ATTO CAMERA

MOZIONE 1/00576

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 283 del 04/09/2014
Abbinamenti
Atto 1/00160 abbinato in data 04/09/2014
Atto 1/00360 abbinato in data 04/09/2014
Atto 1/00579 abbinato in data 04/09/2014
Atto 1/00583 abbinato in data 25/09/2014
Atto 1/00587 abbinato in data 25/09/2014
Atto 1/00589 abbinato in data 25/09/2014
Atto 1/00597 abbinato in data 25/09/2014
Firmatari
Primo firmatario: PALESE ROCCO
Gruppo: FORZA ITALIA - IL POPOLO DELLA LIBERTA' - BERLUSCONI PRESIDENTE
Data firma: 03/09/2014
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
FAENZI MONICA FORZA ITALIA - IL POPOLO DELLA LIBERTA' - BERLUSCONI PRESIDENTE 03/09/2014
RUSSO PAOLO FORZA ITALIA - IL POPOLO DELLA LIBERTA' - BERLUSCONI PRESIDENTE 03/09/2014
SAVINO SANDRA FORZA ITALIA - IL POPOLO DELLA LIBERTA' - BERLUSCONI PRESIDENTE 03/09/2014
ABRIGNANI IGNAZIO FORZA ITALIA - IL POPOLO DELLA LIBERTA' - BERLUSCONI PRESIDENTE 03/09/2014
GIORGETTI ALBERTO FORZA ITALIA - IL POPOLO DELLA LIBERTA' - BERLUSCONI PRESIDENTE 03/09/2014
GALLO RICCARDO FORZA ITALIA - IL POPOLO DELLA LIBERTA' - BERLUSCONI PRESIDENTE 03/09/2014
CIRACI' NICOLA FORZA ITALIA - IL POPOLO DELLA LIBERTA' - BERLUSCONI PRESIDENTE 03/09/2014


Stato iter:
25/09/2014
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 04/09/2014
Resoconto PALESE ROCCO FORZA ITALIA - IL POPOLO DELLA LIBERTA' - BERLUSCONI PRESIDENTE
 
INTERVENTO PARLAMENTARE 04/09/2014
Resoconto CHAOUKI KHALID PARTITO DEMOCRATICO
 
PARERE GOVERNO 25/09/2014
Resoconto ZANETTI ENRICO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (ECONOMIA E FINANZE)
 
INTERVENTO GOVERNO 25/09/2014
Resoconto ZANETTI ENRICO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (ECONOMIA E FINANZE)
 
DICHIARAZIONE VOTO 25/09/2014
Resoconto LAVAGNO FABIO MISTO-LIBERTA' E DIRITTI - SOCIALISTI EUROPEI (LED)
Resoconto BUTTIGLIONE ROCCO PER L'ITALIA
Resoconto PRATAVIERA EMANUELE LEGA NORD E AUTONOMIE
Resoconto KRONBICHLER FLORIAN SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA'
Resoconto GALGANO ADRIANA SCELTA CIVICA PER L'ITALIA
Resoconto BERNARDO MAURIZIO NUOVO CENTRODESTRA
Resoconto PALESE ROCCO FORZA ITALIA - IL POPOLO DELLA LIBERTA' - BERLUSCONI PRESIDENTE
Resoconto GALLINELLA FILIPPO MOVIMENTO 5 STELLE
Resoconto BONOMO FRANCESCA PARTITO DEMOCRATICO
Fasi iter:

DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 04/09/2014

DISCUSSIONE IL 04/09/2014

RINVIO AD ALTRA SEDUTA IL 04/09/2014

DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 25/09/2014

ATTO MODIFICATO IN CORSO DI SEDUTA IL 25/09/2014

ACCOLTO IL 25/09/2014

PARERE GOVERNO IL 25/09/2014

DISCUSSIONE IL 25/09/2014

APPROVATO IL 25/09/2014

CONCLUSO IL 25/09/2014

Atto Camera

Mozione 1-00576
presentato da
PALESE Rocco
testo di
Giovedì 25 settembre 2014, seduta n. 298

   La Camera,
   premesso che:
    il prossimo quinquennio istituzionale europeo sarà cruciale per il rilancio della crescita, in considerazione del fatto che, come evidenziato di recente dal Governatore Draghi, la crisi occupazionale dell'Unione europea monetaria da socio-economica potrebbe diventare istituzionale;
    in tale ambito, il massimo responsabile della Banca centrale europea ha rivolto una particolare attenzione nei riguardi degli Stati membri dell'Unione europea, che presentano evidenti debolezze strutturali ed elevato debito pubblico come l'Italia, affinché, all'interno della governance dell'eurozona, si applichino le regole di bilancio vigenti in modo flessibile, attraverso il contemporaneo avvio di un processo di riforme autentiche e strutturali in grado di rilanciare una crescita sostenibile e duratura;
    all'interno del suesposto scenario, che attesta il perdurare della crisi economica e finanziaria e delle ripercussioni che quest'ultima ha generato sul conseguimento degli obiettivi macroeconomici prefissati, che coinvolgono non soltanto l'Italia, (come confermato dai recenti dati al ribasso sul prodotto interno lordo trimestrale dell'eurozona inclusa la Germania), le politiche di bilancio e gli strumenti finanziari dell'Unione europea, come ad esempio Strategia Europa 2020, (nonostante il documento contenga una serie di obiettivi condivisibili, volti all'individuazione d'interventi nel quadro dei rispettivi programmi nazionali di riforma che ogni anno sono esaminati nell'ambito della procedura del semestre europeo), necessitano un complessivo ripensamento in chiave di alleggerimento;
    le regole di bilancio dell'Unione europea, soprattutto nella parte preventiva, dimostratesi austere e irrigidite dalle prescrizioni di un Trattato internazionale (il Fiscal compact), che non è parte dell'ordinamento comunitario europeo, alla luce dei profondi cambiamenti che la crisi economica ha determinato negli Stati membri, unitamente all'estensione della sorveglianza multilaterale agli squilibri macroeconomici, proposta dalla Commissione europea nel 2011, si sono rivelate, nella realtà, estremamente rigide e spesso di dubbia interpretazione, giudicabili nel complesso in maniera negativa per l'economia reale, avendo determinato un impatto depressivo e di scarsa propensione alla crescita per le imprese e le famiglie;
    l'attuale quadro economico italiano di deflazione, che non si verificava dal 1959 (con uno scenario favorevole completamente diverso da quello attuale ed un tasso di sviluppo all'epoca pari al 7 per cento), rileva come l'incertezza ed i problemi strutturali dell'economia dell'Unione europea permangono tuttora gravi e richiedono la necessità di un'azione politica serrata, da condurre contro l'applicazione acritica di una politica europea errata, attraverso la richiesta di una revisione degli accordi fin qui accettati ed un allentamento delle regole di bilancio;
    in tale ambito, ai sensi dell'articolo 312 del Trattato sul funzionamento dell'Unione europea, il quadro finanziario pluriennale, (entrato in vigore il 1o gennaio 2014), che fissa in relazione a ciascuna delle grandi aree di spesa dell'Unione europea il massimale degli stanziamenti per il periodo 2014-2020, si è rilevato come l'Italia (con riferimento al prodotto interno lordo) rappresenti il terzo Paese, dopo Germania e Francia, che contribuirà in misura rilevante per i prossimi sette anni al bilancio comunitario, rispetto agli altri Stati membri;
    dal suindicato quadro finanziario pluriennale 2014-2020 è emerso, infatti, come all'interno degli articolati stanziamenti previsti pari a circa 960 miliardi di euro, pari all'1 per cento del reddito nazionale lordo complessivo dei 28 Paesi membri, le corrispondenti risorse finanziarie saranno determinate per il 12,9 per cento dai diritti doganali e dai dazi, per l'11,4 per cento attraverso la quota derivante dal gettito IVA (competenza per l'0,30 per cento dell'Unione europea) e per il 68 per cento invece da quanto versato dai medesimi Stati membri in base al rispettivo reddito nazionale lordo;
    all'interno di tale ripartizione il medesimo quadro finanziario pluriennale prevede il mantenimento fino al 2020 del sistema delle cosiddette «scontistiche», costituito da un obsoleto strumento agevolativo finanziario riservato a determinati Paesi, come la Gran Bretagna, sulla base di una serie di discutibili argomentazioni e parametri contabili riferiti alla politica agricola;
    il Consiglio europeo di Fontainebleau nel giugno del 1984 introdusse, infatti, un meccanismo di correzione dello squilibrio di bilancio britannico, prevedendo che i due terzi della differenza tra la parte del Regno Unito nel gettito IVA e la sua parte nelle spese comunitarie potessero ritornare al medesimo Paese, sotto forma di riduzione della base imponibile IVA britannica; tale sgravio peraltro risulta attualmente posto a carico di tutti gli altri Stati membri secondo la loro parte rispettiva nei versamenti IVA (ad eccezione della Germania che versa solo i due terzi della sua parte normale, mentre il saldo è suddiviso secondo i medesimi criteri tra gli altri Stati membri e per quasi il 50 per cento a carico dell'Italia e della Francia);
    il suesposto ed iniquo beneficio a favore della Gran Bretagna, in considerazione che il contributo britannico al bilancio europeo si è dimostrato sproporzionato rispetto alla sua prosperità relativa, peraltro con riferimento alla scarsa vocazione agricola, è risultato nel corso degli anni particolarmente favorevole al Paese britannico, se si valuta come, dall'anno 2001, in cui si è raggiunto l'importo massimo di 7,3 miliardi di euro, e nei successivi anni sono stati attribuiti «sconti» a favore del Regno Unito per diversi miliardi di euro;
    nonostante siano state inoltrate da parte del nostro Paese e dalla Franciarichieste in sede comunitaria per la revisione del cosiddetto «sconto inglese», finalizzate a correggere un rapporto contabile con l'Unione europea evidentemente arbitrario, l'Italia (insieme ad altri Paesi), sebbene non si sia dimostrato un attento fruitore nel corso degli anni dei fondi comunitari strutturali e scarsamente incisivo nelle fasi negoziali, continua ad accollarsi una quota (nel 2011 è stata di 700 milioni di euro) dei rimborsi dell'ormai superato rebate, divenuto non più sostenibile, sia con riferimento alle precarie condizioni della tenuta dei conti pubblici e delle difficoltà degli equilibri di bilancio, che al pesante squilibrio strutturale apertosi con l'Europa, che, di fatto, ha relegato il nostro Paese fra gli ultimi nella scala della ricchezza dell'Unione europea;
    nell'ambito delle considerazioni in precedenza esposte e delle articolate criticità economiche e contabili che riguardano il nostro Paese, l'avvio del semestre di Presidenza italiana all'interno del Consiglio europeo, rappresenta, a tal fine, un importante occasione all'interno della cornice istituzionale comunitaria, per la definizione di un anacronistico meccanismo, ovvero dello «sconto inglese», in quanto se trent'anni fa esso poteva riscontrare una motivazione logica a fronte dell'ingente spesa comune a titolo di politica agricola, attualmente, con una dotazione della Politica agricola comune assolutamente ridotta rispetto agli altri stanziamenti (ed un sistema finanziario dell'Unione europea profondamente rivisitato dal 1984), appare del tutto superato, nonostante nelle prospettive finanziarie 2014-2020 indicate dal quadro finanziario pluriennale continui ad essere attribuito;
    risultano pertanto indifferibili iniziative in sede comunitaria, volte ad interrompere tali accordi estremamente onerosi e non più accettabili nei confronti di una cosiddetta «correzione britannica», che, oltre a non prevedere una data di scadenza, consente al Regno Unito il rimborso di un importo pari al 66 per cento della differenza tra il suo contributo al bilancio dell'Unione europea e l'importo ottenuto dallo stesso bilancio, comportando di riflesso un ulteriore onere finanziario a carico degli altri Stati membri tra cui l'Italia, con manifeste conseguenze negative e penalizzanti per gli equilibri dei conti pubblici e dell'economia reale del nostro Paese, che permane in una fase di estrema criticità;
    appaiono altresì inderogabili interventi volti a compensare l'oneroso accordo internazionale dello «sconto inglese» attraverso l'esclusione dal Patto di stabilità interno delle regioni che effettuano investimenti in favore del settore agricolo e agroindustriale nazionale, in considerazione tra l'altro che l'entità della spesa agricola è diminuita nel corso degli anni e che la nuova programmazione della Politica agricola comune per il periodo 2014-2020 prevede una significativa decurtazione dei fondi disponibili per il nostro Paese,

impegna il Governo:

   a prevedere in sede comunitaria iniziative urgenti e necessarie al fine di avviare una rivisitazione complessiva delle politiche di bilancio dell'Unione europea, nonché dei criteri di applicazione della disciplina di bilancio dell'Unione europea contenuti nel Trattato sul funzionamento dell'Unione europea, al Titolo II, articoli 310 e seguenti, attraverso una maggiore semplificazione delle procedure volte ad una migliore composizione tra tassazione (da ridurre) e spesa pubblica (da ristrutturare) ed un allentamento delle regole in modo più flessibile;
   ad intervenire, nelle medesime sedi europee, nel caso fosse accertato da parte del Regno Unito un minore apporto al bilancio comunitario, attraverso una rinegoziazione automatica del cosiddetto rebate, in considerazione delle numerose criticità esposte in premessa, che evidenziano l'oramai insostenibile onere per gli Stati membri, ed in particolare per il nostro Paese, di rimborsare annualmente quanto previsto dal Consiglio europeo di Fontainebleau nel 1984, il cui sistema delle cosiddette «scontistiche» risulta ancora previsto all'interno del quadro finanziario pluriennale per il periodo 2014-2020;
   a valutare infine iniziative volte a prevedere l'esclusione dal Patto di stabilità interno in favore delle regioni che effettuino investimenti per il settore agricolo e agroindustriale nazionale, il cui comparto anticiclico, già gravato da un'eccessiva tassazione e da una crisi economica causata anche da fattori climatici sfavorevoli, riveste un ruolo determinante per il prodotto interno lordo del nostro Paese.
(1-00576)
(Testo modificato nel corso della seduta) «Palese, Faenzi, Russo, Sandra Savino, Abrignani, Alberto Giorgetti, Riccardo Gallo, Ciracì».

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

paese membro

politica agricola comune

prodotto interno lordo