ATTO CAMERA

MOZIONE 1/00741

scarica pdf
Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 379 del 20/02/2015
Abbinamenti
Atto 1/00822 abbinato in data 21/04/2015
Atto 1/00825 abbinato in data 21/04/2015
Atto 1/00824 abbinato in data 21/04/2015
Atto 1/00830 abbinato in data 06/05/2015
Atto 1/00826 abbinato in data 06/05/2015
Atto 1/00847 abbinato in data 06/05/2015
Firmatari
Primo firmatario: DI MAIO LUIGI
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 20/02/2015
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
AGOSTINELLI DONATELLA MOVIMENTO 5 STELLE 20/02/2015
ALBERTI FERDINANDO MOVIMENTO 5 STELLE 20/02/2015
BARONI MASSIMO ENRICO MOVIMENTO 5 STELLE 20/02/2015
BASILIO TATIANA MOVIMENTO 5 STELLE 20/02/2015
BATTELLI SERGIO MOVIMENTO 5 STELLE 20/02/2015
BENEDETTI SILVIA MOVIMENTO 5 STELLE 20/02/2015
BERNINI MASSIMILIANO MOVIMENTO 5 STELLE 20/02/2015
BERNINI PAOLO MOVIMENTO 5 STELLE 20/02/2015
BIANCHI NICOLA MOVIMENTO 5 STELLE 20/02/2015
BONAFEDE ALFONSO MOVIMENTO 5 STELLE 20/02/2015
BRESCIA GIUSEPPE MOVIMENTO 5 STELLE 20/02/2015
BRUGNEROTTO MARCO MOVIMENTO 5 STELLE 20/02/2015
BUSINAROLO FRANCESCA MOVIMENTO 5 STELLE 20/02/2015
BUSTO MIRKO MOVIMENTO 5 STELLE 20/02/2015
CANCELLERI AZZURRA PIA MARIA MOVIMENTO 5 STELLE 20/02/2015
CARINELLI PAOLA MOVIMENTO 5 STELLE 20/02/2015
CASO VINCENZO MOVIMENTO 5 STELLE 20/02/2015
CASTELLI LAURA MOVIMENTO 5 STELLE 20/02/2015
CECCONI ANDREA MOVIMENTO 5 STELLE 20/02/2015
CHIMIENTI SILVIA MOVIMENTO 5 STELLE 20/02/2015
CIPRINI TIZIANA MOVIMENTO 5 STELLE 20/02/2015
COLLETTI ANDREA MOVIMENTO 5 STELLE 20/02/2015
COLONNESE VEGA MOVIMENTO 5 STELLE 20/02/2015
COMINARDI CLAUDIO MOVIMENTO 5 STELLE 20/02/2015
CORDA EMANUELA MOVIMENTO 5 STELLE 20/02/2015
COZZOLINO EMANUELE MOVIMENTO 5 STELLE 20/02/2015
CRIPPA DAVIDE MOVIMENTO 5 STELLE 20/02/2015
DA VILLA MARCO MOVIMENTO 5 STELLE 20/02/2015
DADONE FABIANA MOVIMENTO 5 STELLE 20/02/2015
DAGA FEDERICA MOVIMENTO 5 STELLE 20/02/2015
DALL'OSSO MATTEO MOVIMENTO 5 STELLE 20/02/2015
D'AMBROSIO GIUSEPPE MOVIMENTO 5 STELLE 20/02/2015
DE LORENZIS DIEGO MOVIMENTO 5 STELLE 20/02/2015
DE ROSA MASSIMO FELICE MOVIMENTO 5 STELLE 20/02/2015
DEL GROSSO DANIELE MOVIMENTO 5 STELLE 20/02/2015
DELLA VALLE IVAN MOVIMENTO 5 STELLE 20/02/2015
DELL'ORCO MICHELE MOVIMENTO 5 STELLE 20/02/2015
DI BATTISTA ALESSANDRO MOVIMENTO 5 STELLE 20/02/2015
DI BENEDETTO CHIARA MOVIMENTO 5 STELLE 20/02/2015
DI STEFANO MANLIO MOVIMENTO 5 STELLE 20/02/2015
DI VITA GIULIA MOVIMENTO 5 STELLE 20/02/2015
DIENI FEDERICA MOVIMENTO 5 STELLE 20/02/2015
D'INCA' FEDERICO MOVIMENTO 5 STELLE 20/02/2015
D'UVA FRANCESCO MOVIMENTO 5 STELLE 20/02/2015
FANTINATI MATTIA MOVIMENTO 5 STELLE 20/02/2015
FERRARESI VITTORIO MOVIMENTO 5 STELLE 20/02/2015
FICO ROBERTO MOVIMENTO 5 STELLE 20/02/2015
FRACCARO RICCARDO MOVIMENTO 5 STELLE 20/02/2015
FRUSONE LUCA MOVIMENTO 5 STELLE 20/02/2015
GAGNARLI CHIARA MOVIMENTO 5 STELLE 20/02/2015
GALLINELLA FILIPPO MOVIMENTO 5 STELLE 20/02/2015
GALLO LUIGI MOVIMENTO 5 STELLE 20/02/2015
GIORDANO SILVIA MOVIMENTO 5 STELLE 20/02/2015
GRANDE MARTA MOVIMENTO 5 STELLE 20/02/2015
GRILLO GIULIA MOVIMENTO 5 STELLE 20/02/2015
L'ABBATE GIUSEPPE MOVIMENTO 5 STELLE 20/02/2015
LIUZZI MIRELLA MOVIMENTO 5 STELLE 20/02/2015
LOMBARDI ROBERTA MOVIMENTO 5 STELLE 20/02/2015
LOREFICE MARIALUCIA MOVIMENTO 5 STELLE 20/02/2015
LUPO LOREDANA MOVIMENTO 5 STELLE 20/02/2015
MANNINO CLAUDIA MOVIMENTO 5 STELLE 20/02/2015
MANTERO MATTEO MOVIMENTO 5 STELLE 20/02/2015
MARZANA MARIA MOVIMENTO 5 STELLE 20/02/2015
MICILLO SALVATORE MOVIMENTO 5 STELLE 20/02/2015
NESCI DALILA MOVIMENTO 5 STELLE 20/02/2015
NUTI RICCARDO MOVIMENTO 5 STELLE 20/02/2015
PARENTELA PAOLO MOVIMENTO 5 STELLE 20/02/2015
PESCO DANIELE MOVIMENTO 5 STELLE 20/02/2015
PETRAROLI COSIMO MOVIMENTO 5 STELLE 20/02/2015
PISANO GIROLAMO MOVIMENTO 5 STELLE 20/02/2015
RIZZO GIANLUCA MOVIMENTO 5 STELLE 20/02/2015
ROMANO PAOLO NICOLO' MOVIMENTO 5 STELLE 20/02/2015
RUOCCO CARLA MOVIMENTO 5 STELLE 20/02/2015
SARTI GIULIA MOVIMENTO 5 STELLE 20/02/2015
SCAGLIUSI EMANUELE MOVIMENTO 5 STELLE 20/02/2015
SIBILIA CARLO MOVIMENTO 5 STELLE 20/02/2015
SORIAL GIRGIS GIORGIO MOVIMENTO 5 STELLE 20/02/2015
SPADONI MARIA EDERA MOVIMENTO 5 STELLE 20/02/2015
SPESSOTTO ARIANNA MOVIMENTO 5 STELLE 20/02/2015
TERZONI PATRIZIA MOVIMENTO 5 STELLE 20/02/2015
TOFALO ANGELO MOVIMENTO 5 STELLE 20/02/2015
TONINELLI DANILO MOVIMENTO 5 STELLE 20/02/2015
TRIPIEDI DAVIDE MOVIMENTO 5 STELLE 20/02/2015
VACCA GIANLUCA MOVIMENTO 5 STELLE 20/02/2015
VALENTE SIMONE MOVIMENTO 5 STELLE 20/02/2015
VALLASCAS ANDREA MOVIMENTO 5 STELLE 20/02/2015
VIGNAROLI STEFANO MOVIMENTO 5 STELLE 20/02/2015
VILLAROSA ALESSIO MATTIA MOVIMENTO 5 STELLE 20/02/2015
ZOLEZZI ALBERTO MOVIMENTO 5 STELLE 20/02/2015


Elenco dei co-firmatari che hanno ritirato la firma
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma Data ritiro firma
CARIELLO FRANCESCO MOVIMENTO 5 STELLE 20/02/2015 21/04/2015
Stato iter:
06/05/2015
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 21/04/2015
Resoconto CASTELLI LAURA MOVIMENTO 5 STELLE
 
DICHIARAZIONE GOVERNO 21/04/2015
Resoconto MORANDO ENRICO VICE MINISTRO - (ECONOMIA E FINANZE)
 
PARERE GOVERNO 06/05/2015
Resoconto MORANDO ENRICO VICE MINISTRO - (ECONOMIA E FINANZE)
 
INTERVENTO GOVERNO 06/05/2015
Resoconto MORANDO ENRICO VICE MINISTRO - (ECONOMIA E FINANZE)
 
DICHIARAZIONE VOTO 06/05/2015
Resoconto RIZZETTO WALTER MISTO-ALTERNATIVA LIBERA
Resoconto SBERNA MARIO PER L'ITALIA - CENTRO DEMOCRATICO
Resoconto GUIDESI GUIDO LEGA NORD E AUTONOMIE - LEGA DEI POPOLI - NOI CON SALVINI
Resoconto MELILLA GIANNI SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA'
Resoconto MATARRESE SALVATORE SCELTA CIVICA PER L'ITALIA
Resoconto PALESE ROCCO FORZA ITALIA - IL POPOLO DELLA LIBERTA' - BERLUSCONI PRESIDENTE
Resoconto CASTELLI LAURA MOVIMENTO 5 STELLE
Resoconto DI MAIO LUIGI MOVIMENTO 5 STELLE
Resoconto GUERRA MAURO PARTITO DEMOCRATICO
Fasi iter:

RITIRO FIRME IL 27/03/2015

APPOSIZIONE NUOVE FIRME IL 21/04/2015

ATTO MODIFICATO IL 21/04/2015

DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 21/04/2015

DISCUSSIONE IL 21/04/2015

RINVIO AD ALTRA SEDUTA IL 21/04/2015

DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 06/05/2015

NON ACCOLTO IL 06/05/2015

PARERE GOVERNO IL 06/05/2015

DISCUSSIONE IL 06/05/2015

VOTATO PER PARTI IL 06/05/2015

RESPINTO IL 06/05/2015

CONCLUSO IL 06/05/2015

Atto Camera

Mozione 1-00741
presentato da
DI MAIO Luigi
testo presentato
Venerdì 20 febbraio 2015
modificato
Mercoledì 6 maggio 2015, seduta n. 422

   La Camera,
   premesso che:
    negli ultimi anni i Governi centrali che si sono succeduti, nell'operare tagli per contenere la spesa pubblica, hanno di fatto strangolato l'economia degli enti locali;
    in un momento di difficoltà come quello che ha vissuto il nostro Paese negli ultimi anni è giusto che ognuno faccia la sua parte, nessuno escluso; inoltre, tale operazione ha provocato – in un primo momento ed entro certi limiti – un virtuoso contenimento delle spese inutili ed un taglio degli sprechi purtroppo molto presenti nella spesa pubblica del nostro Paese;
    tuttavia negli anni, e segnatamente con la legge di stabilità per il 2015 del Governo Renzi, si è giunti ad un livello di insostenibilità tale da pregiudicare seriamente le ormai già esigue spese dei bilanci comunali destinate al welfare, con particolare riferimento al sostegno delle fasce sociali più deboli;
    è chiaramente molto facile e demagogico vantarsi di ridurre la pressione fiscale tagliando i trasferimenti agli enti territoriali;
    occorre considerare che il comune è percepito da larghe fasce della popolazione come l'ente più vicino ai cittadini e il sindaco rappresenta una figura di riferimento, in quanto rappresentante dello Stato. Il sindaco è, soprattutto, l'ultimo baluardo in difesa dei diritti dei più deboli;
    i servizi sociali, infatti, da sempre assorbono la maggior parte delle risorse di cui dispongono i comuni (dopo le spese di personale e del servizio rifiuti): minori senza famiglia, anziani, disabili, emergenza casa. Sono tutte realtà alle quali i comuni cercano di dare una risposta;
    l'ammontare dei tagli significa una riduzione dei servizi che si ripercuote inevitabilmente sui più deboli; in una prima fase, infatti, gli amministratori hanno tagliato ciò che era importante, ma non fondamentale per la tenuta sociale: cultura, commercio, sport, viabilità, turismo e così via (si fa un gran parlare di cultura e turismo, ma quasi nulle sono ormai le risorse che i comuni riescono a destinare ogni anno agli assessorati competenti);
    negli ultimi 5 anni i comuni hanno visto ridursi le proprie risorse disponibili per la spesa corrente di oltre il 20 per cento: l'emergenza ora riguarda i servizi sociali ed educativi. Ormai i comuni non sono in grado neppure di garantire i servizi primari;
    un ulteriore elemento di difficoltà per i comuni è l'incertezza nella quale vengono costretti a lavorare, dal momento che ogni anno viene cambiata la fiscalità locale e le informazioni definitive sulle risorse di cui i comuni potranno disporre arrivano sempre ad anno ampiamente iniziato. Ciò rende del tutto aleatorio, se non impossibile, strutturare una programmazione seria e pluriennale e chiudere il bilancio preventivo entro la data prevista dalla legge, ovvero il 31 dicembre;
    i sindaci si sono ritrovati soli e hanno provato a protestare come potevano, per cercare di far capire ai cittadini cosa stava accadendo, così come accaduto;
    solo per fare tre piccoli esempi, il comune di Isola Rizza, 3.300 abitanti in provincia di Verona, ha deciso di chiudere per tre giorni, in segno di protesta, le porte del municipio. Il sindaco vuole fare capire come la misura sia ormai colma;
    l'Anci Sicilia ha organizzato una serie di dimostrazioni di protesta: il 29 gennaio 2015 oltre 390 comuni hanno spento le luci dalle 19 alle 19.05, mentre il 9 febbraio 2015 oltre 200 consigli comunali della regione siciliana hanno approvato – tutti nella medesima data – una risoluzione nella quale si chiedeva al Governo centrale di: costituire un tavolo permanente di concertazione tra Stato, regione siciliana e comuni dell'isola per affrontare la grave crisi finanziaria; modificare la norma che ha rivisto il regime di esenzioni dall'IMU per i terreni agricoli, con particolare riferimento all'imposta relativa al 2014; contenere i tagli a valere sul fondo di solidarietà nazionale; rendere più flessibili le regole relative al patto di stabilità, anche al fine di favorire, laddove possibile, le spese per investimenti; prevedere misure che, anche in relazione all'attuazione dell'armonizzazione contabile dei bilanci, possano far fronte al crescente fenomeno di comuni che dichiarano il dissesto finanziario; rivedere la norma che ha previsto il definanziamento dei fondi per la politica agricola comune;
    nella legge di stabilità per l'anno 2015 dei 16,6 miliardi di euro di tagli di spesa, ben il 49 per cento, ovvero 8,1 miliardi, sono a carico di comuni, province e regioni: si tratta di una quota decisamente superiore al peso che le amministrazioni locali hanno sul totale della spesa pubblica (29 per cento). Volendo fare un confronto, i tagli alle amministrazioni locali è pari al quadruplo di quanto tagliato ai ministeri (2 miliardi di euro nel 2015);
    il contributo maggiore è quello richiesto alle regioni (4 miliardi di euro), laddove 1,2 miliardi di euro è il taglio del fondo di solidarietà comunale e 1 miliardo di euro (che salirà a 2 miliardi nel 2016 e 3 miliardi dal 2017) è il contributo richiesto alle province e città metropolitane; nella valutazione occorre considerare anche i tagli decisi dal 2015 con il decreto-legge n. 66 del 2014;
    gli enti locali in questa fase debbono anche far fronte all'avvio del fondo per i crediti di dubbia esigibilità, previsto dall'armonizzazione contabile, che equivale ad un taglio di spesa 1,9 miliardi di euro annui a partire dal 2015 e rientra nel calcolo del saldo obiettivo ai fini del patto di stabilità;
    secondo quanto si legge a pagina VII della relazione della Corte dei conti sulla gestione finanziaria degli enti territoriali per l'esercizio 2013, depositata il 29 dicembre 2014, tali tagli «riducendo gravemente le possibilità di intervento e di gestione degli enti territoriali, hanno inciso profondamente sul grado di autonomia finanziaria e funzionale ad essi garantiti dal titolo V della Costituzione, rendendo necessaria l'adozione di strumenti idonei affinché i futuri interventi di contenimento della spesa assicurino mezzi di copertura finanziaria in grado di salvaguardare il corretto adempimento dei livelli essenziali delle prestazioni, nonché delle funzioni fondamentali inerenti ai diritti civili e sociali (...) Senza un più deciso e convinto sostegno alle politiche redistributive e di intervento compensativo volte a rimuovere le cause strutturali dei divari regionali che si frappongono allo sviluppo ed all'integrazione economica delle aree più marginalizzate del Meridione, i problemi di ritardo nell'infrastrutturazione territoriale non potranno che aggravarsi e gli ostacoli ad una maggiore crescita economica saranno più difficilmente contrastabili di fronte all'emergere di fattori di crisi prodotti dall'attuale fase recessiva e dalle inevitabili tensioni che ad essi si accompagnano»;
    e ancora, alle pagine 14 e 15 di detta relazione, si legge: «Dal quadro delle misure complessivamente adottate, deve dunque ritenersi che il patto di stabilità interno abbia costituito, in questi anni, lo strumento principe non solo per realizzare le finalità di finanziamento del debito pubblico e di consolidamento dei conti pubblici, ma anche per attuare un percorso di progressivo ridimensionamento delle funzioni di spesa delle autonomie territoriali e di quelle regionali in particolare. Attraverso l'imposizione di tetti di spesa e vincoli ai saldi di bilancio, il patto di stabilità interno ha realizzato, a valere sulle finanze degli enti territoriali, economie per complessivi 33,4 miliardi di euro, parte delle quali si sono tradotte in corrispondenti tagli ai trasferimenti statali, con relative economie di spesa e benefico impatto sul saldo netto da finanziare del bilancio dello Stato. L'entità di tali misure di contenimento della finanza territoriale è rapportabile al complessivo effetto di contenimento della spesa realizzato dal 2009 a carico delle amministrazioni centrali e degli enti previdenziali messi insieme (pari a circa 35 miliardi di euro). Tuttavia, poiché la spesa primaria annua degli enti territoriali (esclusa la componente sanitaria) corrispondeva, nel 2009, a circa 112 miliardi di euro, a fronte di un'omologa spesa primaria di amministrazioni centrali ed enti previdenziali pari a circa 506 miliardi di euro, appare evidente la misura del sovradimensionamento del contributo della finanza territoriale al riequilibrio dei conti pubblici. In altri termini, lo sforzo di risanamento richiesto alle amministrazioni territoriali con i vincoli disposti dal patto di stabilità interno risulta non proporzionato all'entità delle risorse gestibili dalle stesse, il che ha prodotto un drastico ridimensionamento delle funzioni di spesa di queste ultime a vantaggio degli altri comparti amministrativi che compongono il conto economico consolidato delle amministrazioni pubbliche»; ciò è confermato anche dallo studio Ifel-Fondazione Anci dal titolo «La finanza comunale in sintesi» dell'ottobre 2014. Nell'introduzione a tale documento (pagine 5 e 6) si legge che «anche per effetto della persistente crisi finanziaria che attraversa il Paese ormai da qualche anno, i comuni vivono una stagione di profondo malessere. Le difficoltà assumono certamente una dimensione finanziaria, con risorse sempre più scarse disponibili in bilancio, ma sono dovute anche ad un quadro normativo incerto, confuso e in definitiva restio nel valorizzare compiutamente l'autonomia degli enti locali. Ne deriva una condizione di crescente difficoltà, sia sul piano programmatico che in fase gestionale, resa ancor più delicata dal ruolo di «gabelliere dello Stato» affidato negli ultimi anni dal Governo centrale ai comuni, di fatto obbligati ad aumentare in misura significativa le imposte locali, senza, però, essere nelle condizioni di poter offrire maggiori servizi ed investimenti alle comunità di riferimento. (...) Esclusi alcuni fattori intervenuti sul piano contabile e la componente inflazionistica, infatti, negli ultimi anni il trend della spesa corrente comunale evidenzia una crescita pressoché nulla, accompagnata da una drastica contrazione degli investimenti, soprattutto a causa dei vincoli sempre più stringenti imposti dal patto di stabilità interno»;
    tale situazione si rivela ogni giorno sempre più insostenibile per la tenuta del patto sociale che tiene insieme i cittadini italiani;
    peraltro, occorre considerare che nelle ultime settimane numerose fonti di stampa denunciano pubblicamente il rischio di commissariamento diffuso che potrebbe riguardare moltissime amministrazioni locali, dal momento che le sanzioni per chi non approverà in tempo il consuntivo 2014 prevedono la sospensione di tutti i pagamenti (fondo di solidarietà in primis) fino a quando i dati non arriveranno ai Ministeri seguendo la procedura stabilita; ciò comporterà che molte amministrazioni locali avranno serie difficoltà a rispettare la data di scadenza fissata per il 30 aprile 2015;
    anche l'Anutel, mediante lettera inviata al Ministro dell'interno, ha chiesto di spostare la data ultima di approvazione dei consuntivi 2014 al 31 maggio 2015;
    per circa 400 comuni italiani, quelli che negli anni scorsi hanno già avviato la sperimentazione della riforma della contabilità, la situazione risulta essere disperata, in quanto con il consuntivo si troveranno costretti ad effettuare il riaccertamento straordinario dei residui attivi. A questa già critica situazione si aggiunge anche la novità in arrivo da Arconet riguardante gli obblighi di accantonamento nel fondo crediti di dubbia esigibilità nel rendiconto;
    il testo unico enti locali impone la consegna del rendiconto ai revisori almeno venti giorni prima dell'avvio in consiglio della sessione di bilancio; quindi, gli enti locali, per poter sperare di rispettare il termine del 30 aprile 2015, dovrebbero avere già deliberato il bilancio in giunta;
    anche nel 2014 la scadenza ha subito una dilazione, con nuova data fissata al 30 giugno 2014, a seguito della revisione straordinaria del gettito prodotto nel 2013 dall'IMU sui fabbricati di categoria D avviata dal decreto «salva Roma ter»;
    infine, a seguito della conferma del regime 2014 della TASI e dell'IMU recata dal comma 679 della legge 23 dicembre 2014, n. 190 (legge di stabilità per l'anno 2015), si rende necessario ripristinare il fondo straordinario integrativo di 625 milioni di euro già erogato per l'anno 2014, in considerazione dell'impossibilità per un'ampia fascia di comuni di ricostituire il gettito già acquisibile con il previgente regime IMU, per effetto dei più stringenti limiti all'aliquota massima della TASI introdotti originariamente per il solo 2014;
    tale integrazione riguarda circa 1.800 comuni per una popolazione di oltre 30 milioni di abitanti. La sua abrogazione porterebbe ad una crisi insanabile gli equilibri di molti di tali enti, anche considerando gli effetti della nuova contabilità e dei rilevanti ulteriori tagli disposti dalla stessa legge di stabilità per l'anno 2015;
    l'incidenza del mancato consolidamento è resa ben evidente dalla considerazione che circa la metà dei comuni in questione subirebbero un taglio aggiuntivo (rispetto a quanto espressamente stabilito dalla legge) pari a oltre il 50 per cento, con punte del 300 per cento. Di questi comuni particolarmente colpiti, oltre 600 sono di dimensioni minori (fino a 10 mila abitanti),

impegna Governo:

   ad assumere iniziative per ripristinare integralmente il valore complessivo dei trasferimenti tagliati con la legge di stabilità per l'anno 2015;
   a non effettuare ulteriori riduzioni, negli anni futuri, fino a quando lo sforzo richiesto in termini percentuali agli enti locali non sia stato sostenuto anche dalle istituzioni centrali;
   a garantire in ogni caso, anche agli enti locali in dissesto, i trasferimenti necessari all'espletamento dei servizi sociali essenziali, come l'assistenza ai cittadini disabili;
   a garantire agli enti locali i tempi necessari per una programmazione seria, assumendo iniziative per definire norme certe sull'ammontare delle risorse di cui potranno disporre nell'anno seguente entro la fine del mese di ottobre, in modo da permettere di approvare i bilanci previsionali entro il 31 dicembre di ogni anno;
   a non ridurre i trasferimenti a disposizione degli enti locali nell'esercizio in corso e a non assumere iniziative per la modifica delle norme sulla fiscalità locale;
   pur a spesa complessiva invariata per l'insieme delle amministrazioni comunali, a definire con idonee analisi e un confronto con le autonomie locali i fabbisogni standard degli enti anche in termini di personale e dei relativi tetti di spesa, definendo un criterio il più possibile uniforme a livello nazionale che regoli il rapporto spesa del personale/popolosità dell'ente, in modo da distribuire al meglio la spesa dei comuni e giungendo così a criteri razionali che raggruppino i fabbisogni di comuni di pari livello e popolazione, con il superamento dell'attuale criterio di blocco/riduzione orizzontale ed acritico di tale spesa per ciascun comune indipendentemente dalla sua efficienza e dalle sue necessità comparabili;
   a svincolare dai tetti di spesa i costi di formazione del personale per delimitati settori e corsi autorizzati a livello centrale finalizzate ad incrementare la capacita di analisi sull'efficienza di spesa dei servizi, quali efficienza energetica, ricaduta socioeconomica di indotto delle azioni, digitalizzazione;
   ad assumere iniziative normative per spostare, alla luce di quanto esposto in premessa, la data ultima di approvazione dei consuntivi 2014 al 31 maggio o al 30 giugno 2015;
   al fine di far fronte alle minori risorse e garantire i servizi ai cittadini e, quindi, di porre in essere tutte le azioni necessarie a ridurre la spesa corrente tra cui la rinegoziazione del debito, consentire l'utilizzo di tutte le fonti disponibili, compreso l'avanzo e la ristrutturazione del debito mediante accensione di nuovi prestiti (come previsto dal comma 2 dell'articolo 41 della legge n. 448 del 2001), assumendo un'iniziativa normativa per abrogare il vincolo di utilizzo esclusivo dei proventi da dismissioni che riguarda il rimborso dei prestiti obbligazionari;
   in conseguenza della decisione di posticipare l'avvio della local tax, ad assumere iniziative normative per ripristinare il trasferimento integrativo di 625 milioni di euro, indispensabile agli enti locali, già oggetto di pesanti tagli sulle risorse del fondo di solidarietà comunale, per garantire i servizi essenziali ai cittadini.
(1-00741)
(Nuova formulazione) «Luigi Di Maio, Agostinelli, Alberti, Baroni, Basilio, Battelli, Benedetti, Massimiliano Bernini, Paolo Bernini, Nicola Bianchi, Bonafede, Brescia, Brugnerotto, Businarolo, Busto, Cancelleri, Carinelli, Caso, Castelli, Cecconi, Chimienti, Ciprini, Colletti, Colonnese, Cominardi, Corda, Cozzolino, Crippa, Da Villa, Dadone, Daga, Dall'Osso, D'Ambrosio, De Lorenzis, De Rosa, Del Grosso, Della Valle, Dell'Orco, Di Battista, Di Benedetto, Manlio Di Stefano, Di Vita, Dieni, D'Incà, D'Uva, Fantinati, Ferraresi, Fico, Fraccaro, Frusone, Gagnarli, Gallinella, Luigi Gallo, Silvia Giordano, Grande, Grillo, L'Abbate, Liuzzi, Lombardi, Lorefice, Lupo, Mannino, Mantero, Marzana, Micillo, Nesci, Nuti, Parentela, Pesco, Petraroli, Pisano, Rizzo, Paolo Nicolò Romano, Ruocco, Sarti, Scagliusi, Sibilia, Sorial, Spadoni, Spessotto, Terzoni, Tofalo, Toninelli, Tripiedi, Vacca, Simone Valente, Vallascas, Vignaroli, Villarosa, Zolezzi».

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

crisi monetaria

comune

autonomia