ATTO CAMERA

MOZIONE 1/01535

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 758 del 13/03/2017
Abbinamenti
Atto 1/01319 abbinato in data 13/03/2017
Atto 1/01533 abbinato in data 13/03/2017
Atto 1/01534 abbinato in data 13/03/2017
Atto 1/01538 abbinato in data 13/03/2017
Atto 1/01539 abbinato in data 12/04/2017
Atto 1/01541 abbinato in data 12/04/2017
Atto 1/01543 abbinato in data 12/04/2017
Atto 1/01564 abbinato in data 12/04/2017
Atto 1/01590 abbinato in data 12/04/2017
Atto 1/01591 abbinato in data 12/04/2017
Firmatari
Primo firmatario: SBERNA MARIO
Gruppo: DEMOCRAZIA SOLIDALE - CENTRO DEMOCRATICO
Data firma: 13/03/2017
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
BARADELLO MAURIZIO DEMOCRAZIA SOLIDALE - CENTRO DEMOCRATICO 13/03/2017
FITZGERALD NISSOLI FUCSIA DEMOCRAZIA SOLIDALE - CENTRO DEMOCRATICO 13/03/2017
GIGLI GIAN LUIGI DEMOCRAZIA SOLIDALE - CENTRO DEMOCRATICO 13/03/2017
MARAZZITI MARIO DEMOCRAZIA SOLIDALE - CENTRO DEMOCRATICO 13/03/2017
PIEPOLI GAETANO DEMOCRAZIA SOLIDALE - CENTRO DEMOCRATICO 13/03/2017
SANTERINI MILENA DEMOCRAZIA SOLIDALE - CENTRO DEMOCRATICO 13/03/2017
DELLAI LORENZO DEMOCRAZIA SOLIDALE - CENTRO DEMOCRATICO 13/03/2017


Stato iter:
12/04/2017
Partecipanti allo svolgimento/discussione
PARERE GOVERNO 12/04/2017
Resoconto BOBBA LUIGI SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (LAVORO E POLITICHE SOCIALI)
 
DICHIARAZIONE VOTO 12/04/2017
Resoconto BINETTI PAOLA MISTO-UDC
Resoconto PALESE ROCCO MISTO-CONSERVATORI E RIFORMISTI
Resoconto RIZZETTO WALTER FRATELLI D'ITALIA-ALLEANZA NAZIONALE
Resoconto SBERNA MARIO DEMOCRAZIA SOLIDALE - CENTRO DEMOCRATICO
Resoconto PARISI MASSIMO SCELTA CIVICA-ALA PER LA COSTITUENTE LIBERALE E POPOLARE-MAIE
Resoconto OLIARO ROBERTA CIVICI E INNOVATORI
Resoconto PLACIDO ANTONIO SINISTRA ITALIANA - SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' - POSSIBILE
Resoconto SIMONETTI ROBERTO LEGA NORD E AUTONOMIE - LEGA DEI POPOLI - NOI CON SALVINI
Resoconto MOTTOLA GIOVANNI CARLO FRANCESCO ALTERNATIVA POPOLARE-CENTRISTI PER L'EUROPA-NCD
Resoconto GELMINI MARIASTELLA FORZA ITALIA - IL POPOLO DELLA LIBERTA' - BERLUSCONI PRESIDENTE
Resoconto COMINARDI CLAUDIO MOVIMENTO 5 STELLE
Resoconto DELL'ARINGA CARLO PARTITO DEMOCRATICO
Fasi iter:

DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 13/03/2017

RINVIO AD ALTRA SEDUTA IL 13/03/2017

DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 12/04/2017

ACCOLTO IL 12/04/2017

PARERE GOVERNO IL 12/04/2017

DISCUSSIONE IL 12/04/2017

APPROVATO IL 12/04/2017

CONCLUSO IL 12/04/2017

Atto Camera

Mozione 1-01535
presentato da
SBERNA Mario
testo presentato
Lunedì 13 marzo 2017
modificato
Mercoledì 12 aprile 2017, seduta n. 779

   La Camera,
   premesso che:
    nell'ultimo anno, l'efficienza del mercato del lavoro è migliorata a livello mondiale;
    purtroppo l'Italia pare fare eccezione in questo trend positivo. Infatti, tra i 28 Paesi dell'Unione europea, come risulta dai dati contenuti nel «The Global Competitiveness Report 2016-2017», pubblicato dal World Economic Forum, il mercato del lavoro italiano è ultimo per efficienza in Europa e 119o su 138 censiti nel mondo;
    le difficoltà che il nostro mercato del lavoro attraversa sono drammaticamente evidenziate dal preoccupante dato relativo alla disoccupazione giovanile. I giovani sono la fascia di età che paga a maggior prezzo la situazione di stallo in ambito lavorativo: si registrano sempre più ragazzi tra i 15 e i 24 anni disoccupati;
    secondo i dati Istat (Istituto nazionale di statistica), alla fine del 2016, in Italia si registra un tasso di disoccupazione pari al 39,4 per cento tra i giovani. Mentre, fortunatamente, si registra un aumento dell'occupazione nella fascia di età intorno a 50 anni, oltre che tra le donne;
    è certamente vero che la situazione sta registrando lievi miglioramenti di carattere generale. Infatti, rispetto al 2013, il tasso di occupazione passa a fine 2016 dal 55,9 al 57,3 per cento, mentre i senza lavoro scendono dal 12,3 all'11,9 per cento;
    si tratta, però, di dati ancora da confermare nel corso del tempo, e che, anzi, hanno mostrato una inversione di tendenza nell'ultimo anno, quando sono diminuiti i vantaggi fiscali concessi alle imprese per l'assunzione, con contratto a tempo indeterminato, o anche per la «riconversione» di contratti una volta a termine;
    infatti, è sempre l'Istat che osserva come, nel periodo gennaio-dicembre 2016, nel settore privato, si sia registrato un calo di oltre il 7 per cento rispetto al 2015 nelle assunzioni, in particolare di quelle a tempo indeterminato (-37,6 per cento rispetto al 2015);
    la situazione, quindi, rimane critica, nonostante le varie iniziative a favore dell'assunzione dei giovani come il programma «Garanzia Giovani» o il programma di «Alternanza scuola-lavoro»;
    molti studi dimostrano che esiste una convergenza tra crescita occupazionale, quantità e qualità degli investimenti per le politiche del lavoro, non a caso, infatti, quei Paesi che, prima della crisi del 2008, hanno investito di più in termini di Pil sulle politiche del lavoro sono quelli che hanno avuto una minore caduta dell'occupazione;
    molto importanti sono le cosiddette «politiche attive del lavoro» che intervengono direttamente sul mercato del lavoro, contribuendo a creare nuova occupazione o, comunque, limitando le cause della disoccupazione;
    l'Ocse (Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico), al riguardo, propone cinque gruppi di intervento:
     1. sussidi all'occupazione;
     2. creazione diretta e temporanea di posti di lavoro;
     3. formazione professionale;
     4. sostegno finanziario e servizi per la nuova imprenditorialità;
     5. servizi per l'orientamento e collocamento lavorativo;
    obiettivo specifico delle politiche attive del lavoro è quello di evitare che una persona rimanga troppo a lungo «intrappolata» nel suo stato;
    per questo, lo sforzo deve essere quello di promuovere il passaggio ad una tutela attiva dell'individuo nel mercato del lavoro rispetto ad una passiva, fatta di sussidi o strumenti simili;
    si parla pertanto di passaggio dal welfare al workfare, ossia uno stato sociale che tende ad aiutare il soggetto a rimanere attivo e competitivo nel mondo del lavoro, traendo i benefici dalle assicurazioni legate alla propria condizione professionale, piuttosto che dipendere dall'assistenza, basandosi sul principio di finanziare l'occupazione e non la disoccupazione, che, laddove ha orientato scelte operative, si è rivelato molto fruttuoso;
    si deve osservare che la spesa per politiche del lavoro in Italia è significativamente inferiore rispetto al resto d'Europa. Nell'ultimo decennio si stima essere stata intorno all'1,5 per cento del Pil;
    sostanziale è anche la differenza nella qualità della citata spesa: nei Paesi europei con un mercato del lavoro efficiente, infatti, essa è ben distribuita tra politiche passive, politiche attive e servizi per la ricerca di impiego, in Italia, invece, si spende molto poco in servizi per il lavoro;
    eppure nel nostro Paese oltre il 40 per cento di coloro che cercano impiego si rivolgono anche ai servizi per il lavoro, alle strutture specializzate pubbliche e private che si occupano di orientamento ed incontro tra domanda ed offerta. Tuttavia, meno del 10 per cento degli italiani trova lavoro in questo modo e il più delle volte si tratta di lavori a termine;
    in Europa funziona in modo diverso. Sono di più i lavoratori e le imprese che si rivolgono ai servizi specializzati, e quasi la metà delle opportunità di impiego si trovano tramite i ricordati servizi;
    ciò dipende, non solo da abitudini diverse. Si tratta, invece, di una scelta condizionata anche dalla presenza e dalla qualità dei nostri servizi. In Europa, si ha un orientatore ogni quaranta disoccupati, in Italia, uno ogni quattrocento. I servizi all'estero collocano sul mercato del lavoro un numero di disoccupati tre volte maggiore rispetto ai servizi italiani, avendo però a disposizione personale e risorse tre volte superiori;
    una riforma del mercato del lavoro è stata avviata con il cosiddetto Jobs act, ma deve ancora completare il suo cammino con l'approvazione di decreti e circolari;
    in particolare, un'attenzione maggiore richiedono, come già detto, le politiche attive per il lavoro, riconosciute da gran parte degli economisti come fattore risolutivo della situazione critica del mercato del lavoro;
    per affrontare in modo efficace la questione del lavoro, è importante la definitiva approvazione del disegno di legge delega recante norme relative al contrasto della povertà, al riordino delle prestazioni e al sistema degli interventi e dei servizi sociali;
    anche l'Italia, come tutti gli altri Paesi europei, si doterà finalmente di una misura nazionale – il Reddito di inclusione – per aiutare le persone in condizione di povertà assoluta;
    si tratta di un fatto molto significativo questo puntare all'inclusione sociale e lavorativa dei beneficiari che potranno avere un sussidio economico, vincolato all'adesione ad un percorso di accompagnamento da parte dei servizi sociali e dai comuni;
    oggi, le persone in condizioni di povertà assoluta sono oltre 4 milioni e 500 mila. Con le risorse stanziate, pari a più di 1,6 miliardi di euro, già da quest'anno si potranno raggiungere oltre 400 mila famiglie, 1 milione e 700 mila persone, tra cui 800 mila minori;
    si tratta proprio di quelle famiglie, in particolare quelle numerose, che sono state maggiormente colpite dalla crisi, come conferma ancora una volta l'Istat: «il rischio di povertà o esclusione sociale è più alto per le famiglie numerose (43 per cento) o monoreddito (48,3 per cento)» ed è ad esse che devono guardare anche le politiche attive del lavoro, perché la povertà si contrasta efficacemente anche promuovendo l'inclusione lavorativa;
    certo le esigenze sono moltissime: 1,5 milioni di Neet (Not in education, employment or training), ossia giovani che non sono inseriti in un percorso scolastico e formativo e, contemporaneamente sono disoccupati, 1,7 milioni di lavoratori che fruiscono della Naspi e circa 2 milioni di disoccupati di lunga durata e ci si può domandare cosa sia concretamente possibile fare. Appare interessante l'esempio della Germania, dove l'Agenzia nazionale che si occupa delle politiche del lavoro ha 80 mila esperti alle sue dipendenze, mentre l'omologa italiana ne ha solo 8.000, con una differenza che si riflette anche nell'efficacia dell'azione della stessa agenzia,

impegna il Governo:

1) ad individuare modalità di potenziamento dei centri per l'impiego perché il servizio personalizzato di assistenza ai disoccupati percettori della Nuova prestazione di assicurazione sociale per l'impiego (Naspi) possa essere adeguatamente realizzato;

2) a implementare, assumendo iniziative per l'assegnazione di adeguate risorse economiche e di personale, il collegamento dei centri per l'impiego e le aziende operanti nel loro territorio di competenza per rendere maggiormente efficace l'attività di intermediazione tra domanda e offerta di lavoro;

3) a individuare, nell'ambito della sperimentazione dell'assegno di ricollocazione, come misura nazionale di politica attiva, criteri che permettano di tenere nella giusta considerazione anche la composizione del nucleo familiare;

4) ad adottare quelle iniziative che consentano all'Anpal di assumere quel ruolo di coordinatore delle politiche attive del lavoro necessario per uniformare e migliorare gli standard dei livelli essenziali di servizio dei diversi centri dell'impiego perché sia realmente garantito il diritto all'accompagnamento al lavoro, anche attraverso interventi dedicati a garantire ai componenti di famiglie numerose l'accesso ai percorsi di riqualificazione e di avviamento alla ricollocazione.
(1-01535) «Sberna, Baradello, Fitzgerald Nissoli, Gigli, Marazziti, Piepoli, Santerini, Dellai».

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

ufficio del lavoro

disoccupazione

mercato del lavoro