ATTO CAMERA

MOZIONE 1/00446

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 222 del 05/05/2014
Abbinamenti
Atto 1/00427 abbinato in data 06/05/2014
Atto 1/00448 abbinato in data 06/05/2014
Atto 1/00447 abbinato in data 06/05/2014
Atto 1/00449 abbinato in data 06/05/2014
Atto 1/00450 abbinato in data 06/05/2014
Atto 1/00451 abbinato in data 06/05/2014
Firmatari
Primo firmatario: BIANCHI DORINA
Gruppo: NUOVO CENTRODESTRA
Data firma: 05/05/2014
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
CALABRO' RAFFAELE NUOVO CENTRODESTRA 05/05/2014
ROCCELLA EUGENIA NUOVO CENTRODESTRA 05/05/2014
LEONE ANTONIO NUOVO CENTRODESTRA 05/05/2014
PAGANO ALESSANDRO NUOVO CENTRODESTRA 05/05/2014


Stato iter:
06/05/2014
Partecipanti allo svolgimento/discussione
INTERVENTO PARLAMENTARE 06/05/2014
Resoconto ZANIN GIORGIO PARTITO DEMOCRATICO
Resoconto VEZZALI MARIA VALENTINA SCELTA CIVICA PER L'ITALIA
 
INTERVENTO GOVERNO 06/05/2014
Resoconto BIONDELLI FRANCA SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (LAVORO E POLITICHE SOCIALI)
Fasi iter:

DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 06/05/2014

DISCUSSIONE IL 06/05/2014

RITIRATO IL 06/05/2014

CONCLUSO IL 06/05/2014

Atto Camera

Mozione 1-00446
presentato da
BIANCHI Dorina
testo presentato
Lunedì 5 maggio 2014
modificato
Martedì 6 maggio 2014, seduta n. 223

   La Camera,
   premesso che:
    già nel corso della «Conferenza internazionale del lavoro» del 1919 è stato adottato per la prima volta un provvedimento di carattere internazionale sulla tutela dei diritti dell'infanzia attraverso l'elaborazione della «Convenzione sull'età minima»;
    il primo significativo documento relativo ai diritti dell'infanzia è, comunque, costituito dalla Dichiarazione dei diritti del bambino, o Dichiarazione di Ginevra, adottata dalla Quinta Assemblea generale della Società delle Nazioni nel 1924;
    questi primi strumenti sono stati adottati in termini piuttosto generici, concependo i bambini non come titolari ma come soggetti passivi di diritti e sollecitando gli Stati non a specifici obblighi, ma a generica e premurosa protezione;
    il 20 novembre 1959 l'Assemblea generale delle Nazioni Unite ha approvato all'unanimità e senza astensioni la Dichiarazione dei diritti del fanciullo nella quale, fermi restando i principi dei precedenti documenti, ha impegnato gli Stati membri a riconoscere i termini della dichiarazione stessa assumendo, peraltro, l'impegno ad applicarli e diffonderli;
    nel citato documento, pur costituendo esso una semplice dichiarazione di principi (prevede, tra l'altro, il divieto di ammissione al lavoro per i minori, il divieto di impiego dei bambini in attività lavorative che ne possano minare la salute fisica e compromettere l'armonico sviluppo mentale e comportamentale, il diritto del minore disabile a ricevere cure speciali), il minore viene formalmente considerato «soggetto di diritti» a tutti gli effetti;
    finalmente il 20 novembre 1989 l'Assemblea generale delle Nazioni Unite ha approvato a New York la Convenzione internazionale sui diritti dell'infanzia: un concreto programma di protezione complessiva dei minori che impegna gli Stati che l'hanno ratificata a porre in essere strumenti e ad effettuare controlli che consentano, anche attraverso l'adeguamento delle legislazioni nazionali, la realizzazione effettiva delle linee guida e dei principi adottati dalla Convenzione;
    l'Italia ha ratificato la Convenzione internazionale sui diritti sull'infanzia con la legge 27 maggio 1991, n. 176;
    il 23 ottobre 2012 è entrata in vigore la legge 1o ottobre 2012, n. 172, con la quale l'Italia ha ratificato la Convenzione di Lanzarote per la protezione dei minori contro lo sfruttamento e l'abuso sessuale;
    tale strumento, che ha natura vincolante, impone agli Stati firmatari di prevenire, contrastare e reprimere ogni azione o manifestazione che costituiscano abuso o sfruttamento sessuale dei minori;
    secondo un'indagine conoscitiva condotta da una rete di 11 organizzazioni nazionali impegnate nella difesa dei diritti dei bambini e nella promozione di uno sviluppo equo, senza alcuna discriminazione etnica, religiosa, politica, culturale o di genere, in Italia un bambino su 100 è vittima di maltrattamenti ed abusi. In numeri assoluti, significa che quasi 100.000 bambini in Italia vivono un'infanzia violata. In più della metà dei casi si tratta di femmine (il 52,5 per cento contro il 47,5 per cento dei maschi);
    sempre secondo l'indagine condotta dalla stessa rete di organizzazioni nazionali di cui in precedenza, emerge che il maltrattamento riveste un ruolo di primo piano tra le cause che comportano l'intervento dei servizi sociali, coprendone il 15,46 per cento del totale dei minori presi in carico. Dai dati dello studio emerge anche come le bambine e le ragazze siano le più esposte al fenomeno del maltrattamento e come 6 bambini su 1000 subiscano abusi sessuali;
    stando ai dati riportati dal dossier «Indifesa» sulla condizione delle minorenni italiane, messo a punto dall'agenzia Ansa insieme alla rete di organizzazioni cui si è già fatto riferimento, in occasione della Giornata mondiale delle bambine e delle ragazze indetta dall'ONU, nel 2012 è cresciuto il numero dei reati che vedono i minori nel ruolo di vittime e, nell'80 per cento dei casi, le vittime sono state bambine;
    per quanto riguarda i dati degli abusi nello specifico, si rileva che il pericolo maggiore per bambini e adolescenti è in casa: il 63,1 per cento delle situazioni d'emergenza seguite dal servizio 114 di Telefono Azzurro, dal 2006 a oggi, non esce dalle mura domestiche;
    dalla ricerca si evince che i bambini corrono rischi anche per strada (18,3 per cento) e in percentuale minore a scuola (5,7 per cento) o a casa di amici e parenti (3,7 per cento);
    in generale nel 78,3 per cento dei casi il presunto responsabile del disagio è uno dei genitori del minore (nel 44,8 per cento dei casi la madre, nel 33,5 per cento il padre);
    negli ultimi sei anni le richieste d'aiuto hanno riguardato quasi in egual misura maschi (51,6 per cento) e femmine (48,4 per cento), ma prevalentemente bambini fino ai dieci anni (64,2 per cento dei casi);
    il 50 per cento dei minori per cui è richiesto aiuto vive con entrambi i genitori, il 33,1 per cento con la sola madre: nell'88,9 per cento dei casi è un adulto a chiamare per segnalare una situazione di disagio vissuta da un bambino;
    seppure di poco, crescono anche le segnalazioni di elevata conflittualità familiare e violenza domestica tra genitori (il 9,7 per cento delle chiamate nel 2012; il 7,9 per cento nel 2006) e raddoppiano, oggi rispetto al 2006, le denunce per disagi emotivi comportamentali: si va dal 2,2 per cento al 5,2 per cento;
    si assiste invece alla riduzione delle segnalazioni che riguardano situazioni di accattonaggio (15,7 per cento del 2006; 8,5 per cento del 2011; 4,4 per cento del 2012);
    nel 2006 le segnalazioni al servizio 114 di Telefono Azzurro per abusi fisici erano il 5,2 per cento del totale delle denunce. In pochi anni sono cresciute in modo esponenziale, passando all'11,3 per cento nel 2010 al 13,2 per cento nel 2011 e ad un allarmante 17,1 per cento nel 2012;
    nello stesso arco di tempo è, inoltre, raddoppiato il numero di denunce per casi di grave trascuratezza (5,7 per cento nel 2006; 10,4 per cento nel 2012) e inadeguatezza genitoriale, cioè l'incapacità a svolgere il ruolo educativo di padre o madre, che registra un aumento passando dal 6,3 per cento del 2006 al 10,2 per cento del 2012;
    occorre intraprendere, quindi, e con un rinnovato vigore, una seria politica di sostegno alle famiglie, da intendere come nucleo principale dell'educazione dei minori, soprattutto in anni come questi in cui spesso si parla di crisi delle famiglie nel ruolo educativo dei giovani e dei minori in genere;
    nel 2012 il 19,5 per cento delle segnalazioni gestite dal servizio 114 ha riguardato un bambino straniero, in molti casi (36 per cento) nato in Italia. Secondo l'indagine di Telefono Azzurro, il numero dell'emergenza è stato però chiamato anche per profughi e rifugiati (33 per cento dei casi seguiti), per figli di coppia mista (10,7 per cento) e per minori ricongiunti (8,8 per cento);
    i dati della ricerca condotta da Ipsos per Save the children dimostrano come l'81 per cento degli italiani tra i 25 ed i 65 anni ritenga l'incontro sessuale tra giovani ed adulti, tramite la rete, un fenomeno diffuso. Inoltre, il 38 per cento degli italiani si dichiara favorevole alle relazioni sessuali tra adulti e minori: un dato, quest'ultimo, che deve fare riflettere sulla necessità di evitare che prenda il sopravvento la cultura del consenso del minore come elemento di legittimazione della pratica sessuale con un soggetto adulto;
    non va dimenticato, inoltre, che gli italiani si trovano ai primi posti nella classifica del turismo sessuale in Paesi asiatici e che i rapporti ivi consumati avvengono con soggetti minori: una ragione in più per impedire il diffondersi di una cultura dell'autodeterminazione del minore ad intrattenere rapporti di natura sessuale con adulti;
    diversa è la tipologia di problemi denunciati dagli stranieri rispetto a quelli manifestati dai bambini con cittadinanza italiana: gli stranieri devono fare i conti soprattutto con complicazioni legate al percorso migratorio, allo sfruttamento minorile o a situazioni di fuga;
    per quanto riguarda il fenomeno della pedofilia, non è facile purtroppo quantificarlo ma, ad esempio, nell'arco temporale compreso tra il 1o aprile 2010 ed il 30 settembre 2011 il Centro nazionale di ascolto di Telefono Azzurro è intervenuto complessivamente su 3956 casi segnalati all'interno del territorio nazionale, che hanno richiesto una consulenza su problematiche rilevanti: i casi che hanno riferito di situazioni di abuso sessuale, per il periodo considerato, sono stati 158 (ovvero il 4 per cento) sul totale delle consulenze gestite;
    in assenza di una banca dati a livello nazionale che permetta una rilevazione omogenea ed un sistematico monitoraggio della casistica relativa al reato di pedofilia, i dati disponibili sono pochi e non esaustivi. Inoltre, le statistiche a disposizione derivano da denunce presentate all'autorità giudiziaria,

impegna il Governo:

   ad attivarsi per l'effettiva applicazione e il rispetto di quanto previsto dalla Convenzione del Consiglio d'Europa per la protezione dei minori contro lo sfruttamento e l'abuso sessuale, fatta a Lanzarote il 25 ottobre 2007, per assicurare un apparato normativo che incardini i principi ed i diritti nell'ordinamento italiano nonché per arginare il più possibile il fenomeno degli abusi e dei maltrattamenti sui minori nella sua generalità;
   a monitorare il fenomeno delle violenze e degli abusi sui minori, con particolare riguardo agli adescamenti tramite Internet, tenendo presente la necessità di creare un sistema nazionale di sorveglianza allo scopo di rilevare il maltrattamento e di valutare l'efficacia delle politiche e delle strategie attuate per combattere il fenomeno dell'abuso e del maltrattamento dei minori;
   ad assumere ogni iniziativa di competenza per potenziare le attività dei servizi sociali, in modo da favorire una maggiore protezione e prevenzione dei bambini maltrattati;
   ad assumere iniziative per implementare e rilanciare la formazione degli operatori che si occupano dei maltrattamenti e degli abusi sui minori, favorendo la diffusione della cultura dell'approccio al trauma in modo da riconoscerlo e trattarlo con gli strumenti adeguati;
   a predisporre una campagna di informazione e sensibilizzazione dell'opinione pubblica sulla materia delle violenze ai minori, attraverso un maggiore coinvolgimento dei media e delle scuole;
   a potenziare le occasioni di formazione di bambini ed adolescenti mirate a prevenire gli abusi;
   ad assumere iniziative per prevedere programmi di trattamento realmente efficaci per gli autori di reati sessuali, come potrebbero essere i centri per l'ascolto cui rivolgersi per manifestare i propri disturbi legati alla pedofilia, come già avviene in altri Paesi europei.
(1-00446) «Dorina Bianchi, Calabrò, Roccella, Leone, Pagano».

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC :

diritti del bambino

protezione dell'infanzia

ratifica di accordo

minore eta' civile

convenzione europea

fanciullo

pedofilia