOLO DELLA LIBERTA' - BERLUSCONI PRESIDENTE 11/04/2017


Stato iter:
12/04/2017
Partecipanti allo svolgimento/discussione
DICHIARAZIONE VOTO 12/04/2017
Resoconto BINETTI PAOLA MISTO-UDC
Resoconto PALESE ROCCO MISTO-CONSERVATORI E RIFORMISTI
Resoconto RIZZETTO WALTER FRATELLI D'ITALIA-ALLEANZA NAZIONALE
Resoconto SBERNA MARIO DEMOCRAZIA SOLIDALE - CENTRO DEMOCRATICO
Resoconto PARISI MASSIMO SCELTA CIVICA-ALA PER LA COSTITUENTE LIBERALE E POPOLARE-MAIE
Resoconto OLIARO ROBERTA CIVICI E INNOVATORI
Resoconto PLACIDO ANTONIO SINISTRA ITALIANA - SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' - POSSIBILE
Resoconto SIMONETTI ROBERTO LEGA NORD E AUTONOMIE - LEGA DEI POPOLI - NOI CON SALVINI
Resoconto MOTTOLA GIOVANNI CARLO FRANCESCO ALTERNATIVA POPOLARE-CENTRISTI PER L'EUROPA-NCD
Resoconto GELMINI MARIASTELLA FORZA ITALIA - IL POPOLO DELLA LIBERTA' - BERLUSCONI PRESIDENTE
Resoconto COMINARDI CLAUDIO MOVIMENTO 5 STELLE
Resoconto DELL'ARINGA CARLO PARTITO DEMOCRATICO
 
PARERE GOVERNO 12/04/2017
Resoconto BOBBA LUIGI SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (LAVORO E POLITICHE SOCIALI)
Fasi iter:

DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 12/04/2017

PROPOSTA RIFORMULAZIONE IL 12/04/2017

NON ACCOLTO IL 12/04/2017

PARERE GOVERNO IL 12/04/2017

DISCUSSIONE IL 12/04/2017

RESPINTO IL 12/04/2017

CONCLUSO IL 12/04/2017

Atto Camera

Mozione 1-01590
presentato da
GELMINI Mariastella
testo presentato
Martedì 11 aprile 2017
modificato
Mercoledì 12 aprile 2017, seduta n. 779

   La Camera,
   premesso che:
    la bocciatura referendaria del progetto di riforma costituzionale ha confermato l'attuale assetto di competenze legislative concorrenti in materia di politiche attive del lavoro, fondato sul principio di leale collaborazione istituzionale tra Stato, regioni e province autonome, riconoscendo alle regioni la competenza nella legislazione dell'organizzazione del mercato del lavoro locale, fermo restando il rispetto dei livelli essenziali delle prestazioni che devono essere fissati dallo Stato;
    i livelli essenziali delle prestazioni individuati a livello statale devono trovare la necessaria copertura finanziaria a carico della fiscalità generale;
    il decreto legislativo n. 150 del 2015 ha riorganizzato il sistema dei servizi per il lavoro, prevedendo una rete nazionale per le politiche attive del lavoro composta da diversi soggetti, tra cui i centri per l'impiego e coordinata dall'Agenzia nazionale per le politiche attive del lavoro (Anpal), che avrebbe dovuto essere istituita dal 1o gennaio 2016 e che invece ha scontato molte difficoltà e ritardi in fase attuativa;
    per l'attuazione del dettato del decreto legislativo n. 150 del 2015 manca ancora l'emanazione di numerosi atti sia di competenza del Ministero del lavoro e delle politiche sociali che di Anpal;
    la presenza di nuovo soggetto quale l'Anpal nelle dinamiche istituzionali rende ancora più complessa la governance dell'intero sistema dei servizi per il lavoro e le politiche attive, confermando i dubbi più volte sollevati da Forza Italia dell'effettiva necessità di un nuovo ente pubblico per l'implementazione di politiche di inserimento lavorativo efficaci;
    la mancanza di numerosi provvedimenti attuativi e le difficoltà di implementazione del nuovo modello del mercato del lavoro rischiano di compromettere l'efficacia del sistema delle politiche attive dei prossimi anni, come ha più volte sottolineato anche il neo presidente dell'Istituto nazionale per l'analisi delle politiche pubbliche (Inapp) in queste ultime settimane;
    già il libro bianco sul mercato del lavoro coordinato da Marco Biagi aveva indicato come necessario per ridurre la disoccupazione introdurre «un modello che contempli la cooperazione e competizione tra strutture pubbliche, convenzionate e private. Pertanto, vanno individuate e sistematizzate le attività riconducibili ad una residua funzione pubblica ... da assicurare mediante i servizi pubblici all'impiego e strutture convenzionate (pubbliche e private); mentre vanno affidate al libero mercato le attività di servizio, in un regime di competizione e concorrenza tra i servizi pubblici e gli operatori privati autorizzati»;
    il riordino delle province disposto dalla legge n. 56 del 2014 ha comportato un'ulteriore difficoltà gestionale dei centri per l'impiego, la cui competenza era prima assegnata alle province e poi assegnata alle regioni dal decreto legislativo n. 150 del 2015 approvato successivamente alle normative regionali di riassegnazione delle soppresse funzioni delle province;
    questo ha comportato una fuga dai centri per l'impiego del personale che ha potuto utilizzare la mobilità provinciale per ricollocarsi e l'indeterminazione di quello che è rimasto, senza bene avere presente cosa fare e in alcuni casi, riportati dalla stampa, senza ricevere neppure gli stipendi;
    attraverso un accordo con le regioni si è potuto provvedere a garantire il funzionamento dei centri per l'impiego, ponendo a carico delle stesse regioni un terzo degli oneri stimati;
    queste difficoltà hanno indebolito ancora di più il sistema dei centri per l'impiego mentre il decreto legislativo n. 150 del 2015 affida loro un ruolo centrale, assegnandogli funzioni esclusive di presa in carico e sottoscrizione del patto di servizio personalizzato con i disoccupati, rendendoli la porta di accesso al mercato del lavoro;
    l'esempio delle regioni Lombardia e Veneto dimostra l'efficacia di un forte sistema di competizione/collaborazione tra attori privati e centri per l'impiego, basato su indicatori di efficacia amministrativa, attento alle esigenze delle imprese e capace di rispondere ai bisogni dei cittadini;
    il modello di mercato del lavoro previsto dal decreto legislativo n. 150 del 2015 rischia di determinare il fallimento delle politiche attive del lavoro in assenza di un piano di rafforzamento dei servizi per il lavoro, della semplificazione delle attività burocratiche assegnate ai centri per l'impiego e del concorso degli operatori privati accreditati ai servizi per il lavoro;
    il programma «Garanzia giovani», promosso dall'Unione europea per l'inserimento dei neet nonostante le ingenti risorse stanziate tra Commissione europea e Governo italiano, pari a circa 1,5 miliardi di euro, ha prodotto risultati insoddisfacenti, soprattutto in quei territori che hanno concentrato la maggior parte delle attività sui centri per l'impiego: in un momento di difficoltà gestionale, i centri per l'impiego hanno dovuto realizzare anche le procedure burocratiche legate al programma con un numero elevato di giovani che si sono riservati agli sportelli per fruire dei servizi offerti dal programma;
    occorre ripensare a un moderno sistema di welfare che superi le logiche assistenziali e si inserisca in un concetto più ampio di accompagnamento della persona verso l'indipendenza per consentire a chi è abile al lavoro di non cadere nella povertà o di uscire. Per realizzare queste politiche è necessaria una rete di attori diffusa sul territorio capace di fornire servizi multilivello e integrati in base alle specifiche esigenze e difficoltà;
    il nostro Paese, nonostante le promesse del Governo, continua a dedicare risorse alle politiche del lavoro molto inferiori a quelle destinate da altri Paesi europei: annualmente circa 500 milioni di euro, a fronte dei 9 miliardi di euro spesi dalla Germania e dei 5 miliardi di euro spesi dalla Francia; ed offre un servizio molto inferiore: il rapporto tra il numero dei disoccupati e il numero di addetti ai centri per l'impiego è di oltre 300 unità nel nostro Paese (un addetto per 300 disoccupati) mentre è di 21 in Germania, di 57 in Francia e di 32 nel Regno Unito;
    l'unica misura di politica attiva nazionale, l'assegno di ricollocazione, destinata ai percettori della indennità di disoccupazione (Naspi), disoccupati da oltre 4 mesi, non è ancora stata implementata. A giorni è partita solo una sperimentazione circoscritta a un numero ridotto di destinatari: 30.000 persone a fronte di circa 700.000 potenziali beneficiari, per cui sono stati stanziati 32 milioni di euro;
    la sperimentazione avrebbe dovuto rappresentare l'occasione per testare il modello di politiche attive del lavoro disegnato dal decreto legislativo n. 150 del 2015 e valutare l'efficacia del sistema informativo che avrebbe dovuto connettere tutti gli attori della rete dei servizi per il lavoro, compreso i centri per l'impiego e gli altri operatori privati. Tuttavia, la sperimentazione prevede molte deroghe alla disciplina a regime e viene avviata in assenza di molti tasselli procedurali impedendo così di effettuare una effettiva verifica del modello a regime,

impegna il Governo:

1) a rivedere con la massima urgenza l'impianto del decreto legislativo n. 150 del 2015 al fine di riportare al Ministero del lavoro e delle politiche sociali la responsabilità di fornire gli indirizzi per l'attuazione delle politiche attive del lavoro e di ridefinire le competenze con l'Anpal in coerenza con l'attuale quadro legislativo;
2) ad adottare tutti i provvedimenti attuativi che mancano per la completa implementazione del decreto legislativo n. 150 del 2015, a partire dal decreto di definizione delle linee di indirizzo triennali e degli obiettivi annuali dell'azione in materia di politiche attive e di determinazione dei tempi entro i quali debbono essere convocate le diverse categorie di utenti, ivi compresi i disoccupati che non siano beneficiari di prestazioni a sostegno del reddito collegate allo stato di disoccupazione;
3) a definire i livelli essenziali delle prestazioni che devono essere garantiti a tutti i cittadini sul territorio e a provvedere alla loro copertura finanziaria con sufficienti risorse;
4) ad incrementare, nei prossimi documenti di bilancio, le risorse per il fondo per le politiche attive del lavoro, con l'obiettivo di aumentare e rendere l'offerta di tali politiche coerente alla platea potenziale dei beneficiari, nonché a restituire la competenza della spesa di questi fondi e di quelli comunitari al Ministero del lavoro e delle politiche sociali;
5) ad adottare il piano di rafforzamento dei servizi per il lavoro previsto dal 2015 finalizzato al reale miglioramento non solo delle strutture, ma anche e soprattutto dei servizi erogati nei confronti dei disoccupati;
6) ad assumere iniziative, per quanto di competenza, volte ad implementare il rapporto tra centri per l'impiego, agenzie private per il lavoro e servizi di orientamento e placement delle scuole e delle università, verificando che l'annunciato piano per l'assunzione di 1000 tutor da parte di Anpal risponda a criteri di professionalità e competenza e non si configuri come un ennesimo piano di assunzione a carattere elettoralistico;
7) ad assumere le iniziative di competenza a sviluppare in maniera efficiente il sistema informativo per le politiche del lavoro per connettere tutti gli attori della rete garantendo il trasferimento dei dati e delle informazioni necessari a gestire le politiche attive del lavoro e le sanzioni connesse alla condizionalità evitando l'aggravio burocratico dei centri per l'impiego;
8) a garantire l'operatività della sperimentazione dell'assegno di ricollocazione, identificando un termine di conclusione;
9) a comunicare al Parlamento gli esiti della sperimentazione a sei mesi dal suo avvio e a provvedere all'attuazione dell'assegno di ricollocazione a regime, secondo quanto previsto dall'articolo 23 del decreto legislativo n. 150 del 2015.
(1-01590) «Gelmini, Occhiuto».

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

ufficio del lavoro