ATTO CAMERA

MOZIONE 1/00475

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 233 del 26/05/2014
Abbinamenti
Atto 1/00052 abbinato in data 26/05/2014
Atto 1/00088 abbinato in data 26/05/2014
Atto 1/00146 abbinato in data 26/05/2014
Atto 1/00161 abbinato in data 26/05/2014
Atto 1/00472 abbinato in data 26/05/2014
Atto 1/00479 abbinato in data 26/05/2014
Atto 1/00481 abbinato in data 03/06/2014
Atto 6/00074 abbinato in data 03/06/2014
Atto 1/00482 abbinato in data 03/06/2014
Firmatari
Primo firmatario: CAON ROBERTO
Gruppo: LEGA NORD E AUTONOMIE
Data firma: 26/05/2014
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
GIORGETTI GIANCARLO LEGA NORD E AUTONOMIE 26/05/2014
ALLASIA STEFANO LEGA NORD E AUTONOMIE 26/05/2014
ATTAGUILE ANGELO LEGA NORD E AUTONOMIE 26/05/2014
BORGHESI STEFANO LEGA NORD E AUTONOMIE 26/05/2014
BOSSI UMBERTO LEGA NORD E AUTONOMIE 26/05/2014
BRAGANTINI MATTEO LEGA NORD E AUTONOMIE 26/05/2014
BUONANNO GIANLUCA LEGA NORD E AUTONOMIE 26/05/2014
BUSIN FILIPPO LEGA NORD E AUTONOMIE 26/05/2014
CAPARINI DAVIDE LEGA NORD E AUTONOMIE 26/05/2014
FEDRIGA MASSIMILIANO LEGA NORD E AUTONOMIE 26/05/2014
GRIMOLDI PAOLO LEGA NORD E AUTONOMIE 26/05/2014
GUIDESI GUIDO LEGA NORD E AUTONOMIE 26/05/2014
INVERNIZZI CRISTIAN LEGA NORD E AUTONOMIE 26/05/2014
MARCOLIN MARCO LEGA NORD E AUTONOMIE 26/05/2014
MOLTENI NICOLA LEGA NORD E AUTONOMIE 26/05/2014
PINI GIANLUCA LEGA NORD E AUTONOMIE 26/05/2014
PRATAVIERA EMANUELE LEGA NORD E AUTONOMIE 26/05/2014
RONDINI MARCO LEGA NORD E AUTONOMIE 26/05/2014


Stato iter:
03/06/2014
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 26/05/2014
Resoconto CAON ROBERTO LEGA NORD E AUTONOMIE
 
INTERVENTO PARLAMENTARE 26/05/2014
Resoconto SANTERINI MILENA PER L'ITALIA
Fasi iter:

DISCUSSIONE IL 26/05/2014

RINVIO AD ALTRA SEDUTA IL 26/05/2014

DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 26/05/2014

DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 03/06/2014

RITIRATO IL 03/06/2014

CONCLUSO IL 03/06/2014

Atto Camera

Mozione 1-00475
presentato da
CAON Roberto
testo di
Martedì 3 giugno 2014, seduta n. 238

   La Camera,
   premesso che:
    secondo il rapporto della Fao Global food losses and food waste del 2011 (perdita e spreco di cibo a livello mondiale), un terzo del cibo prodotto in tutto il mondo viene sprecato; ogni anno nei Paesi ricchi viene persa una quantità di cibo equivalente a quella prodotta nell'Africa subsahariana (222 milioni di tonnellate contro 230); negli Stati Uniti il 30 per cento del cibo prodotto ogni anno viene gettato via; l'ammontare di cibo che va perduto o sprecato ogni anno è equivalente a più di metà dell'intera produzione annuale mondiale di cereali (2,3 miliardi di tonnellate nel 2009/2010). In Europa e in Nord America lo spreco pro capite è calcolato intorno ai 100 chilogrammi all'anno, mentre in Africa subsahariana e nel sud-est asiatico ammonta a circa 10 chilogrammi l'anno;
    in Italia, lo spreco alimentare annuo ammonta a 6,5 milioni di tonnellate, pari a 108 chilogrammi pro capite, una cifra inferiore rispetto alla media europea, ma pur sempre preoccupante;
    il problema dello spreco alimentare è molto serio e non riguarda solo il nostro Paese ma anche una fetta importante dell'intero pianeta. Con l'aumento dei consumi cresce anche la quantità di cibo che viene quotidianamente sprecato;
    molti dei prodotti alimentari destinati alle mense scolastiche non sono ottenuti dalle materie prime originarie dei territori in cui sono consumati, né sono riferibili alle tradizioni alimentari dei territori medesimi;
    le attuali politiche di approvvigionamento di prodotti alimentari destinati alla refezione scolastica tendono, nel loro complesso, a contribuire al processo di progressivo indebolimento della componente agricola all'interno delle filiere agroalimentari e a generare costi a carico dell'acquirente finale che, nel caso specifico, è, in primo luogo, identificabile nel contribuente o, in ogni caso, nei soggetti che si fanno materialmente carico di sopportare gli oneri relativi al consumo di pasti nelle mense scolastiche;
    il consumo di prodotti alimentari di qualità (denominazione di origine protetta, indicazione geografica protetta, attestazioni di specificità e prodotti biologici) e, più, in genere, di prodotti tipici e di territorio, è riconosciuto come funzionale al mantenimento di un buono stato di salute ed è, pertanto, particolarmente indicato per i bambini, ai fini, di una corretta educazione alimentare, volta anche a limitare la diffusione di stati patologici, quali l'obesità che, con crescente e preoccupante frequenza, interessa le fasce di età più giovani della popolazione;
    il consumo di prodotti tipici e di qualità concorre, altresì, al mantenimento di forme di agricoltura ancorate al territorio e, quindi, anche alla tutela ed allo sviluppo dei valori economici, sociali e culturali che sono propri dei territori di cui gli stessi prodotti sono espressione;
    le regioni e province possono garantire un'alimentazione sana, varia e completa, dalle carni ai formaggi, dal riso agli ortaggi, dalle uova alla frutta. Assicurare una dieta equilibrata e corretta educa i bambini a mangiare secondo la stagionalità e la territorialità dei prodotti e sostiene le filiere locali tenendo sempre presente però le necessità di salute, di religione o esigenze particolari;
    adottare nelle scuole una dieta alimentare somministrando ai bambini prodotti provenienti sia dal territorio della provincia che della regione in cui è situata la scuola, nonché prodotti italiani, lasciando comunque uno spazio nei menù ai prodotti provenienti anche dall'Unione europea o da altre parti del mondo, significa educare i giovani ad una sana e corretta alimentazione, facendogli anche comprendere l'importanza della problematica dello spreco alimentare e, inoltre, promuove le specificità del territorio;
    così si rilancerebbe la filiera locale di produzione che significa, prima di tutto, prodotti sempre freschi e genuini, con dei costi molto contenuti e con un'attenzione anche all'ambiente;
    essendo prodotti provenienti dal territorio, si ridurrebbero al minimo le emissioni di anidride carbonica derivati dal trasporto e, altresì, si incentiverebbe anche la conoscenza dei prodotti tipici locali all'interno delle scuole, prodotti apprezzati e invidiati in tutto il mondo;
    complice la crisi economica, oggi appena il 36 per cento degli italiani dichiara di attenersi rigorosamente alla data di scadenza dei prodotti riservandosi di valutare personalmente la qualità dei prodotti scaduti prima di buttarli. Solo il 54 per cento degli italiani controlla quotidianamente il frigorifero e il 65 per cento controlla almeno una volta al mese la dispensa;
    con la crisi si registra, peraltro, un'inversione di tendenza e quasi tre italiani su quattro (73 per cento) hanno tagliato gli sprechi a tavola nel 2013, anche per effetto della necessità di risparmiare e di ottimizzare la spesa dallo scaffale alla tavola;
    la tendenza al contenimento degli sprechi è forse l'unico aspetto positivo della crisi in una situazione in cui ogni persona in Italia ha comunque buttato nel bidone della spazzatura ben 76 chili di prodotti alimentari durante l'anno;
    l'Unione europea si sta apprestando a rivedere le norme sulle etichette di scadenza dei prodotti alimentari per far sparire le scritte «da consumarsi preferibilmente entro» dalle confezioni di prodotti di pasta, riso, tè, caffè e formaggi duri, quindi estendere ai prodotti secchi la lista dei prodotti per i quali attualmente non è prevista una scadenza, come sale e aceto;
    questa modifica era all'ordine del giorno della riunione del 19 maggio 2014 del Consiglio Agricoltura e Pesca, dove i Ministri hanno affrontato le proposte delle delegazioni di Olanda e Svezia, sostenute da Austria, Germania, Danimarca e Lussemburgo, che intendevano in questo modo richiamare l'attenzione sul problema degli sprechi alimentari in Europa;
    la giustificazione di questa proposta era incentrata sul fatto che spesso i cibi vengono buttati via ancora integri a causa dell'insicurezza nei consumatori perché portati a confondere, e quindi allarmati dalle possibili conseguenze sulla salute, la data di scadenza vera e propria – «da consumarsi entro» – con i termini minimi di conservazione (tmc) – «da consumarsi preferibilmente entro» – che è stato introdotto a garanzia dei consumatori;
    la data di scadenza indica il termine entro il quale il prodotto deve essere consumato ed anche oltre il quale un alimento non può più essere posto in commercio ed è prevista per tutti i generi deperibili come latte, yogurt, ricotta, uova, pasta fresca ed altri. Il termine minimo di conservazione, invece, indica la data fino alla quale il prodotto alimentare conserva le sue proprietà specifiche in adeguate condizioni di conservazione. Tanto più ci si allontana dalla data di superamento del termine minimo di conservazione, tanto più vengono a mancare le caratteristiche organolettiche e gustative, o nutrizionali, di un alimento;
    il Commissario europeo per la salute e la politica dei consumatori, Tonio Borg, al termine dei lavori del Consiglio europeo, ha dichiarato che verso la metà di giugno 2014 presenterà insieme al collega all'ambiente, Janez Potocnik, una comunicazione sull'alimentazione sostenibile dove si parlerà anche della data limite di consumo di alcuni alimenti. La comunicazione, che non è una proposta legislativa, sarà discussa sotto il semestre di presidenza italiana dell'Unione europea e, quindi, sarà proprio l'Italia che potrà dare un primo orientamento al dibattito in attesa di una proposta;
    le nuove forme di spreco alimentare non riguardano solo i cibi ma anche l'utilizzo non corretto di prodotti destinati all'alimentazione umana e animale, come l'uso del mais o dei foraggi nei digestori per produrre energia,

impegna il Governo:

   ad adottare, al fine di ridurre gli sprechi alimentari, tutte le iniziative necessarie affinché, anche attraverso il potenziamento degli strumenti normativi esistenti, l'approvvigionamento di prodotti alimentari destinati ai servizi di mensa scolastica provenga dal territorio, dalla provincia, dalla regione e dall'Italia, da reperire, principalmente, attraverso modalità finalizzate a favorire l'avvicinamento tra la fase produttiva agricola e quella di consumo;
   a rendere partecipe il Parlamento su quale sarà la posizione del Governo, durante il semestre di presidenza europeo, circa le modifiche proposte che sono state illustrate in sede di Consiglio Agricoltura e Pesca del mese di maggio 2014 in merito alle norme sulle etichette di scadenza dei prodotti alimentari.
(1-00475) «Caon, Giancarlo Giorgetti, Allasia, Attaguile, Borghesi, Bossi, Matteo Bragantini, Buonanno, Busin, Caparini, Fedriga, Grimoldi, Guidesi, Invernizzi, Marcolin, Molteni, Gianluca Pini, Prataviera, Rondini».