ATTO CAMERA

MOZIONE 1/01474

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 726 del 18/01/2017
Abbinamenti
Atto 1/01231 abbinato in data 18/01/2017
Atto 1/01465 abbinato in data 18/01/2017
Atto 1/01466 abbinato in data 18/01/2017
Atto 1/01467 abbinato in data 18/01/2017
Atto 1/01468 abbinato in data 18/01/2017
Atto 1/01469 abbinato in data 18/01/2017
Atto 1/01470 abbinato in data 18/01/2017
Atto 1/01471 abbinato in data 18/01/2017
Atto 1/01472 abbinato in data 18/01/2017
Atto 1/01473 abbinato in data 18/01/2017
Firmatari
Primo firmatario: MONCHIERO GIOVANNI
Gruppo: CIVICI E INNOVATORI
Data firma: 18/01/2017
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
MENORELLO DOMENICO CIVICI E INNOVATORI 18/01/2017
MAZZIOTTI DI CELSO ANDREA CIVICI E INNOVATORI 18/01/2017
DAMBRUOSO STEFANO CIVICI E INNOVATORI 18/01/2017
MOLEA BRUNO CIVICI E INNOVATORI 18/01/2017
GALGANO ADRIANA CIVICI E INNOVATORI 18/01/2017
VARGIU PIERPAOLO CIVICI E INNOVATORI 18/01/2017
MATARRESE SALVATORE CIVICI E INNOVATORI 18/01/2017
OLIARO ROBERTA CIVICI E INNOVATORI 18/01/2017
QUINTARELLI GIUSEPPE STEFANO CIVICI E INNOVATORI 18/01/2017


Stato iter:
18/01/2017
Partecipanti allo svolgimento/discussione
PARERE GOVERNO 18/01/2017
Resoconto MANZIONE DOMENICO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (INTERNO)
 
DICHIARAZIONE VOTO 18/01/2017
Resoconto LOCATELLI PIA ELDA MISTO-PARTITO SOCIALISTA ITALIANO (PSI) - LIBERALI PER L'ITALIA (PLI)
Resoconto BINETTI PAOLA MISTO-UDC
Resoconto MAESTRI ANDREA MISTO-ALTERNATIVA LIBERA-POSSIBILE
Resoconto ALTIERI TRIFONE MISTO-CONSERVATORI E RIFORMISTI
Resoconto RAMPELLI FABIO FRATELLI D'ITALIA-ALLEANZA NAZIONALE
Resoconto SANTERINI MILENA DEMOCRAZIA SOLIDALE - CENTRO DEMOCRATICO
Resoconto RABINO MARIANO SCELTA CIVICA-ALA PER LA COSTITUENTE LIBERALE E POPOLARE-MAIE
Resoconto MENORELLO DOMENICO CIVICI E INNOVATORI
Resoconto SIMONETTI ROBERTO LEGA NORD E AUTONOMIE - LEGA DEI POPOLI - NOI CON SALVINI
Resoconto PALAZZOTTO ERASMO SINISTRA ITALIANA - SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA'
Resoconto RAVETTO LAURA FORZA ITALIA - IL POPOLO DELLA LIBERTA' - BERLUSCONI PRESIDENTE
Resoconto DI STEFANO MANLIO MOVIMENTO 5 STELLE
Resoconto BENI PAOLO PARTITO DEMOCRATICO
Fasi iter:

DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 18/01/2017

ATTO MODIFICATO IN CORSO DI SEDUTA IL 18/01/2017

ACCOLTO IL 18/01/2017

PARERE GOVERNO IL 18/01/2017

DISCUSSIONE IL 18/01/2017

APPROVATO IL 18/01/2017

CONCLUSO IL 18/01/2017

Atto Camera

Mozione 1-01474
presentato da
MONCHIERO Giovanni
testo di
Mercoledì 18 gennaio 2017, seduta n. 726

   La Camera,
   premesso che:
    secondo i dati resi noti il 6 gennaio dall'Agenzia europea della Guardia di frontiera e costiera (Frontex), il numero di migranti arrivati in Europa, a causa delle gravi crisi sociali ed istituzionali che affliggono molti paesi africani ed asiatici, attraverso la rotta centro-mediterranea nel 2016 (181.000, +20 per cento rispetto al 2015) riflette una pressione migratoria crescente dall'Africa, in particolare quella occidentale (nell'ordine, Nigeria, Eritrea, Guinea, Costa d'Avorio, Gambia), a fronte del brusco calo registrato nella rotta balcanica (dai 764.000 arrivi del 2015 a 123.000 del 2016 grazie soprattutto all'accordo con la Turchia);
    dai dati resi noti dal Ministero dell'interno all'inizio del mese di gennaio 2017, infatti, risulta che in tutto il 2016 sono entrati in Italia 176.554 migranti, di cui larga parte (137.218) è ospitata nelle strutture temporanee, 23.822 nello Sprar (il sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati), 14.694 nei centri di prima accoglienza e 820 negli hot spot; nel 2015 solo il 58 per cento delle richieste avanzate dai profughi per ottenere titoli legittimanti è stato accolto, mentre appena il 5 per cento dei richiedenti ha avuto lo status di rifugiato;
    il Ministro della giustizia lo scorso 3 agosto ha reso noto che durante i primi cinque mesi del 2016, nei tribunali sono stati scritti ben 15.008 ricorsi, in materia di protezione internazionale, con un flusso in crescita di circa 3.500 nuovi ricorsi al mese. Le sedi giudiziarie con il maggior numero di iscrizioni sono quelle di Napoli e Milano, seguite da quella di Roma e di Venezia. Non appare altrettanto elevato il numero delle definizioni, che, nello stesso periodo, è stato di 985, e la percentuale di accoglimento si attesta al 6 per cento;
    va, infine, rilevato il sostanziale fallimento del sistema dei ricollocamenti, giacché dei 40 mila trasferimenti previsti in due anni dall'Italia verso altri Paesi europei dal piano Juncker, solo 2.654 sono stati effettivamente eseguiti, mentre per altre 1.394 richieste avanzate dall'Italia si attende ancora la decisione dello Stato membro destinatario;
    una politica di accoglienza che intenda rispettare tanto la dignità di ciascuna persona costretta a fuggire da gravi pericoli per la propria libertà o incolumità, quanto le fragili situazioni dei territori ospitanti deve fondarsi sulla capacità di proporre sufficiente conoscenza della cultura italiana e percorsi formativi, di lavoro anche socialmente utile, nonché occupazionali, che evitino esiti di sostanziale clandestinità per i profughi, terminata la permanenza nei centri di prima assistenza;
    la grave crisi demografica caratterizzante l'Europa e l'Italia – secondo cui, sulla base dei dati ISTAT vi sono regioni (ad esempio, il Friuli Venezia Giulia) in cui la popolazione inattiva è persino doppia di quella attiva – indica la necessità di aumentare i soggetti in impiego lavorativo per non compromettere l'equilibrio stesso del sistema sociale ed economico del paese;
    conseguentemente, anche sotto il profilo dell'interesse generale, le politiche di accoglienza dei migranti devono essere performate sulla base di politiche attive del lavoro che aumentino sensibilmente, per i rifugiati così come per la popolazione residente, l'incontro fra la domanda e offerta lavorative, nonché la creatività imprenditoriale;
    i percorsi di accoglienza – gravemente condizionati dalla necessità di far fronte a una esponenziale emergenza dell'ondata migratoria in corso – sono allo stato organizzati allo scopo di assicurare preventivamente l'ospitalità fisica ai profughi;
    le strutture utilizzate, per dimensioni e per qualità media delle attività ivi praticate, appaiono per lo più incongrue ai fini di assicurare la pluralità di fattori che necessariamente consentono apprezzabili risultati, sotto i profili della sicurezza, dell'educazione linguistica e culturale, della formazione professionale, dell'impegno lavorativo e delle prospettive occupazionali successive;
    i percorsi educativo-lavorativi auspicati risultano altresì negativamente condizionati dal permanere di una marcata carenza di iniziative nel periodo successivo al riconoscimento dello status di rifugiato ed equivalenti, cosicché va registrato il fenomeno per cui, una volta usciti dalle strutture di prima assistenza a seguito dell'accoglimento della domanda di asilo o simile, il profugo si trova privo di riferimenti sociali, trovandosi di fatto in una situazione equiparabile a quella di «senza fissa dimora», se non addirittura di mendicanza, con grave pregiudizio per la persona interessata, nonché per il territorio interessato;
    l'attività nelle strutture di prima accoglienza è inoltre ostacolata dal permanere per un periodo di tempo eccessivamente lungo di persone non aventi i requisiti per ottenere lo status di rifugiati, e ciò sia a causa del tempo medio occorrente per riscontrare le istanze ex decreto legislativo n. 25 del 2008, sia per l'eccessivo protrarsi, mediamente biennale, dei procedimenti giurisdizionali proposti (sovente pretestuosamente) contro i dinieghi alle medesime domande di asilo, nonostante l'opposto teorico tenore dell'articolo 19 del decreto legislativo n. 150 del 2011;
    il problema dei cosiddetti «dublinanti» rende ancor più complesso un sufficiente risultato di integrazione dei rifugiati, in quanto molti profughi che hanno già avuto il diniego in un altro Stato membro arrivano in Italia, perché di norma decorrono inutilmente i termini per realizzare il trasferimento nel paese europeo in cui è stato emanato il primo diniego, cosicché questi stessi possono avviare un nuovo iter, aggravando ulteriormente (in taluni casi nel nord anche per ben il 40 per cento) le già sofferenti strutture di accoglienza;
    il raccordo con le politiche del lavoro risulta non solo ancora troppo trascurato nella programmazione dei servizi di accoglienza, ma è stato anche penalizzato, persino sotto il profilo della imputabilità istituzionale, dal precario quadro normativo che, da tempo, caratterizza le province, in numerose regioni preposte a tali competenze;
    il problema dei flussi migratori coinvolge l'Europa intera deve considerarsi prioritario nell'agenda comunitaria, benché in occasione dell'ultimo Consiglio europeo tenutosi lo scorso 15 dicembre, pochi ed ancora non risolutivi passi in avanti siano stati compiuti verso una soddisfacente gestione dei flussi migratori nella loro dimensione interna ed esterna; in tal senso, molto resta ancora da fare per il pieno recepimento della proposta italiana e per un impatto significativo e capillare nella cooperazione Unione europea-Africa e nei flussi migratori;
     i processi di integrazione possono risultare di maggiore efficacia rispetto a quanto sin qui conseguito, qualora il profugo non si trovi in gruppi eccessivamente numerosi, potendosi, sul punto, ipotizzare un obiettivo di ragionevole standard nell'ordine di 2,5 migranti ogni 1000 abitanti;
    detti processi debbono sensibilmente prevedere non solo politiche di prima assistenza e di sicurezza, ma in misura significativamente maggiore anche politiche educative, di formazione professionale, di impiego lavorativo sin dalla fase di prima accoglienza (lavori socialmente utili et similia), nonché di introduzione a ipotesi occupazionali per i periodi successi all'ottenimento dello status di rifugiato o simili;
    tali risultati possono essere favoriti da riforme amministrative e processuali che diminuiscano i tempi per l'evasione delle istanze di asilo e dei relativi ricorsi giurisdizionali, al fine di evitare una permanenza nei centri profughi senza una apprezzabile prospettiva di permanenza legale in Italia, nonché da iniziative di politica estera e comunitaria che rendano effettivi i provvedimenti di espulsione;
    gli obbiettivi di reale integrazione non possono prescindere da migliori criteri di selezione dei soggetti gestori delle strutture di accoglienza, affinché essi assicurino una più adeguata attenzione alle persone ospitate per tutti i profili sopra nominati, nonché il necessario rispetto e interrelazione con il territorio ospitante, di conseguenza necessitando una netta cesura con le criticità che troppo sovente hanno contraddistinto gestioni attuali e del recente passato;
    da diverse notizie di stampa si apprende che per accelerare le procedure delle domande d'asilo e semplificare la governance, sarebbe stato trasmesso in queste settimane alla Presidenza del Consiglio dei ministri un disegno di legge organico, preparato dal Ministero della giustizia e già annunciato dal Ministro,

impegna il Governo:

1) a promuovere in sede europea tutte le iniziative necessarie al completo recepimento delle proposte contenute nel cosiddetto Migration compact, al fine di ridurre i flussi anche lungo la rotta mediterranea attraverso nuove intese con i Paesi d'origine e di transito, in particolare quelli africani, da finanziare con strumenti innovativi come i bond Unione europea-Africa;
2) a promuovere in sede europea iniziative finalizzate al controllo comune dei confini e delle rotte marittime e alla collaborazione sul fronte della lotta al crimine internazionale e della tutela dei diritti umani, nonché a ridurre drasticamente la possibilità di migrare da un Paese all'altro dopo aver ricevuto un diniego alla permanenza in uno Stato membro;
3) a sostenere in sede europea il rispetto del sistema delle quote, funzionale al rafforzamento della solidarietà e della coesione tra i Paesi membri, già previsto dall'Agenda europea sulla migrazione, adottata il 13 maggio 2015 dalla Commissione europea;
4) a presentare con urgenza al Parlamento un nuovo piano delle azioni sul fronte dell'emergenza migratoria e della sicurezza che comprenda politiche di educazione alla conoscenza della lingua e della cultura italiane, politiche attive per l'impiego lavorativo nei periodi di accoglienza nei centri, nonché politiche di formazione professionale e prospettive occupazionali per i soggetti cui sia stato riconosciuto uno status adeguato alla permanenza nel Paese, seppur nel rispetto del principio di non discriminazione rispetto alla popolazione italiana;
5) ad assumere iniziative normative, anche urgenti, per riformare l’iter amministrativo del decreto legislativo n. 25 del 2008 disciplinante il riconoscimento dello status di rifugiato politico o di titoli equivalenti, per assicurare tempi di evasione delle procedure sensibilmente più celeri, nonché la relativa normativa processuale di contestazione delle decisioni della commissioni territoriali al fine di ottenere tempi ulteriormente ridotti rispetto alla disciplina di cui all'articolo 19 del decreto legislativo n. 150 del 2011, altresì prevedendo che la sospensione cautelare di cui all'articolo 5 del medesimo decreto legislativo possa essere disposta solo in presenza di fumus boni iuris;
6) ad organizzare il percorso di accoglienza dei rifugiati in strutture di limitate dimensioni, comunque non superiori, di norma, alle 150 presenze, secondo un principio di distinzione rispetto ai trattamenti previsti per i clandestini e di considerazione unitaria e globale del soggetto, privilegiando azioni di educazione alla conoscenza della identità culturale e civica italiana ed europea, nonché di formazione professionale e di avviamento al lavoro anche per periodi successivi al riconoscimento dello status di rifugiato ed equivalenti;
7) a privilegiare nell'individuazione dei gestori delle strutture i soggetti che dimostrino di avere le migliori progettualità e di raccordo con il territorio, anche all'uopo utilizzando le possibilità per le realtà non profit offerte dall'articolo 112 del decreto legislativo n. 50 del 2016, comunque assicurando la piena e severa applicazione delle cause di esclusione di cui all'articolo 80 del codice degli appalti, con particolare riferimento ai cosiddetti «requisiti morali»;
8) a comunicare ufficialmente al Parlamento, con cadenza semestrale, i dati concernenti gli afflussi e le rotte seguite dai migranti irregolari per giungere alle coste del nostro Paese, nonché lo stato e i tempi delle procedure amministrative di riconoscimento di status e delle procedure giurisdizionali di decisione sulle contestazioni di tali provvedimenti, unitamente ai dati riferibili ai tempi di permanenza in Italia e alla occupazione lavorativa dei rifugiati e assimilabili.
(1-01474) «Monchiero, Menorello, Mazziotti Di Celso, Dambruoso, Molea, Galgano, Vargiu, Matarrese, Oliaro, Quintarelli».

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

asilo politico

aiuto sociale

accesso all'occupazione