ATTO CAMERA

MOZIONE 1/00770

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 402 del 31/03/2015
Abbinamenti
Atto 1/00653 abbinato in data 14/04/2015
Atto 1/00680 abbinato in data 14/04/2015
Atto 1/00685 abbinato in data 14/04/2015
Atto 1/00688 abbinato in data 14/04/2015
Atto 1/00689 abbinato in data 14/04/2015
Atto 1/00765 abbinato in data 14/04/2015
Atto 1/00764 abbinato in data 14/04/2015
Atto 1/00766 abbinato in data 14/04/2015
Firmatari
Primo firmatario: BARBANTI SEBASTIANO
Gruppo: MISTO-ALTERNATIVA LIBERA
Data firma: 31/03/2015
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
BALDASSARRE MARCO MISTO-ALTERNATIVA LIBERA 31/03/2015
SEGONI SAMUELE MISTO-ALTERNATIVA LIBERA 31/03/2015
MUCCI MARA MISTO-ALTERNATIVA LIBERA 31/03/2015
RIZZETTO WALTER MISTO-ALTERNATIVA LIBERA 31/03/2015
ROSTELLATO GESSICA MISTO-ALTERNATIVA LIBERA 31/03/2015
PRODANI ARIS MISTO-ALTERNATIVA LIBERA 31/03/2015
TURCO TANCREDI MISTO-ALTERNATIVA LIBERA 31/03/2015
BECHIS ELEONORA MISTO-ALTERNATIVA LIBERA 31/03/2015
ARTINI MASSIMO MISTO-ALTERNATIVA LIBERA 31/03/2015


Stato iter:
14/04/2015
Partecipanti allo svolgimento/discussione
PARERE GOVERNO 14/04/2015
Resoconto DE VINCENTI CLAUDIO SOTTOSEGRETARIO DI STATO ALLA PRESIDENZA DEL CONSIGLIO - (PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI)
 
DICHIARAZIONE VOTO 14/04/2015
Resoconto BARBANTI SEBASTIANO MISTO-ALTERNATIVA LIBERA
Resoconto DI GIOIA LELLO MISTO-PARTITO SOCIALISTA ITALIANO (PSI) - LIBERALI PER L'ITALIA (PLI)
Resoconto CAPELLI ROBERTO PER L'ITALIA - CENTRO DEMOCRATICO
Resoconto CIRIELLI EDMONDO FRATELLI D'ITALIA-ALLEANZA NAZIONALE
Resoconto ALLASIA STEFANO LEGA NORD E AUTONOMIE - LEGA DEI POPOLI - NOI CON SALVINI
Resoconto MATARRESE SALVATORE SCELTA CIVICA PER L'ITALIA
Resoconto PLACIDO ANTONIO SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA'
Resoconto PAGANO ALESSANDRO AREA POPOLARE (NCD-UDC)
Resoconto RUSSO PAOLO FORZA ITALIA - IL POPOLO DELLA LIBERTA' - BERLUSCONI PRESIDENTE
Resoconto PISANO GIROLAMO MOVIMENTO 5 STELLE
Resoconto CARIELLO FRANCESCO MOVIMENTO 5 STELLE
Resoconto FAMIGLIETTI LUIGI PARTITO DEMOCRATICO
Resoconto PRATAVIERA EMANUELE MISTO
Resoconto PISICCHIO PINO MISTO
Resoconto LABRIOLA VINCENZA MISTO
Fasi iter:

DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 14/04/2015

ACCOLTO IL 14/04/2015

PARERE GOVERNO IL 14/04/2015

DISCUSSIONE IL 14/04/2015

APPROVATO IL 14/04/2015

CONCLUSO IL 14/04/2015

Atto Camera

Mozione 1-00770
presentato da
BARBANTI Sebastiano
testo presentato
Martedì 31 marzo 2015
modificato
Martedì 14 aprile 2015, seduta n. 408

   La Camera,
   premesso che:
    la crisi economica evidenzia ogni giorno di più l'esigenza di una rinnovata e prioritaria attenzione, in particolare per il Sud, ai problemi dell'occupazione, del lavoro, dei redditi e dell'impresa;
    ad avviso dei firmatari del presente atto di indirizzo, l'attuale politica governativa, per molti aspetti sembra non abbia ancora una strategia indirizzata al miglioramento e all'innovazione del contesto, con un evidente vuoto d'iniziativa che emerge come grave di fronte ad una crisi che colpisce particolarmente l'economia meridionale dispiegando effetti drammatici, anche se talvolta meno visibili a causa della frammentazione del tessuto imprenditoriale e del peso dell'economia cosiddetta a-legale, sospesa tra sommerso e illegalità;
    a fronte di questa situazione disastrosa l'impegno del Governo per il Mezzogiorno sembrerebbe racchiuso nell'unica promessa del raccordo dei fondi strutturali, cosa di per sé positiva ma del tutto insufficiente a risolvere l'enorme problema;
    v’è sovente inefficienza o vero e proprio spreco nel mancato utilizzo delle risorse europee per le regioni del Sud. Ma è noto anche che non basta mettere in elenco le risorse dei fondi europei per risolvere la questione perché i dati che sono sotto gli occhi di tutti non possono essere modificati con le semplici buone intenzioni, né con la sola stigmatizzazione delle regioni inadempienti. Occorre viceversa comprendere che la crisi del Mezzogiorno è la crisi dell'intero Paese e occorre agire di conseguenza con interventi urgenti e prioritari;
    al Sud vi è un gap infrastrutturale, in termini di trasporti, logistica, ricerca e innovazione, rispetto al resto del Paese; le conseguenze della presenza delle associazioni mafiose nel Mezzogiorno si intrecciano in modo complesso con l'economia del Sud, stravolgendo le regole del «fare impresa» e scoraggiando gli investimenti stranieri, oltre che creando un grave e indiscusso disagio sociale. Tutto ciò appare paradossale se solo si pensa che ogni iniziativa di carattere pubblico adottata nella storia repubblicana in favore del Sud va regolarmente a patire gli effetti della corruzione e dello sperpero. A tal proposito è opportuno fare appena cenno a quanto accaduto negli ultimi decenni: il Sud ha fruito, infatti, dapprima dei fondi della Cassa per il Mezzogiorno, durata dal 1950 al 1992, la quale dal 1957 in avanti erogò contributi a fondo perduto e crediti agevolati. Nel primo ventennio circa di attività la Cassa per il Mezzogiorno sembrò funzionare, ma la qualità del suo servizio andò progressivamente declinando mano a mano che i partiti invadevano e inquinavano la vita pubblica. La Cassa per il Mezzogiorno tramontò malinconicamente, abbandonata agli scandali e rappresentò uno dei più gravi esempi di corruzione e di interrelazione fra affari, politica e malavita nel Sud;
    poi fu la volta dei fondi della legge n. 488 del 1992, oggetto di frodi e di truffe fino alla sua conclusione avvenuta nel 2008. La legge n. 488 del 1992 è stata lo strumento attraverso il quale il Ministero delle attività produttive aveva messo a disposizione delle imprese che intendevano promuovere programmi di investimento, nelle aree depresse, agevolazioni sotto forma di contributi in conto capitale («a fondo perduto»);
    nel frattempo si erano aggiunti i fondi europei, destinati dall'Unione europea alle politiche di coesione, ma anche questi non hanno fatto una fine migliore. La sintesi migliore la offrì il Governatore della Banca d'Italia pro tempore Draghi nelle «considerazioni finali» di una delle sue relazioni in Banca d'Italia: «Il Mezzogiorno ha goduto in questo decennio (1998-2008) di fondi paragonabili per entità a quelli dell'intervento straordinario e che equivalevano a circa 45 miliardi di euro o a quasi tre punti di PIL». E tuttavia non esiste evidenza di vantaggi visibili;
    un esempio su tutti è quello legato al capitolo di spesa privilegiato dalla riprogrammazione dei programmi della convergenza, ossia dell'Agenda digitale europea: 1.140 milioni di euro destinati agli investimenti nel Sud per la banda ultra larga, 118,9 milioni di euro per la banda larga fino a 2 mega, 320 milioni di euro per i data center;
    allo stesso modo si rammentano i 1.242 milioni di euro destinati esclusivamente alle quattro regioni obiettivo convergenza (Calabria, Campania, Puglia e Sicilia), o i 142 milioni di euro per il credito di imposta per l'occupazione, o ancora le risorse per la rete dei trasporti, cui erano stati assegnati 1,2 miliardi di euro: per strade (866 milioni di euro) e aeroporti (28 milioni di euro);
    ma la sequenza di interventi che tardano a dispiegare effetti non finisce qui: si pensi alla legge n. 191 del 2009 che ha previsto la nascita di una banca con l'obiettivo di finanziare progetti di investimento nel Mezzogiorno, di erogare credito alle piccole e medie imprese, di favorire la nascita di nuove imprese e l'imprenditorialità giovanile e femminile, nonché di promuovere l'aumento dimensionale e l'internazionalizzazione di tali imprese, di finanziare attività di ricerca e innovazione, il tutto come detto, nelle regioni del sud Italia. Per questo motivo, il 1o agosto 2011 Poste Italiane spa aveva acquisito, per 136 milioni di euro, il 100 per cento di Unicredit Mediocredito Centrale e, pertanto, da settembre 2011, la nuova denominazione societaria è Banca del Mezzogiorno – Mediocredito Centrale spa operativa dal 2 febbraio 2012;
    tuttavia anche in questo caso, nonostante siano i soldi pubblici a sostenere l'impresa, non pare che detto strumento abbia dato respiro alle piccole e medie imprese del Sud. Nel corso della XVII legislatura sono stati già presentati diversi atti di sindacato ispettivo nei quali vengono richiesti i dettagli delle erogazioni della Banca del Mezzogiorno perché sovente destinati a gruppi industriali estranei alla «mission» meridionalista dell'istituto finanziario;
    da tali esperienze consegue che, per uscire dall'angolino dove la storia lo ha confinato, il Mezzogiorno ha bisogno di buona amministrazione, di correttezza, di lungimiranza e non di farsesche vicende di comuni, di municipalizzate e di privilegi regionali;
    è fondamentale che lo Stato rafforzi la propria presenza in tali territori, consolidando i tribunali, presidio di legalità e freno alla criminalità; occorre un intervento capace di promuovere sviluppo ed occupazione nel Mezzogiorno, al fine di favorire la ripresa dell'economia meridionale, come base per la crescita e lo sviluppo dell'intero Paese anche favorendo, sin dall'età scolare, percorsi educativi volti a stimolare un cambio culturale che determini già in età giovanile l'educazione all'impresa. In questo momento di crisi molte imprese sono costrette alla chiusura, non rientrando nei parametri degli studi di settore e il complesso scenario economico italiano, aggravato dalle conseguenze della crisi finanziaria, pone ancora una volta in primo piano la questione di un Paese con due differenti velocità di sviluppo: nel Mezzogiorno si produce solo un quarto del prodotto interno e si genera soltanto un decimo delle esportazioni italiane;
    il Mezzogiorno italiano è ancora privo di quella rete di infrastrutture essenziale per lo sviluppo e negli ultimi anni si è avvertita l'assenza, nei programmi di Governo, di un respiro strategico, volto a ridurre il gap economico, infrastrutturale e sociale del Sud;
    come già descritto nel presente atto di indirizzo, per lungo tempo si è assistito alla distorsione delle risorse destinate al Sud perché oggetto ora di dissennati tagli operati sulla dotazione del fondo per le aree sottoutilizzate per finanziare interventi di diversa natura o fatti oggetto di corruttela o non sempre corrispondenti a finalità di sviluppo e quasi sempre non localizzati nel Mezzogiorno. Ed invece il Meridione, grazie alla posizione geografica ed alla dotazione di porti e aeroporti, potrebbe svolgere un ruolo di cerniera negli scambi commerciali tra Europa, Mediterraneo e Paesi del far East e raccogliere le nuove opportunità del contesto competitivo internazionale;
    altresì si consideri che oltre un terzo dei laureati del Mezzogiorno under 34 è inattivo e la differenza con le regioni settentrionali diventa enorme se si considera il tasso di inattività dei diplomati under 34; i tassi di scolarizzazione in Italia presentano divari sfavorevoli al Meridione e sono accompagnati da un parallelo aumento del tasso di abbandono, dovuto alle condizioni di degrado sociale e familiare. Negative sono anche le evidenze in termini di «qualità» della formazione, dal momento che gli studenti meridionali che terminano la loro carriera accademica hanno maggiori difficoltà ad inserirsi nel mondo del lavoro. Si genera così un ampio fenomeno migratorio dei «cervelli» che lasciano le regioni del Sud, provocando un depauperamento del capitale umano disponibile;
    il sistema produttivo del Mezzogiorno è legato a fattori strutturali di debolezza che riguardano le dimensioni piccole o piccolissime delle imprese di quest'area, spesso a gestione familiare, operanti prevalentemente in settori a basso valore aggiunto e con una conseguente scarsa propensione a investire nell'innovazione e in ricerca e sviluppo; inoltre, come già detto, permane una forte presenza della criminalità organizzata, che tenta di infiltrarsi nei grandi appalti per opere pubbliche e tenta di condizionare l'attività di impresa, e della microcriminalità che peggiora la qualità della vita nei centri urbani, aumentando il disagio sociale;
    eppure il Sud avrebbe modo di risollevare le sorti occupazionali già solo attraverso l'industria del turismo, tuttavia i dati relativi al turismo nel Meridione sono paradossali: su 100 stranieri che visitano l'Italia, meno di uno va in Calabria (0,9 per cento per chi ama l'esattezza), ancora meno in Molise. In Basilicata si raggiunge lo 0,1 per cento e in Abruzzo lo 0,6 per cento. Sommando le otto regioni meridionali, includendo Sicilia e Sardegna, si arriva al 13,2 per cento. Fa di più il solo Trentino Alto Adige, con il 14,2 per cento. Le politiche del turismo sono pertanto fallimentari;
    vari studi hanno tentato di quantificare, in termini di ritorno economico e occupazionale, lo sviluppo turistico del Sud anche per sollecitare un cambiamento culturale in tal senso ma nulla sembra essersi modificato in questi anni e la causa non è la mancanza di fondi (le recenti difficoltà del Programma operativo interregionale «Attrattori culturali, naturali e turismo» confermano che le criticità sono spesso politiche): i contributi europei arrivati al Sud non hanno generato virtuose sinergie tra destinazioni, operatori e investitori esterni, né hanno dato vita a poli di eccellenza che potessero «contaminare» positivamente i territori;
    è necessario promuovere lo sviluppo sostenibile del territorio e coniugare il tutto con le imprescindibili logiche di mercato del turismo che impongono prodotti, servizi e infrastrutture in grado di far fronte a una domanda che ha sempre più alternative a disposizione. Occorre selezionare, previa individuazione, le strutture, i siti e i beni di più grande interesse siti nel Meridione e abbandonati a sé stessi – ve ne sono di innumerevoli – e procedere per la loro valorizzazione sul piano nazionale;
    il drastico calo di investimenti pubblici dovuti ad una riduzione della spesa in conto capitale pari a circa 5 miliardi di euro (periodo 2009-2013) ha fatto tornare i livelli degli investimenti pubblici e privati ai dati del 1996;
    l'articolo 12 del decreto-legge n. 133 del 2014, cosiddetto «sblocca Italia», convertito, con modificazioni, dalla legge n. 164 del 2014, interviene di nuovo sulla materia della spesa dei fondi comunitari. Si affidano nuove funzioni al Presidente del Consiglio dei ministri al fine di accelerare l'impiego delle relative risorse ed evitare il rischio di incorrere nell'attivazione delle sanzioni comunitarie;
    va detto che una ragione rilevante dell'incapacità di spesa consiste nel patto di stabilità comunitario. La quota dell'Unione europea non si riesce a spendere perché le regioni, in particolare quelle del Sud, non possono mettere a bilancio le risorse di cofinanziamento, altrimenti sforerebbero il patto di stabilità;
    nel vertice sul lavoro del 9-10 ottobre 2014 l'Italia ha avanzato la proposta di escludere dal calcolo del deficit il cofinanziamento nazionale dei fondi europei;
    il sistema produttivo del Mezzogiorno evidenzia limiti di debolezza strutturali che riguardano le dimensioni piccole o piccolissime delle imprese di quest'area, spesso a gestione familiare, operanti prevalentemente in settori a basso valore aggiunto e con una minima propensione a investire nell'innovazione, nella ricerca e nello sviluppo;
    il sistema produttivo ed in generale tutto il tessuto economico, inoltre, sono fortemente compromessi dalla presenza della criminalità organizzata, che pervade il territorio infiltrandosi in ogni tipo di realtà;
    il tasso di scolarizzazione continua a presentare rilevanti criticità le quali continuano ad incide per oltre il 13 per cento in regioni come la Basilicata e la Calabria cui si collega anche il fenomeno dell'abbandono scolastico dovuto alle condizioni di degrado sociale e familiare;
    occorre un rilancio del settore turistico nonché la valorizzazione del patrimonio storico monumentale del Mezzogiorno, riconoscendo un grande significato e considerando una grande opportunità la nomina di Matera capitale europea della cultura nel 2019;
    la crisi economica ha inciso e sta incidendo in misura significativa sulla produzione, sui consumi e sull'attività delle piccole e medie imprese, soprattutto allocate nel Mezzogiorno d'Italia,

impegna il Governo:

   a verificare, avvalendosi della collaborazione del Cipe, le quote di cofinanziamento già assegnate alle regione e rimaste inutilizzate al fine di prevedere una nuova riassegnazione che comunque mantenga gli stanziamenti già previsti così da determinare una disponibilità immediata delle risorse;
   a porre, in sede comunitaria, il tema dell'esclusione, dal calcolo del Patto di stabilità e crescita, del cofinanziamento nazionale alla politica di coesione, in coerenza peraltro con la risoluzione approvata dal Parlamento europeo dell'8 ottobre 2013 «sugli effetti dei vincoli di bilancio per le autorità regionali e locali con riferimento alla spesa di Fondi strutturali dell'Ue negli Stati membri»;
   a procedere rapidamente ad un censimento delle risorse ancora disponibili e non ancora utilizzate nell'ambito degli strumenti della programmazione negoziata, finalizzato alla predisposizione di un piano di rilancio industriale, improntato sulle specificità e sulle eccellenze produttive presenti nel Mezzogiorno, avviando una nuova stagione di utilizzo degli strumenti sopra citati, ivi compresi i contratti d'area, i patti territoriali, i contratti di programma e i contratti di localizzazione, sulla base delle migliori pratiche e delle esperienze di successo del passato;
   a valorizzare il patrimonio culturale, turistico e paesaggistico del Sud, riservando parte della dotazione disponibile a partire dal residuo della programmazione 2007-2013 per le politiche di creazione, recupero, valorizzazione e promozione di grandi poli di attrazione, di siti Unesco e di prossimi eventi sportivi internazionali – come ad esempio i mondiali di kite surf – che potrebbero essere un importante volano per l'economia turistica del meridione;
   ad adottare le più opportune azioni anche in sede comunitaria, al fine di introdurre in favore delle regioni del Mezzogiorno una serie di misure, anche in via temporanea, di carattere eccezionale, sia di alleggerimento fiscale e contributivo, che finanziarie volte a consentire la nascita di nuove aziende e la prosecuzione delle attività delle aziende in conclamata difficoltà gestionale ed economica, al fine di tutelare il personale qualificato e formato proveniente da aziende affini e conformi, come nel caso Getek ed Infocontact, tutelando il più possibile le competenze ed evitando la dispersione di professionalità acquisite oppure la dequalificazione dei lavoratori attraverso fenomeni di dumping salariale;
   a prevedere azioni concrete dirette alla realizzazione di un programma di messa in sicurezza del patrimonio edilizio pubblico, in particolare degli edifici scolastici ed universitari ma anche in ambito di edilizia sanitaria e carceraria, e di opere legate alla messa in sicurezza del territorio e al contrasto dei fenomeni di dissesto idrogeologico che caratterizzano il Mezzogiorno;
   a riservare alle regioni del Mezzogiorno parte della dotazione disponibile per quanto riguarda la programmazione 2014-2020 per gli investimenti in energie rinnovabili, nel piano gestione delle acque e per le politiche ambientali, nonché per il prosieguo dei processi di bonifica e messa in sicurezza dei siti di interesse nazionale, con particolare riferimento all'area della Legnochimica di Rende in provincia di Cosenza e della Pertusola in provincia di Crotone e dei siti caratterizzati dalla presenza di particolari lavorazioni impattanti e per una promozione della diffusione della raccolta differenziata e del riciclo al fine di migliorare gli attuali livelli che vedono il Sud ancora mediamente in ritardo;
   a potenziare i progetti che prevedono nuove linee ad alta velocità con particolare attenzione per la direttrice Napoli-Reggio Calabria fino a Messina e Palermo e soprattutto per la direttrice ionica Taranto-Reggio Calabria, prevedendo la riorganizzazione dei principali nodi ferroviari urbani, riportando lo standard tecnologico della tratta a livelli conformi alle direttive europee, a partire dalla sua completa elettrificazione, garantendo la manutenzione ordinaria e straordinaria dell'intera tratta della ferrovia silana, inserendo la stessa tra le proposte per la mobilità sostenibile e il turismo della Strategia nazionale per le aree interne da finanziare attraverso le risorse della programmazione comunitaria 2014/2020;
   a prevedere la definizione di alcune priorità infrastrutturali tra cui quelle riguardanti i 491 chilometri della strada statale n. 106 ionica tra Taranto e Reggio Calabria, programmando sia interventi di adeguamento e messa in sicurezza della strada statale n. 106 esistente nei punti di maggiore pericolosità, sia la realizzazione di nuovi tratti in variante a quattro corsie per la realizzazione di un itinerario di lunga percorrenza, integrando il tutto con la Salerno-Reggio Calabria attraverso il completamento e la messa in sicurezza delle arterie trasversali di collegamento come la nuova strada statale n. 182 «Trasversale delle Serre», già in parte in esecuzione, la strada statale n. 280 «dei Due Mari» e la strada statale n. 534 tra lo svincolo di Firmo (autostrada A3) e Sibari (Megalotto 4);
   ad assumere iniziative dirette ad ottimizzare l'arretrato sistema fognario/depurativo presente in diverse zone del Meridione, con particolare riferimento alla provincia di Cosenza dove la situazione è oramai al tracollo sia dal punto di vista ambientale che da quello della salute, al fine di realizzare nuove e più efficienti condotte e un risparmio energetico dato dalla realizzazione di impianti fotovoltaici per la produzione di energia;
   a destinare quota parte dei fondi strutturali al fine di provvedere ad urgenti interventi per la messa in pristino dell'acquedotto pugliese, finalizzandoli all'ottimizzazione delle risorse idriche con particolare riferimento alle aree del Salento in quanto particolarmente popolate nel periodo estivo, alla costruzione di nuovi depuratori nonché all'adeguamento di quelli già esistenti anche al fine di ovviare alla deprecabile prassi dello sversamento di liquami in mare già oggetto di procedura di infrazione comunitaria.
(1-00770) «Barbanti, Baldassarre, Segoni, Mucci, Rizzetto, Rostellato, Prodani, Turco, Bechis, Artini».

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

Mezzogiorno

finanziamento pubblico

manifestazione culturale europea