Legislatura: 17Seduta di annuncio: 363 del 15/01/2015
Primo firmatario: KRONBICHLER FLORIAN
Gruppo: SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA'
Data firma: 15/01/2015
Elenco dei co-firmatari dell'atto Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma PANNARALE ANNALISA SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 15/01/2015 SCOTTO ARTURO SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 15/01/2015 PALAZZOTTO ERASMO SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 15/01/2015 PAGLIA GIOVANNI SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 15/01/2015
Partecipanti allo svolgimento/discussione ILLUSTRAZIONE 16/01/2015 Resoconto KRONBICHLER FLORIAN SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' INTERVENTO PARLAMENTARE 16/01/2015 Resoconto BONOMO FRANCESCA PARTITO DEMOCRATICO PARERE GOVERNO 03/03/2015 Resoconto GIRO MARIO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (AFFARI ESTERI E COOPERAZIONE) DICHIARAZIONE VOTO 03/03/2015 Resoconto MARAZZITI MARIO PER L'ITALIA - CENTRO DEMOCRATICO Resoconto GALGANO ADRIANA SCELTA CIVICA PER L'ITALIA Resoconto KRONBICHLER FLORIAN SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' Resoconto BUTTIGLIONE ROCCO AREA POPOLARE (NCD-UDC) Resoconto PALESE ROCCO FORZA ITALIA - IL POPOLO DELLA LIBERTA' - BERLUSCONI PRESIDENTE Resoconto GALLINELLA FILIPPO MOVIMENTO 5 STELLE Resoconto CAMANI VANESSA PARTITO DEMOCRATICO Resoconto MARCON GIULIO SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA'
DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 16/01/2015
DISCUSSIONE IL 16/01/2015
RINVIO AD ALTRA SEDUTA IL 16/01/2015
NON ACCOLTO IL 03/03/2015
PARERE GOVERNO IL 03/03/2015
DISCUSSIONE IL 03/03/2015
RESPINTO IL 03/03/2015
CONCLUSO IL 03/03/2015
La Camera,
premesso che:
il Consorzio internazionale per il giornalismo investigativo ha condotto un'inchiesta il cui risultato dimostra che 340 aziende hanno spostato una parte delle loro sedi legali in Lussemburgo per quella pratica di «ottimizzazione fiscale» che sottintende l'utilizzo di metodi leciti o quasi per pagare meno tasse «senza contare fondi di investimento di quasi tremila miliardi di euro di attività nette, secondi solo agli Stati Uniti»;
da questa inchiesta si evincono documenti ufficiali che dimostrano come il neopresidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker, una delle più importanti cariche europee, nella sua passata vita politica cioè quando ricopriva l'incarico di Primo ministro del Lussemburgo, è stato responsabile di accordi segreti con grandi multinazionali che, grazie a queste intese, sono riuscite a sottrarre decine di miliardi di tasse ai Paesi dell'Unione europea in cui avrebbero dovuto pagarle;
per Bloomberg, una delle più note multi-testate finanziarie del mondo, il popolo lussemburghese sarebbe divenuto uno dei più ricchi al mondo, secondo solo al Qatar, perché «regole di segreto bancario simili a quelle svizzere» e «meccanismi di elusione fiscale approvati dal governo» hanno contribuito a garantire un ingente afflusso di capitali. Gli accordi fiscali, descritti nei documenti trapelati, presumibilmente consentivano a multinazionali come Apple e Deutsche Bank, di ridurre i loro oneri fiscali sui profitti maturati in altri Paesi. Il risultato è che «le aliquote fiscali applicate erano minime». Di conseguenza, «si potrebbe dire che Juncker abbia reso ricco il proprio paese andando a borseggiare gli altri stati, inclusi, soprattutto, quelli dell'Unione europea che è ora chiamato a servire», ha rimarcato l'agenzia;
l'Espresso in contemporanea con altre grandi testate europee come Bbc, The Guardian, Le Monde, Süddeutsche Zeitung, ha pubblicato i documenti riservati che dimostrano come il Lussemburgo di Juncker sia stato un invidiabile paradiso fiscale per tante imprese internazionali, comprese le italiane finora emerse. Vantaggi legittimi in quanto la legislazione europea consente la concorrenza fiscale tra un Paese e l'altro mentre vieta gli aiuti di Stato. E i «tax ruling» lussemburghesi potrebbero configurarsi come tali nei confronti di alcune aziende particolarmente beneficiate da una fiscalità generosa;
tale passato comportamento di Jean-Claude Juncker è del tutto incompatibile con il ruolo assunto di Presidente della Commissione europea che necessita di una personalità autorevole e meritevole di fiducia da parte di tutti i cittadini dell'Unione europea danneggiati dalle politiche condotte durante il suo quasi ventennale incarico di Primo ministro lussemburghese;
la permanenza nell'incarico di Presidente dell'Unione europea di Juncker non aiuta la causa europea, in quanto la sua posizione come capo dell'istituzione che sta indagando le pratiche fiscali da lui supervisionate quando era Primo ministro del Lussemburgo, è in evidente conflitto di interesse, e pertanto la credibilità delle istituzioni, se lasciasse l'incarico, se ne avvantaggerebbe,
impegna il Governo
a promuovere l'attivazione, in conformità alle disposizioni del Trattato dell'Unione europea, delle procedure volte alla cessazione dalla carica del Presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker per le ragioni esposte in premessa, valutando altresì l'ipotesi di promuovere nelle sedi competenti il ricorso alla Corte di giustizia dell'Unione europea in base all'articolo 247 del Trattato sul funzionamento dell'Unione europea per chiedere che il Presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker sia dichiarato dimissionario dalla carica ricoperta per incompatibilità con i requisiti richiesti per tale importante ruolo.
(1-00700) «Kronbichler, Pannarale, Scotto, Palazzotto, Paglia».
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):presidente della Commissione
fiscalita'
impresa multinazionale