ATTO CAMERA

MOZIONE 1/01338

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 667 del 03/08/2016
Abbinamenti
Atto 1/01331 abbinato in data 03/08/2016
Atto 1/01333 abbinato in data 03/08/2016
Atto 1/01334 abbinato in data 03/08/2016
Atto 1/01335 abbinato in data 03/08/2016
Atto 1/01336 abbinato in data 03/08/2016
Atto 1/01337 abbinato in data 03/08/2016
Atto 1/01339 abbinato in data 03/08/2016
Firmatari
Primo firmatario: ARTINI MASSIMO
Gruppo: MISTO-ALTERNATIVA LIBERA-POSSIBILE
Data firma: 03/08/2016
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
BALDASSARRE MARCO MISTO-ALTERNATIVA LIBERA-POSSIBILE 03/08/2016
BECHIS ELEONORA MISTO-ALTERNATIVA LIBERA-POSSIBILE 03/08/2016
BRIGNONE BEATRICE MISTO-ALTERNATIVA LIBERA-POSSIBILE 03/08/2016
CIVATI GIUSEPPE MISTO-ALTERNATIVA LIBERA-POSSIBILE 03/08/2016
MAESTRI ANDREA MISTO-ALTERNATIVA LIBERA-POSSIBILE 03/08/2016
MATARRELLI TONI MISTO-ALTERNATIVA LIBERA-POSSIBILE 03/08/2016
PASTORINO LUCA MISTO-ALTERNATIVA LIBERA-POSSIBILE 03/08/2016
SEGONI SAMUELE MISTO-ALTERNATIVA LIBERA-POSSIBILE 03/08/2016
TURCO TANCREDI MISTO-ALTERNATIVA LIBERA-POSSIBILE 03/08/2016


Stato iter:
03/08/2016
Partecipanti allo svolgimento/discussione
PARERE GOVERNO 03/08/2016
Resoconto AMENDOLA VINCENZO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (AFFARI ESTERI E COOPERAZIONE)
 
DICHIARAZIONE VOTO 03/08/2016
Resoconto LOCATELLI PIA ELDA MISTO-PARTITO SOCIALISTA ITALIANO (PSI) - LIBERALI PER L'ITALIA (PLI)
Resoconto MOTTOLA GIOVANNI CARLO FRANCESCO MISTO-ALLEANZA LIBERALPOPOLARE AUTONOMIE ALA-MAIE-MOVIMENTO ASSOCIATIVO ITALIANI ALL'ESTERO
Resoconto ARTINI MASSIMO MISTO-ALTERNATIVA LIBERA-POSSIBILE
Resoconto DISTASO ANTONIO MISTO-CONSERVATORI E RIFORMISTI
Resoconto RAMPELLI FABIO FRATELLI D'ITALIA-ALLEANZA NAZIONALE
Resoconto DAMBRUOSO STEFANO SCELTA CIVICA PER L'ITALIA
Resoconto PICCHI GUGLIELMO LEGA NORD E AUTONOMIE - LEGA DEI POPOLI - NOI CON SALVINI
Resoconto CICCHITTO FABRIZIO AREA POPOLARE (NCD-UDC)
Resoconto PIRAS MICHELE SINISTRA ITALIANA - SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA'
Resoconto CARFAGNA MARIA ROSARIA FORZA ITALIA - IL POPOLO DELLA LIBERTA' - BERLUSCONI PRESIDENTE
Resoconto DI BATTISTA ALESSANDRO MOVIMENTO 5 STELLE
Resoconto DI STEFANO MANLIO MOVIMENTO 5 STELLE
Resoconto NICOLETTI MICHELE PARTITO DEMOCRATICO
Fasi iter:

DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 03/08/2016

IN PARTE ACCOLTO E IN PARTE NON ACCOLTO IL 03/08/2016

PARERE GOVERNO IL 03/08/2016

DISCUSSIONE IL 03/08/2016

VOTATO PER PARTI IL 03/08/2016

IN PARTE APPROVATO E IN PARTE RESPINTO IL 03/08/2016

CONCLUSO IL 03/08/2016

Atto Camera

Mozione 1-01338
presentato da
ARTINI Massimo
testo presentato
Mercoledì 3 agosto 2016
modificato
Giovedì 4 agosto 2016, seduta n. 667

   La Camera,
   premesso che:
    gli ultimi mesi hanno visto un rapido mutamento della situazione politica internazionale, con il verificarsi di eventi che avranno un forte impatto sulle relazioni tra gli Stati e la sicurezza internazionale;
    l'esito del referendum sull'uscita del Regno Unito dall'Unione europea impone un radicale ripensamento sull'attuale modello di governance dell'Unione europea, ormai dimostratosi incapace di produrre politiche condivise dai popoli europei, ed evidenzia l'improcrastinabile necessità di abbandonare l'attuale approccio quasi esclusivamente economicistico per rilanciare politiche volte al perseguimento anche di quegli obiettivi generali, come, ad esempio, la lotta contro l'esclusione sociale e le discriminazioni, la promozione della giustizia e della protezione sociale, che erano stati definiti dal Trattato che adotta una Costituzione per l'Europa, il cui processo di ratifica si è purtroppo arrestato nel 2009;
    in vista della «Brexit», il rilancio di un percorso verso l’«Europa di popoli» appare una questione di sopravvivenza per l'Unione europea e tale percorso passa anche attraverso la realizzazione di una vera e propria politica estera comune, per ottenere la quale appare sempre più necessaria anche la creazione di uno strumento militare comune e concretamente impiegabile nella risposta rapida alle crisi;
    il recente colpo di stato in Turchia, nel corso del quale sono morte circa 290 persone e ne sono state ferite circa 2.000, e la successiva campagna repressiva lanciata dal Governo turco, con l'arresto di oltre 18.000 persone, licenziamenti di massa, chiusura di tv, radio e giornali e una ormai sistematica repressione del dissenso e della libertà di espressione, costringe l'Unione europea e la NATO a confrontarsi rispettivamente con un partner e un Paese membro che ha adottato delle politiche ormai evidentemente incompatibili con i valori democratici su cui si basano le due principali organizzazioni internazionali occidentali; ciò comporta l'esigenza di riconsiderare le politiche adottate dall'Unione europea e dalla NATO nei confronti della Turchia, nonostante i vantaggi strategici, veri o presunti, che il mantenimento dello status quo nei rapporti con il governo turco comporterebbe riguardo alla gestione della crisi migratoria e dei conflitti in Siria e Iraq; a questo proposito appare fondamentale che anche l'Italia si assuma la responsabilità di partecipare alla definizione e implementazione di nuove e più adeguate politiche nell'ambito dell'Unione europea e NATO nei confronti della Turchia, con l'obiettivo di contrastare la deriva autoritaria dell'attuale governo turco e di prevenire possibili minacce derivanti, ad esempio, da eventuali ritorsioni che la Turchia potrebbe adottare nei confronti dei Paesi membri dell'Unione europea e della NATO;
    NATO e Unione europea si trovano anche a dover gestire un periodo di gravi tensioni con la Russia, originate dalla crisi in Ucraina che ha visto l'illegittima annessione della Crimea da parte della Federazione russa; anche in questo caso le posizioni delle due organizzazioni internazionali sono vicine ma diverse, poiché corrispondono a interessi strategici ed economici dei Paesi che ne fanno parte che non sono perfettamente coincidenti; ciò è dovuto, da un lato, alla preponderante influenza degli Stati Uniti nella definizione delle politiche della NATO e, dall'altro all'esigenza dei Paesi europei di mantenere relazioni amichevoli con la vicina Russia rispetto alla quale sussistono enormi interessi economici e dalla quale provengono strategici approvvigionamenti di idrocarburi; risulta, dunque, di grande importanza la condotta di una politica europea nei confronti della Russia che sia quanto più possibile unitaria e indipendente da quella della NATO, seppure con essa coordinata, allo scopo di perseguire una distensione delle relazioni con Mosca, così da favorire una soluzione pacifica e condivisa della crisi in Ucraina e prevenire l'emergere di altre crisi come quella che in futuro potrebbe riguardare la regione artica;
    la drammatica serie di attentati di matrice jihadista che continuano a colpire l'Europa dimostra come le misure di sicurezza, anche straordinarie, adottate dai Paesi europei non siano sufficienti a scongiurare una minaccia derivante da persone spesso radicalizzatesi nel segreto delle proprie mura di casa, e in grado di colpire in ogni momento e con i più svariati metodi; appare dunque sempre più urgente affrontare il problema alla radice, cioè contrastando la vasta opera di proselitismo condotta dalle organizzazioni islamiste mediante una efficace campagna di propaganda;
    similmente anche il problema delle migrazioni di massa, che, nonostante le diverse misure adottate negli anni dai Paesi europei, non accennano a diminuire e continuano a provocare migliaia di vittime all'anno, dovrebbe essere affrontato più a monte, intercettando i flussi nei Paesi di transito con l'apertura di corridoi umanitari per i profughi e avviando politiche volte a sostenere il rilancio economico dei paesi dai quali partono i cosiddetti migranti economici;
    la stabilizzazione della Libia rappresenta un altro obiettivo da perseguire con forza, anche allo scopo di poter finalmente gestire adeguatamente i flussi migratori, e a questo proposito è necessario contrastare le iniziative che favoriscono una dissoluzione della Libia in diverse entità statuali, come, ad esempio, il sostegno militare fornito da alcuni paesi a milizie che non dipendono dal Governo di accordo nazionale insediato a Tripoli;
    la vastità degli impegni che l'Italia ha assunto e continuerà ad assumersi per contribuire alla gestione delle diverse crisi internazionali impone, tuttavia, una sorta di razionalizzazione di tali impegni, con particolare riguardo alle missioni militari, allo scopo di concentrare le risorse nazionali principalmente sulle problematiche che maggiormente impattano sugli interessi nazionali; a questo proposito, ad esempio, sarebbe necessario prevedere un prossimo ritiro del contingente italiano presente in Afghanistan ininterrottamente dal 2002, cedendo ad altri il comando del Training Advise Assist Command – West (TAAC-W) e l'onere di proseguire l'addestramento delle forze afghane nella zona Herat,

impegna il Governo:

   in ordine al terrorismo transnazionale di matrice jihadista:
    a) a elaborare e proporre un piano nazionale di contro-propaganda impiegando i canali già disponibili, come la scuola e i mass-media, per contrastare in tempi brevi gli effetti dell'attività propagandistica condotta dall'ISIS e da altri gruppi jihadisti, a valutare l'avvio di programmi di dialogo e avvicinamento interculturale rivolti ai giovani immigrati e cittadini europei, anche tramite specifici programmi da condurre nelle scuole e nelle università e a valutare iniziative di facilitazione all'inserimento sociale sfruttando anche risorse già disponibili quali, ad esempio, il sistema del servizio civile nazionale italiano e analoghi sistemi di altri Paesi europei;
    b) a incrementare gli sforzi in ambito internazionale per il contrasto ai flussi di finanziamento dei gruppi terroristici, con particolare riguardo alla cooperazione con i Paesi islamici per l'interruzione dei proventi riconducibili a donazioni esterne, l'utilizzo del sistema finanziario internazionale e lo sfruttamento di asset economici e risorse di qualsiasi genere;

   in ordine alla crisi migratoria:
    a) a promuovere in sede di Unione europea l'istituzione del visto umanitario comunitario con validità per tutta l'area Schengen ed emettibile in uno Stato terzo;
    b) a proporre in sede di Unione europea e in collaborazione con l'Alto Commissariato dell'ONU per i Rifugiati l'istituzione, nei Paesi di transito che presentano sufficienti condizioni di sicurezza, di «uffici per le migrazioni» dove potranno essere valutati i singoli casi e assegnati visti umanitari e documenti di viaggio temporanei che consentano ai migranti di impiegare mezzi di trasporto legali verso l'Europa;
    c) a promuovere una politica europea volta a consentire, successivamente all'istituzione degli «uffici per le migrazioni» sopracitati, la possibilità per i migranti richiedenti asilo, valutata favorevolmente la domanda di asilo, di raggiungere il territorio del Paese membro accogliente attraverso servizi di trasporto (aereo, marittimo e terrestre) legali, anche a spese dello stesso migrante, con il fine ultimo di salvare migliaia di vite, di distruggere alla base il business dei trafficanti di esseri umani e di ridurre in maniera organizzata la pressione ai confini dell'Europa, nonché il rischio di infiltrazioni terroristiche;
    d) a promuovere in ambito internazionale programmi volti al rilancio economico dei Paesi democratici dai quali originano i principali flussi di migranti economici;

   in ordine alla situazione in Turchia:
    a) ad avanzare, anche in vista dell'assunzione, da parte italiana, nel 2018, della presidenza dell'Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa, la proposta dell'invio di osservatori dell'OSCE in Turchia per monitorare la condotta dei processi a carico delle persone accusate di aver preso parte al tentato colpo di Stato del 15 luglio 2016;
    b) a proporre in sede di Consiglio europeo di subordinare l'implementazione degli impegni assunti con la dichiarazione Unione europea-Turchia del 18 marzo 2016, in particolare alla revoca delle restrizioni sui visti per i cittadini turchi in viaggio nell'Unione europea, alla interruzione della campagna repressiva avviata dal Governo turco in seguito al tentativo di colpo di Stato del 15 luglio 2016, alla scarcerazione delle oltre 8.300 persone incarcerate senza nessuna accusa formale a loro carico, nonché al consenso da parte del Governo turco ad accettare che i processi alle circa 9.680 persone arrestate con l'accusa di aver preso parte al suddetto tentativo di colpo di Stato siano sottoposti al monitoraggio di osservatori dell'OSCE;
    c) a rivalutare l'opportunità della presenza in Turchia di una batteria del sistema missilistico da difesa aerea SAMP/T del 4o reggimento artiglieria contraerei «Peschiera» e di circa 130 militari italiani impegnati nell'ambito della missione NATO «Attive Fence»;
    d) a sollevare in sede NATO, visti i recenti avvenimenti in Turchia, la questione relativa all'opportunità di mantenere presso la base aerea di Incirlik le bombe nucleari statunitensi schierate quale deterrente nucleare NATO secondo il sistema «a doppia chiave»;

   in ordine alla crisi in Libia:
    a) a ribadire il pieno supporto dell'Italia al Consiglio presidenziale libico e al governo presieduto da Fajez al-Serraj, e a sostenere con forza, in ambito internazionale, l'esigenza di una soluzione unitaria per la Libia;
    b) a opporsi politicamente alle iniziative di sostegno militare condotte da altri Paesi a favore delle milizie del generale Khalifa Haftar, anche se volte al contrasto di gruppi terroristici, ribadendo che il Governo di accordo nazionale, riconosciuto dall'ONU, è l'unico titolare del diritto all'uso della forza militare in Libia ed è l'unico che può autorizzare operazioni militari di Paesi esteri in territorio libico;

   in ordine alla situazione in Afghanistan:
    a) ad avviare consultazioni con gli alleati della NATO allo scopo di elaborare un percorso di disimpegno dell'Italia dalla partecipazione alla missione Resolute Support, nell'ottica di una più equa redistribuzione tra gli alleati degli oneri e dei rischi derivanti dal mantenimento degli impegni internazionali assunti dalla NATO;

   in ordine all'uscita del Regno Unito dall'Unione europea:
    a) a favorire un percorso di riscrittura dei trattati dell'Unione europea rispettoso della scelta dei cittadini britannici e a proporre agli Stati membri una riforma dell'attuale modello di governance dell'Unione europea, ora incentrato sugli accordi intergovernativi e sull'attribuzione quasi esclusiva del diritto di iniziativa legislativa all'organo esecutivo, ovvero la Commissione europea, allo scopo di conferire il pieno diritto di iniziativa legislativa al Parlamento europeo in quanto istituzione rappresentativa dei cittadini europei, rispettando così anche il principio fondamentale della separazione dei poteri;
    b) a valutare la predisposizione di un programma di sostegno per i cittadini italiani che lavorano nel Regno Unito da attivare nel caso essi si trovino costretti a rientrare permanentemente in Italia a causa di misure adottate dal Governo britannico conseguentemente all'uscita del Regno Unito dall'Unione europea;

   in ordine alla sicurezza e difesa europea:
    a) ad adoperarsi, anche nell'ottica di una, revisione del «trattato di Dublino», affinché l'Italia e gli altri Paesi membri dell'Unione europea diano seguito al punto 6 del testo delle Conclusioni finali approvato dalla Conferenza interparlamentare sulla politica estera e di sicurezza comune (PESC) e sulla politica di sicurezza e difesa comune (PSDC) svoltasi a l'Aja dal 6 all'8 aprile 2016, relativi al rafforzamento delle capacità militari di risposta rapida dell'Unione europea e, in particolare, alla messa in pratica degli articoli 42, paragrafo 6 (cooperazione strutturata permanente) e 44 (implementazione della politica di sicurezza e difesa comune tramite missioni condotte da un gruppo di Stati membri) del Trattato sull'Unione europea, nonché alla definizione e adozione di nuove soluzioni per il superamento delle problematiche politiche e tecniche che attualmente ostacolano l'impiego operativo dei «Battlegroups» dell'Unione europea;
    b) a dare impulso ad una maggiore integrazione nelle politiche di difesa europea allo scopo di ottimizzare in un'ottica di complementarietà le capacità, sia operative, sia industriali, già disponibili tra i diversi Stati membri dell'Unione europea, nonché a favorire in questo stesso ambito il ricorso da parte di altri Paesi europei all'impiego di strutture e asset italiani, che rappresentano un'eccellenza o non hanno eguali in Europa, come, ad esempio, la Scuola di volo di Galatina e la FACO di Cameri;

   in ordine ai rapporti con la Russia:
    a) a promuovere un processo di distensione delle relazioni tra NATO e Russia, favorendo il dialogo attraverso il Consiglio NATO-Russia e misure di de-escalation quali, ad esempio, esercitazioni antiterrorismo congiunte;
    b) a promuovere un dialogo internazionale sull'Artico al fine di comporre pacificamente i contenziosi relativi alla definizione dei confini delle aree di sfruttamento delle risorse della regione artica, nonché a elaborare politiche comuni per la preservazione dell'ambiente.
(1-01338) «Artini, Baldassarre, Bechis, Brignone, Civati, Andrea Maestri, Matarrelli, Pastorino, Segoni, Turco».

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

UNHCR

terrorismo

asilo politico