ATTO CAMERA

MOZIONE 1/00863

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 426 del 13/05/2015
Abbinamenti
Atto 1/00800 abbinato in data 03/06/2015
Atto 1/00838 abbinato in data 03/06/2015
Atto 1/00864 abbinato in data 03/06/2015
Atto 1/00865 abbinato in data 03/06/2015
Atto 1/00870 abbinato in data 03/06/2015
Atto 1/00871 abbinato in data 03/06/2015
Atto 1/00872 abbinato in data 03/06/2015
Atto 1/00873 abbinato in data 03/06/2015
Atto 1/00874 abbinato in data 03/06/2015
Atto 1/00875 abbinato in data 04/06/2015
Firmatari
Primo firmatario: DURANTI DONATELLA
Gruppo: SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA'
Data firma: 13/05/2015
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
FRATOIANNI NICOLA SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 13/05/2015
PANNARALE ANNALISA SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 13/05/2015
SANNICANDRO ARCANGELO SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 13/05/2015
BORDO FRANCO SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 13/05/2015
ZACCAGNINI ADRIANO SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 13/05/2015
FERRARA FRANCESCO DETTO CICCIO SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 13/05/2015
SCOTTO ARTURO SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 13/05/2015
PALAZZOTTO ERASMO SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 13/05/2015
PELLEGRINO SERENA SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 13/05/2015
ZARATTI FILIBERTO SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 13/05/2015
KRONBICHLER FLORIAN SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 13/05/2015


Stato iter:
04/06/2015
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 03/06/2015
Resoconto BORDO FRANCO SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA'
 
INTERVENTO PARLAMENTARE 03/06/2015
Resoconto DE LORENZIS DIEGO MOVIMENTO 5 STELLE
 
INTERVENTO GOVERNO 03/06/2015
Resoconto OLIVERO ANDREA VICE MINISTRO - (POLITICHE AGRICOLE ALIMENTARI E FORESTALI)
 
PARERE GOVERNO 04/06/2015
Resoconto OLIVERO ANDREA VICE MINISTRO - (POLITICHE AGRICOLE ALIMENTARI E FORESTALI)
 
DICHIARAZIONE VOTO 04/06/2015
Resoconto PASTORELLI ORESTE MISTO-PARTITO SOCIALISTA ITALIANO (PSI) - LIBERALI PER L'ITALIA (PLI)
Resoconto BALDASSARRE MARCO MISTO-ALTERNATIVA LIBERA
Resoconto NASTRI GAETANO FRATELLI D'ITALIA-ALLEANZA NAZIONALE
Resoconto FAUTTILLI FEDERICO PER L'ITALIA - CENTRO DEMOCRATICO
Resoconto GUIDESI GUIDO LEGA NORD E AUTONOMIE - LEGA DEI POPOLI - NOI CON SALVINI
Resoconto CAPUA ILARIA SCELTA CIVICA PER L'ITALIA
Resoconto MATARRESE SALVATORE SCELTA CIVICA PER L'ITALIA
Resoconto DURANTI DONATELLA SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA'
Resoconto BUTTIGLIONE ROCCO AREA POPOLARE (NCD-UDC)
Resoconto PALESE ROCCO FORZA ITALIA - IL POPOLO DELLA LIBERTA' - BERLUSCONI PRESIDENTE
Resoconto SCAGLIUSI EMANUELE MOVIMENTO 5 STELLE
Resoconto CAPONE SALVATORE PARTITO DEMOCRATICO
Resoconto OTTOBRE MAURO MISTO-MINORANZE LINGUISTICHE
Resoconto DE LORENZIS DIEGO MOVIMENTO 5 STELLE
Fasi iter:

DISCUSSIONE IL 03/06/2015

DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 03/06/2015

RINVIO AD ALTRA SEDUTA IL 03/06/2015

DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 04/06/2015

ATTO MODIFICATO IN CORSO DI SEDUTA IL 04/06/2015

ACCOLTO IL 04/06/2015

PARERE GOVERNO IL 04/06/2015

DISCUSSIONE IL 04/06/2015

APPROVATO IL 04/06/2015

CONCLUSO IL 04/06/2015

Atto Camera

Mozione 1-00863
presentato da
DURANTI Donatella
testo presentato
Mercoledì 13 maggio 2015
modificato
Giovedì 4 giugno 2015, seduta n. 435

   La Camera,
   premesso che:
    con quasi 500 milioni di tonnellate, l'Italia è il secondo produttore mondiale (dopo la Spagna) di olio d'oliva, rappresentando uno dei prodotti più importanti del made in Italy agroalimentare, i cui importanti risvolti socio-economici si esprimono, in particolare, nei territori del Sud del Paese, dove tale coltura è principalmente presente. L'olivicoltura pugliese costituisce, infatti, uno dei comparti più rilevanti del sistema agricolo, rappresentando il 30 per cento circa della produzione olivicola nazionale;
    per quanto riguarda la superficie interessata dall'olivicoltura, in Puglia risultano in produzione circa 375.000 ettari a olivo (pari al 32 per cento delle superfici olivicole nazionali e a circa il 29 per cento della superficie agricola utilizzata regionale);
    inoltre, per quanto attiene al tessuto-imprenditoriale, l'olivicoltura è realizzata in Puglia da circa 270.000 imprese agricole, pari al 22 per cento delle aziende olivicole italiane, dove si rileva anche come la superficie media per azienda coltivata a olivo (1,4 ettari) sia sensibilmente superiore alla media nazionale (un ettaro);
    nel panorama olivicolo nazionale, la Puglia si contraddistingue anche per l'olio a denominazione di origine protetta (dop Terra di Bari, dop Terra di Otranto), con il fatturato più elevato in Italia (28 milioni di euro), rappresentando al contempo il 35 per cento del fatturato complessivo degli oli extravergine a marchio dop e igp italiani. Negli scambi internazionali di settore, l'olio rappresenta il terzo prodotto pugliese più esportato (dopo ortofrutta e conserve vegetali), per un valore di circa 106 milioni di euro, pari al 9 per cento dell’export di olio dall'Italia (1,2 miliardi di euro di olio d'oliva esportato nel 2012);
    il ritrovamento nell'ottobre del 2013 nell'area del gallipolino del patogeno da quarantena Xylella fastidiosa su piante di olivo e su altre specie coltivate, ornamentali e spontanee ha determinato sin dai primi mesi notevole criticità per la gestione di questa emergenza fitosanitaria, unica per la sua specificità;
    il 15 ottobre 2013 viene data la comunicazione ufficiale del ritrovamento della Xylella fastidiosa da parte delle istituzioni scientifiche facenti parte della rete dei laboratori pubblici Selge e, in particolare, il batterio viene identificato dal Cnr-Istituto per la protezione sostenibile delle piante di Bari. Il ritrovamento della Xylella fastidiosa, batterio da quarantena inserito nella lista A1 dell’Eppo (European and Mediterranean plant protection Organization) ha determinato l'avvio di un'intensa attività tecnico-amministrativa da parte della regione Puglia;
    le attività svolte dalla regione Puglia sono sempre state supportate da istituzioni scientifiche coinvolte, in stretta collaborazione, quali:
     a) il dipartimento di scienze del suolo, della pianta e degli alimenti, Università degli studi di Bari Aldo Moro;
     b) dal Cnr, Istituto per la protezione sostenibile delle piante, unità di Bari;
     c) dall'Istituto agronomico mediterraneo di Bari, organo del Ciheam;
     d) dal dipartimento di scienze agrarie degli alimenti e dell'ambiente dell'Università degli studi di Foggia;
     e) dal Centro ricerca sperimentazione e formazione in agricoltura «Basile Caramia»;
    la collaborazione è stata anche estesa, per il tramite delle stessi istituti su indicati; anche a istituzioni internazionali di elevato riconoscimento scientifico e professionale;
    sono anche in stretta collaborazione con l'osservatorio fitosanitario regionale altre istituzioni impegnate nella attività di monitoraggio e di realizzazione della cartografia e, precisamente, l'asso-ciazione dei consorzi di difesa della Puglia con i consorzi provinciali associati e Innovapuglia, società in house della regione Puglia;
    la Xylella fastidiosa è un batterio xylem-limited che si trasmette in natura solo ed esclusivamente attraverso insetti xilemomizi (xylem-fluid feeding insects) appartenenti all'ordine degli Hemiptera, caratterizzati da apparato boccale pungente-succhiante in grado di infiggerlo nella pianta e di raggiungerne lo xilema, acquisendo le cellule batteriche dalle piante infette per poi trasmetterle a quelle sane. Dalle attuali conoscenze scientifiche l'unico insetto vettore identificato in grado di trasmettere le cellule batteriche è lo Philaenus spumarius. Non essendo un batterio sporigeno, non si trasmette per contatto;
    il batterio è in grado di determinare gravi pandemie fitosanitarie nei territori in cui si insedia, in quanto prolifera nei vasi xilematici delle piante, causandone l'occlusione dei vasi e, di conseguenza, il disseccamento inizialmente dei giovani rami e, successivamente, delle branche e dell'intera pianta;
    la professionalità anche riconosciuta a livello internazionale dei ricercatori che lavorano presso le istituzioni scientifiche italiane ha consentito di identificare completamente il genoma della Xylella fastidiosa e di isolarlo su piastra di crescita in laboratorio;
    particolare importanza è stata data alle metodologie adottate dai laboratori incaricati di verificare la presenza o l'assenza della Xylella fastidiosa, al fine di garantire l'affidabilità delle analisi di laboratorio. Per tale scopo, è stato fatto un importante lavoro di predisposizione dei protocolli da parte di tutti i ricercatori nel definire le metodologie di analisi, consentendo l'accreditamento degli stessi da parte dell'osservatorio fitosanitario;
    da un punto di vista genetico, oggi è possibile affermare che si è di fronte ad un ceppo diverso dalle altri riscontrati nei diversi Paesi mondiali classificato dai ricercatori italiani come Xylella fastidiosa, subspecie Pauca ceppo «CoDiRO», accertando un ceppo «gemello» presente in Costa Rica. Sono state, infatti, riscontrate recentemente piante di caffè ad uso ornamentale in importazione con presenza di Xylella;
    nell'ambito del piano di attività sperimentali finanziate dalla regione Puglia-ufficio fitosanitario, con il programma «Azioni di ricerca urgenti in risposta all'identificazione di Xylella fastidiosa in olivi colpiti dal “complesso del disseccamento rapido dell'olivo (CoDiRO)”», sono stati effettuati rilievi in campo nella aree focolaio e saggi di laboratorio, al fine di identificare piante ospiti suscettibili alle infezioni batteriche in condizioni naturali. I rilievi sono stati concentrati nelle aree con oliveti ad elevata incidenza d'infezione da Xylella fastidiosa e che manifestavano gravi sintomi di CoDiRO;
    la ricerca, attivata con finanziamenti esclusivamente regionali, è riuscita dare in breve tempo numerose risposte importanti sulla biologia del batterio e, in particolare, nell'identificazione di uno specifico ceppo che ha interessato la provincia di Lecce;
    sono state effettuate numerose analisi sulle diverse specie di piante presenti nel Salento (oltre le 200) e, ad oggi, la presenza di Xylella fastidiosa è stata riscontrata solo sulle seguenti piante produttrici: olivo, ciliegio, mandorlo; e sulle seguenti piante ornamentali: Catharanthus Rosea, acacia, poligala, oleandro, ginestra, westringia, rosmarino, mirto e alaterno. Mentre piante di cui non è stata però confermata successivamente la presenza del batterio sono il quercus, la portulaca, la malva e il sorgo e, allo stato attuale, non è stata mai stata riscontrata la presenza di Xylella fastidiosa su vite e agrumi;
    dal ritrovamento iniziale della vasta area di Gallipoli e dei 5 focolai puntiformi, che ad aprile 2014 sono state eradicate, le infezioni sono aumentate in modo esponenziale in tutta la provincia di Lecce;
    successivi monitoraggi effettuati nel periodo estivo del 2014 hanno evidenziato un'estensione delle infezioni sul territorio leccese e la manifestazione dei sintomi hanno mostrato palesemente la gravità dell'epidemia fitosanitaria, oltretutto la vegetazione ricresciuta dopo le potature drastiche effettuate su piante infette risultava in gran parte disseccata;
    con nota del 21 luglio 2014, n. AOO-030/0069398, il servizio fitosanitario regionale evidenzia l'ulteriore aggravamento che si stava riscontrando in merito al disseccamento degli oliveti infetti da Xylella fastidiosa nella provincia di Lecce. Sono state riscontrate, infatti, in diversi siti della provincia di Lecce la presenza di numerosi oliveti con sintomi ascrivibili alla Xylella fastidiosa confermati successivamente da analisi di laboratorio;
    la regione Puglia, in due incontri a fine luglio e fine agosto 2014 con il Ministro e i dirigenti del Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali, ha evidenziato la drammaticità dell'emergenza fitosanitaria e le proporzioni sempre maggiori delle infezioni, chiedendo di adottare in modo indifferibile ed urgente strumenti straordinari e di emergenza che consentissero di attivare misure per contenere la diffusione di questo batterio sia nella provincia leccese che nella regione Puglia. È stato, infatti, evidenziato come la problematica fitosanitaria presenti tutte le caratteristiche di un'emergenza straordinaria che deve essere affrontata con tutte le forze disponibili per evitare che questo patogeno da quarantena si diffonda ulteriormente, mettendo a rischio l'olivicoltura regionale;
    alla luce di quanto si riscontrava nel territorio, la regione Puglia è stata costretta a rimodulare per ben tre volte la delimitazione delle aree interessate da Xylella fastidiosa, al fine di attivare misure per contenere o eradicare la diffusione del batterio. L'ultima rimodulazione è stata fatta a marzo 2015 con la determinazione n. 54 a seguito di un ritrovamento di un focolaio in agro di Oria (Brindisi);
    sulla base di quanto rilevato nei territori e anche a seguito di indicazioni molto più rigide dettate dalla Commissione europea (si vedano le due decisioni di esecuzione del 13 febbraio 2014-2014/87/CE – e del 23 luglio 2014 - 2014/497/UE – che ha abrogato la precedente), è stata adottata la determina dirigenziale n. 54 del 13 marzo 2015, pena l'apertura di una procedura di infrazione contro l'Italia, delimitando così il nuovo quadro dell'area in tutta la provincia di Lecce e in parte di quella di Brindisi e di Taranto;
    con la stessa determina sono state stabilite le diverse zone delimitate come segue:
     a) «zona infetta» da Xylella fastidiosa costituita dal territorio di tutti i comuni ricadenti nella provincia di Lecce e dal focolaio puntiforme ubicato nel comune di Oria in provincia di Brindisi;
     b) «zona cuscinetto» costituita dal territorio contiguo alla zona infetta della provincia di Lecce e dal territorio circostante il focolaio di Oria, entrambi di larghezza non inferiore a 2 chilometri;
     c) «zona di eradicazione» deve essere estesa ad almeno 15 chilometri dalla zona cuscinetto;
     d) «zona profilassi» nella quale vanno obbligatoriamente effettuate le misure fitosanitarie, di cui alle lettere a) e b) del comma 5 dell'articolo 10 del decreto del Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali n. 2777 del 2014, «Misure di emergenza per la prevenzione, il controllo e l'eradicazione di Xylella Fastidiosa (Well e Raju) nel territorio della Repubblica italiana»;
    la presenza della Xylella fastidiosa è stato un evento unico per le proporzioni fitosanitarie con cui si è evidenziata e, in particolare, su una coltura, come l'olivo, che ha un valore al di sopra della propria produttività agricola nella produzione dell'olio. Nota è la sua storia culturale che da millenni caratterizza la Puglia e i suoi paesaggi di bellezza ambientale tale da emanare una legge regionale a loro tutela (legge regionale n. 14 del 2007, «Tutela e valorizzazione del paesaggio degli ulivi monumentali della Puglia»);
    si è reso, comunque, necessario studiare e ricercare numerosi quesiti e dubbi che sono emersi nella gestione di tale emergenza fitosanitaria, per cui molte misure indicate per l'eradicazione e il contenimento delle infezioni non trovavano ancora un riscontro scientifico tale da giustificare la stessa applicazione. Tra l'altro, gli eventi rapidi che sono emersi e il riscontro dei sintomi in ampie superfici non consentiva di organizzare e programmare in tempi brevi misure in grado di eradicare o, quantomeno, di contenere le infezioni di Xylella fastidiosa;
    con la definizione delle zone delimitate nel mese di aprile 2015, sono state prese misure di estirpazione delle piante di olivi risultati infetti in 5 focolai puntiformi per un totale di 104 piante. Va evidenziato l'impatto e la complessità dell'intera operazione, che è stata posta in essere per ottemperare a quanto imposto dalla Commissione europea, completando le operazioni entro il termine fissato del 15 aprile 2015;
    il supporto scientifico è stato sempre di elevato contributo nelle decisioni che la regione Puglia ha preso in merito all'emergenza fitosanitaria e, in particolare, nelle decisioni che sono state prese tra fine agosto e fine ottobre 2014, sulla base di quanto realmente stava verificandosi nel territorio leccese e anche grazie al contributo di esperienze maturate in altri Paesi; è emersa la convinzione che la Xylella fastidiosa non poteva più essere eradicata e, quindi, andavano adottate misure diverse da quelle programmate inizialmente. Si delineava, pertanto, la convinzione che quanto riportato nella decisione comunitaria non trovava una sufficiente validità nell'affrontare tale emergenza e nel ridurre le infezioni del batterio, in quanto l'elevata quantità di piante da abbattere era tale da non consentire una riduzione dell'inoculo;
    su tale base è stata riprogrammata una nuova strategia da adottare nelle diverse zone delimitate e secondo il piano di azione concordato con il commissario straordinario (nominato con ordinanza della protezione civile n. 225 dell'11 febbraio 2015) saranno adottate specifiche misure;
    le misure prevedono interventi nella fascia di profilassi, nella zona cuscinetto, nella fascia di eradicazione, nei focolai puntiformi e in quelli di maggiore criticità; prevedono, altresì, interventi nei vivai, nella restante zona infetta e interventi di tipo trasversale. Per tutte le predette misure, tranne quelle previste nella voce «le altre aree della zona infetta», è stato stabilito l'importo di spesa, la priorità e la tempistica. Per la sola voce «le altre aree della zona infetta» non è stata prevista alcuna spesa, atteso che questa sarà a carico dei proprietari o conduttori dei terreni;
    le altre misure riguardano l'eliminazione di tutte le piante ospiti presenti lungo le strade, fossi, canali, aree verdi ed altro, con trinciatura della chioma e smaltimento di tutte le piante ospiti di Xylella fastidiosa. Le aree interessate sono quelle della zona cuscinetto e della fascia di eradicazione;
    in data 29 aprile 2015 il Consiglio dei ministri ha approvato la deroga al decreto legislativo 29 marzo 2004, n. 102, per l'attivazione del fondo di solidarietà nazionale, per la prima volta su una emergenza fitosanitaria, per andare incontro alle necessità economiche degli agricoltori e dei vivaisti danneggiati dalla diffusione del batterio della Xylella fastidiosa, prevedendo un plafond di iniziali 11 milioni di euro per interventi compensativi. Lo step successivo è la dichiarazione dello stato di calamità;
    la direttiva 2000/29/CE prevede misure di protezione contro l'introduzione nell'Unione europea di organismi nocivi ai vegetali o ai prodotti vegetali e contro la loro diffusione nell'Unione. La direttiva predetta è stata modificata dalla direttiva 2002/89/CE (data attuazione dal decreto legislativo 19 agosto 2005, n. 214), dal regolamento (CE) n. 882/2004 e dalla direttiva 2009/143/CE (data attuazione dal decreto legislativo 23 dicembre 2010, n. 241). Il testo consolidato, così come il precedente, include il batterio della Xylella fastidiosa nella lista degli organismi nocivi da denunciare alla Commissione europea in caso di accertata presenza sul proprio territorio nazionale di materiale vegetale infetto;
    la direttiva 2000/29/CE prevede per taluni vegetali e prodotti vegetali provenienti da Paesi terzi (allegato V, parte B) un'ispezione alla loro introduzione nel territorio dell'Unione europea. L'ispezione comprende, in particolare, un controllo documentale, un controllo di identità e un controllo fitosanitario. Il controllo fitosanitario consiste nel verificare, sulla base di una ispezione totale o su un campione rappresentativo, che i vegetali e i prodotti non presentino segni di contaminazione da organismi nocivi e che siano rispettati i requisiti specifici definiti nella direttiva. È del tutto evidente che la direttiva va radicalmente rivista alla luce di quanto accaduto in Puglia, dato che il batterio proviene da un Paese terzo quale la Costa Rica, giacché i controlli che la direttiva impone sono non solo insufficienti, ma del tutto inadeguati per far fronte alla notevole quantità di materiale vegetale commercializzato che arriva presso lo snodo commerciale di Rotterdam (Olanda) – luogo da dove con quasi certezza è entrato il materiale vegetale infetto. Gestire una così notevole quantità di materiale vegetale nella pratica rende complicatissimo fare i controlli sia a campione che totali, non consentendo, di fatto, di garantire, sufficientemente, il rispetto del divieto di introduzione di patogeni da quarantena molto dannosi per l'ambiente e la società;
    appare incredibile che, nonostante la Commissione europea fosse a conoscenza della provenienza del ceppo presente in Puglia, non abbia emesso, da quando è stato scoperto il batterio, pur essendo presente nella lista della direttiva 2000/29/CE, alcun blocco di importazione da Paesi terzi, mentre ha imposto regole severissime (si vedano le due decisioni di esecuzione comunitarie) nel territorio della provincia di Lecce;
    a conferma di ciò è sufficiente ricordare il ritrovamento di ulteriore materiale vegetale infetto proveniente dalla Costa Rica come le piante di caffè ornamentali nei Paesi Bassi ed in Lombardia nei primi mesi del 2014;
    va rilevato che ancora oggi moltissime specie ospiti nei Paesi americani possono essere importate senza alcun controllo perché non viene richiesto dalla normativa europea il passaporto delle piante che quindi hanno libero accesso. A tal proposito, anche l'Efsa ha fatto rilevare che la direttiva è del tutto insufficiente a proteggere gli Stati membri dai rischi che le fitopatie rappresentano;
    nella riunione del 23 marzo 2015 della Commissione agricoltura del Parlamento europeo, il deputato verde José Bové ha riferito che la Xylella fastidiosa è stata trovata in Corsica su ulivi ornamentali venduti nei centri commerciali. Questa notizia potrebbe cambiare del tutto la prospettiva della ricerca scientifica condotta finora, perché, in attesa che escano i risultati sulla patogenicità dell'ulivo, la Xylella fastidiosa è stata trovata su piante sane, asintomatiche, nel corso di controllo di routine sulla tracciabilità delle stesse;
    il Ministro dell'agricoltura, delle risorse agroalimentari e forestale francese, Stephane Le Foll, ha emanato in data 2 aprile 2015 un decreto relativo alla prevenzione dell'introduzione della Xylella fastidiosa (Well e Raju) in Francia;
    il decreto ministeriale prevede il divieto di importazione dalla Puglia di materiale di propagazione di 102 specie differenti, quali: ulivo, vite, fico, albicocco, mandorlo, pesco, agrumi, ciliegio, gelso e molte piante ornamentali. Tra le piante messe al bando vi sono alcune piante sulle quali non è mai stata certificata la presenza del batterio da quarantena, come, ad esempio, la vite e gli agrumi;
    il portavoce del Commissario alla salute, Vytenis Andriulkaitis, ha affermato che il decreto ministeriale francese fosse «legittimo», per poi ammettere che la Francia con i divieti «si è spinta molto in là»;
    suscita perplessità, commista a preoccupazione, la posizione della Commissione europea che ha affermato che la decisione di bloccare l’import dalla Puglia «(...) è in linea con la legislazione europea (...)», aggiungendo di essere consapevole delle preoccupazioni simili della Spagna, Portogallo e Grecia, ma «(...) non informata (...)» di iniziative simili nel «(...) prossimo futuro (...)». Il precedente è che la Francia apra la strada a misure unilaterali analoghe di altri Paesi dell'Unione europea, oltre ad essere alquanto singolare che la Commissione europea ritenga di non intervenire sulla decisione di uno Stato membro adottata senza tenere conto dell'approfondimento politico e scientifico in corso a livello comunitario e non;
    in data 15 aprile 2015 le autorità di controllo sanitario francesi hanno individuato il batterio della Xylella fastidiosa su una pianta di caffè ornamentale all'interno del mercato all'ingrosso di Rungis, alle porte di Parigi. Secondo le prime verifiche la pianta proveniva, verosimilmente, dall'America centrale ed era stata introdotta nell'Unione europea attraverso il porto di Rotterdam (Olanda). Il Ministro francese Le Foll ha avviato verifiche al fine di prendere misure precauzionali. Mentre il Commissario europeo alla salute ha annunciato che l'Unione europea «(...) indagherà sul caso (...)»;
    quanto avvenuto in Francia coincide in modo preoccupante con quello che nel 2013, secondo la ricostruzione dell'Istituto agronomico mediterraneo di Bari, portò la Xylella fastidiosa in Puglia attraverso delle piante di caffè ornamentali provenienti dalla Costa Rica. Questa vicenda appalesa l'immobilismo e i gravissimi ritardi della Commissione europea nell'affrontare l'emergenza fitosanitaria che sta minacciando gli ulivi del Salento;
    le misure imposte finora alla regione Puglia dalla Commissione europea si presterebbero a censure per violazione del «principio di proporzionalità» anche sotto il profilo dell'inadeguatezza tra il fine stabilito e i mezzi adottati: le misure estreme di contenimento potrebbero non essere idonee ad evitare la diffusione della Xylella fastidiosa nel territorio comunitario, visto che, come illustrato nel presente atto, i controlli adottati dagli Stati membri evidenziano la presenza del batterio nelle piante di caffè ornamentali (provenienti dalla Costa Rica e dall'Honduras) in altri Stati membri, come Olanda, Francia e Germania. Questa nuova situazione, di fatto, renderebbe le nuove misure adottate non adeguate al fine che la Commissione si prefigge e, di conseguenza, le stesse sarebbero lesive del «principio di proporzionalità»;
    il vivaismo viticolo rappresenta uno dei settori maggiormente trainanti dell'economia agricola salentina. Nella zona dell'otrantino operano circa cinquanta aziende, ognuna di esse impiega fino a trenta dipendenti e il relativo indotto che le stesse creano, con le attività di imballaggio, trasporto e logistica, è di notevole importanza socio-economica. I provvedimenti adottati dalla Commissione europea hanno messo in ginocchio l'economia salentina (sono state vietate dalla Commissione europea la movimentazione di 180 specie), che si è vista ingiustamente vietare la commercializzazione delle barbatelle della vite le quali sono immuni al batterio dopo che l'osservatorio fitosanitario regionale ha fatto tremila campionamenti su di esse che hanno dato tutti esito negativo. Il batterio della Xylella fastidiosa non attecchisce né sui rami e né sulle foglie, perché non è l’habitat prediletto dall'insetto vettore, la sputacchina;
    a seguito di queste misure draconiane l'Algeria il 14 gennaio 2015 ha annullato importanti commesse, a cui ha fatto seguito la Francia – nostro principale competitor commerciale sulle barbatelle – e il Marocco. Le barbatelle sono un materiale di propagazione che va impiegato entro i due anni, si consideri che le piante messe a dimora sono venti milioni su un'estensione di 70 ettari di vivai;
    la stessa sorte è già toccata al settore florovivaistico ornamentale del Salento, con drammatiche ricadute sociali in termini di occupazione e mancati guadagni delle aziende, che, oggi, dovranno sopportare anche i costi per le pratiche agronomiche e per la distruzione delle piante, per le quali è stato previsto dal piano del commissario di Governo un ristoro di 20 centesimi a pezzo, ristoro questo abbondantemente al di sotto dei costi di produzione e del mantenimento a dimora;
    ventisei aziende vivaistiche, ventisei aziende biologiche e alcuni proprietari terrieri hanno fatto ricorso al tribunale amministrativo regionale del Lazio, ottenendo in data 24 aprile 2015 la sospensione del piano del commissario. Su 5.920 piante analizzate dall'osservatorio fitosanitario, è stato eccepito nel ricorso, neanche una è risultata positiva alla Xylella fastidiosa, ma ne è stata ugualmente ordinata la distruzione;
    in data 27 e 28 aprile si è riunito a Bruxelles il Comitato permanente per le piante gli animali, gli alimenti e i mangimi, Paff, dell'Unione europea sulle ulteriori misure da adottare contro il contagio del batterio;
    le nuove misure dell'Unione europea impongono agli Stati membri di notificare la comparsa di nuovi focolai, di effettuare indagini ufficiali e di delimitare immediatamente le zone infestate. In tali zone sono applicate misure di eradicazione rigorose che comprendono la rimozione e la distruzione delle piante infestate e di tutte le piante ospiti nel raggio di 100 metri, indipendentemente dal loro stato di salute. L'Italia potrà adottare misure di contenimento in tutta la provincia di Lecce, in cui l'eradicazione non è più possibile. In tal caso resta l'obbligo di eliminare sistematicamente tutte le piante infette e di testare tutte le piante circostanti (entro 100 metri) in una zona di 20 chilometri contigua alle province di Brindisi e Taranto. Le importazioni e la circolazione all'interno dell'Unione europea di determinate piante note per essere sensibili alla Xylella fastidiosa provenienti da qualsiasi Paese del mondo saranno soggette a condizioni rigorose. Sono vietate, in particolare, le importazioni di piante di caffè originarie dell'Honduras e della Costa Rica, le quali presentano un rischio elevato di essere colpite dal batterio;
    il Paff ha rivisto la lista delle piante quali possibili «ospiti» della Xylella fastidiosa, riducendone il numero: la lista è stata ridotta da 17 a 13 e non contiene più, in particolare, le querce, la malva, la portularia e il sorgo. Nella lista restano, invece, l'acacia, la pervinca, il mirto, l'oleandro, la polygala, il ciliegio, il mandorlo, il rosmarino e la ginestra. Nella provincia di Lecce sarà vietato il reimpianto di queste specie. A questa lista se ne aggiunge un'altra di 188 piante (comprese le 13 «ospiti») che non potranno essere commercializzate dai vivai al di fuori della provincia di Lecce, a meno che non dispongano di un certificato che ne assicuri l'assenza del batterio. La differenza delle due liste consiste nel fatto che per le 13 piante «ospiti» gli esami di laboratorio hanno confermato l'avvenuta infezione dal parte del batterio, mentre per le restanti 175 non ci sono evidenze scientifiche riguardo all'infettività della Xylella fastidiosa. Si tratta, comunque, di specie che sono state attaccate da altri ceppi della Xylella, in California e in Costarica, dove il batterio è endemico da decenni;
    fonti della Commissione europea hanno riferito che l'Esecutivo sarebbe pronto a rivedere la lista se e quando l'Italia sarà in grado di dimostrare con evidenze scientifiche che la Xylella del Salento non attacca alcune delle piante sottoposte a restrizioni nel commercio. Attualmente, vi sono ulteriori test in corso sulla vite, circa 2.000 effettuati finora, che non hanno mai riscontrato l'infezione da Xylella e che dovrebbero completarsi entro la fine di luglio 2015. Anche i test sugli agrumi sono in corso e, ad oggi, non vi è alcun risultato scientifico che abbia accertato la presenza del batterio;
    è alquanto singolare leggere nel comunicato stampa diffuso il 28 aprile 2015 dalla Commissione europea che la Xylella: «(...) è un organismo nocivo da quarantena che colpisce gli ulivi ed è potenzialmente pericoloso per molte altre piante, come la vite e gli agrumi (...)». Questo atteggiamento pervicace, nonostante il fatto che gli esami di laboratorio abbiano smentito la presenza del batterio sulla vite e sugli agrumi, induce i firmatari del presente atto di indirizzo a dubitare dell'imparzialità dell'azione dell'Esecutivo comunitario, oltre a evidenziare un modus decidendi lesivo del «principio di proporzionalità»;
    è singolare la circostanza verificatasi all'interno del Paff dove, in maniera particolare e con grande «spirito comunitario», la Francia, la Germania, la Grecia, la Spagna e il Portogallo, a cui si sono aggiunti gli altri Paesi mediterranei, abbiano chiesto il blocco all’import di tutti i prodotti ortofrutticoli pugliesi. Tale atteggiamento sottende il tentativo di avviare una vera guerra commerciale contro la Puglia e l'Italia, già accennata con l'emanazione del decreto ministeriale francese;
    sarebbe opportuno e adeguato, rispetto alle circostanze empiriche dei fatti e ai dati tecnici di laboratorio, avviare con vero «spirito comunitario» un ripensamento delle azioni fin qui poste in essere dalla Commissione europea, in considerazione del ritrovamento del batterio della Xylella fastidiosa su una pianta di caffè ornamentale nel mercato all'ingrosso di Rungis (Parigi) e in Corsica su ulivi ornamentali venduti nei centri commerciali;
    in data 7 maggio 2015 il tribunale amministrativo regionale del Lazio ha accolto la richiesta di sospensiva di ventisei aziende vivaistiche, di ventisei aziende biologiche e di alcuni proprietari terrieri. Il tribunale amministrativo regionale ha sospeso il piano del commissario di Governo in attesa che venga pubblicata la nuova decisione di esecuzione assunta nella seduta del 27 e 28 aprile ultimo scorso dal Paff. Il tribunale amministrativo regionale fa rilevare che: «(...) rispetto alla decisione di esecuzione precedente del 2014, si prevedono misure differenti, sia sugli accertamenti tecnici da compiere sia in ordine alle misure da adottare (...)», in sostanza il piano andrebbe riscritto alla luce della nuova decisione di esecuzione comunitaria;
    sulla Gazzetta ufficiale n. 103 del 6 maggio 2015 è stato pubblicato il decreto interministeriale n. 51 del 2015, «Disposizioni urgenti in materia di rilancio dei settori agricoli in crisi, di sostegno alle imprese agricole colpite da eventi di carattere eccezionale e di razionalizzazione delle strutture ministeriali». L'articolo 5 del decreto interministeriale prevede l'accesso al fondo di solidarietà nazionale per le imprese agricole che hanno subito danni a causa di eventi alluvionali e di infezioni di organismi nocivi e il comma 3 del medesimo articolo dispone interventi compensativi di sostegno in favore delle imprese danneggiate dalla diffusione della Xylella fastidiosa nella misura di un milione di euro per il 2015 e di dieci milioni di euro per l'anno 2016,

impegna il Governo:

   a valutare, compatibilmente con gli equilibri di finanza pubblica, iniziative per differire o sospendere tutti gli adempimenti tributari e fiscali dovuti dai soggetti agricoli professionali le cui colture sono state danneggiate dal batterio della Xylella fastidiosa, nonché per postergare ogni scadenza di mutui e investimenti sottoscritti dai medesimi soggetti per i prossimi cinque anni;
   a valutare la possibilità, compatibilmente con gli equilibri di finanza pubblica, di assumere iniziative per sospendere dal pagamento dell'IMU agricola, prevista dal decreto-legge 24 gennaio 2015, n. 4, convertito, con modificazioni dalla legge 24 marzo 2015, n. 34, quelle imprese i cui impianti di olivicoltura sono stati colpiti dal suddetto batterio;
   a valutare la possibilità, compatibilmente con gli equilibri di finanza pubblica, di assumere iniziative per escludere dal saldo finanziario, rilevante ai fini del patto di stabilità interno, le risorse finanziarie provenienti dallo Stato e le spese in conto capitale sostenute dalle regioni e dalle province autonome per l'attuazione delle misure compensative del fondo di solidarietà nazionale;
   a valutare la possibilità, compatibilmente con gli equilibri di finanza pubblica, di non ricomprendere nel saldo finanziario in termini di competenza mista, individuato ai sensi dell'articolo 31, comma 3, della legge 12 novembre 2011, n. 183, e rilevante ai fini della verifica del rispetto del patto di stabilità interno degli enti locali, le risorse provenienti dallo Stato e dalle regioni e le relative spese di parte corrente ed in conto capitale, destinate agli interventi per il contrasto alla diffusione della Xylella fastidiosa, nonché gli impegni ed i pagamenti effettuati, per la predetta finalità, dagli enti locali della regione Puglia con risorse autonome, esclusione che opera anche nel caso in cui le stesse siano state effettuate in più anni, purché nei limiti complessivi delle risorse statali e regionali trasferite, e nel limite di 15 milioni di euro per gli interventi finanziati con le risorse autonome degli enti locali;
   alla luce di quanto illustrato nel presente atto di indirizzo, ad avviare le necessarie iniziative politico-istituzionali con la Commissione europea al fine di predisporre un tavolo tecnico con cui avviare una profonda revisione della direttiva 2000/29/CE, rivelatasi inadeguata nel sistema dei controlli dei flussi commerciali all'ingresso dell'Unione europea;
   ad attivare gli opportuni strumenti finanziari previsti nel quadro dei fondi strutturali 2014-2020 e dei programmi comunitari come Orizzonte 2020 e a porre in essere tutti gli strumenti e le azioni che la politica agricola comune prevede all'interno sia del I che del II pilastro e dell'organizzazione comune dei Mercati (regolamento (UE) n. 1308/2013), in particolar modo il «Partenariato europeo per l'innovazione» per la produttività agricola e sostenibilità che mira a unire il mondo agricolo e quello della ricerca – distretti e cluster – a livello regionale, nazionale e comunitario, al fine di strutturare nel contesto sovranazionale un percorso definito e dettagliato di ricerca scientifica sulla Xylella fastidiosa e sul «complesso del disseccamento rapido dell'olivo (CoDiRO)»;
   ad adottare opportune iniziative al fine di far escludere, in sede comunitaria, la vite e gli agrumi dalla lista delle piante quali «suscettibili» alla Xylella fastidiosa, in considerazione del fatto che le barbatelle della vite sono risultate immuni al batterio dopo che l'osservatorio fitosanitario regionale ha fatto tremila campionamenti che hanno dato esito negativo, così come non è stata mai stata riscontrata la presenza di Xylella fastidiosa sugli agrumi e, comunque, ad assumere iniziative per rendere commercializzabili le barbatelle della vite prodotte dai vivai pugliesi;
   ad attivarsi nelle sedi preposte all'esclusione del diritto di impianto per le specie «ospiti» in area di contenimento;
   a valutare la possibilità di assumere iniziative per predisporre adeguati ristori economici, anche in forma di indennizzi, per i mancati redditi e per tutte quelle operazioni da adottare, a carico dei privati, nel prossimo futuro nelle aree delimitate ed in area di contenimento.
(1-00863)
(Testo modificato nel corso della seduta) «Duranti, Fratoianni, Pannarale, Sannicandro, Franco Bordo, Zaccagnini, Ferrara, Scotto, Palazzotto, Pellegrino, Zaratti, Kronbichler».

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

legislazione fitosanitaria

controllo fitosanitario

importazione comunitaria