ATTO CAMERA

MOZIONE 1/01269

scarica pdf
Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 625 del 16/05/2016
Abbinamenti
Atto 1/01193 abbinato in data 18/05/2016
Atto 1/01265 abbinato in data 18/05/2016
Atto 1/01271 abbinato in data 18/05/2016
Atto 1/01276 abbinato in data 18/05/2016
Atto 1/01277 abbinato in data 18/05/2016
Atto 1/01279 abbinato in data 18/05/2016
Atto 1/01280 abbinato in data 18/05/2016
Atto 1/01281 abbinato in data 18/05/2016
Firmatari
Primo firmatario: BUTTIGLIONE ROCCO
Gruppo: AREA POPOLARE (NCD-UDC)
Data firma: 16/05/2016
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
BOSCO ANTONINO AREA POPOLARE (NCD-UDC) 16/05/2016


Stato iter:
18/05/2016
Partecipanti allo svolgimento/discussione
INTERVENTO GOVERNO 18/05/2016
Resoconto TOCCAFONDI GABRIELE SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (ISTRUZIONE, UNIVERSITA' E RICERCA)
 
DICHIARAZIONE VOTO 18/05/2016
Resoconto MOTTOLA GIOVANNI CARLO FRANCESCO MISTO-ALLEANZA LIBERALPOPOLARE AUTONOMIE ALA-MAIE-MOVIMENTO ASSOCIATIVO ITALIANI ALL'ESTERO
Resoconto SEGONI SAMUELE MISTO-ALTERNATIVA LIBERA-POSSIBILE
Resoconto PALESE ROCCO MISTO-CONSERVATORI E RIFORMISTI
Resoconto CAPELLI ROBERTO DEMOCRAZIA SOLIDALE - CENTRO DEMOCRATICO
Resoconto ALLASIA STEFANO LEGA NORD E AUTONOMIE - LEGA DEI POPOLI - NOI CON SALVINI
Resoconto CAPUA ILARIA SCELTA CIVICA PER L'ITALIA
Resoconto GALLI CARLO SINISTRA ITALIANA - SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA'
Resoconto BUTTIGLIONE ROCCO AREA POPOLARE (NCD-UDC)
Resoconto GIAMMANCO GABRIELLA FORZA ITALIA - IL POPOLO DELLA LIBERTA' - BERLUSCONI PRESIDENTE
Resoconto D'UVA FRANCESCO MOVIMENTO 5 STELLE
Resoconto DALLAI LUIGI PARTITO DEMOCRATICO
Resoconto PIEPOLI GAETANO DEMOCRAZIA SOLIDALE - CENTRO DEMOCRATICO
 
PARERE GOVERNO 18/05/2016
Resoconto TOCCAFONDI GABRIELE SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (ISTRUZIONE, UNIVERSITA' E RICERCA)
Fasi iter:

DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 18/05/2016

DISCUSSIONE IL 18/05/2016

ATTO MODIFICATO IN CORSO DI SEDUTA IL 18/05/2016

ACCOLTO IL 18/05/2016

PARERE GOVERNO IL 18/05/2016

APPROVATO IL 18/05/2016

CONCLUSO IL 18/05/2016

Atto Camera

Mozione 1-01269
presentato da
BUTTIGLIONE Rocco
testo presentato
Lunedì 16 maggio 2016
modificato
Mercoledì 18 maggio 2016, seduta n. 627

   La Camera,
   premesso che:
    la base del diritto allo studio universitario è fissata dagli articoli 3 e 32 della nostra Carta costituzionale. Infatti, il secondo comma dell'articolo 3, affida alla Repubblica il compito di rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale che, limitando di fatto la libertà e l'uguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e la partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale;
    l'articolo 34 prevede, proprio per l'affermazione dei diritti allo studio universitario, che i capaci ed i meritevoli, anche se privi di mezzi, abbiano diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi. Lo stesso articolo stabilisce che la Repubblica rende effettivo tale diritto attraverso la concessione di borse di studio, assegni alle famiglie ed altre provvidenze che devono essere attribuite per concorso;
    la riforma del titolo V della Costituzione, varata con la legge costituzionale n. 3 del 2001, ha attribuito alla competenza legislativa esclusiva dello Stato la determinazione dei livelli essenziali delle prestazioni concernenti i diritti civili e sociali che devono essere garantiti su tutto il territorio nazionale. Nell'ambito di tale titolo, la potestà legislativa in materia di diritto allo studio universitario spetta esclusivamente alle regioni, non rientrando né tra le materie di potestà esclusiva dello Stato, né tra quelle di legislazione concorrente;
    da sottolineare come l'articolo 3 del decreto legislativo n. 68 del 2012 prevede un sistema integrato di strumenti e servizi per la garanzia del diritto allo studio universitario, al quale partecipano, nell'ambito delle rispettive competenze, diversi soggetti;
    in particolare, lo Stato ha la competenza esclusiva in materia di determinazione dei Livelli essenziali delle prestazioni (Lep) erogate dalle università statali. Le regioni a statuto ordinario esercitano la competenza esclusiva in materia di diritto allo studio, disciplinando ed attivando gli interventi per il concreto esercizio di tale diritto mentre le regioni a statuto speciale e le province autonome di Trento e di Bolzano esercitano le competenze ad esse spettanti in base ai rispettivi statuti, tenendo conto dei livelli essenziali delle prestazioni stabilite, come detto dallo Stato. Inoltre, le università e le istituzioni di alta formazione artistica, musicale e coreutica (Afam), nei limiti delle proprie risorse, organizzano i propri servizi, compresi quelli di orientamento e tutorato, al fine di realizzare il successo formativo degli studi e promuovono attività culturali, sportive e ricreative, nonché interscambi tra studenti di università italiane e straniere;
    l'articolo 12 del decreto legislativo citato, inoltre, attribuisce al Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca il compito di promuovere accordi di programma e protocolli d'intesa per favorire le diverse istituzioni che concorrono al successo formativo degli studenti e per potenziare la gamma dei servizi ed interventi posti in essere dalle stesse;
    il sistema di finanziamento delle borse di studio previsto dall'articolo 18 del citato decreto legislativo, prevede che, nelle more della completa definizione dei Lep e dell'attuazione delle disposizioni in materia di federalismo fiscale, si provveda alla concessione di borse di studio mediante un nuovo Fondo integrativo statale per la concessione di borse di studio da ripartire tra le regioni. Il fondo è inoltre alimentato dal gettito della tassa regionale per il diritto allo studio, il cui importo è articolato in tre fasce a seconda della condizione economica dello studente e dalle risorse proprie delle regioni, pari almeno al 40 per cento dell'assegnazione del fondo;
    sempre lo stesso decreto legislativo disciplina la possibilità che le regioni, le province autonome, le università e le istituzioni Afam, nei limiti delle proprie disponibilità di bilancio e sulla base di criteri definiti con decreto tra Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca e Ministero dell'economia e delle finanze, sentita la Conferenza Stato-regioni, disciplinino le modalità per la concessione di prestiti d'onore agli studenti che possiedano i requisiti di merito. I medesimi soggetti possono altresì concedere un prestito d'onore aggiuntivo rispetto alla borsa di studio agli studenti dei corsi di laurea magistrale e di dottorato, nonché agli studenti iscritti almeno al quarto anno dei corsi di laurea magistrale a ciclo unico, in possesso dei requisiti per l'accesso alle borse di studio;
    altre norme dispongono l'esonero totale dal pagamento della tassa di iscrizione e dei contributi universitari per gli studenti in possesso dei requisiti per l'accesso alle borse di studio, per gli studenti disabili e per gli studenti stranieri. Inoltre, il citato decreto legislativo dispone la collaborazione fra i soggetti che offrono servizi per il diritto allo studio, il potenziamento dell'offerta abitativa nazionale e la programmazione integrata della disponibilità di alloggi pubblici e privati;
    inoltre, al fine di promuovere il merito e l'eccellenza fra gli studenti universitari è stato istituito presso il Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca un fondo destinato ad erogare premi di studio a fondo perduto, buoni studi ed a costituire una garanzia per i finanziamenti concessi agli studenti;
    una recente indagine del Censis ha inoltre rilevato come circa 170 mila studenti provenienti dalle regioni del Sud si iscrivano ad università delle città settentrionali, in particolare nella città di Milano;
    lo studio del Censis sottolinea, altresì, come il mancato versamento di denaro nel sistema universitario meridionale sia pari a circa 122 milioni di euro nell'anno accademico 2014-2015. A fronte dei mancati incassi delle tasse universitarie al Sud occorre aggiungere che la spesa sostenuta per iscriversi agli atenei del Nord costa circa 126 milioni di euro in più;
    è, inoltre, da rilevare come proprio nel Sud, nell'anno accademico 2014-2015, le iscrizioni alle facoltà universitarie sono diminuite del 25,5 per cento e nelle isole addirittura del 30,2 per cento rispetto all'anno 2003-2004. In sintesi, i giovani del nostro Mezzogiorno si iscrivono sempre meno all'università e, di quelli che si iscrivono, lo fanno in università del Centro o del Nord del nostro Paese. Infine, tra coloro che si laureano nel Sud, moltissimi emigrano, portando le loro competenze in altre parti del Paese o addirittura all'estero;
    la Fondazione RES ha pubblicato un rapporto «Nuovi divari: un'indagine sulle università del nord e del sud», che analizza le problematiche relative alla presenza di studenti negli atenei del settentrione e del mezzogiorno del nostro Paese ed agli investimenti effettuati dallo Stato. In particolare, l'Italia investe in istruzione di terzo livello 7 miliardi di euro all'anno, con il fondo ordinario. La Germania, al contrario, di miliardi nell'università ne investe 26. Tale divario diventa ancora più grande se si confrontano i dati relativi alle università del Sud del nostro Paese. Infatti, si può riscontrare che la spesa media per abitante in Germania è di 332 euro l'anno, in Francia è di 305 euro, in Spagna di 157 euro, nel Centro-Nord dell'Italia è di 117, mentre nel Sud è soltanto di 99 euro;
    inoltre, la spesa complessiva per l'università in Italia è diminuita. Infatti, tra il 2008 ed il 2005, gli atenei del Nord hanno perso, nel periodo 2008-2015, il 4,3 per cento del finanziamento pubblico, mentre quelli del Mezzogiorno il 12 per cento ed ancora di più quelli situati nelle isole;
    come sottolinea il rapporto della Fondazione RES, si sta creando una grave differenziazione tra le università italiane. L'eccellenza degli atenei è infatti concentrata nel triangolo Milano, Bologna, Venezia, con estensioni fino a Torino, Trento ed Udine, mentre nel resto del Paese esistono università cosiddette di «serie B»;
    il 2 maggio 2016 è stato approvato dal Cipe il Programma nazionale per la ricerca, che prevede un investimento di 2,5 miliardi di euro di fondi pubblici per aumentare il numero di ricercatori in Italia. Il programma destina oltre il 40 per cento delle risorse totali al capitale umano, con l'obiettivo di aumentare il numero di ricercatori e dottori di ricerca nel Paese e di attrarre i migliori talenti. In particolare, è previsto l'ingresso di 6 mila giovani (dottori e ricercatori) in più rispetto agli stanziamenti ordinari. Inoltre, vengono triplicati i fondi per le infrastrutture di ricerca;
    il Programma nazionale per la ricerca si configura come un vero e proprio programma quadro per la ricerca nazionale. Si tratta, infatti, di una «cornice» all'interno della quale, idealmente, si iscrivono programmi specifici di intervento, capaci di migliorare la performance innovativa del nostro Paese. La strategia del piano è, inoltre, quella di favorire in Italia la costituzione di un sistema efficace ed efficiente di azioni dirette allo sviluppo economico ed alla coesione sociale;
    il programma opera su tre assi prioritari:
     1) investire nello sviluppo e favorire l'attrazione di capitale umano altamente qualificato da inserire nel tessuto produttivo del Paese;
     2) identificare un numero limitato di progetti tematici di forte impatto al fine di favorire il benessere dei cittadini;
     3) investire sulla promozione della competitività del sistema produttivo, attraverso l'incremento della capacità di ricerca e di innovazione delle imprese, in particolare delle piccole e piccolissime,

impegna il Governo:

   ad elaborare una visione coerente dell'ingresso del nostro Paese nell'economia della conoscenza assumendo iniziative per elevare la qualificazione professionale ed il livello della preparazione universitaria ed individuando aree prioritarie di ricerca in connessione con il potenziale di sviluppo dell'Italia;
   ad assumere iniziative per favorire lo sviluppo di attività di ricerca che consentano di realizzare il programma industria 4.0 ovvero l'applicazione sistematica al nostro sistema manifatturiero dell'innovazione Ict;
   a collegare più organicamente il programma di ricerca nazionale con il corrispettivo programma quadro europeo;
   a favorire un migliore coordinamento delle spese per la ricerca oggi ripartite tra i diversi Ministeri all'interno di un'unica visione nazionale connessa con una visione europea;
   ad assumere iniziative di competenza per garantire la trasparenza per i bandi di ricerca emessi dai diversi organismi a ciò deputati ed il facile ed imparziale accesso a questi bandi da parte di tutti i ricercatori;
   a favorire, in collaborazione con le associazioni delle piccole e medie imprese, la valutazione del fabbisogno di ricerca delle stesse creando la possibilità di contatto e di collaborazione con le università ed i centri di ricerca;
   ad affrontare il problema indilazionabile delle aree del Mezzogiorno del nostro Paese, assumendo iniziative per creare in queste zone dei centri di eccellenza che elevino la qualità e la competitività del nostro sistema universitario e di ricerca del Sud anche mediante l'utilizzo dei fondi strutturali europei;
   ad assumere iniziative per migliorare il rapporto tra il sistema formativo universitario, la formazione professionale ed il sistema dell'impresa in modo da assicurare ai giovani una formazione orientata verso la domanda di lavoro formulata dal sistema produttivo.
(1-01269)
(Testo modificato nel corso della seduta) «Buttiglione, Bosco».

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

spese scolastiche

politica della ricerca

riforma politica