ATTO CAMERA

MOZIONE 1/01424

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 703 del 08/11/2016
Abbinamenti
Atto 1/01419 abbinato in data 08/11/2016
Atto 1/01420 abbinato in data 08/11/2016
Atto 1/01423 abbinato in data 08/11/2016
Atto 1/01425 abbinato in data 08/11/2016
Atto 1/01428 abbinato in data 08/11/2016
Atto 1/01429 abbinato in data 08/11/2016
Atto 1/01431 abbinato in data 08/11/2016
Atto 1/01433 abbinato in data 08/11/2016
Firmatari
Primo firmatario: DI STEFANO MANLIO
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 07/11/2016
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
SIBILIA CARLO MOVIMENTO 5 STELLE 07/11/2016
SPADONI MARIA EDERA MOVIMENTO 5 STELLE 07/11/2016
DI BATTISTA ALESSANDRO MOVIMENTO 5 STELLE 07/11/2016
SCAGLIUSI EMANUELE MOVIMENTO 5 STELLE 07/11/2016
GRANDE MARTA MOVIMENTO 5 STELLE 07/11/2016
DEL GROSSO DANIELE MOVIMENTO 5 STELLE 07/11/2016
CECCONI ANDREA MOVIMENTO 5 STELLE 07/11/2016


Stato iter:
08/11/2016
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 08/11/2016
Resoconto GRANDE MARTA MOVIMENTO 5 STELLE
 
INTERVENTO PARLAMENTARE 08/11/2016
Resoconto CHAOUKI KHALID PARTITO DEMOCRATICO
 
INTERVENTO GOVERNO 08/11/2016
Resoconto AMICI SESA SOTTOSEGRETARIO DI STATO ALLA PRESIDENZA DEL CONSIGLIO - (PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI)
 
DICHIARAZIONE VOTO 08/11/2016
Resoconto LOCATELLI PIA ELDA MISTO-PARTITO SOCIALISTA ITALIANO (PSI) - LIBERALI PER L'ITALIA (PLI)
Resoconto CAPEZZONE DANIELE MISTO-CONSERVATORI E RIFORMISTI
Resoconto MARAZZITI MARIO DEMOCRAZIA SOLIDALE - CENTRO DEMOCRATICO
Resoconto VARGIU PIERPAOLO CIVICI E INNOVATORI
Resoconto PINI GIANLUCA LEGA NORD E AUTONOMIE - LEGA DEI POPOLI - NOI CON SALVINI
Resoconto BINETTI PAOLA AREA POPOLARE (NCD-UDC)
Resoconto PALAZZOTTO ERASMO SINISTRA ITALIANA - SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA'
Resoconto ARCHI BRUNO FORZA ITALIA - IL POPOLO DELLA LIBERTA' - BERLUSCONI PRESIDENTE
Resoconto DI STEFANO MANLIO MOVIMENTO 5 STELLE
Resoconto ZAMPA SANDRA PARTITO DEMOCRATICO
 
PARERE GOVERNO 08/11/2016
Resoconto AMICI SESA SOTTOSEGRETARIO DI STATO ALLA PRESIDENZA DEL CONSIGLIO - (PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI)
Fasi iter:

DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 08/11/2016

DISCUSSIONE IL 08/11/2016

NON ACCOLTO IL 08/11/2016

PARERE GOVERNO IL 08/11/2016

VOTATO PER PARTI IL 08/11/2016

RESPINTO IL 08/11/2016

CONCLUSO IL 08/11/2016

Atto Camera

Mozione 1-01424
presentato da
DI STEFANO Manlio
testo di
Martedì 8 novembre 2016, seduta n. 703

   La Camera,
   premesso che:
    la Siria, in passato mirabile mosaico di religioni ed etnie che hanno convissuto per secoli in armonia (come testimoniano innumerevoli chiese, moschee, sinagoghe, oggi, purtroppo ridotte in macerie) è da cinque anni sotto attacco di bande di terroristi, foraggiate prevalentemente dalla Turchia e dalle petromonarchie, che hanno trasformato quello che era uno Stato laico, nel quale le donne godevano di tutti i loro diritti e relativamente prospero, in un abisso di Intolleranza, miseria, distruzione;
    i Paesi occidentali, tra cui l'Italia, riproponendo la strategia fallimentare usata per la Libia, hanno finora appoggiato i «ribelli» e punito il Governo di Damasco con il risultato di alimentare una guerra che ha già provocato più di 400.000 morti, 6 milioni di sfollati e 4 milioni di profughi (molti dei quali approdati sulle nostre coste);
    il 9 maggio 2011, con la decisione 2011/273/PESC del Consiglio, l'Unione europea, senza alcuna copertura da parte dei Consiglio di sicurezza delle Nazione Unite, ha dato il via all'embargo economico, a sanzioni e a misure restrittive nei confronti della Repubblica araba siriana, i cui effetti devastanti hanno colpito però solo la popolazione civile, la quale non può accedere ai medicinali e ai beni di prima necessità, e deve far fronte alla scarsità di generi alimentari, provocando innumerevoli casi di malnutrizione. Di anno in anno tale decisione è stata prorogata fino al suo quinto rinnovo deciso automaticamente, in forma scritta, il 27 maggio 2016. Non ritenendo necessaria, neanche per una discussione, la convocazione a Bruxelles dei Ministri degli esteri europei;
    vista la situazione di caos, sul territorio siriano si sono sviluppate, grazie al supporto logistico, finanziario e di armamenti da parte dei Paesi del Golfo, della Turchia e di alcuni Paesi dell'Occidente, numerose organizzazioni terroristiche come Jhabat al-Nusra, filiale di al Qaeda in Siria, e il sedicente Stato islamico; dal mese di aprile 2015, l'Isis e il Fronte al-Nusra hanno proseguito la loro avanzata in Iraq e Siria, occupando Ramadi (Iraq), Idlib e Palmyra (Siria);
    questa crisi si sta riverberando anche su Aleppo dove, nonostante la sospensione da 18 giorni dei bombardamenti russi sul settore est, l'Isis/Daesh (che da quattro anni assedia la città) continua – con nuove e più micidiali armi fornite dagli USA e dai suoi alleati turchi e sauditi – a colpire la popolazione di Aleppo Ovest;
    in una situazione comparabile a quella dell'esercito iracheno che avanza per la liberazione di Mosul, grazie al sostegno dei bombardamenti dell'aviazione della coalizione internazionale a guida Usa, ad Aleppo è in corso l'operazione di liberazione da parte dell'esercito arabo siriano sostenuto dall'aviazione russa e dagli alleati regionali nelle zone in mano ad Al Nusra, nell'est della città;
    si riscontra negli organi di stampa, nelle dichiarazioni del Governo italiano e dei suoi alleati una certa incongruenza tra due realtà simili come Mosul e Aleppo. I civili morti nella città irachena in seguito all'avanzata dell'esercito sono descritti come «scudi umani» dei terroristi, i morti nella città siriana in seguito all'avanzata dell'esercito regolare siriano diventano «crimini contro l'umanità»;
    durante i primi mesi del 2016 vi sono stati diversi tentativi di avvio a dialoghi, colloqui, negoziati, tentativi di «cessate-il-fuoco», tuttavia le prospettive negoziali come anche la tenuta delle varie tregue sono sempre risultate compromesse da veti incrociati, oltre che dalla palese incapacità degli Stati Uniti e dei loro alleati di separare i terroristi dalla cosiddetta opposizione moderata;
    l'incontro tra i Presidenti Obama e Putin, ai margini del Vertice del G20 di Hangzhou del 4-5 settembre 2016, si è chiuso senza alcun accordo su una nuova tregua in Siria; tuttavia, a Ginevra il 10 settembre 2016, al termine di una lunga maratona negoziale, i Ministri degli esteri Kerry e Lavrov sono giunti a un'intesa per una tregua, non operante però nei confronti di Daesh e Fatah al-Sham (ex Al Nusra), preliminare alla ripresa del dialogo politico intra-siriano, mediato dall'ONU, un obiettivo di più lungo periodo. In particolare, l'intesa nell'immediato prevedeva un periodo di 7 giorni per consentire: l'ingresso di aiuti umanitari e la ripresa del traffico civile a Aleppo; il ritiro delle forze combattenti dalla Castello Road, principale via d'accesso ad Aleppo e la formazione di una zona smilitarizzata attorno a essa; preparativi necessari all'istituzione entro una settimana di un comando congiunto (Joint Implementation Centre) per lo scambio di informazioni necessarie a definire le aree controllate da Fatah al-Sham e dai gruppi della cosiddetta opposizione moderata nelle zone delle ostilità in atto; l'impegno russo a frenare l'aviazione siriana dal bombardare le aree controllate dall'opposizione; l'impegno statunitense a contribuire a indebolire il fronte di Fatah al-Sham, inducendo gli altri gruppi della opposizione a staccarsi da esso;
    purtroppo, mentre Damasco annunciava il congelamento delle operazioni militari sul terreno per i concordati 7 giorni, l'accordo veniva accolto con grande scetticismo da ampie frange dell'opposizione che, indebolite sul terreno, avrebbero voluto garanzie dall'alleato statunitense. Tra gli ostacoli alla tenuta della tregua, vanno menzionati: l'incapacità degli Stati Uniti di adempiere al primo punto dell'accordo, vale a dire la chiara divisione tra i terroristi e la cosiddetta opposizione moderata; il mancato coinvolgimento dell'Iran e Hezbollah nell'accordo; il mancato impegno da parte della Turchia a cessare le sue operazioni contro i curdo-siriani e a impedire l'afflusso di combattenti armati e rifornimenti ai gruppi terroristi in Siria;
    numerosi media, mai smentiti dal Governo italiano, hanno riportato come nell'estate di quest'anno, il capo dell’Intelligence siriana, il generale Deeb Zeitoun, sia stato in Italia, mentre il direttore dell'Aise Alberto Manenti si sia recato a Damasco;
    questa situazione che rischia da un momento all'altro di trasformarsi in una terza guerra mondiale, registra il palese fallimento della politica estera dell'Unione europea;
    da quando la crisi siriana ha assunto dimensioni internazionali è aumentato in modo significativo non solo il numero complessivo di profughi verso l'Europa attraverso la rotta dei Balcani e quella del Mediterraneo, ma anche in modo esponenziale il flusso di profughi siriani, praticamente assente prima della guerra, tenuto conto delle condizioni di emancipazione sociale che esistevano nella Repubblica siriana araba,

impegna il Governo:

1) al fine di conseguire un ruolo di attore attivo per la pace in quello scenario, a ripristinare le relazioni diplomatiche con la Repubblica Araba di Siria e a revocare la Dichiarazione del 13 dicembre 2012 del Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale che riconosce la cosiddetta Coalizione delle opposizioni siriane quale unico rappresentante del popolo siriano;
2) a ritirare i rappresentanti del Governo Italiano dal cosiddetto « Small Group della coalizione globale anti-Daesh» che vede, tra gli altri, la presenza di rappresentanti di Paesi quali l'Arabia saudita e il Qatar, sponsor dell'Isis/Daesh e altre organizzazioni terroriste operanti in Siria;
3) a continuare e intensificare la collaborazione con le autorità della Repubblica araba di Siria mirante a impedire l'arrivo nel territorio italiano di terroristi jihadisti operanti in Siria;
4) a intervenire nelle sedi internazionali, quali ONU e Unione europea, affinché sia rispettata la risoluzione del Consiglio di sicurezza dell'ONU n. 2170 che prevede misure per ostacolare ogni tipo di supporto, finanziamento e armamento ai terroristi dell'Isis, al fronte terroristico Jabhat al-Nusra e al flusso di terroristi in Siria e in Iraq;
5) ad assumere iniziative per autorizzare – in parziale deroga alle sanzioni imposte dall'Unione europea – l'apertura di uno speciale circuito bancario affinché – senza passare attraverso le maglie del contrabbando – cittadini siriani residenti o alloggiati in Italia possano inviare denaro ai loro cari rimasti in Siria e affinché organizzazioni umanitarie e/o religiose possano inviare denaro alle loro strutture in Siria;
6) a favorire la riapertura del tavolo negoziale di Ginevra includendo tra i soggetti presenti anche le forze curdo/siriane in prima fila nella lotta a Daesh;
7) a chiedere alla Turchia di astenersi dall'intervento militare in Siria e di cessare la politica di sostegno ai gruppi jihadisti;
8) a rafforzare le iniziative dei corridoi umanitari dalla Siria già in essere, adeguandone le risorse stanziate e sollecitando ed incoraggiando la comunità internazionale a fare altrettanto, nonché ad amplificare gli sforzi in direzione della messa in sicurezza e dell'accoglienza dei minori a rischio, nelle aree del conflitto e nei campi profughi, sostenendo in particolare i progetti di assistenza medica e quelli tesi a garantire loro il diritto allo studio e contrastando il fenomeno delle cosiddette spose bambine che sta riguardando tutta la regione interessata dal conflitto;
9) a incrementare la partecipazione a iniziative internazionali di analogo tenore, sostenendo, al contempo, attivamente la richiesta di disarmo e uscita da Aleppo dei terroristi avanzata dall'inviato speciale del segretario generale dell'ONU per la Siria, Staffan de Mistura.
(1-01424) «Manlio Di Stefano, Sibilia, Spadoni, Di Battista, Scagliusi, Grande, Del Grosso, Cecconi».

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

terrorismo

risoluzione ONU

risoluzione