ATTO CAMERA

MOZIONE 1/00589

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 287 del 10/09/2014
Abbinamenti
Atto 1/00160 abbinato in data 25/09/2014
Atto 1/00360 abbinato in data 25/09/2014
Atto 1/00576 abbinato in data 25/09/2014
Atto 1/00579 abbinato in data 25/09/2014
Atto 1/00583 abbinato in data 25/09/2014
Atto 1/00587 abbinato in data 25/09/2014
Atto 1/00597 abbinato in data 25/09/2014
Firmatari
Primo firmatario: BIANCHI DORINA
Gruppo: NUOVO CENTRODESTRA
Data firma: 10/09/2014
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
BERNARDO MAURIZIO NUOVO CENTRODESTRA 10/09/2014


Stato iter:
25/09/2014
Partecipanti allo svolgimento/discussione
PARERE GOVERNO 25/09/2014
Resoconto ZANETTI ENRICO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (ECONOMIA E FINANZE)
 
INTERVENTO GOVERNO 25/09/2014
Resoconto ZANETTI ENRICO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (ECONOMIA E FINANZE)
 
DICHIARAZIONE VOTO 25/09/2014
Resoconto LAVAGNO FABIO MISTO-LIBERTA' E DIRITTI - SOCIALISTI EUROPEI (LED)
Resoconto BUTTIGLIONE ROCCO PER L'ITALIA
Resoconto PRATAVIERA EMANUELE LEGA NORD E AUTONOMIE
Resoconto KRONBICHLER FLORIAN SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA'
Resoconto GALGANO ADRIANA SCELTA CIVICA PER L'ITALIA
Resoconto BERNARDO MAURIZIO NUOVO CENTRODESTRA
Resoconto PALESE ROCCO FORZA ITALIA - IL POPOLO DELLA LIBERTA' - BERLUSCONI PRESIDENTE
Resoconto GALLINELLA FILIPPO MOVIMENTO 5 STELLE
Resoconto BONOMO FRANCESCA PARTITO DEMOCRATICO
Fasi iter:

DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 25/09/2014

ACCOLTO IL 25/09/2014

PARERE GOVERNO IL 25/09/2014

DISCUSSIONE IL 25/09/2014

APPROVATO IL 25/09/2014

CONCLUSO IL 25/09/2014

Atto Camera

Mozione 1-00589
presentato da
BIANCHI Dorina
testo di
Giovedì 25 settembre 2014, seduta n. 298

   La Camera,
   premesso che:
    con l'accordo politico del 27 giugno 2013 i Governi dell'Unione europea hanno convenuto di ridurre a 959,99 miliardi di euro di impegni e a 908 miliardi di euro in termini di pagamenti il massimale di spesa dell'Unione europea a 28, per il periodo 2014-2020. Le risorse impegnabili sono pari all'1 per cento del reddito nazionale lordo degli Stati dell'Unione europea in termini di impegni, rispetto all'1,08 per cento originariamente proposto dalla Commissione europea, configurando così il primo caso nella storia dell'Unione europea in cui il quadro finanziario pluriennale risulta di entità inferiore (oltre il 3 per cento) rispetto all'esercizio settennale precedente;
    si riducono le risorse per le politiche di coesione sociale e territoriale (da 354,8 a 325 miliardi complessivi), mentre più risorse saranno destinate ai capitoli su competitività e crescita (Galileo, Orizzonte 2020, reti di trasporto transfrontaliere): in tale ambito, le risorse passano da 91,5 miliardi di euro del settennato 2007-2013, ai 125,6 miliardi di euro per il periodo 2014-20120. L'Italia mantiene fondi per la coesione, con 29,34 miliardi di euro nel prossimo settennio, contro i 29,38 miliardi di euro dell'esercizio corrente; da segnalare l'attribuzione di maggiori risorse sia nel settennato, sia nel 2014, alle misure legate alla sicurezza e in particolare al potenziamento di Frontex;
    nel bilancio comunitario 2014-2020 le politiche agricole e della pesca assumono ancora un significativo rilievo (dal 42,3 per cento al 38,9 per cento del budget dell'Unione europea): per i prossimi sette anni l'agricoltura europea potrà contare su 410 miliardi di euro e all'Italia spetteranno 33,3 miliardi di euro (di cui 24 miliardi di euro per gli aiuti diretti e 9,3 miliardi di euro per lo sviluppo rurale);
    le istituzioni europee hanno introdotto una serie di disposizioni e meccanismi di flessibilità idonei a rendere il nuovo quadro finanziario pluriennale maggiormente efficace, trasparente e adeguato alle esigenze attuali e future dei cittadini dell'Unione europea;
    il 12 novembre 2013 il Consiglio dei ministri dell'economia e delle finanze dell'Unione europea ha raggiunto l'accordo sul bilancio comunitario per il 2014, aderendo alla proposta iniziale della Commissione europea, che prevedeva impegni per 142,6 miliardi di euro e pagamenti per 135,5 miliardi di euro, leggermente inferiori rispetto a quanto richiesto dal Parlamento; tali accordi sono stati approvati dal Parlamento europeo a fine novembre 2013;
    le tre principali fonti di finanziamento dell'Unione europea sono:
   a) lo 0,73 per cento del reddito nazionale lordo di ciascun Paese membro, un introito che rappresenta i due terzi del bilancio dell'Unione europea. Il calcolo del contributo di ciascun Paese si basa sul principio della solidarietà e della capacità contributiva;
   b) le cosiddette risorse proprie tradizionali, principalmente dazi all'importazione, sui prodotti provenienti da paesi esterni all'Unione europea;
   c) una percentuale della base imponibile armonizzata dell'imposta sul valore aggiunto di ciascun Paese dell'Unione europea;
    secondo i dati forniti dalla Ragioneria generale dello Stato, nel 2012 l'Italia ha versato all'Unione europea 16,4 miliardi di euro, pari al 12,78 per cento del bilancio comunitario relativo al medesimo anno, in ulteriore aumento rispetto ai 16 miliardi di euro del 2011 (+2,5 per cento), ricevendo invece dal bilancio dell'Unione europea 9,7 miliardi di euro;
    nonostante il tracollo del prodotto interno lordo italiano, solo nel 2012 si registra, non la diminuzione, ma un rallentamento della crescita delle risorse trasferite dall'Italia all'Unione europea; stando ai dati della Ragioneria generale dello Stato, negli ultimi 12 anni l'Italia ha versato circa 171 miliardi di euro e ne ha ricevuti 111, con un saldo negativo di circa 60 miliardi di euro, una differenza di circa 5 miliardi di euro all'anno;
    nell'ambito delle trattative sul riparto sia delle risorse comunitarie, sia dell'apporto degli Stati al bilancio comunitario, si sono registrati trattamenti differenziati che, sostanzialmente, si traducono in trattamenti di favore; grazie alla cosiddetta «correzione britannica», concessa in forza del minor peso che l'agricoltura ha nell'economia inglese (una decisione assunta trent'anni fa, quando l'economia britannica godeva di minori benefici rispetto agli altri Stati membri dalle politiche comunitarie), il Regno Unito continua tutt'oggi a beneficiare di più di 3 miliardi di euro all'anno, di cui 635 milioni di euro pagati dall'Italia;
    l'Italia (insieme ad altri Paesi) continua, inoltre, a sostenere una quota (nel 2011 è stata di 700 milioni di euro) dei rimborsi al Regno Unito per la correzione degli squilibri di bilancio. In base alla decisione del Consiglio del 7 giugno 2007 è stata confermata, infatti, l'agevolazione in favore del Regno Unito, dell'Austria, della Germania e dei Paesi Bassi, che hanno beneficiato di aliquote di prelievo dell'IVA ridotte durante il periodo 2007-2013. Paesi Bassi e Svezia beneficiano di riduzioni lorde dei loro contributi annui basati sul reddito nazionale lordo. Tali agevolazioni vengono ripartite a carico degli altri Stati membri;
    il Fondo per lo sviluppo e la coesione si fonda sull'articolo 3 del Trattato di Roma, che prevede una politica di riavvicinamento delle economie degli Stati; in tal senso il Fondo per lo sviluppo e la coesione assiste i Paesi aventi un reddito nazionale lordo pro capite inferiore al 90 per cento della media comunitaria; con tale meccanismo sono finanziati sia Paesi effettivamente in ritardo di sviluppo (quali Romania, Grecia, Portogallo), sia Paesi che hanno una crescita del prodotto interno lordo nettamente positiva, come Polonia, Irlanda e, dal 2014, la Spagna;
    il Consiglio europeo di Fontainebleau del 1984, nel generalizzare il meccanismo di correzione al bilancio già in vigore per il Regno Unito, ha stabilito che «(...) ogni Stato membro con un onere di bilancio eccessivo rispetto alla propria prosperità relativa potrà beneficiare di una correzione a tempo debito»,

impegna il Governo:

   a considerare, tra le priorità del semestre italiano di Presidenza dell'Unione europea (nel contempo avviando da subito il dibattito in sede comunitaria), la riforma dei criteri di formazione e di ripartizione del bilancio comunitario, in particolare richiedendo:
    a) la revisione delle modalità di calcolo degli apporti dei singoli Stati al bilancio, secondo criteri che tengano conto del ciclo economico e delle sperequazioni sociali nei singoli Stati;
    b) la revisione dell'attualità di tutti i meccanismi di agevolazione o di maggior favore;
    c) un più massiccio finanziamento delle politiche di coesione sociale e territoriale;
   ad avviare, nell'ambito del semestre italiano di Presidenza dell'Unione europea e successivamente al rinnovo del Parlamento europeo e della Commissione europea del 2014, una revisione di medio termine del quadro finanziario pluriennale entro il 2016, al fine di consentire un riesame delle priorità e degli stanziamenti per i restanti anni del quadro finanziario, alla luce dei mutamenti negli scenari macroeconomici e negli equilibri politici;
   in merito all'applicazione di molti capitoli della nuova Politica agricola comune, a partire dalle misure transitorie per il 2014, a procedere con la massima celerità agli adempimenti di propria competenza, curando, in particolare, che le risorse vengano utilizzate in modo ottimale.
(1-00589) «Dorina Bianchi, Bernardo».

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

coesione economica e sociale

trasporto transfrontaliero

politica comunitaria dell'ambiente