Legislatura: 17Seduta di annuncio: 151 del 14/01/2014
Primo firmatario: ZANETTI ENRICO
Gruppo: SCELTA CIVICA PER L'ITALIA
Data firma: 14/01/2014
Elenco dei co-firmatari dell'atto Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma ROMANO ANDREA SCELTA CIVICA PER L'ITALIA 14/01/2014 SOTTANELLI GIULIO CESARE SCELTA CIVICA PER L'ITALIA 14/01/2014 LIBRANDI GIANFRANCO SCELTA CIVICA PER L'ITALIA 14/01/2014
Partecipanti allo svolgimento/discussione PARERE GOVERNO 15/01/2014 Resoconto BARETTA PIER PAOLO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (ECONOMIA E FINANZE) INTERVENTO GOVERNO 15/01/2014 Resoconto BARETTA PIER PAOLO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (ECONOMIA E FINANZE) DICHIARAZIONE VOTO 15/01/2014 Resoconto DI GIOIA LELLO MISTO-PARTITO SOCIALISTA ITALIANO (PSI) - LIBERALI PER L'ITALIA (PLI) Resoconto GUIDESI GUIDO LEGA NORD E AUTONOMIE Resoconto BUTTIGLIONE ROCCO PER L'ITALIA Resoconto ZANETTI ENRICO SCELTA CIVICA PER L'ITALIA Resoconto PISO VINCENZO NUOVO CENTRODESTRA Resoconto MARCON GIULIO SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' Resoconto PALESE ROCCO FORZA ITALIA - IL POPOLO DELLA LIBERTA' - BERLUSCONI PRESIDENTE Resoconto MUCCI MARA MOVIMENTO 5 STELLE Resoconto RIZZETTO WALTER MOVIMENTO 5 STELLE Resoconto CIPRINI TIZIANA MOVIMENTO 5 STELLE Resoconto CORSARO MASSIMO ENRICO FRATELLI D'ITALIA Resoconto GALGANO ADRIANA SCELTA CIVICA PER L'ITALIA Resoconto CAUSI MARCO PARTITO DEMOCRATICO Resoconto GALLINELLA FILIPPO MOVIMENTO 5 STELLE Resoconto ROSTELLATO GESSICA MOVIMENTO 5 STELLE Resoconto BECHIS ELEONORA MOVIMENTO 5 STELLE Resoconto CHIMIENTI SILVIA MOVIMENTO 5 STELLE Resoconto CANCELLERI AZZURRA PIA MARIA MOVIMENTO 5 STELLE Resoconto BARBANTI SEBASTIANO MOVIMENTO 5 STELLE Resoconto PISANO GIROLAMO MOVIMENTO 5 STELLE Resoconto ALBERTI FERDINANDO MOVIMENTO 5 STELLE Resoconto ARTINI MASSIMO MOVIMENTO 5 STELLE Resoconto BARONI MASSIMO ENRICO MOVIMENTO 5 STELLE Resoconto BASILIO TATIANA MOVIMENTO 5 STELLE Resoconto BENEDETTI SILVIA MOVIMENTO 5 STELLE Resoconto BERNINI MASSIMILIANO MOVIMENTO 5 STELLE Resoconto BIANCHI NICOLA MOVIMENTO 5 STELLE Resoconto BRESCIA GIUSEPPE MOVIMENTO 5 STELLE Resoconto BRUGNEROTTO MARCO MOVIMENTO 5 STELLE Resoconto BUSINAROLO FRANCESCA MOVIMENTO 5 STELLE Resoconto CASO VINCENZO MOVIMENTO 5 STELLE Resoconto CASTELLI LAURA MOVIMENTO 5 STELLE Resoconto CECCONI ANDREA MOVIMENTO 5 STELLE Resoconto COLONNESE VEGA MOVIMENTO 5 STELLE Resoconto CORDA EMANUELA MOVIMENTO 5 STELLE Resoconto CRIPPA DAVIDE MOVIMENTO 5 STELLE Resoconto DA VILLA MARCO MOVIMENTO 5 STELLE Resoconto DAGA FEDERICA MOVIMENTO 5 STELLE Resoconto FASSINA STEFANO PARTITO DEMOCRATICO Resoconto DI BATTISTA ALESSANDRO MOVIMENTO 5 STELLE Resoconto BUSTO MIRKO MOVIMENTO 5 STELLE Resoconto DE LORENZIS DIEGO MOVIMENTO 5 STELLE Resoconto DALL'OSSO MATTEO MOVIMENTO 5 STELLE Resoconto NESCI DALILA MOVIMENTO 5 STELLE Resoconto SEGONI SAMUELE MOVIMENTO 5 STELLE Resoconto FRUSONE LUCA MOVIMENTO 5 STELLE Resoconto TERZONI PATRIZIA MOVIMENTO 5 STELLE Resoconto SPADONI MARIA EDERA MOVIMENTO 5 STELLE Resoconto GRANDE MARTA MOVIMENTO 5 STELLE Resoconto SPESSOTTO ARIANNA MOVIMENTO 5 STELLE Resoconto SIBILIA CARLO MOVIMENTO 5 STELLE Resoconto SARTI GIULIA MOVIMENTO 5 STELLE Resoconto DI VITA GIULIA MOVIMENTO 5 STELLE Resoconto DELL'ORCO MICHELE MOVIMENTO 5 STELLE Resoconto LOREFICE MARIALUCIA MOVIMENTO 5 STELLE Resoconto DELLA VALLE IVAN MOVIMENTO 5 STELLE Resoconto DI STEFANO MANLIO MOVIMENTO 5 STELLE Resoconto LUPO LOREDANA MOVIMENTO 5 STELLE Resoconto RAMPELLI FABIO FRATELLI D'ITALIA Resoconto SORIAL GIRGIS GIORGIO MOVIMENTO 5 STELLE Resoconto D'UVA FRANCESCO MOVIMENTO 5 STELLE Resoconto MARZANA MARIA MOVIMENTO 5 STELLE Resoconto LIUZZI MIRELLA MOVIMENTO 5 STELLE Resoconto GALLO LUIGI MOVIMENTO 5 STELLE Resoconto OTTOBRE MAURO MISTO-MINORANZE LINGUISTICHE Resoconto BIANCHI STELLA PARTITO DEMOCRATICO Resoconto PESCO DANIELE MOVIMENTO 5 STELLE Resoconto GRILLO GIULIA MOVIMENTO 5 STELLE Resoconto PARENTELA PAOLO MOVIMENTO 5 STELLE Resoconto COMINARDI CLAUDIO MOVIMENTO 5 STELLE Resoconto VACCA GIANLUCA MOVIMENTO 5 STELLE Resoconto CARIELLO FRANCESCO MOVIMENTO 5 STELLE Resoconto COLLETTI ANDREA MOVIMENTO 5 STELLE Resoconto GALLI GIAMPAOLO PARTITO DEMOCRATICO Resoconto FEDRIGA MASSIMILIANO LEGA NORD E AUTONOMIE Resoconto BIANCONI MAURIZIO FORZA ITALIA - IL POPOLO DELLA LIBERTA' - BERLUSCONI PRESIDENTE
DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 15/01/2014
ACCOLTO IL 15/01/2014
PARERE GOVERNO IL 15/01/2014
DISCUSSIONE IL 15/01/2014
APPROVATO IL 15/01/2014
CONCLUSO IL 15/01/2014
La Camera,
premesso che:
sin dal 1992 il Trattato di Maastricht richiede agli Stati membri dell'Unione europea il rispetto di due regole di bilancio: un rapporto indebitamento netto/prodotto interno lordo inferiore al 3 per cento e un rapporto debito/prodotto interno lordo inferiore al 60 per cento o, comunque, tendente a questo;
con il Patto di stabilità e crescita (Psc), sottoscritto nel 1997, la governance europea si è strutturata maggiormente, costituendo il principale fondamento giuridico della regolamentazione delle politiche di bilancio;
con successive revisioni, prima nel 2005, poi nel 2011 con il cosiddetto six pack e nel 2012 con il cosiddetto two pack, l'Unione europea ha stabilito con maggiore dettaglio il modo con cui le norme previste dal Trattato debbano essere attuate, definendo obiettivi e procedure delle regole di bilancio richieste agli Stati membri;
la crisi finanziaria del 2008 e la recessione dell'economia globale del 2009 hanno determinato un forte deterioramento delle finanze pubbliche in tutti i Paesi europei e hanno riproposto con forza il problema del governo economico dell'Europa, attivando un ciclo di modifiche della governance europea;
le azioni intraprese hanno mirato a delineare un'architettura delle politiche di bilancio dell'Unione europea in generale più vincolante per gli Stati membri, istituendo un quadro più rigido per il coordinamento e il controllo delle politiche di bilancio;
la crisi economica e finanziaria, ma soprattutto la crisi del debito pubblico, che negli ultimi anni ha severamente colpito i Paesi dell'Unione Europea e, in particolare, dell'Eurozona, proprio nel momento in cui si concludeva un quasi decennale processo di modifica dei trattati con l'entrata in vigore della Strategia di Lisbona, ha evidenziato con chiarezza non solo la debolezza strutturale del modello di unione economica e monetaria, le carenze del sistema di governance dell'euro e i limiti dei meccanismi di controllo ex ante ed ex post della moneta unica (così come erano stati disegnati con il Trattato di Maastricht, con il Patto di stabilità e crescita e successivamente con il Trattato di Lisbona), la consapevolezza del rischio di destabilizzare l'intera area dell'euro, ma anche la necessità di introduzione di nuovi sistemi di sorveglianza delle politiche economiche e di bilancio, di adozione di nuovi strumenti e procedure volti a garantire un maggiore coordinamento delle politiche economiche degli Stati membri, una maggiore convergenza delle loro economie e un meccanismo di salvataggio dei Paesi economicamente più deboli;
la riforma della governance mira a prevenire il formarsi degli squilibri macroeconomici, introducendo un meccanismo in grado di affrontare le debolezze dell'area monetaria, di favorire una crescita equilibrata nei diversi Paesi e di impedire il formarsi di dinamiche divergenti di costi e produttività;
il nuovo sistema di governance economica si articola in un complesso di misure di natura legislativa e non legislativa che mirano, da un lato, a rafforzare i vincoli di finanza pubblica introdotti sin dalla creazione, nel 1993, dell'unione economica e monetaria e, dall'altro, a introdurre una cornice comune anche per le politiche economiche degli Stati membri e, in particolare, per le misure finalizzate alla crescita e all'occupazione;
tale sistema si articola in sette principali assi di intervento:
a) un meccanismo per il coordinamento ex ante delle politiche economiche nazionali, mediante un ciclo di procedure e strumenti europei e nazionali concentrato nel primo semestre di ogni anno (cosiddetto semestre europeo, operativo già dal 2011);
b) il patto «Euro Plus», che impegna gli Stati membri dell'area euro e altri Stati aderenti a porre in essere ulteriori interventi in materia di politica economica, il cui eventuale inadempimento non comporta l'adozione di sanzioni;
c) il trattato per il coordinamento delle politiche di bilancio (cosiddetto fiscal compact, entrato in vigore il 1o gennaio 2013);
d) le modifiche al patto di stabilità (in parte introdotte con il cosiddetto six pack e in parte con il cosiddetto two pack);
e) la sorveglianza sugli squilibri macroeconomici (già applicata in base a due regolamenti del cosiddetto two pack);
f) i meccanismi di stabilizzazione dell'Eurozona;
g) il patto per la crescita (cosiddetto growth pact, accordo non vincolante stipulato dal Consiglio europeo di giugno 2012);
l'introduzione della procedura del «semestre europeo» è un primo passo nella direzione di un maggiore coordinamento ex ante delle politiche economiche europee e un'adeguata sorveglianza delle politiche economiche e di bilancio nell'Eurozona e nell'Unione europea a 27 da parte del Consiglio Europeo, su impulso della Commissione europea, requisiti essenziali per il buon funzionamento di un'area monetaria: esso prevede un ciclo di programmazione comune a tutti i Paesi dell'Unione europea, volto a garantire la coerenza delle politiche economiche e di bilancio degli Stati membri, da approvare nella seconda metà dell'anno con le rispettive leggi di bilancio, con le raccomandazioni e gli indirizzi approvati dalle istituzioni dell'Unione europea nella prima metà dell'anno;
l'esigenza di salvaguardare la stabilità finanziaria dell'area dell'euro, a seguito dell'aggravarsi delle tensioni sui mercati in alcuni Paesi, ha spinto verso la creazione di protezioni di ultima istanza (tale funzione è stata esercitata a partire dal 2010 su base temporanea tramite il sostegno finanziario alla Grecia, all'Irlanda e al Portogallo) e, dopo la creazione di meccanismi temporanei di gestione delle crisi finanziarie, è stata ridefinita l'architettura della vigilanza su intermediari e mercati, istituendo il Comitato europeo per il rischio sistemico, al quale sono state affidate funzioni di vigilanza macroprudenziale, e tre autorità di vigilanza europee, cui sono attribuiti compiti di vigilanza microprudenziale in coordinamento con le autorità nazionali, nonché un meccanismo permanente di risoluzione delle crisi che si è concretizzato nel Meccanismo europeo di stabilità (European Stability Mechanism - Esm), istituito da un Trattato sottoscritto dai Paesi membri dell'area euro nel febbraio 2012, che può assistere Paesi in difficoltà con varie forme di interventi: prestiti diretti a Paesi nell'area dell'euro a rischio di default, acquisti sui mercati secondari di titoli del debito pubblico di Paesi ugualmente a rischio di default, linee di credito precauzionale e interventi di ricapitalizzazione di banche;
la strategia europa 2020, definita dal Consiglio europeo nelle riunioni di marzo e giugno 2010, delinea gli obiettivi e gli strumenti dell'Unione europea e degli Stati membri in materia di crescita e di occupazione per il decennio 2011-2020 e si articola in cinque obiettivi principali: portare il tasso di disoccupazione al 75 per cento, migliorare le condizioni per la ricerca e lo sviluppo, ridurre le emissioni di gas a effetto serra del 20 per cento, migliorare i livelli di istruzione, riducendo i tassi di dispersione scolastica, promuovere l'inclusione sociale attraverso la riduzione della povertà;
il Patto per la crescita e l'occupazione, approvato dal Consiglio europeo di giugno 2012, costituisce il quadro generale (ma non vincolante giuridicamente) per l'adozione di misure di stimolo della crescita, di natura legislativa e non legislativa, a livello nazionale, di area euro e dell'Unione europea a 27. In particolare, tale patto prevede l'aumento del capitale versato dalla Banca europea per gli investimenti allo scopo di accrescere la capacità totale di prestito, l'avvio della fase pilota relativa ai prestiti obbligazionari per il finanziamento di progetti infrastrutturali nei settori dei trasporti, dell'energia e delle infrastrutture a banda larga, la riprogrammazione dei fondi strutturali non spesi, l'ampliamento dell'intervento del fondo europeo per gli investimenti, il completamento del mercato unico digitale e del mercato interno dell'energia, il rafforzamento dello Spazio europeo della ricerca, il consolidamento della politica fiscale al risanamento di bilancio e alla crescita, lo sviluppo del commercio internazionale;
la riforma del Patto di stabilità e crescita, adottata con i sei provvedimenti legislativi (cinque regolamenti e una direttiva) noti come «six pack» (approvati nel novembre 2011) e successivamente con altri due regolamenti destinati ai soli membri dell'euro, è stata caratterizzata per alcune importanti novità: la prima è la previsione di maggiori automatismi nei meccanismi decisionali delle procedure per deficit eccessivi e la previsione di sanzioni finanziarie più pesanti che intervengono fin dalle fasi preliminari delle procedure per deficit eccessivi e per debiti eccessivi, la seconda caratteristica è l'attenzione specifica al tema del debito pubblico, con la previsione di procedure per quei Paesi con un debito al di sopra del 60 per cento del prodotto interno lordo e con la possibilità di richiedere piani di rientro nei parametri, nonché con la creazione di una nuova procedura di sorveglianza multilaterale sugli squilibri eccessivi, che dovrebbe consentire di tenere sotto controllo le dinamiche di evoluzione dei tassi di competitività dei sistemi Paese;
il cosiddetto two pack (entrato in vigore nel maggio 2013) ha completato e rafforzato il six pack, rendendo più efficaci sia la procedura del semestre europeo sia la parte preventiva e correttiva del Patto di stabilità e crescita, attraverso un regolamento sul rafforzamento della sorveglianza economica e di bilancio degli Stati membri che affrontano o sono minacciati da serie difficoltà per la propria stabilità finanziaria nell'Eurozona e un regolamento recante disposizioni comuni per il monitoraggio e la valutazione dei progetti di bilancio e per assicurare la correzione dei disavanzi eccessivi degli Stati membri nell'Eurozona, prevedendo la sorveglianza automatica per i Paesi che ricevono aiuti finanziari dai fondi salva Stati costituiti a livello sovranazionale, così come previsti dal Fondo europeo di stabilità finanziaria e dal Meccanismo di stabilità;
il Patto di stabilità e crescita, oltre ad essere stato riformato mediante il six pack e il two pack, è stato rafforzato dal Trattato sulla stabilità, sul coordinamento e sulla governance nell'Unione economica e monetaria (cosiddetto fiscal compact), firmato da tutti gli Stati membri dell'Unione europea, ad eccezione di Regno Unito e Repubblica Ceca, in occasione del Consiglio europeo del 1o-2 marzo 2012, che incorpora e integra in una cornice unitaria alcune delle regole di finanza pubblica e delle procedure per il coordinamento delle politiche economiche, in gran parte già introdotte o in via di introduzione in via legislativa nel quadro della nuova governante economica europea;
i punti principali del Trattato, entrato in vigore il 1o gennaio 2013, riguardano:
a) l'impegno delle parti contraenti ad applicare e ad introdurre, entro un anno dall'entrata in vigore del Trattato, con norme costituzionali o di rango equivalente, la «regola aurea» per cui il bilancio dello Stato deve essere in pareggio o in attivo;
b) qualora il rapporto debito pubblico/prodotto interno lordo superi il 60 per cento, le parti contraenti si impegnano a ridurlo mediante 1/20 all'anno per la parte eccedente tale misura, tenendo tuttavia conto di alcuni fattori rilevanti quali la sostenibilità dei sistemi pensionistici e il livello di indebitamento del settore privato;
c) qualsiasi parte contraente che consideri un'altra inadempiente rispetto agli obblighi stabiliti dal patto di bilancio potrebbe adire la Corte di giustizia dell'Unione europea;
d) le parti contraenti possono fare ricorso alle cooperazioni rafforzate nei settori essenziali per il buon funzionamento dell'Eurozona, senza tuttavia recare pregiudizio al mercato interno;
il 17 aprile 2012 è stata approvata la legge costituzionale n. 1 del 2012, volta ad introdurre nella Costituzione italiana il rispetto dei vincoli sul pareggio di bilancio derivanti dall'ordinamento dell'Unione europea; tale legge modifica gli articoli 81, 97, 117 e 119 della Costituzione, incidendo sulla disciplina di bilancio dell'intero aggregato delle pubbliche amministrazioni, compresi gli enti territoriali;
la legge n. 243 del 2012 ha successivamente disciplinato i principi e le regole di bilancio del complesso delle amministrazioni pubbliche che riguardano, in particolare, la definizione dell'equilibrio di bilancio e le norme in materia di sostenibilità del debito pubblico, disciplinando specifiche deroghe al principio dell'equilibrio, nonché i necessari meccanismi correttivi da adottare in caso di mancato raggiungimento degli obiettivi, l'istituzione dell'Ufficio parlamentare di bilancio, organismo indipendente per le analisi di finanza pubblica, la cui operatività è prevista decorrere dal gennaio 2014;
per garantire coerenza e compiuta integrazione del settore finanziario, nonché per spezzare il circolo vizioso che si è spesso determinato tra debito sovrano e debito bancario, nel settembre del 2012, su impulso del Consiglio europeo, la Commissione europea ha prospettato la creazione di un'unione bancaria basata su quattro pilastri: un sistema centralizzato di vigilanza sul settore bancario incentrato sulla Banca centrale europea; un quadro comune sugli strumenti nazionali di risanamento e di risoluzione delle crisi degli enti creditizi; un sistema armonizzato di garanzia dei depositi bancari; un meccanismo unico europeo per la risoluzione delle crisi bancarie nell'area euro e per gli altri Paesi aderenti al sistema di vigilanza unico;
allo stato attuale, è stato portato a compimento soltanto il primo pilastro (sistema unico di vigilanza), che prospetta l'attribuzione alla Banca centrale europea di compiti specifici di vigilanza prudenziale degli enti creditizi stabiliti negli Stati membri la cui moneta è l'euro, mantenendo le competenze residue in capo alle autorità nazionali di vigilanza, l'istituzione di un comitato di sorveglianza (supervisory board) per assicurare che le funzioni di politica monetaria e quelle di vigilanza prudenziale siano rigorosamente separate, la responsabilità della Banca centrale europea per i compiti ad essa attribuiti dinanzi al Parlamento europeo, la rigorosa separazione dei compiti di politica monetaria da quelli di vigilanza per scongiurare potenziali conflitti di interesse. L'entrata in vigore del sistema unico di vigilanza bancaria consentirà la ricapitalizzazione diretta delle banche da parte del Meccanismo europeo di stabilità (European stability mechanism, Esm),
impegna il Governo:
a perseguire le priorità dell'Unione europea su una credibile ed efficace strategia per la crescita e lo sviluppo, nel rispetto delle decisioni e degli impegni assunti in materia di disciplina di bilancio, di contenimento della spesa pubblica e di riduzione di deficit e debiti pubblici;
a garantire che le politiche di consolidamento dei conti pubblici e le misure di attuazione dell'equilibrio di bilancio, inclusi i meccanismi di coordinamento tra i diversi livelli amministrativi e la definizione di meccanismi di correzione e delle clausole di salvaguarda, siano conformi al diritto dell'Unione europea;
ad attivarsi affinché tutte le decisioni relative al rafforzamento dell'Unione economica e monetaria siano adottate sulla base del trattato sull'Unione europea;
a far sì che, nel corso del riesame dei provvedimenti in materia di governance economica da parte della Commissione europea per il 2014, sia concessa una maggiore flessibilità degli obiettivi di bilancio a medio termine, per tenere conto del ciclo economico;
a favorire la costituzione di un fondo europeo di remissione del debito (debt redemption fund) e di strumenti di debito europeo a breve termine (eurobills);
a portare a compimento gli interventi per la creazione di un'unione bancaria, monitorando la fase di messa a punto della vigilanza bancaria unica e di costruzione del meccanismo di risoluzione delle crisi, per evitare scelte e indirizzi contrari all'interesse del Paese, in particolare in materia di valutazione dei titoli pubblici posseduti dalle banche e dalle assicurazioni e di metodi di vigilanza sulle piccole banche territoriali;
ad assicurare una maggiore coordinamento ex ante dei progetti di riforma importanti degli Stati membri dell'Unione Europea;
a promuovere nelle sedi europee l'introduzione di meccanismi asimmetrici e anticiclici incardinati nel bilancio europeo per il finanziamento dei sussidi alla disoccupazione e per il sostegno dell'occupazione, in particolare giovanile;
a sostenere l'estensione della golden rule in modo da permettere lo scomputo di alcune voci di spesa per investimenti che possano esercitare un impatto a breve positivo sulla crescita territoriale e sulla riduzione della disoccupazione dai parametri finanziari rilevanti nel processo europeo di coordinamento dei bilanci pubblici nazionali.
(1-00312) «Zanetti, Andrea Romano, Sottanelli, Librandi».
EUROVOC :zona euro
protezione dell'ambiente
politica economica
crisi monetaria
bilancio