ATTO CAMERA

MOZIONE 1/00482

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 238 del 03/06/2014
Abbinamenti
Atto 1/00052 abbinato in data 03/06/2014
Atto 1/00088 abbinato in data 03/06/2014
Atto 1/00146 abbinato in data 03/06/2014
Atto 1/00161 abbinato in data 03/06/2014
Atto 1/00472 abbinato in data 03/06/2014
Atto 1/00475 abbinato in data 03/06/2014
Atto 1/00479 abbinato in data 03/06/2014
Atto 1/00481 abbinato in data 03/06/2014
Atto 6/00074 abbinato in data 03/06/2014
Firmatari
Primo firmatario: FIORIO MASSIMO
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 03/06/2014
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
GAGNARLI CHIARA MOVIMENTO 5 STELLE 03/06/2014
FAENZI MONICA FORZA ITALIA - IL POPOLO DELLA LIBERTA' - BERLUSCONI PRESIDENTE 03/06/2014
BORDO FRANCO SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 03/06/2014
BIANCHI DORINA NUOVO CENTRODESTRA 03/06/2014
CATANIA MARIO SCELTA CIVICA PER L'ITALIA 03/06/2014
CAON ROBERTO LEGA NORD E AUTONOMIE 03/06/2014
RAMPELLI FABIO FRATELLI D'ITALIA-ALLEANZA NAZIONALE 03/06/2014
SCHULLIAN MANFRED MISTO-MINORANZE LINGUISTICHE 03/06/2014
ZACCAGNINI ADRIANO MISTO-ALTRE COMPONENTI DEL GRUPPO 03/06/2014
PASTORELLI ORESTE MISTO-PARTITO SOCIALISTA ITALIANO (PSI) - LIBERALI PER L'ITALIA (PLI) 03/06/2014
AGOSTINI LUCIANO PARTITO DEMOCRATICO 03/06/2014
ALLASIA STEFANO LEGA NORD E AUTONOMIE 03/06/2014
ANTEZZA MARIA PARTITO DEMOCRATICO 03/06/2014
ANZALDI MICHELE PARTITO DEMOCRATICO 03/06/2014
ATTAGUILE ANGELO LEGA NORD E AUTONOMIE 03/06/2014
BALDASSARRE MARCO MOVIMENTO 5 STELLE 03/06/2014
BALDUZZI RENATO SCELTA CIVICA PER L'ITALIA 03/06/2014
BARBANTI SEBASTIANO MOVIMENTO 5 STELLE 03/06/2014
BENEDETTI SILVIA MOVIMENTO 5 STELLE 03/06/2014
BERNINI MASSIMILIANO MOVIMENTO 5 STELLE 03/06/2014
BINETTI PAOLA PER L'ITALIA 03/06/2014
BORGHESI STEFANO LEGA NORD E AUTONOMIE 03/06/2014
BOSSI UMBERTO LEGA NORD E AUTONOMIE 03/06/2014
BUONANNO GIANLUCA LEGA NORD E AUTONOMIE 03/06/2014
BRAGANTINI MATTEO LEGA NORD E AUTONOMIE 03/06/2014
BUSIN FILIPPO LEGA NORD E AUTONOMIE 03/06/2014
CAPARINI DAVIDE LEGA NORD E AUTONOMIE 03/06/2014
CAPUA ILARIA SCELTA CIVICA PER L'ITALIA 03/06/2014
CARRA MARCO PARTITO DEMOCRATICO 03/06/2014
CARUSO MARIO PER L'ITALIA 03/06/2014
CATANOSO GENOESE FRANCESCO DETTO BASILIO CATANOSO FORZA ITALIA - IL POPOLO DELLA LIBERTA' - BERLUSCONI PRESIDENTE 03/06/2014
CAUSIN ANDREA SCELTA CIVICA PER L'ITALIA 03/06/2014
CENNI SUSANNA PARTITO DEMOCRATICO 03/06/2014
CESARO ANTIMO SCELTA CIVICA PER L'ITALIA 03/06/2014
CIMMINO LUCIANO SCELTA CIVICA PER L'ITALIA 03/06/2014
CIRIELLI EDMONDO FRATELLI D'ITALIA-ALLEANZA NAZIONALE 03/06/2014
CORSARO MASSIMO ENRICO FRATELLI D'ITALIA-ALLEANZA NAZIONALE 03/06/2014
COVA PAOLO PARTITO DEMOCRATICO 03/06/2014
COVELLO STEFANIA PARTITO DEMOCRATICO 03/06/2014
D'AGOSTINO ANGELO ANTONIO SCELTA CIVICA PER L'ITALIA 03/06/2014
DAL MORO GIAN PIETRO PARTITO DEMOCRATICO 03/06/2014
DE MITA GIUSEPPE PER L'ITALIA 03/06/2014
DELLAI LORENZO PER L'ITALIA 03/06/2014
DI STEFANO FABRIZIO FORZA ITALIA - IL POPOLO DELLA LIBERTA' - BERLUSCONI PRESIDENTE 03/06/2014
FAUTTILLI FEDERICO PER L'ITALIA 03/06/2014
FEDRIGA MASSIMILIANO LEGA NORD E AUTONOMIE 03/06/2014
FERRARI ALAN PARTITO DEMOCRATICO 03/06/2014
GALGANO ADRIANA SCELTA CIVICA PER L'ITALIA 03/06/2014
GALLINELLA FILIPPO MOVIMENTO 5 STELLE 03/06/2014
GALLO RICCARDO FORZA ITALIA - IL POPOLO DELLA LIBERTA' - BERLUSCONI PRESIDENTE 03/06/2014
GIORGETTI GIANCARLO LEGA NORD E AUTONOMIE 03/06/2014
GRIMOLDI PAOLO LEGA NORD E AUTONOMIE 03/06/2014
GUIDESI GUIDO LEGA NORD E AUTONOMIE 03/06/2014
INVERNIZZI CRISTIAN LEGA NORD E AUTONOMIE 03/06/2014
LA RUSSA IGNAZIO FRATELLI D'ITALIA-ALLEANZA NAZIONALE 03/06/2014
L'ABBATE GIUSEPPE MOVIMENTO 5 STELLE 03/06/2014
LIBRANDI GIANFRANCO SCELTA CIVICA PER L'ITALIA 03/06/2014
LUPO LOREDANA MOVIMENTO 5 STELLE 03/06/2014
MAIETTA PASQUALE FRATELLI D'ITALIA-ALLEANZA NAZIONALE 03/06/2014
MARAZZITI MARIO PER L'ITALIA 03/06/2014
MARCOLIN MARCO LEGA NORD E AUTONOMIE 03/06/2014
MARROCU SIRO PARTITO DEMOCRATICO 03/06/2014
MARTELLA ANDREA PARTITO DEMOCRATICO 03/06/2014
MATARRESE SALVATORE SCELTA CIVICA PER L'ITALIA 03/06/2014
MAZZIOTTI DI CELSO ANDREA SCELTA CIVICA PER L'ITALIA 03/06/2014
MELONI GIORGIA FRATELLI D'ITALIA-ALLEANZA NAZIONALE 03/06/2014
MIGLIORE GENNARO SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 03/06/2014
MOLEA BRUNO SCELTA CIVICA PER L'ITALIA 03/06/2014
MOLTENI NICOLA LEGA NORD E AUTONOMIE 03/06/2014
MONCHIERO GIOVANNI SCELTA CIVICA PER L'ITALIA 03/06/2014
MONGIELLO COLOMBA PARTITO DEMOCRATICO 03/06/2014
MOTTOLA GIOVANNI CARLO FRANCESCO FORZA ITALIA - IL POPOLO DELLA LIBERTA' - BERLUSCONI PRESIDENTE 03/06/2014
NARDUOLO GIULIA PARTITO DEMOCRATICO 03/06/2014
NASTRI GAETANO FRATELLI D'ITALIA-ALLEANZA NAZIONALE 03/06/2014
NESI EDOARDO MISTO-ALTRE COMPONENTI DEL GRUPPO 03/06/2014
OLIARO ROBERTA SCELTA CIVICA PER L'ITALIA 03/06/2014
OLIVERIO NICODEMO NAZZARENO PARTITO DEMOCRATICO 03/06/2014
PALAZZOTTO ERASMO SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 03/06/2014
PALESE ROCCO FORZA ITALIA - IL POPOLO DELLA LIBERTA' - BERLUSCONI PRESIDENTE 03/06/2014
PALMA GIOVANNA PARTITO DEMOCRATICO 03/06/2014
PARENTELA PAOLO MOVIMENTO 5 STELLE 03/06/2014
PELLEGRINO SERENA SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 03/06/2014
PESCO DANIELE MOVIMENTO 5 STELLE 03/06/2014
PIEPOLI GAETANO PER L'ITALIA 03/06/2014
PINI GIANLUCA LEGA NORD E AUTONOMIE 03/06/2014
PRATAVIERA EMANUELE LEGA NORD E AUTONOMIE 03/06/2014
QUARTAPELLE PROCOPIO LIA PARTITO DEMOCRATICO 03/06/2014
QUINTARELLI GIUSEPPE STEFANO SCELTA CIVICA PER L'ITALIA 03/06/2014
RABINO MARIANO SCELTA CIVICA PER L'ITALIA 03/06/2014
ROMANO ANDREA SCELTA CIVICA PER L'ITALIA 03/06/2014
RONDINI MARCO LEGA NORD E AUTONOMIE 03/06/2014
ROSSI DOMENICO PER L'ITALIA 03/06/2014
RUSSO PAOLO FORZA ITALIA - IL POPOLO DELLA LIBERTA' - BERLUSCONI PRESIDENTE 03/06/2014
SANI LUCA PARTITO DEMOCRATICO 03/06/2014
SANTERINI MILENA PER L'ITALIA 03/06/2014
SBERNA MARIO PER L'ITALIA 03/06/2014
SCHIRO' GEA PER L'ITALIA 03/06/2014
SOTTANELLI GIULIO CESARE SCELTA CIVICA PER L'ITALIA 03/06/2014
SPERANZA ROBERTO PARTITO DEMOCRATICO 03/06/2014
TAGLIALATELA MARCELLO FRATELLI D'ITALIA-ALLEANZA NAZIONALE 03/06/2014
TARICCO MINO PARTITO DEMOCRATICO 03/06/2014
TENTORI VERONICA PARTITO DEMOCRATICO 03/06/2014
TERROSI ALESSANDRA PARTITO DEMOCRATICO 03/06/2014
TOTARO ACHILLE FRATELLI D'ITALIA-ALLEANZA NAZIONALE 03/06/2014
VALIANTE SIMONE PARTITO DEMOCRATICO 03/06/2014
VARGIU PIERPAOLO SCELTA CIVICA PER L'ITALIA 03/06/2014
VENITTELLI LAURA PARTITO DEMOCRATICO 03/06/2014
VITELLI PAOLO SCELTA CIVICA PER L'ITALIA 03/06/2014
ZAN ALESSANDRO SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 03/06/2014
ZANIN GIORGIO PARTITO DEMOCRATICO 03/06/2014
ZARATTI FILIBERTO SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 03/06/2014
ZOLEZZI ALBERTO MOVIMENTO 5 STELLE 03/06/2014


Stato iter:
03/06/2014
Partecipanti allo svolgimento/discussione
PARERE GOVERNO 03/06/2014
Resoconto CASTIGLIONE GIUSEPPE SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (POLITICHE AGRICOLE ALIMENTARI E FORESTALI)
 
DICHIARAZIONE VOTO 03/06/2014
Resoconto CAON ROBERTO LEGA NORD E AUTONOMIE
Resoconto CATANIA MARIO SCELTA CIVICA PER L'ITALIA
Resoconto BIANCHI DORINA NUOVO CENTRODESTRA
Resoconto BORDO FRANCO SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA'
Resoconto FAENZI MONICA FORZA ITALIA - IL POPOLO DELLA LIBERTA' - BERLUSCONI PRESIDENTE
Resoconto L'ABBATE GIUSEPPE MOVIMENTO 5 STELLE
Resoconto FIORIO MASSIMO PARTITO DEMOCRATICO
Resoconto TOTARO ACHILLE FRATELLI D'ITALIA-ALLEANZA NAZIONALE
Resoconto SANTERINI MILENA PER L'ITALIA
Fasi iter:

DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 03/06/2014

ACCOLTO IL 03/06/2014

PARERE GOVERNO IL 03/06/2014

DISCUSSIONE IL 03/06/2014

APPROVATO IL 03/06/2014

CONCLUSO IL 03/06/2014

Atto Camera

Mozione 1-00482
presentato da
FIORIO Massimo
testo di
Martedì 3 giugno 2014, seduta n. 238

   La Camera,
   premesso che:
    il fenomeno dello spreco alimentare a livello mondiale ha assunto, da alcuni anni, una dimensione tale da essere considerato non più tollerabile, specialmente di fronte alle gravissime difficoltà di approvvigionamento di cibo di intere aree del pianeta;
    come ricorda la Fao, il numero di persone denutrite sulla Terra sfiora il miliardo, mentre la quantità di cibo sprecato nei Paesi industrializzati ammonta a 222 milioni di tonnellate, più o meno pari alla produzione alimentare disponibile nell'Africa subsahariana (230 milioni di tonnellate);
    i dati più gravi dello spreco alimentare riguardano gli Stati Uniti, ma anche l'Europa e l'Italia registrano una dimensione molto grave, aggravata, proprio in Italia, da un parallelo e paradossale incremento del fenomeno della povertà; molteplici sono le cause del fenomeno;
    è in corso una profonda distorsione nella produzione e allocazione del cibo, in particolare dei cereali, derivante da un modello di sviluppo sbagliato fondato sull'eccessivo consumo di risorse non rigenerabili;
    le politiche di marketing delle multinazionali e le normative sulla brevettazione dei prodotti agro alimentari, hanno contribuito a generare comportamenti sociali tendenti a produrre sempre più «spreco» e «scarto» alimentare e, di conseguenza, la cultura del «riciclo» e del «riutilizzo» alimentare faticano non poco ad affermarsi rispetto al suo contrario;
    esiste una relazione profonda tra la crisi che si sta vivendo ed un modello di consumo massificato e quantitativo ma non qualitativo, che richiede un intervento che eviti di perpetuare diseguaglianze, tanto più gravi trattandosi di accesso al cibo e ad una sana e buona alimentazione;
    viceversa, nell'immaginario collettivo dei Paesi cosiddetti «ricchi» l'educazione alimentare, erroneamente, si traduce in «performanti» diete, o nuovi «costumi alimentari», che si rivelano dannosi per l'organismo umano con ricadute sulla spesa sanitaria che diventa crescente a fronte di nuove patologie connesse all'alimentazione;
    si verifica il paradosso, riferito da numerosi rapporti di carattere internazionale, per il quale metà del cibo prodotto nel mondo non arriva mai ad essere consumato;
    si verifica perdita di cibo, nei Paesi in via di sviluppo, a monte, a causa di limiti logistici e strutturali, e, nei Paesi industrializzati, a valle, a causa di comportamenti errati nel consumo domestico e nella ristorazione collettiva;
    lo spreco alimentare grava, inoltre, sul clima, sulle risorse idriche, sul suolo e sulla bio diversità. La decomposizione dei rifiuti alimentari produce metano, gas ed effetti serra e ogni chilogrammo di cibo prodotto comporta oltre 4,5 chilogrammi di anidride carbonica equivalente;
    istituzioni e letteratura specializzata definiscono lo spreco alimentare in modi diversi; tuttavia, non esiste una definizione univoca di spreco alimentare né a livello istituzionale, né tanto meno nella letteratura scientifica specializzata. È stata proposta però, in uno studio commissionato dalla Fao, la distinzione tra food loss, perdite alimentari che si riscontrano durante le fasi di produzione agricola, post-raccolto e trasformazione degli alimenti, e food waste, lo spreco di cibo che si verifica nell'ultima parte della catena alimentare (distribuzione, vendita e consumo finale);
    per la definizione di spreco alimentare non esiste ancora in Europa un'unica definizione, ma, a partire dal 2011, in seno alla Commissione europea (agricoltura e sviluppo rurale), lo si è considerato come «l'insieme dei prodotti scartati dalla catena agro alimentare, che – per ragioni economiche, estetiche o per la prossimità della scadenza di consumo, seppure ancora commestibili, e quindi potenzialmente destinabili al consumo umano –, in assenza di un possibile uso alternativo, sono destinati ad essere eliminati e smaltiti, producendo effetti negativi dal punto di vista ambientale, costi economici e mancati guadagni per le imprese»;
    purtroppo, il tema della «scarsità delle risorse naturali», che deve essere centrale nell'agenda politica di questo millennio, è vissuto, il più delle volte, come un mero esercizio percettivo;
    uno studio del 2011 della Commissione europea sullo spreco di cibo indica che esso, a livello domestico, è il più rilevante: corrisponde al 42 per cento del totale (25 per cento della spesa alimentare per peso) e ammonta a circa 76 chilogrammi pro capite all'anno (di cui il 60 per cento potrebbe essere evitato); è piuttosto consistente anche la parte relativa ai processi di trasformazione degli alimenti (39 per cento) e in quella riguardante i servizi di ristorazione e catering (14 per cento). Più contenuto, invece, lo spreco a livello distributivo (8 chilogrammi pro capite all'anno) anche se, in alcuni casi, la distribuzione è indirettamente responsabile di una parte dello spreco che avviene più all'inizio o più a valle della filiera alimentare; secondo il suddetto studio della Commissione europea, che indica come media i 180 chilogrammi pro capite di cibo sprecato, la situazione nell'Unione europea passa dai 579 chilogrammi pro capite dell'Olanda ai 44 chilogrammi pro capite della Grecia, con l'Italia a 149 chilogrammi pro capite, valore sopra la media mondiale, indicata dalla Fao in 95-115 chilogrammi pro capite;
    il rapporto della Fao Food Wastage footprint: Impact on Natural Resource, del settembre 2013, stima in 750 miliardi di dollari l'anno i costi economici diretti dello spreco alimentare, che ammonta a circa 1,3 miliardi di tonnellate di cibo, pari a circa un terzo (il 33 per cento) della produzione totale di cibo destinato al consumo umano. Per produrre il cibo che viene sprecato sono utilizzati 250 chilometri cubi di acqua e 1,4 miliardi di ettari di terreno e immessi in atmosfera all'anno 3,3 miliardi di tonnellate di gas serra; circa il 54 per cento dello spreco avviene durante la fase di produzione, lavorazione post-raccolto e stoccaggio, mentre il 46 per cento occorre nelle fasi di lavorazione, distribuzione e consumo;
    in Italia i dati raccolti hanno evidenziato come solo la frutta e gli ortaggi gettati via nei punti vendita abbiano comportato il consumo di più di 73 milioni di metri cubi d'acqua (water footprint) in un anno, l'utilizzo di risorse ambientali pari a quasi 400 metri cubi equivalenti (ecological footprint) e l'emissione in atmosfera di più di 8 milioni di chilogrammi di anidride carbonica equivalente (carbon footprint);
    secondo alcune prime stime dell'Osservatorio sullo spreco alimentare, Waste Watchers, in Italia, nel 2011 lo spreco di cibo a livello domestico è costato a famiglia poco meno di 1.600 euro all'anno; Il libro nero dello spreco in Italia: il cibo, (Segrè e Falasconi 2011) ha quantificato in 20 milioni di tonnellate lo spreco alimentare lungo tutta la filiera nazionale; più di recente, esperti del settore hanno chiarito che «in Italia se le perdite della filiera alimentare (agricola, trasformazione e distribuzione) valgono 0,2 punti del Pil, lo spreco alimentare domestico rappresenta mezzo punto del Pil, ossia tra 8 e 9 miliardi di euro»;
    secondo la Società italiana di nutrizione umana (Sinu), la disponibilità calorica giornaliera per ogni italiano è di circa 3.700 chilocalorie, ossia oltre una volta e mezzo il fabbisogno energetico quotidiano, per cui il surplus di 1.700 chilocalorie che ne deriva o provoca sovralimentazione o viene sprecato;
    nei Paesi sviluppati, ma talvolta anche in quelli in via di sviluppo, sono rilevanti le motivazioni di carattere regolamentare ed economico che sono alla base dello spreco alimentare. C’è decisamente ancora molto da fare per comprendere le cause delle perdite nella parte iniziale della filiera. Nelle fasi di prima trasformazione del prodotto agricolo e dei semilavorati, le cause che determinano gli sprechi sono individuabili principalmente in malfunzionamenti tecnici e inefficienze nei processi produttivi: normalmente si parla di «scarti di produzione»;
    nella distribuzione e vendita (sia essa all'ingrosso che al dettaglio) lo spreco dipende da molteplici cause, tra cui ordinazioni inappropriate e previsioni errate della domanda;
    in particolare, nella filiera ortofrutticola, sugli sprechi incide la possibilità di ritirare parte della produzione per evitare il crollo dei prezzi. Il prodotto ritirato, infatti, è destinato solo in parte alla distribuzione gratuita (alle fasce deboli della popolazione, a scuole e a istituti di pena), mentre per la maggior parte è destinato alla distillazione alcolica (36 per cento), al compostaggio e biodegradazione (55 per cento) e all'alimentazione animale (4 per cento). Questi impieghi sono da considerarsi come spreco, in quanto implicano la destinazione del prodotto a un uso differente dall'alimentazione umana per cui era stato coltivato;
    nell'industria agro alimentare lo spreco medio ammonta al 2,6 per cento del totale, pari a circa 1,9 milioni di tonnellate di cibo (escludendo l'industria delle bevande). I prodotti scartati sono tendenzialmente gestiti come rifiuti o utilizzati per la produzione di mangimi e non destinati, invece, alla ridistribuzione alle fasce deboli della popolazione. La maggior parte dello spreco alimentare è riscontrabile nell'industria lattiero-casearia e nella lavorazione e conservazione di frutta e ortaggi;
    per quanto riguarda la fase della distribuzione, l'attività di ricerca condotta dall'Osservatorio sullo spreco alimentare, Waste Watchers, offre stime sulla quantità di cibo «gettato via» da parte dei mercati all'ingrosso (centri alimentari e mercati ortofrutticoli) e della moderna distribuzione. Al riguardo, emerge che nel 2009 in Italia sono state sprecate 263.645 tonnellate di prodotti alimentari (per un totale di 900 milioni di euro), il 40 per cento delle quali è costituito da prodotti ortofrutticoli;
    un discorso a parte merita lo spreco alimentare nella ristorazione collettiva che, in massima parte, deriva da un'errata impostazione dei menù, da grammature scorrette e da capitolati di gara spesso mal impostati; soprattutto nella ristorazione ospedaliera, le organizzazioni di settore rilevano che le inefficienze previste all'interno dei capitolati degli appalti fanno registrare sprechi nel vassoio che si aggirano intorno al 20-25 per cento, con picchi del 40 per cento in alcune strutture ospedaliere;
    alcune ricerche dell'Osservatorio ristorazione collettiva e nutrizione evidenziano, inoltre, come nella ristorazione scolastica si possono osservare le seguenti percentuali di spreco (ciò che resta sul piatto): 15-17 per cento primi piatti; 20-25 per cento carne; 35-40 per cento ortofrutta;
    infine, per quel che riguarda la ristorazione aziendale, lo spreco alimentare deriva dal cosiddetto fine linea, i cibi che, da bando, devono essere comunque garantiti a fine turno in quantità corrispondente a quella iniziale;
    per ridurre il tema dello spreco della ristorazione collettiva occorrerebbe intervenire a monte, rivisitando le modalità che portano alla predisposizione dei bandi per evitare che siano inseriti prodotti di grande richiamo ma che poi non vengono mangiati, rivedendo le grammature all'interno dei capitolati, non per limitare il cibo, ma per ponderarlo in base alle caratteristiche dell'utente, lavorando sul «triangolo» cibo-famiglia-scuola, prevedendo percorsi di educazione alimentare nelle scuole rivolti non solo a bambini ma, soprattutto, a insegnanti e genitori;
    lo spreco domestico nasce: dalla difficoltà del consumatore di interpretare correttamente l'etichettatura degli alimenti, il cui contenuto potrebbe essere incrementato con l'adozione di maggiori informazioni come quella di porre in etichetta la doppia scadenza: il termine minimo di conservazione, che si riferisce alle caratteristiche qualitative del prodotto, «preferibilmente entro», (data di scadenza commerciale del prodotto) e la data di scadenza vera e propria, «da consumarsi entro», (relativa alla salubrità del prodotto alimentare) al fine di evitare confusione sulla commestibilità del cibo; dalla preparazione di porzioni troppo abbondanti (tanto nei ristoranti quanto a casa); a causa degli errori commessi in fase di pianificazione degli acquisti (spesso indotti da offerte promozionali); quando gli alimenti non vengono conservati in modo adeguato;
    il 19 gennaio 2012, il Parlamento europeo ha approvato in seduta plenaria la risoluzione su come «evitare lo spreco di alimenti: strategie per migliorare l'efficienza della catena alimentare nell'Unione europea», in cui definisce lo «spreco alimentare» e si pone l'obiettivo di ridurre del 50 per cento gli sprechi alimentari entro il 2015 e di dedicare il 2014 come anno europeo contro lo spreco alimentare, attraverso una strategia per migliorare l'efficienza della catena alimentare degli Stati membri;
    per raggiungere gli obiettivi della sopradetta risoluzione sono state coinvolte le autonomie locali in progetti contro lo spreco e, in particolare, sono stati organizzati eventi per favorire la massima adesione dei sindaci al progetto Carta per una rete di amministrazioni a spreco zero, per ridurre progressivamente gli sprechi attraverso il controllo e la prevenzione di tutte le attività pubbliche e private, che implichino la gestione di cibo, acqua, energia, rifiuti, mobilità e comunicazione;
    a livello nazionale, il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare ha già avviato, nei mesi scorsi, una strategia nazionale e ha adottato, il 7 ottobre 2013, il Programma nazionale di prevenzione dei rifiuti, che affronta in modo organico il problema degli sprechi alimentari in Italia, in sintonia con quanto indicato dalla Commissione europea nella tabella di marcia verso un'Europa efficiente nell'impiego delle risorse. In tale contesto, è stato istituito il Piano nazionale di prevenzione dello spreco alimentare (PINPAS) ed è stata proclamata, il 5 febbraio 2014, la prima Giornata nazionale di prevenzione dello spreco alimentare in Italia; il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare intende raggiungere entro il 2020 una riduzione del 5 per cento, dei rifiuti per unità di prodotto interno lordo, dei rifiuti urbani, del 10 per cento di quelli pericolosi e del 5 per cento di quelli speciali;
    l'Expo 2015, il cui tema è appunto «Nutrire il Pianeta. Energia per la vita», rappresenta un'opportunità per affrontare il tema degli sprechi alimentari e per studiare soluzioni innovative a livello globale in considerazione della prevista partecipazione di oltre 140 Paesi all'evento; in quest'occasione si potrebbe arrivare alla definizione di una piattaforma di idee in grado di stimolare nuove azioni per ridurre lo spreco alimentare;
    la Commissione europea, nella comunicazione Partecipazione dell'Unione europea all'Expo 2015 di Milano – Nutrire il pianeta: Energia per la vita del 3 maggio 2013 ha ribadito che: «La sicurezza alimentare è diventata negli ultimi quindici anni un elemento centrale delle politiche dell'Unione europea in questo settore e costituisce la base di un vero e proprio modello per il resto del mondo; l'approccio al cibo nell'Unione europea è allo stesso tempo un prerequisito per salvaguardare la salute di cittadini e consumatori e la pietra miliare su cui si basa la reputazione e il successo dell'industria alimentare europea in tutto il mondo. La sostenibilità assume un'importanza sempre più decisiva per i cittadini europei e a livello mondiale, giacché è sempre più importante utilizzare le risorse in modo più razionale, al fine di garantire la prosperità alle generazioni future e di limitare l'impatto sull'ambiente, preservando le risorse naturali già limitate. Considerando tutto ciò, la partecipazione dell'Unione europea dovrebbe avere anche un fine educativo, non solo sensibilizzando i visitatori, ma anche prospettando loro approcci concreti nel settore dell’ alimentazione e della sostenibilità, in modo da permettere ai cittadini di cambiare in positivo i propri stili di vita riducendo, ad esempio, lo spreco di cibo e adottando scelte alimentari più sane»;
    in tale contesto va senza dubbio evidenziato il ruolo dell'educazione alla responsabilità come parte integrante della soluzione globale, soprattutto in relazione ai bambini a cui bisogna trasmettere il valore del cibo in quanto risorsa, per influenzarne i futuri comportamenti; allo stesso modo è importante educare la gente a riutilizzare e riciclare il cibo invece di gettarlo via, tanto a livello domestico che a livello di ristorazione collettiva, come in ospedali, mense e ristoranti,

impegna il Governo:

   ad affrontare, con urgenza, il problema dello spreco alimentare lungo tutta la catena dell’ approvvigionamento e del consumo, sostenendo strategie per migliorare l'efficienza della catena agro alimentare e promuovendo il confronto con tutte le organizzazioni e le categorie coinvolte, tenendo conto delle iniziative già presenti a livello nazionale;
   a promuovere, in. sede europea e nazionale, l'affermazione di modelli agricoli sostenibili e la trasformazione e il riutilizzo delle eccedenze alimentari;
   a incoraggiare l'adozione di misure atte a ridurre gli sprechi alimentari che si producono anche a causa dei requisiti imposti dalla legislazione europea e nazionale e ad incentivare modalità di packaging differenziato tra prodotti freschi e non;
   a promuovere accordi con le maggiori catene distributive e le industrie alimentari nazionali e straniere, al fine di ridurre gli sprechi alimentari, realizzando, altresì iniziative e campagne informative sui prodotti freschi per indicare ai clienti il modo migliore di conservare più a lungo gli alimenti a casa, così da ridurre lo spreco alimentare;
   ad utilizzare i finanziamenti previsti dal Fondo per gli aiuti europei agli indigenti (FEAD) per la prosecuzione, senza soluzione di continuità, del programma di distribuzione di alimenti agli indigenti finora svolto da AGEA in concorso con le organizzazioni caritative;
   ad attivare un coordinamento tra i Ministeri competenti in materia e la Conferenza Stato regioni per la riduzione degli sprechi con l'obiettivo di:
    a. monitorare e analizzare la dimensione del fenomeno nel nostro Paese;
    b. sostenere le azioni per l'utilizzo di alimenti non consumati nella rete del commercio e della ristorazione;
    c. minimizzare le perdite e le inefficienze della filiera agro alimentare, favorendo la relazione diretta tra produttori e consumatori e coinvolgendo tutti i soggetti interessati con l'obiettivo di rendere più eco-efficienti la logistica, il trasporto, la gestione delle scorte e gli imballaggi;
   ad adoperarsi in sede europea al fine di sostenere il 2015, quale «anno europeo della lotta allo spreco alimentare», con lo scopo di stimolare l'opinione pubblica ad assumere comportamenti maggiormente responsabili rispetto alla fruibilità sostenibile degli agro alimenti e ad aggiornare il Parlamento, entro la fine del 2014, circa il percorso avviato per il raggiungimento degli obiettivi previsti dal PINPAS al fine di ridurre lo spreco alimentare in Italia;
   a farsi promotore in ambito europeo, in particolare nel semestre di Presidenza italiana, dell'Unione europea, dell'istituzione della comunità della conoscenza e dell'innovazione per l'alimentazione incentrata sulla prevenzione dello spreco di cibo e sull'educazione alimentare, stimolando l'opinione pubblica ad assumere comportamenti maggiormente responsabili rispetto alla fruibilità sostenibile degli agroalimenti;
   a rendere partecipe il Parlamento su quale sarà la posizione del Governo, durante il semestre di presidenza europeo, circa le modifiche proposte che sono state illustrate in sede di Consiglio Agricoltura e Pesca del mese di maggio 2014 in merito alle norme sulle etichette di scadenza dei prodotti alimentari;
   ad adottare iniziative volte a rafforzare, con un'idonea normativa di attuazione delle vigenti disposizioni, i principi secondo i quali, in sede di aggiudicazione degli appalti pubblici e privati, i criteri premiali devono essere rivolti ad evitare lo spreco alla fonte, mediante modalità di impostazione di capitolati di gara nella ristorazione collettiva che favoriscano, tra l'altro:
    a) le elaborazioni di menù su scala regionale;
    b) la ridistribuzione gratuita, per esigenze sociali, a favore dei cittadini meno abbienti;
    c) il ricorso ad approvvigionamenti in ambito locale che salvaguardi la qualità e la tracciabilità dei prodotti, da reperire principalmente attraverso modalità finalizzate a favorire ravvicinamento tra la fase produttiva agricola e quella di consumo;
   promuovere, sin dal prossimo anno scolastico della scuola dell'obbligo, nel rispetto dell'autonomia scolastica e dei limiti di finanza pubblica, iniziative di «educazione alimentare e gestione ecosostenibile delle risorse naturali» che abbiano, quale punto di partenza, gli effetti negativi che lo spreco alimentare produce, facendo si che tali programmi di studio tendano a strutturare, nell'immaginario delle future generazioni, un approccio meno utilitaristico e maggiormente eco-responsabile delle risorse naturali viste nella loro complessità sistemica. Ciò, al fine di dimostrare come rendere più sostenibile l'acquisto, la conservazione, la preparazione e lo smaltimento finale degli alimenti; a promuovere altresì campagne informative in occasione dell'esposizione universale Expo 2015, mediante l'adozione di un «Piano tra Nazioni», finalizzato a prevenire gli sprechi;
   ad assumere tutte le opportune iniziative per ridurre l'ammontare degli sprechi alimentari attraverso un maggior recupero di alimenti da destinare agli indigenti;
   a valutare la possibilità di assumere iniziative anche di carattere economico per incrementare la dotazione finanziaria del Fondo per la distribuzione di derrate alimentari alle persone indigenti, previsto dal decreto-legge 22 giugno 2012, n. 83, convertito, con modificazioni, dalla legge 7 agosto 2012, n. 134;
   a intervenire per proseguire, l'attività del Tavolo permanente di coordinamento istituito presso il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali di cui al decreto ministeriale n. 18476 del 17 dicembre 2012;
   a elaborare un testo unico di riordino della materia della distribuzione delle derrate alimentari alle persone indigenti che, ad oggi, appare regolata in modo non organico e, conseguentemente, a istituire un osservatorio nazionale sullo spreco alimentare, d'intesa con il sistema delle regioni e delle province autonome, al fine di conoscere in maniera più organica gli effetti delle esternalità negative sull'economia, sul sistema sanitario e sul sistema sociale che lo spreco alimentare genera;
   a promuovere in sede europea un piano di armonizzazione fra gli Stati membri, finalizzato alla raccolta di dati statistici sul fenomeno degli sprechi alimentari, nonché a stabilire un significato univoco per i termini «food loss», ovvero le perdite che si determinano a monte della filiera agroalimentare, principalmente in fase di semina, coltivazione e raccolta, e «food waste», ovvero gli sprechi che avvengono durante la trasformazione industriale, la distribuzione e il consumo finale, agendo congiuntamente con gli altri partner europei in materia d'investimenti relativi alla promozione di programmi comunitari finanziati dall'Unione europea, al fine di introdurre specifiche iniziative «faro» sull'educazione alimentare, sull'ecologia domestica e di filiera;
   a introdurre misure normative volte alla valorizzazione degli alimenti non più commestibili nell'ottica del riciclo della materia;
   a impegnarsi in sede europea al fine di intraprendere un'azione congiunta, volta ad impedire speculazioni finanziarie sulle commodity alimentari, quali grano, mais, soia, riso e zucchero.
(1-00482) «Fiorio, Gagnarli, Faenzi, Franco Bordo, Dorina Bianchi, Catania, Caon, Rampelli, Schullian, Zaccagnini, Pastorelli, Luciano Agostini, Allasia, Antezza, Anzaldi, Attaguile, Baldassarre, Balduzzi, Barbanti, Benedetti, Massimiliano Bernini, Binetti, Borghesi, Bossi, Buonanno, Matteo Bragantini, Busin, Caparini, Capua, Carra, Caruso, Catanoso, Causin, Cenni, Antimo Cesaro, Cimmino, Cirielli, Corsaro, Cova, Covello, D'Agostino, Dal Moro, De Mita, Dellai, Fabrizio Di Stefano, Fauttilli, Fedriga, Ferrari, Galgano, Gallinella, Riccardo Gallo, Giancarlo Giorgetti, Grimoldi, Guidesi, Invernizzi, La Russa, L'Abbate, Librandi, Lupo, Maietta, Marazziti, Marcolin, Marrocu, Martella, Matarrese, Mazziotti Di Celso, Giorgia Meloni, Migliore, Molea, Molteni, Monchiero, Mongiello, Mottola, Narduolo, Nastri, Nesi, Oliaro, Oliverio, Palazzotto, Palese, Palma, Parentela, Pellegrino, Pesco, Piepoli, Gianluca Pini, Prataviera, Quartapelle Procopio, Quintarelli, Rabino, Andrea Romano, Rondini, Rossi, Russo, Sani, Santerini, Sberna, Schirò, Sottanelli, Speranza, Taglialatela, Taricco, Tentori, Terrosi, Totaro, Valiante, Vargiu, Venittelli, Vitelli, Zan, Zanin, Zaratti, Zolezzi».
(Mozione non iscritta all'ordine del giorno ma vertente su materia analoga).

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC :

prodotto agricolo

consumo alimentare

alimentazione umana

programma comunitario

paese in via di sviluppo

prodotto alimentare

prodotto fresco