ATTO CAMERA

MOZIONE 1/01059

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 516 del 06/11/2015
Abbinamenti
Atto 1/00979 abbinato in data 09/11/2015
Atto 1/01056 abbinato in data 09/11/2015
Atto 1/01057 abbinato in data 09/11/2015
Atto 1/01058 abbinato in data 09/11/2015
Atto 1/01060 abbinato in data 09/11/2015
Atto 1/01061 abbinato in data 09/11/2015
Firmatari
Primo firmatario: PARENTELA PAOLO
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 06/11/2015
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
BUSTO MIRKO MOVIMENTO 5 STELLE 06/11/2015
L'ABBATE GIUSEPPE MOVIMENTO 5 STELLE 06/11/2015
GAGNARLI CHIARA MOVIMENTO 5 STELLE 06/11/2015
BENEDETTI SILVIA MOVIMENTO 5 STELLE 06/11/2015
BERNINI MASSIMILIANO MOVIMENTO 5 STELLE 06/11/2015
GALLINELLA FILIPPO MOVIMENTO 5 STELLE 06/11/2015
LUPO LOREDANA MOVIMENTO 5 STELLE 06/11/2015
DE ROSA MASSIMO FELICE MOVIMENTO 5 STELLE 06/11/2015
MANNINO CLAUDIA MOVIMENTO 5 STELLE 06/11/2015


Stato iter:
19/11/2015
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 09/11/2015
Resoconto BUSTO MIRKO MOVIMENTO 5 STELLE
 
PARERE GOVERNO 19/11/2015
Resoconto OLIVERO ANDREA VICE MINISTRO - (POLITICHE AGRICOLE ALIMENTARI E FORESTALI)
 
DICHIARAZIONE VOTO 19/11/2015
Resoconto PASTORELLI ORESTE MISTO-PARTITO SOCIALISTA ITALIANO (PSI) - LIBERALI PER L'ITALIA (PLI)
Resoconto NASTRI GAETANO FRATELLI D'ITALIA-ALLEANZA NAZIONALE
Resoconto SIMONETTI ROBERTO LEGA NORD E AUTONOMIE - LEGA DEI POPOLI - NOI CON SALVINI
Resoconto CATANIA MARIO SCELTA CIVICA PER L'ITALIA
Resoconto ZACCAGNINI ADRIANO SINISTRA ITALIANA - SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA'
Resoconto BINETTI PAOLA AREA POPOLARE (NCD-UDC)
Resoconto PALESE ROCCO MISTO-CONSERVATORI E RIFORMISTI
Resoconto PARENTELA PAOLO MOVIMENTO 5 STELLE
Resoconto LAVAGNO FABIO PARTITO DEMOCRATICO
Fasi iter:

DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 09/11/2015

DISCUSSIONE IL 09/11/2015

RINVIO AD ALTRA SEDUTA IL 09/11/2015

ATTO MODIFICATO IN CORSO DI SEDUTA IL 19/11/2015

ACCOLTO IL 19/11/2015

PARERE GOVERNO IL 19/11/2015

DISCUSSIONE IL 19/11/2015

VOTATO PER PARTI IL 19/11/2015

APPROVATO IL 19/11/2015

CONCLUSO IL 19/11/2015

Atto Camera

Mozione 1-01059
presentato da
PARENTELA Paolo
testo presentato
Venerdì 6 novembre 2015
modificato
Giovedì 19 novembre 2015, seduta n. 525

   La Camera,
   premesso che:
    l'Italia è il principale produttore di riso dell'Unione europea, con oltre il 50 per cento della produzione e delle superfici investite; dei 475 mila ettari che in Europa sono dedicati alla risicoltura, circa 220 mila ettari sono in Italia (dati 2015 Ente nazionale risi, nel 2011 si contavano 247.653 ettari); la filiera italiana produce circa 1 milione e 400 mila tonnellate di riso greggio, raggiungendo anche un massimo di 1 milione e 500 mila tonnellate, dal quale si ottiene 1 milione di tonnellate di riso lavorato e un fatturato, rispettivamente di 500 milioni e 1,55 miliardi di euro;
    le aziende risicole italiane sono 4090, ancora tantissime ma, di sicuro, in forte calo rispetto al 2010, in cui se ne contavano oltre 4700; vi sono 107 aziende di trasformazione e 70 aziende che trasformano solo la propria produzione, per un totale di 10 mila addetti ai lavori;
    l'Italia è l'unico Paese europeo e mondiale che, per la sua lunga tradizione, ha creato e migliorato la varietà originale, in modo da adattarla al territorio e alle tradizioni locali, basti pensare che l'areale risicolo italiano si contraddistingue come il territorio più a Nord (circa 45 gradi di latitudine nord). Le regioni in cui si coltiva la maggior parte del riso italiano sono Piemonte, Lombardia, che rappresentano il 92 per cento del totale delle superfici risicole italiane, e poi Veneto, Emilia-Romagna e alcune zone tipiche della Sardegna, Calabria e Toscana;
    il settore risicolo nazionale sta vivendo una delicata congiuntura economica già da alcuni anni; dal 2010 al 2015 la superficie coltivata a riso si è ridotta di circa 20.000 ettari (-8 per cento) e la superficie investita a riso indica si è dimezzata dal 2013 al 2015, essendo passata da 71.000 a 35.000 ettari;
    la crisi del settore risicolo nazionale è divenuta sempre più urgente e allarmante nel corso degli ultimi anni quando, a seguito dell'iniziativa cosiddetta EBA – «Everything But Arms» l'Unione europea, nel quadro del sistema di preferenze generalizzate adottato con i Paesi in via di sviluppo, ha concesso ad alcuni prodotti provenienti da questi Paesi, specie Vietnam e Cambogia, l'accesso nel mercato interno senza limitazioni quantitative e senza dazio, eccezione fatta per le armi e le munizioni;
    alla data del 30 giugno 2014 le importazioni di riso lavorato dai Paesi meno avanzati (PMA) sono passate da 10.094 tonnellate a 236.687 tonnellate (quantitativo destinato ad aumentare nei mesi di luglio ed agosto) di cui 166.966 tonnellate in piccole confezioni. Degno di nota è il fatto che delle 236 mila tonnellate importate, 200 mila tonnellate circa provengono solamente dalla Cambogia e 27 mila circa dal Myanmar;
    quanto sopra evidenziato ha comportato un aumento, nell'attuale campagna, delle importazioni di riso lavorato anche in Italia pari a 29.144 tonnellate (+43 per cento) rispetto ad un anno fa, dovuto quasi esclusivamente all'incremento delle importazioni di riso lavorato dai Paesi meno avanzati, una riduzione delle consegne del riso lavorato italiano verso il mercato dell'Unione europea di meno 24.827 tonnellate, nonché una riduzione della coltivazione di riso di tipo indica, nel 2014, per oltre 15.000 ettari;
    l'eccesso di offerta provoca un drastico ridimensionamento della risicoltura, specialmente italiana, con un significativo abbassamento dei prezzi di mercato dei risoni di varietà di tipo indica e conseguentemente una contrazione dei redditi dei risicoltori;
    la revisione della normativa di settore è pertanto indispensabile al fine di assicurare la tutela delle varietà tipiche italiane, oltre un centinaio, Carnaroli, Arborio, Roma-Baldo, Ribe, Vialone Nano, Sant'Andrea e Thaibonnet. Ognuna di queste varietà possiede caratteristiche specifiche, legate ai luoghi e alle tecniche con cui avviene la coltivazione, per questo preservare e difendere l'esistenza di tali varietà è importante anche per custodire una lunga tradizione agricola, nonché per riconoscere le caratteristiche legate alla trasformazione ed alla lavorazione in cucina, del prodotto e preservarne le tipicità della tradizione gastronomica che così fortemente caratterizza la coltura e la ricchezza italiana nel mondo;
    la riorganizzazione del mercato del riso dovrebbe, pertanto, andare nella duplice direzione di valorizzare le varietà e le produzioni, anche quelle nuove, e di fornire al consumatore informazioni reali sulle caratteristiche del prodotto che sta acquistando e consumando;
    è fondamentale quindi, a tutela della tipicità, adottare un sistema di etichettatura e tracciabilità efficace, anche attraverso l'indicazione obbligatoria dell'origine, al fine di consentire ai consumatori di poter scegliere, sulla base di una corretta ed esaustiva informazione, le varietà di riso e la sua provenienza;
    è evidente che l'importanza della filiera risicola italiana risiede nella strategicità territoriale e nella necessità di salvaguardare una specializzazione ed una specificità ad una agro-biodiversità di prodotto che contribuisce a mantenere alta l'immagine del made in Italy alimentare, ma anche assicurare la stabilità socio-economica di un complesso territoriale di assoluta rilevanza. Nelle regioni Piemonte e Lombardia la coltura del riso rappresenta il motore trainante dell'economia,

impegna il Governo:

   a continuare ad intervenire, presso le competenti sedi comunitarie, per richiedere l'attivazione della clausola di salvaguarda di cui all'articolo 22 del regolamento (UE) n. 978/2012, al fine di evitare che il riso originario di alcuni dei Paesi beneficiari dei regimi preferenziali sia importato in volumi e/o prezzi tali da causare gravi difficoltà ai produttori unionali, anche in considerazione della recente conclusione dell'accordo bilaterale Unione europea-Vietnam che prevede, nel corso dei prossimi tre anni, il completo azzeramento dei dazi in entrata, o in alternativa, a valutare l'opportunità di assumere iniziative per introdurre un dazio proporzionato per l'importazione di un prodotto fondamentale per l'economia agroalimentare italiana come il riso;
   ad attuare campagne di promozione per incrementare l'utilizzo del riso italiano in Italia, nell'Unione europea e nei Paesi terzi;
   a promuovere e attuare, a livello nazionale, misure che prevedano puntuali obblighi di pubblicità e trasparenza nell'etichettatura del riso commercializzato in Italia, in particolar modo specificando lo stabilimento di confezionamento e, qualora venga utilizzato riso proveniente da Paesi terzi, l'origine del prodotto;
   ad assumere iniziative per rendere più trasparente l'informazione sulle nomenclature specifiche delle varietà sulle confezioni di riso vendute in Italia con l'indicazione, oltre delle varietà capofila o delle caratteristiche generali del riso (tondo, medio, lungo A e lungo B), di tutte le specificità e le cultivar dei risi utilizzati per confezionare un determinato prodotto;
   ad assumere iniziative per regolamentare in maniera stringente la miscelazione di più risi all'interno della stessa confezione, sempre con l'obiettivo di fornire la massima trasparenza al consumatore e maggiore qualità ai fini dell'utilizzo;
   a valorizzare il prodotto coltivato in Italia, escludendo qualsiasi forma di miscelazione con risi o risoni importati dall'estero, anche se di tipologia equiparabile;
   a valutare la possibilità di assumere iniziative tese a valorizzare il riso prodotto e lavorato direttamente dagli agricoltori (oppure in delega a laboratori terzi), immesso nel mercato locale tramite una filiera diretta ed una vendita «in sede», attraverso agriturismi (o equiparabili), oppure nei circuiti di vendita associativi, in modo da preservare l'identità e la tipicità della filiera locale tra produttore e prodotto;
   a mettere in atto tutte le azioni necessarie per non disperdere, pur nella chiara ottica di una semplificazione del sistema di etichettatura dei prodotti, mossa da esigenze unionali e di mercato, la particolare tradizione della coltura risicola italiana;
   ad assumere iniziative per prevedere una normativa specifica per il risone (riso greggio) ai fini della valorizzazione e della tutela del coltivatore di riso italiano.
(1-01059)
(Testo modificato nel corso della seduta) «Parentela, Busto, L'Abbate, Gagnarli, Benedetti, Massimiliano Bernini, Gallinella, Lupo, De Rosa, Mannino».

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

prodotto originario

prodotto agricolo

produzione nazionale