ATTO CAMERA

MOZIONE 1/00472

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 233 del 26/05/2014
Abbinamenti
Atto 1/00052 abbinato in data 26/05/2014
Atto 1/00088 abbinato in data 26/05/2014
Atto 1/00146 abbinato in data 26/05/2014
Atto 1/00161 abbinato in data 26/05/2014
Atto 1/00475 abbinato in data 26/05/2014
Atto 1/00479 abbinato in data 26/05/2014
Atto 1/00481 abbinato in data 03/06/2014
Atto 6/00074 abbinato in data 03/06/2014
Atto 1/00482 abbinato in data 03/06/2014
Firmatari
Primo firmatario: FAENZI MONICA
Gruppo: FORZA ITALIA - IL POPOLO DELLA LIBERTA' - BERLUSCONI PRESIDENTE
Data firma: 23/05/2014
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
CATANOSO GENOESE FRANCESCO DETTO BASILIO CATANOSO FORZA ITALIA - IL POPOLO DELLA LIBERTA' - BERLUSCONI PRESIDENTE 23/05/2014
DI STEFANO FABRIZIO FORZA ITALIA - IL POPOLO DELLA LIBERTA' - BERLUSCONI PRESIDENTE 23/05/2014
GALLO RICCARDO FORZA ITALIA - IL POPOLO DELLA LIBERTA' - BERLUSCONI PRESIDENTE 23/05/2014
RUSSO PAOLO FORZA ITALIA - IL POPOLO DELLA LIBERTA' - BERLUSCONI PRESIDENTE 23/05/2014
PALESE ROCCO FORZA ITALIA - IL POPOLO DELLA LIBERTA' - BERLUSCONI PRESIDENTE 23/05/2014
MOTTOLA GIOVANNI CARLO FRANCESCO FORZA ITALIA - IL POPOLO DELLA LIBERTA' - BERLUSCONI PRESIDENTE 23/05/2014


Stato iter:
03/06/2014
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 26/05/2014
Resoconto MOTTOLA GIOVANNI CARLO FRANCESCO FORZA ITALIA - IL POPOLO DELLA LIBERTA' - BERLUSCONI PRESIDENTE
 
INTERVENTO PARLAMENTARE 26/05/2014
Resoconto SANTERINI MILENA PER L'ITALIA
Fasi iter:

DISCUSSIONE IL 26/05/2014

RINVIO AD ALTRA SEDUTA IL 26/05/2014

DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 26/05/2014

DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 03/06/2014

RITIRATO IL 03/06/2014

CONCLUSO IL 03/06/2014

Atto Camera

Mozione 1-00472
presentato da
FAENZI Monica
testo di
Martedì 3 giugno 2014, seduta n. 238

   La Camera,
   premesso che:
    il complesso fenomeno dello spreco alimentare, la cui definizione univoca attualmente non è disponibile, rappresenta uno dei principali paradossi globali dell'epoca recente e, contemporaneamente, una sfida sempre più importante nell'attuale contesto di crisi economica globale e di nuovi problemi di povertà alimentare anche nei Paesi avanzati;
    numerose analisi effettuate da organizzazioni internazionali, come ad esempio la Fao, e specifici studi sull'articolata problematica hanno constatato come, nonostante la popolazione a livello mondiale sia pari a 7 miliardi, il cibo prodotto risulta essere per 12 miliardi di persone, ma ciononostante 842 milioni di individui soffrono la fame, ovvero una persona su otto;
    le molteplici cause, che derivano dalle perdite che si determinano sia a monte della filiera agroalimentare, principalmente in fase di semina, coltivazione, raccolta, trattamento, conservazione e prima trasformazione agricola, che durante la trasformazione industriale, distribuzione e consumo finale, a cui si aggiungono molto spesso le date di scadenza troppo ravvicinate indicate sulle etichette dei prodotti agroalimentari, inducono i Governi mondiali e le istituzioni internazionali ad un ripensamento delle politiche di sviluppo adottate e dei modelli di riorganizzazione su scala planetaria, per favorire nuove forme di solidarietà, di crescita economica e di redistribuzione delle risorse;
    una differenziazione delle dinamiche che caratterizzano lo spreco alimentare tra i Paesi industrializzati e quelli in via di sviluppo risulta necessaria al fine di comprendere con maggiore efficacia il medesimo fenomeno socioeconomico su scala mondiale; se, infatti, l'arretratezza delle pratiche e delle tecniche agricole, che caratterizza la prima parte della filiera agroalimentare, o la mancanza di adeguate infrastrutture per il trasporto e l'immagazzinamento, rappresentano le principali cause di perdite e sprechi alimentari nei Paesi in via di sviluppo, in quelli industrializzati la quota maggiore degli sprechi avviene nelle fasi finali della filiera agroalimentare, ovvero il consumo domestico e la ristorazione in particolare;
    uno studio recente della Commissione europea ha rilevato che, nonostante circa 79 milioni di cittadini comunitari vivano al di sotto della soglia di povertà e 16 milioni di essi dipendano dagli aiuti alimentari, la quantità di cibo che viene sperperata annualmente ammonta a circa 89 milioni di tonnellate, pari a 180 chilogrammi pro capite;
    i numeri dello spreco alimentare nel nostro Paese, secondo i dati forniti dall'Osservatorio sullo spreco alimentare, Waste Watchers, e dall'Università di Bologna, sul rapporto 2013, resi noti nel mese di ottobre 2013, risultano di estrema gravità, in considerazione che ogni famiglia italiana spreca in media circa 200 grammi di cibo alla settimana, pari a circa 18,5 miliardi di euro (dati del 2011), ovvero l'1,19 per cento del prodotto interno lordo; il medesimo organismo di ricerca ha inoltre, rilevato ed evidenziato come sia lo spreco domestico ad incidere in modo considerevole sulla quota annuale del cibo sprecato, aggiungendo inoltre che, ove si praticassero differenti metodi, il risparmio complessivo possibile ammonterebbe a circa 8,7 miliardi di euro;
    secondo i monitoraggi effettuati dalla società di ricerca Last Minute Market si evidenzia, inoltre, che in un anno si potrebbero recuperare in Italia 1,2 milioni di tonnellate di derrate che rimangono sui campi, oltre 2 milioni di tonnellate di cibo dall'industria agro-alimentare e più di 300 mila tonnellate dalla distribuzione;
    i suindicati dati relativi a sprechi e perdite alimentari hanno determinato, nel corso degli ultimi anni, ed in particolare nell'attuale fase di profonda crisi economica tutt'altro che superata per il nostro Paese, evidenti impatti negativi ambientali ed economici e la loro esistenza solleva questioni che suscitano importanti interrogativi, dal punto di vista sociale, mostrando fra l'altro la scarsa consapevolezza dell'entità degli sprechi che ognuno produce, sia a livello nazionale che internazionale, se si valuta che dal rapporto della Fao emerge che un terzo della produzione agroalimentare mondiale si perda proprio negli sprechi;
    nell'ambito delle strategie volte a contrastare il grave fenomeno, la legislazione italiana, attraverso l'articolo 58 della legge n. 153 del 2012, ha previsto l'istituzione del fondo per il finanziamento dei programmi nazionali di distribuzione di derrate alimentari alle persone indigenti nel territorio della Repubblica italiana, gestito dall'Agenzia per le erogazioni in agricoltura (Agea) stabilendo, inoltre, che gli aiuti alimentari siano distribuiti agli indigenti mediante organizzazioni caritatevoli, conformemente alle modalità previste dal regolamento (CE) n. 1234/2007 del Consiglio del 22 ottobre 2007;
    il modello di distribuzione, individuato dal Governo, è quello contenuto nel programma di aiuti agli indigenti finanziato dall'Unione europea, in base al regolamento (UE) n. 807/2010 (recante modalità d'esecuzione delle forniture di derrate alimentari provenienti dalle scorte d'intervento a favore degli indigenti nell'Unione europea);
    il predetto fondo, rifinanziato con 10 milioni di euro individuati dall'articolo 1, comma 224, della legge di stabilità per l'anno 2014 (legge n. 147 del 2013), si è rivelato complessivamente insufficiente nel gestire le attuali gravissime esigenze provenienti da una fascia di popolazione rilevante, che si trova in evidenti difficoltà;
    nell'ambito della Politica agricola comune dell'Unione europea, il Programma europeo di aiuto alimentare agli indigenti è risultato uno strumento di sostegno pubblico rilevante ed apprezzato, nonostante le dimensioni complessive e le pratiche utilizzate evidenzino come la risoluzione del fenomeno permanga in maniera estremamente grave a livello sociale ed economico;
    occorre tuttavia rilevare che l'operatività del sopraddetto programma, che è stato gestito dall'Agenzia per le erogazioni in agricoltura (Agea), unitamente alla rete nazionale di enti e associazioni caritative presenti sul territorio nazionale, a partire dal 2014, sia stata tuttavia sospesa, in quanto per il medesimo strumento d'intervento non sono state più attribuite le necessarie risorse a causa della decisione di alcuni Stati membri dell'Unione europea di finanziare, attraverso la nuova Politica agricola comune, l'acquisto di generi alimentari per scopi sociali;
    a livello europeo, l'indicato programma è stato sostituito da un nuovo Fondo di aiuti europei agli indigenti (Fead), che tuttavia non sarà più inserito all'interno della Politica agricola comune, ma nel Fondo sociale europeo;
    la sfera d'intervento della nuova misura prevede maggiori margini decisionali per gli Stati membri, i quali ciononostante potrebbero decidere di non proseguire l'attuale programma con le medesime modalità, determinando possibili effetti negativi e penalizzanti, connessi al ridimensionamento o addirittura all'interruzione nella distribuzione di alimenti agli indigenti, per gli organismi istituzionali nazionali e locali ed un conseguente rischio d'incremento di tensioni sociali;
    le iniziative legislative avviate a livello nazionale e comunitario, volte a rivedere le norme relative alle scadenze riportate sulle etichette dei prodotti alimentari, per ridurre drasticamente lo spreco di cibo entro il 2025, nonché a promuovere nuove campagne di sensibilizzazione, per informare il pubblico su come evitare lo spreco alimentare, in considerazione dell'esiguità dei metodi utilizzati e della superficiale distinzione tra eccedenza e spreco e tra spreco e scarti, sebbene importanti e condivisibili, appaiono tuttavia non sufficienti ad invertire una tendenza del fenomeno, la cui impostazione errata, tuttora esistente, necessita di adeguate politiche e strategie di contrasto, attraverso una revisione di modelli e metodi utilizzati, per acquisire idonee informazioni anche nei confronti dei Paesi progrediti,

impegna il Governo:

   ad assumere in tempi rapidi iniziative di natura finanziaria, volte ad integrare il Fondo per la distribuzione di derrate alimentari alle persone indigenti, istituito presso l'Agenzia per le erogazioni in agricoltura, di cui all'articolo 58 del decreto-legge 22 giugno 2012, n. 83, e rifinanziato dal comma 224 dell'articolo 1 della legge 27 dicembre 2013, n.147 legge di stabilità per il 2014;
   ad intervenire in sede comunitaria al fine di modificare il regolamento (UE) n. 223/2014, relativo al Fondo di aiuti europei agli indigenti, affinché le risorse previste rientrino all'interno della Politica agricola comune, consentendo il proseguimento dell'erogazione da parte dell'Agenzia per le erogazioni in agricoltura in concorso con le organizzazioni caritative;
   a prevedere adeguate campagne educative, anche per il prossimo anno scolastico 2014-2015 (corrispondente al V anno di attuazione del programma «Frutta nelle scuole»), ad integrazione delle misure di accompagnamento previste, nonché campagne informative in occasione dell'esposizione universale Expo 2015, volte ad offrire suggerimenti su come ridurre gli sprechi alimentari;
   a sviluppare accordi di filiera tra agricoltori, produttori e distributori, anche attraverso l'istituzione di un tavolo di partenariato, per una programmazione più corretta dell'offerta alimentare;
   a prevedere programmi volti a definire politiche di investimento prima nel campo della riduzione delle perdite e degli sprechi alimentari e successivamente in quello del recupero;
   ad assumere iniziative per prevedere un sistema di premialità fiscale per le filiere che si occupano del recupero, della raccolta e della distribuzione, anche con sistemi di logistica dedicati, delle produzioni agroalimentari e della riduzione degli sprechi;
   a promuovere in sede europea un piano di armonizzazione fra gli Stati membri, finalizzato alla raccolta di dati statistici sul fenomeno degli sprechi alimentari, nonché a stabilire un significato univoco per i termini «food loss», ovvero le perdite che si determinano a monte della filiera agroalimentare, principalmente in fase di semina, coltivazione e raccolta, e «food waste», ovvero gli sprechi che avvengono durante la trasformazione industriale, la distribuzione e il consumo finale;
   per evitare gli sprechi, ad avviare iniziative di recupero degli alimenti non ancora entrati nel ciclo dei rifiuti, attraverso la distribuzione ad individui svantaggiati, l'impiego come mangime o, come ultima alternativa, la produzione di bioenergia.
(1-00472) «Faenzi, Catanoso, Fabrizio Di Stefano, Riccardo Gallo, Russo, Palese, Mottola».