ATTO CAMERA

MOZIONE 1/01422

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 703 del 08/11/2016
Abbinamenti
Atto 1/01309 abbinato in data 08/11/2016
Atto 1/01421 abbinato in data 08/11/2016
Atto 1/01426 abbinato in data 08/11/2016
Atto 1/01430 abbinato in data 08/11/2016
Atto 1/01432 abbinato in data 08/11/2016
Firmatari
Primo firmatario: BRIGNONE BEATRICE
Gruppo: MISTO-ALTERNATIVA LIBERA-POSSIBILE
Data firma: 07/11/2016
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
CIVATI GIUSEPPE MISTO-ALTERNATIVA LIBERA-POSSIBILE 07/11/2016
MAESTRI ANDREA MISTO-ALTERNATIVA LIBERA-POSSIBILE 07/11/2016
MATARRELLI TONI MISTO-ALTERNATIVA LIBERA-POSSIBILE 07/11/2016
PASTORINO LUCA MISTO-ALTERNATIVA LIBERA-POSSIBILE 07/11/2016
ARTINI MASSIMO MISTO-ALTERNATIVA LIBERA-POSSIBILE 07/11/2016
BECHIS ELEONORA MISTO-ALTERNATIVA LIBERA-POSSIBILE 07/11/2016
BALDASSARRE MARCO MISTO-ALTERNATIVA LIBERA-POSSIBILE 07/11/2016
SEGONI SAMUELE MISTO-ALTERNATIVA LIBERA-POSSIBILE 07/11/2016
TURCO TANCREDI MISTO-ALTERNATIVA LIBERA-POSSIBILE 07/11/2016


Stato iter:
08/11/2016
Partecipanti allo svolgimento/discussione
INTERVENTO GOVERNO 08/11/2016
Resoconto GENTILE ANTONIO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (SVILUPPO ECONOMICO)
 
DICHIARAZIONE VOTO 08/11/2016
Resoconto PASTORELLI ORESTE MISTO-PARTITO SOCIALISTA ITALIANO (PSI) - LIBERALI PER L'ITALIA (PLI)
Resoconto PALLADINO GIOVANNI CIVICI E INNOVATORI
Resoconto SIMONETTI ROBERTO LEGA NORD E AUTONOMIE - LEGA DEI POPOLI - NOI CON SALVINI
Resoconto CIPRINI TIZIANA MOVIMENTO 5 STELLE
Resoconto PIZZOLANTE SERGIO AREA POPOLARE (NCD-UDC)
Resoconto POLVERINI RENATA FORZA ITALIA - IL POPOLO DELLA LIBERTA' - BERLUSCONI PRESIDENTE
Resoconto MONTRONI DANIELE PARTITO DEMOCRATICO
 
PARERE GOVERNO 08/11/2016
Resoconto GENTILE ANTONIO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (SVILUPPO ECONOMICO)
Fasi iter:

DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 08/11/2016

DISCUSSIONE IL 08/11/2016

IN PARTE ACCOLTO E IN PARTE NON ACCOLTO IL 08/11/2016

PARERE GOVERNO IL 08/11/2016

VOTATO PER PARTI IL 08/11/2016

IN PARTE APPROVATO E IN PARTE RESPINTO IL 08/11/2016

CONCLUSO IL 08/11/2016

Atto Camera

Mozione 1-01422
presentato da
BRIGNONE Beatrice
testo di
Martedì 8 novembre 2016, seduta n. 703

   La Camera,
   premesso che:
    la cooperativa è una forma d'impresa ideale per più persone che si uniscono con la finalità di dare vita ad un'attività economica o imprenditoriale in qualsiasi settore e ha come base lo scopo mutualistico di favorire i propri soci garantendone sicurezza e vantaggi e, al tempo stesso, trasmettendo principi di solidarietà socialmente utili alla comunità;
    lo spirito della cooperativa è affermato dalla Costituzione italiana che, all'articolo 45, recita «la Repubblica riconosce la funzione sociale della cooperazione a carattere di mutualità e senza fini di speculazione privata. La legge ne promuove e favorisce l'incremento con i mezzi più idonei e ne assicura, con gli opportuni controlli, il carattere e le finalità»;
    esistono due tipi di cooperative: di tipo A e di tipo B. Alle prime compete la gestione di servizi sanitari socio-sanitari ed educativi e alle seconde lo svolgimento di attività diverse – agricole, industriali, commerciali o di servizi – finalizzate all'inserimento lavorativo di persone svantaggiate. Va ricordato che le cooperative di produzione e lavoro e cooperative sociali, per la loro forma giuridica di esercizio o di un servizio offerto godono di particolari agevolazioni fiscali gode di diverse forme di finanziamento a livello nazionale e locale oltre ad alcune agevolazioni fiscali;
    le cooperative sociali hanno avuto un notevole sviluppo soprattutto negli ultimi anni, quando gli enti locali, soprattutto i comuni, avendo sempre maggiori difficoltà finanziarie, sono stati costretti o hanno deciso autonomamente di affidare all'esterno alcuni servizi;
    spesso i servizi alle cooperative sociali vengono affidati senza l'effettuazione di alcuna gara, consentendo all'ente affidatario un notevole risparmio nei costi da sostenere. Purtroppo, si assiste perfino a lesione del principio della libera concorrenza e della trasparenza fra le aziende, poiché i responsabili di cooperative corrispondono illecite somme a funzionari o ad amministratori locali per poter ottenere l'erogazione di determinati servizi, ciò a discapito del vero scopo mutualistico delle cooperative e della legalità;
    sarebbe dunque necessario che gli enti locali affidatari di servizi alle cooperative sociali non si occupino solo dei costi economici che devono sopportare, ma anche delle condizioni dei lavoratori utilizzati dalle cooperative stesse, della regolarità delle procedure e della qualità dei servizi richiesti, in considerazione del fatto che per la sua natura non speculativa, la cooperativa sociale o di lavoro dovrebbe garantire servizi di tutela del posto di lavoro e della sua qualità;
    tuttavia, la cronaca ha portato più volte alla luce diverse realtà di cooperative che utilizzano la norma giuridica esclusivamente per ottenere vantaggi fiscali e sfruttare le persone che figurano come «soci» ma in realtà non sono altro che lavoratori dipendenti senza diritti;
    le «false» cooperative godono della possibilità di sfruttare il socio – quasi sempre titolare di quote insignificanti –, per mezzo di retribuzioni insufficienti, mancanza di copertura assicurativa in caso di malattia e nessun contributo Inps che invece spetterebbe per la tipologia contrattuale «naturale» dovuta a chi lavora con queste modalità;
    le tipologie di contratto e la forma giuridica delle cooperative negli ultimi anni ha permesso ad alcune grandi aziende di eludere agli adempimenti retributivi/previdenziali previsti per i lavoratori dipendenti, creando o affidando di proposito, il lavoro mediante le cooperative;
    proprio perché il sistema delle cooperative è poco controllato e mal regolamentato si assiste a imprese e aziende che approfittano della possibilità di acquisire benefici fiscali a discapito del socio lavoratore;
    nell'ambito di cooperative agricole, i soci-lavoratori impiegati sono quasi sempre immigrati sottoposti allo sfruttamento e al ricatto del permesso di soggiorno;
    nelle cooperative sociali invece sono circa 170.000 gli operatori che si occupano dell'assistenza ad anziani e disabili, di disagio sociale e di integrazione scolastica; tuttavia, in moltissimi casi ai soci lavoratori non vengono riconosciuti i diritti di qualsiasi altro lavoratore sfiorando lo sfruttamento delle risorse umane;
    purtroppo, il fenomeno dello sfruttamento e delle «false» cooperative ha radici più profonde e ampie. Le cooperative sociali si sono trasformate nel tempo in strumenti del processo di privatizzazione ed esternalizzazione della sanità e dei servizi sociali pubblici;
    le leggi e le normative di sostegno allo sviluppo del settore e di regolamentazione dei contratti di servizio tra cooperative ed enti pubblici (legge n. 381 del 1991 e legge n. 328 del 2000) e (legge n. 142 del 2001) riforma del socio lavoratore, non garantiscono l'applicazione del diritto del lavoratore e inoltre spesso offrono opportunità di interessi diretti per gli amministratori: dalla gestione del settore cooperativo alla spartizione tra aree politiche delle commesse pubbliche, appalti e clientele;
    infatti, la cronaca rammenta di «false» cooperative sociali – che dovrebbero avere lo scopo naturale di reinserimento delle persone svantaggiate – operanti nel Lazio, con fatturazioni annue da centinaia di milioni di euro e che con il loro potere e scambio di interessi politici, gestivano il business degli immigrati, centri per minori non accompagnati, asili umanitari, fino ad arrivare ai consorzi di raccolta differenziata;
    i soci delle cooperative sono molto spesso esautorati di ogni potere effettivo, poiché la gestione è assunta esclusivamente dagli amministratori o dai presidenti, molto spesso figure con incarichi politici o «politicamente» ben inseriti;
    tuttavia, con la crisi occupazionale che vive il nostro Paese, molto spesso le cooperative sono l'unica speranza occupazionale di giovani, donne e immigrati, costretti ad accettare salari sotto pagati e condizioni contrattuali al ribasso;
    sono circa ottantamila le cooperative italiane, soltanto quarantatremila aderiscono alle principali sigle riconosciute, ma molte di queste non hanno nulla a che fare con le finalità mutualistiche, risultando coinvolte piuttosto in lavoro nero, evasione e concorrenza sleale,

impegna il Governo:

1) a valutare di promuovere l'avvio di un nuovo modello salariale che tenga conto della retribuzione dei soci appartenenti alle cooperative equiparati al lavoratore-dipendente, anche al fine di garantire la sicurezza nei luoghi di lavoro e i diritti spettanti ai lavoratori interessati;
2) a valutare l'istituzione di un «albo pubblico delle cooperative» ove vi si possano iscrivere soltanto le aziende che risultino in regola con gli obblighi di legge, al fine di rispettare i requisiti dettati dall'articolo 45 della Costituzione, quindi con fini mutualistici;
3) a individuare le modalità e le procedure per avviare un programma di accertamenti finalizzati a revisioni e ispezioni al fine di garantire maggiori controlli e misure più incisive per contrastare il fenomeno delle «false» cooperative che utilizzano strumentalmente la forma giuridica della cooperazione perseguendo finalità estranee a quelle mutualistiche e sfruttando inoltre i soci lavoratori;
4) a valutare l'adozione di nuove iniziative normative che consentano progetti finalizzati allo sviluppo di cooperative sociali per la gestione dei beni confiscati alla mafia.
(1-01422) «Brignone, Civati, Andrea Maestri, Matarrelli, Pastorino, Artini, Bechis, Baldassarre, Segoni, Turco».

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

diritto del lavoro

conservazione del posto di lavoro

cooperativa