ATTO CAMERA

MOZIONE 1/00634

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 313 del 20/10/2014
Abbinamenti
Atto 1/00629 abbinato in data 20/10/2014
Atto 1/00633 abbinato in data 20/10/2014
Atto 1/00640 abbinato in data 11/11/2014
Atto 1/00643 abbinato in data 11/11/2014
Atto 1/00646 abbinato in data 11/11/2014
Atto 1/00655 abbinato in data 11/11/2014
Firmatari
Primo firmatario: BIANCHI DORINA
Gruppo: NUOVO CENTRODESTRA
Data firma: 20/10/2014
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
CALABRO' RAFFAELE NUOVO CENTRODESTRA 20/10/2014
ROCCELLA EUGENIA NUOVO CENTRODESTRA 20/10/2014


Stato iter:
11/11/2014
Partecipanti allo svolgimento/discussione
INTERVENTO PARLAMENTARE 20/10/2014
Resoconto ZACCAGNINI ADRIANO SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA'
Resoconto AMATO MARIA PARTITO DEMOCRATICO
Resoconto PILI MAURO MISTO
Fasi iter:

DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 20/10/2014

DISCUSSIONE IL 20/10/2014

RINVIO AD ALTRA SEDUTA IL 20/10/2014

DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 11/11/2014

RITIRATO IL 11/11/2014

CONCLUSO IL 11/11/2014

Atto Camera

Mozione 1-00634
presentato da
BIANCHI Dorina
testo di
Martedì 11 novembre 2014, seduta n. 329

   La Camera,
   premesso che:
    il fenomeno migratorio ha assunto, ormai, dimensioni epocali; è in costante crescita ed è soggetto a continue mutazioni sia per quanto riguarda i motivi che lo generano sia per le modalità nelle quali si manifesta. Gli Stati europei, e più di tutti il nostro Paese, si trovano ad affrontare, dunque, un problema estremamente complesso, che assume sempre più carattere strutturale, che richiede risposte la cui enorme difficoltà non sfugge a nessuno;
    in Italia il peso assoluto e relativo degli stranieri sulla popolazione residente è aumentato notevolmente nel tempo e si prevede che tale trend proseguirà nei prossimi anni. Le implicazioni sociali e sanitarie sono considerevoli. I flussi migratori interessano, infatti, una moltitudine di popolazioni e di categorie di persone che, alle più comuni problematiche di carattere sociale, sollecitano risposte sul piano di quelle che attengono al tema della salute, dei bisogni, dei suoi rischi e dei vari livelli di vulnerabilità;
    la salute dei migranti e le tematiche di salute associate alle migrazioni sono dunque, al momento, questioni cruciali per l'agenda internazionale dei Governi e della società civile;
    lo stato di salute dei migranti, determinato in larga parte dalle condizioni sociali ed igienico-sanitarie del Paese di provenienza, può risentire anche delle precarie condizioni di vita e di lavoro e del difficile accesso ai servizi sanitari del Paese ospite. I timori legati alla condizione di irregolarità e la scarsa conoscenza del diritto di accesso ai servizi sanitari, delle modalità di fruizione degli stessi e della lingua locale sono, infatti, alcuni tra i principali fattori che impediscono ai migranti di accedere a percorsi di prevenzione, di diagnosi precoce e di terapia ambulatoriale in Italia e li spingono piuttosto a rivolgersi al Servizio sanitario nazionale in condizioni di urgenza (presso il pronto soccorso);
    una situazione che può favorire l'insorgenza e lo sviluppo di patologie di diversa complessità e gravità: questo aspetto è particolarmente rilevante per le malattie infettive, patologie che si diffondono più facilmente in condizioni di scarsa igiene e di sovraffollamento;
    si sa bene che la prevenzione gioca un ruolo fondamentale nell'evitare l'insorgenza e la diffusione di malattie infettive nella popolazione e che, per molte di queste patologie, sono disponibili terapie mirate risolutive: è evidente, pertanto, che combattere le problematiche relative all'accesso ai servizi sanitari ed intervenire sugli aspetti fondamentali della salute è particolarmente rilevante dal punto di vista della sanità pubblica;
    gli interventi di salute pubblica per ridurre il rischio di patologie infettive devono avere, dunque, sia una prospettiva di breve periodo (occupandosi dei migranti appena giunti in Italia e ospitati nei centri di accoglienza) sia una a lungo termine (rivolgendosi alle persone che si sono stabilite e cominciano a integrarsi nel nostro Paese). Tra le prime misure rientrano: un sistema di sorveglianza e di allerta precoce che preveda una valutazione dello stato di salute dei migranti all'ingresso e un suo monitoraggio nei centri di immigrazione; procedure che favoriscano l'accesso ai servizi sanitari per le popolazioni migranti che consentano la diagnosi precoce di eventuali patologie e una continuità di cura e strategie vaccinali in grado di proteggere bambini ed adulti, nonché assicurare una continuità con la loro pregressa storia vaccinale;
    tra le strategie a lungo periodo diventa fondamentale favorire l'accesso alle vaccinazioni previste nel calendario vaccinale e per categorie professionali, per riuscire a raggiungere obiettivi di sanità pubblica e permettere una maggiore sicurezza sui luoghi di lavoro;
    la tutela della salute in Italia è sancita dall'articolo 32 della Costituzione che, identificando la salute come «fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettività» non la vincola alla cittadinanza italiana o allo status (regolare o irregolare) di residenza. Da questo principio deriva la legislazione attualmente in vigore che sancisce il diritto di qualunque cittadino straniero in Italia di usufruire dei servizi sanitari pubblici a prescindere dalla sua situazione;
    per quanto riguarda le misure di prevenzione, il Ministero della salute e lo Stato maggiore della Marina militare hanno concluso un accordo con il quale si prevede che dal 21 giugno 2014 il personale sanitario del Ministero della salute, con specifica formazione per la gestione delle problematiche quarantenarie, che competono direttamente allo Stato, sarà stabilmente a bordo delle unità navali che partecipano all'operazione Mare Nostrum al fine di effettuare le operazioni di controllo sanitario già prima che i migranti arrivino nei porti italiani, utilizzando il lasso di tempo che intercorre tra il recupero e l'arrivo in porto. Il Ministero della salute prosegue, pertanto, nell'opera di rafforzamento del dispositivo di sorveglianza sanitaria nei confronti di potenziali rischi infettivi connessi ai flussi migratori ed ha avviato tale iniziativa volta a rispondere in maniera efficace all'incremento numerico delle persone da controllare: si opera così per la prima volta una proiezione in mare degli uffici di sanità marittima, aerea e di frontiera del Ministero della salute. Medici ed altro personale sanitario della Marina militare imbarcato sulle stesse unità continuano ad effettuare gli interventi sanitari curativi che si rendono necessari. L'operazione, pertanto, contribuisce ad elevare il livello di tutela dei cittadini residenti nel nostro Paese e quella dei migranti stessi;
    grazie all'operazione scrupolosa di applicazione delle norme di prevenzione sanitaria e dei dispositivi individuali di protezione, l'operazione Mare Nostrum (interpretata e sostenuta con encomiabili perizie e spirito umanitario dalle forze dell'ordine, ed affiancata dalla Croce Rossa e da organizzazioni non governative che operano a bordo delle navi italiane), si è in grado di stabilire in anticipo l'identità di chi entra in Italia e soprattutto le sue condizioni di salute;
    il nostro Paese ha un sistema sanitario universalistico: cura tutti indistintamente senza eccezioni; il Governo sta mettendo in campo un programma straordinario di assistenza ai minori che arrivano sul territorio italiano. Questi impegni sono sostenuti dall'Italia con le sue risorse: ma, rispetto all'evidenza di un fenomeno che coinvolge un intero continente, risulta opportuno, giusto e indispensabile che l'Europa intera sostenga tale sforzo. Sarebbe, infatti, opportuno realizzare una task force a livello europeo proprio per affrontare il tema della salute dei migranti (includendo anche il tema dei rapporti bilaterali con i Paesi da cui provengono i flussi migratori) in un momento in cui il «fenomeno ebola» sta creando un giustificato allarme nel continente e nel mondo intero;
    il rischio di importazioni di malattie da virus ebola, per l'Italia come per gli altri Paesi europei, appare, al momento, sotto controllo. Infatti, il Ministero della salute ha posto in essere ogni necessaria iniziativa volta a potenziare la vigilanza sanitaria sia sul territorio nazionale che nei punti di ingresso transfrontalieri marittimi ed aerei. A tal fine, sono state emanate specifiche circolari e raccomandazioni alle regioni e alle province autonome, agli uffici di sanità marittima, alle aree di frontiera, alle amministrazioni interessate ed al Ministero della difesa;
    l'istituzione delle misure di sorveglianza presso porti, aeroporti e punti d'ingresso internazionali del nostro Paese, continuerà, pertanto, fino alla dichiarazione di cessazione dell'epidemia. Si ribadisce, ancora una volta, che le caratteristiche del Sistema sanitario nazionale e l'efficienza dei sistemi di sorveglianza a livello locale, regionale e nazionale sono in grado di evitare la presenza di fenomeni epidemici;
    è stata, tra l'altro, costituita una task force interministeriale (Ministeri della salute, della difesa, degli affari esteri e della cooperazione internazionale, delle infrastrutture e dei trasporti e dell'interno) per far fronte ad eventuali rischi legati all'epidemia da virus ebola. L'obiettivo è di un rafforzamento dei controlli in porti ed aeroporti, ma anche dell'avvio di una campagna di informazione tra i viaggiatori;
    in relazione all'esperienza della gestione sul territorio nazionale dei casi sospetti di malattia da virus ebola, il Ministero della salute ha stabilito un protocollo centrale proprio in merito ai casi sospetti, probabili e confermati, nonché ai contatti cui fare riferimento nell'organizzazione della preparazione e della risposta al verificarsi degli stessi. In particolare, il protocollo prevede la gestione dei casi di virus ebola indicati a livello centrale, con il coinvolgimento delle regioni e, ove necessario, delle altre amministrazioni dello Stato ed enti privati e l'eventuale trasferimento in modalità protetta presso uno dei centri nazionali di riferimento per la gestione clinica del paziente;
    in Italia, le segnalazioni dei casi sospetti che si sono intensificate nei mesi di luglio ed agosto del 2014, determinate anche da un sistema di allerta attivato nel Paese, e pervenute sino ad oggi al Ministero della salute, sono state oggetto di apposite indagini epidemiologiche e di approfondimento diagnostico, come previsto dalle circolari emanate, riportando un esito negativo. Il Ministero della salute ha fornito, con successive circolari, disposizioni per il rafforzamento delle misure di sorveglianza nei punti di ingresso internazionale (porti ed aeroporti). Da ultimo, con la circolare del 1o ottobre 2014 ed aggiornata il 6 ottobre successivo, sono state fornite indicazioni, non solo sui centri di riferimento nazionali e sui centri clinici a livello di regioni e province autonome, in cui possono essere gestiti casi sospetti e confermati di infezioni da virus ebola. Si è fatto riferimento anche alle modalità di stratificazione del criterio epidemiologico in base al rischio di esposizione, alla valutazione iniziale ed alla gestione di casi sospetti o confermati da virus ebola, alle modalità per il trasporto, alle precauzioni da adottare per la protezione degli operatori sanitari e alle misure nei confronti di coloro che vengono a contatto con tale malattia,

impegna il Governo:

   a proseguire nell'opera di monitoraggio, con particolare riguardo al controllo anche nelle sedi aeroportuali con specifico riferimento agli scali di Milano Malpensa e di Roma Fiumicino, al fine di scongiurare che l'Italia, per la sua peculiare collocazione geografica e per il suo ruolo nell'ambito del Mediterraneo, possa trovarsi in una situazione di maggiore difficoltà rispetto ad un fenomeno tanto grave e complesso;
   a rafforzare e potenziare le procedure per l'individuazione dei soggetti che potrebbero essersi infettati già nei Paesi africani colpiti dall'epidemia da virus ebola prima del loro imbarco sugli aeromobili, con destinazione in uno degli aeroporti europei;
   a promuovere l'attivazione di una campagna informativa in modo omogeneo in tutta l'Unione europea, al fine di garantire la più corretta e totale informazione ai cittadini circa i comportamenti da tenere nell'ipotesi in cui inizino a manifestarsi i sintomi di una possibile infezione;
   ad adottare attività di sostegno ai Paesi interessati che coinvolgano gli Stati membri e le strutture della Commissione europea, in modo da supportare gli stessi Paesi nelle iniziative di ricostruzione dei sistemi sanitari duramente colpiti da questa emergenza.
(1-00634) «Dorina Bianchi, Calabrò, Roccella».

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

malattia

rischio sanitario

controllo sanitario