ATTO CAMERA

MOZIONE 1/00310

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 150 del 13/01/2014
Abbinamenti
Atto 1/00292 abbinato in data 15/01/2014
Atto 1/00298 abbinato in data 15/01/2014
Atto 1/00303 abbinato in data 15/01/2014
Atto 1/00305 abbinato in data 15/01/2014
Atto 1/00312 abbinato in data 15/01/2014
Firmatari
Primo firmatario: MARTELLA ANDREA
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 13/01/2014
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
BUTTIGLIONE ROCCO PER L'ITALIA 15/01/2014
CAUSI MARCO PARTITO DEMOCRATICO 13/01/2014
MARCHI MAINO PARTITO DEMOCRATICO 13/01/2014
MOSCA ALESSIA MARIA PARTITO DEMOCRATICO 13/01/2014
BOBBA LUIGI PARTITO DEMOCRATICO 13/01/2014
BONAVITACOLA FULVIO PARTITO DEMOCRATICO 13/01/2014
CAPODICASA ANGELO PARTITO DEMOCRATICO 13/01/2014
CENSORE BRUNO PARTITO DEMOCRATICO 13/01/2014
DE MICHELI PAOLA PARTITO DEMOCRATICO 13/01/2014
FANUCCI EDOARDO PARTITO DEMOCRATICO 13/01/2014
GALLI GIAMPAOLO PARTITO DEMOCRATICO 13/01/2014
GENOVESE FRANCANTONIO PARTITO DEMOCRATICO 13/01/2014
GUERRA MAURO PARTITO DEMOCRATICO 13/01/2014
LAFORGIA FRANCESCO PARTITO DEMOCRATICO 13/01/2014
LOSACCO ALBERTO PARTITO DEMOCRATICO 13/01/2014
MARCHETTI MARCO PARTITO DEMOCRATICO 13/01/2014
MELILLI FABIO PARTITO DEMOCRATICO 13/01/2014
MISIANI ANTONIO PARTITO DEMOCRATICO 13/01/2014
PARRINI DARIO PARTITO DEMOCRATICO 13/01/2014
PREZIOSI ERNESTO PARTITO DEMOCRATICO 13/01/2014
RUBINATO SIMONETTA PARTITO DEMOCRATICO 13/01/2014
RUGHETTI ANGELO PARTITO DEMOCRATICO 13/01/2014
BARGERO CRISTINA PARTITO DEMOCRATICO 13/01/2014
BONIFAZI FRANCESCO PARTITO DEMOCRATICO 13/01/2014
CAPOZZOLO SABRINA PARTITO DEMOCRATICO 13/01/2014
CARBONE ERNESTO PARTITO DEMOCRATICO 13/01/2014
COLANINNO MATTEO PARTITO DEMOCRATICO 13/01/2014
DE MARIA ANDREA PARTITO DEMOCRATICO 13/01/2014
DE MENECH ROGER PARTITO DEMOCRATICO 13/01/2014
DI MAIO MARCO PARTITO DEMOCRATICO 13/01/2014
DI STEFANO MARCO PARTITO DEMOCRATICO 13/01/2014
FRAGOMELI GIAN MARIO PARTITO DEMOCRATICO 13/01/2014
FREGOLENT SILVIA PARTITO DEMOCRATICO 13/01/2014
GINATO FEDERICO PARTITO DEMOCRATICO 13/01/2014
GUERINI LORENZO PARTITO DEMOCRATICO 13/01/2014
GUTGELD ITZHAK YORAM PARTITO DEMOCRATICO 13/01/2014
LODOLINI EMANUELE PARTITO DEMOCRATICO 13/01/2014
PELILLO MICHELE PARTITO DEMOCRATICO 13/01/2014
PETRINI PAOLO PARTITO DEMOCRATICO 13/01/2014
RIBAUDO FRANCESCO PARTITO DEMOCRATICO 13/01/2014
ROSTAN MICHELA PARTITO DEMOCRATICO 13/01/2014
SANGA GIOVANNI PARTITO DEMOCRATICO 13/01/2014
AMODDIO SOFIA PARTITO DEMOCRATICO 14/01/2014
BASSO LORENZO PARTITO DEMOCRATICO 14/01/2014


Elenco dei co-firmatari che hanno ritirato la firma
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma Data ritiro firma
GIULIETTI GIAMPIERO PARTITO DEMOCRATICO 13/01/2014 15/01/2014
GRIBAUDO CHIARA PARTITO DEMOCRATICO 13/01/2014 13/01/2014
Stato iter:
15/01/2014
Partecipanti allo svolgimento/discussione
PARERE GOVERNO 15/01/2014
Resoconto BARETTA PIER PAOLO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (ECONOMIA E FINANZE)
 
INTERVENTO GOVERNO 15/01/2014
Resoconto BARETTA PIER PAOLO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (ECONOMIA E FINANZE)
 
DICHIARAZIONE VOTO 15/01/2014
Resoconto DI GIOIA LELLO MISTO-PARTITO SOCIALISTA ITALIANO (PSI) - LIBERALI PER L'ITALIA (PLI)
Resoconto GUIDESI GUIDO LEGA NORD E AUTONOMIE
Resoconto BUTTIGLIONE ROCCO PER L'ITALIA
Resoconto ZANETTI ENRICO SCELTA CIVICA PER L'ITALIA
Resoconto PISO VINCENZO NUOVO CENTRODESTRA
Resoconto MARCON GIULIO SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA'
Resoconto PALESE ROCCO FORZA ITALIA - IL POPOLO DELLA LIBERTA' - BERLUSCONI PRESIDENTE
Resoconto MUCCI MARA MOVIMENTO 5 STELLE
Resoconto RIZZETTO WALTER MOVIMENTO 5 STELLE
Resoconto CIPRINI TIZIANA MOVIMENTO 5 STELLE
Resoconto CORSARO MASSIMO ENRICO FRATELLI D'ITALIA
Resoconto GALGANO ADRIANA SCELTA CIVICA PER L'ITALIA
Resoconto CAUSI MARCO PARTITO DEMOCRATICO
Resoconto GALLINELLA FILIPPO MOVIMENTO 5 STELLE
Resoconto ROSTELLATO GESSICA MOVIMENTO 5 STELLE
Resoconto BECHIS ELEONORA MOVIMENTO 5 STELLE
Resoconto CHIMIENTI SILVIA MOVIMENTO 5 STELLE
Resoconto CANCELLERI AZZURRA PIA MARIA MOVIMENTO 5 STELLE
Resoconto BARBANTI SEBASTIANO MOVIMENTO 5 STELLE
Resoconto PISANO GIROLAMO MOVIMENTO 5 STELLE
Resoconto ALBERTI FERDINANDO MOVIMENTO 5 STELLE
Resoconto ARTINI MASSIMO MOVIMENTO 5 STELLE
Resoconto BARONI MASSIMO ENRICO MOVIMENTO 5 STELLE
Resoconto BASILIO TATIANA MOVIMENTO 5 STELLE
Resoconto BENEDETTI SILVIA MOVIMENTO 5 STELLE
Resoconto BERNINI MASSIMILIANO MOVIMENTO 5 STELLE
Resoconto BIANCHI NICOLA MOVIMENTO 5 STELLE
Resoconto BRESCIA GIUSEPPE MOVIMENTO 5 STELLE
Resoconto BRUGNEROTTO MARCO MOVIMENTO 5 STELLE
Resoconto BUSINAROLO FRANCESCA MOVIMENTO 5 STELLE
Resoconto CASO VINCENZO MOVIMENTO 5 STELLE
Resoconto CASTELLI LAURA MOVIMENTO 5 STELLE
Resoconto CECCONI ANDREA MOVIMENTO 5 STELLE
Resoconto COLONNESE VEGA MOVIMENTO 5 STELLE
Resoconto CORDA EMANUELA MOVIMENTO 5 STELLE
Resoconto CRIPPA DAVIDE MOVIMENTO 5 STELLE
Resoconto DA VILLA MARCO MOVIMENTO 5 STELLE
Resoconto DAGA FEDERICA MOVIMENTO 5 STELLE
Resoconto FASSINA STEFANO PARTITO DEMOCRATICO
Resoconto DI BATTISTA ALESSANDRO MOVIMENTO 5 STELLE
Resoconto BUSTO MIRKO MOVIMENTO 5 STELLE
Resoconto DE LORENZIS DIEGO MOVIMENTO 5 STELLE
Resoconto DALL'OSSO MATTEO MOVIMENTO 5 STELLE
Resoconto NESCI DALILA MOVIMENTO 5 STELLE
Resoconto SEGONI SAMUELE MOVIMENTO 5 STELLE
Resoconto FRUSONE LUCA MOVIMENTO 5 STELLE
Resoconto TERZONI PATRIZIA MOVIMENTO 5 STELLE
Resoconto SPADONI MARIA EDERA MOVIMENTO 5 STELLE
Resoconto GRANDE MARTA MOVIMENTO 5 STELLE
Resoconto SPESSOTTO ARIANNA MOVIMENTO 5 STELLE
Resoconto SIBILIA CARLO MOVIMENTO 5 STELLE
Resoconto SARTI GIULIA MOVIMENTO 5 STELLE
Resoconto DI VITA GIULIA MOVIMENTO 5 STELLE
Resoconto DELL'ORCO MICHELE MOVIMENTO 5 STELLE
Resoconto LOREFICE MARIALUCIA MOVIMENTO 5 STELLE
Resoconto DELLA VALLE IVAN MOVIMENTO 5 STELLE
Resoconto DI STEFANO MANLIO MOVIMENTO 5 STELLE
Resoconto LUPO LOREDANA MOVIMENTO 5 STELLE
Resoconto RAMPELLI FABIO FRATELLI D'ITALIA
Resoconto SORIAL GIRGIS GIORGIO MOVIMENTO 5 STELLE
Resoconto D'UVA FRANCESCO MOVIMENTO 5 STELLE
Resoconto MARZANA MARIA MOVIMENTO 5 STELLE
Resoconto LIUZZI MIRELLA MOVIMENTO 5 STELLE
Resoconto GALLO LUIGI MOVIMENTO 5 STELLE
Resoconto OTTOBRE MAURO MISTO-MINORANZE LINGUISTICHE
Resoconto BIANCHI STELLA PARTITO DEMOCRATICO
Resoconto PESCO DANIELE MOVIMENTO 5 STELLE
Resoconto GRILLO GIULIA MOVIMENTO 5 STELLE
Resoconto PARENTELA PAOLO MOVIMENTO 5 STELLE
Resoconto COMINARDI CLAUDIO MOVIMENTO 5 STELLE
Resoconto VACCA GIANLUCA MOVIMENTO 5 STELLE
Resoconto CARIELLO FRANCESCO MOVIMENTO 5 STELLE
Resoconto COLLETTI ANDREA MOVIMENTO 5 STELLE
Resoconto GALLI GIAMPAOLO PARTITO DEMOCRATICO
Resoconto FEDRIGA MASSIMILIANO LEGA NORD E AUTONOMIE
Resoconto BIANCONI MAURIZIO FORZA ITALIA - IL POPOLO DELLA LIBERTA' - BERLUSCONI PRESIDENTE
Fasi iter:

APPOSIZIONE NUOVE FIRME IL 14/01/2014

APPOSIZIONE NUOVE FIRME IL 15/01/2014

DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 15/01/2014

ACCOLTO IL 15/01/2014

PARERE GOVERNO IL 15/01/2014

DISCUSSIONE IL 15/01/2014

APPROVATO IL 15/01/2014

CONCLUSO IL 15/01/2014

Atto Camera

Mozione 1-00310
presentato da
MARTELLA Andrea
testo presentato
Lunedì 13 gennaio 2014
modificato
Mercoledì 15 gennaio 2014, seduta n. 152

   La Camera,
   premesso che:
    la crisi economica e finanziaria, registrata a partire dal 2009, ha spinto l'Unione europea verso un'ampia revisione della propria governante, con l'obiettivo di rafforzare gli strumenti e le procedure per una più rigorosa politica di bilancio, garantire la solidità finanziaria dell'area europea e rilanciare le proprie prospettive di sviluppo;
    il nuovo sistema di governance economica europea si fonda su un complesso di misure, di natura legislativa e non legislativa, finalizzate a rafforzare i vincoli di finanza pubblica dell'unione economica e monetaria, ma anche a introdurre una cornice comune per le politiche economiche degli Stati membri, in particolare per quanto riguarda la crescita e l'occupazione;
    il sistema si articola in sette principali assi di intervento:
     a) un meccanismo per il coordinamento ex ante delle politiche economiche nazionali, mediante un ciclo di procedure e strumenti europei e nazionali concentrato nel primo semestre di ogni anno (semestre europeo);
     b) il patto «Euro plus», che impegna gli Stati membri dell'area euro e alcuni altri Stati aderenti a porre in essere ulteriori interventi in materia di politica economica, il cui eventuale inadempimento non comporta l'adozione di sanzioni;
     c) il trattato per il coordinamento delle politiche di bilancio (cosiddetto «fiscal compact») entrato in vigore il 1o gennaio 2013;
     d) le modifiche al Patto di stabilità (contenute in parte nel cosiddetto six pack, in parte nel cosiddetto two pack);
     e) la sorveglianza sugli squilibri macroeconomici (derivante dall'applicazione del six pack);
     f) i meccanismi di stabilizzazione dell'eurozona;
     g) il Patto per la crescita (cosiddetto Growth pact, accordo non vincolante stipulato dal Consiglio europeo di giugno 2012);
    in materia fiscale, in particolare, il «fiscal compact» introduce la regola del pareggio di bilancio, stabilendo che esso si consideri realizzato qualora il saldo strutturale (definito come saldo corretto per il ciclo e al netto delle misure una tantum) delle amministrazioni pubbliche sia pari all'obiettivo di medio termine specifico per il Paese, come definito nel Patto di stabilità e crescita, con un limite inferiore di disavanzo strutturale dello 0,5 per cento del prodotto interno lordo; deviazioni temporanee dall'obiettivo di medio termine sono consentite solo in caso di circostanze eccezionali o di gravi crisi economico-finanziarie e, comunque, nella misura in cui tale deroga non comprometta la sostenibilità del debito di lungo periodo; inoltre, gli Stati firmatari del Trattato si impegnano all'inserimento della regola del bilancio in pareggio (in termini strutturali) all'interno del quadro legislativo nazionale con modifiche di carattere vincolante e permanente, preferibilmente a livello costituzionale, e a recepire gli specifici meccanismi di correzione da attivare nel caso di scostamenti tra i risultati conseguiti e l'obiettivo di medio termine;
    l'allineamento del sistema di regole interne con le nuove disposizioni europee è avvenuto per l'Italia con l'approvazione della legge costituzionale n. 1 del 2012, che introduce nell'ordinamento un principio di carattere generale, secondo il quale tutte le amministrazioni pubbliche devono assicurare l'equilibrio tra entrate e spese del bilancio e la sostenibilità del debito, nell'osservanza delle regole dell'Unione europea in materia economico-finanziaria;
    la legge n. 243 del 2012 ha successivamente disciplinato i principi e le regole di bilancio riferite al complesso delle amministrazioni pubbliche, che riguardano, in particolare, la definizione dell'equilibrio di bilancio, l'introduzione di una regola sull'evoluzione della spesa e le regole in materia di sostenibilità del debito pubblico, disciplinando, altresì, specifiche deroghe al principio dell'equilibrio, nonché i necessari meccanismi correttivi da adottare in caso di mancato raggiungimento degli obiettivi;
    nel 2014 è previsto un importante processo di riesame da parte della Commissione europea dei provvedimenti più recenti in materia di coordinamento delle politiche macroeconomiche e di bilancio (six pack e two pack): i rapporti sulla clausola di revisione, inserita negli articolati dei provvedimenti legislativi in questione, dovrebbero essere inviati dalla Commissione europea al Consiglio e al Parlamento Europeo entro il 14 dicembre 2014 e sarà valutata l'efficacia delle disposizioni, soprattutto riguardo ai meccanismi di voto, includendo, ove necessario, proposte di revisione;
    se le condizioni finanziarie nell'area dell'euro sono oggi molto meno tese rispetto alla fine del 2011, il raggiungimento di un equilibrio stabile è tuttavia ancora lontano, poiché continua a mancare un meccanismo di riduzione delle divergenze nelle strutture economiche dei Paesi dell'area euro, in assenza del quale non sarà possibile dare definitiva soluzione neanche ai problemi dei debiti sovrani; al tempo stesso, risultano ancora in gran parte irrisolti i problemi relativi alle asimmetrie del ciclo economico, che privilegiano alcuni Paesi a danno di altri e che devono essere affrontati con uno sforzo comune, teso a riequilibrare le tendenze spontanee del mercato, con un vero coordinamento delle politiche economiche dell'eurozona che contempli strumenti adeguati a fronteggiare le asimmetrie del ciclo nei singoli Paesi;
    la questione cruciale è il rafforzamento della governance dell'unione economica e monetaria, dal momento che solo 18 Paesi su 28 adottano l'euro: l'attuale asimmetria tra eurozona e Unione europea costituisce, infatti, uno dei principali argomenti a sostegno di una governance imperniata sul metodo intergovernativo e su strumenti e organismi esterni al quadro istituzionale dell'Unione europea, come il «fiscal compact» e il Mes (il cosiddetto Fondo salva Stati);
    in sostanza, la crisi ha dimostrato la necessità di dotare la moneta unica di un vero governo economico, governo che va, però, collocato all'interno del quadro giuridico e istituzionale dell'Unione europea e imperniato sulle sue istituzioni;
    approvando con una larga maggioranza il rapporto Gualtieri-Trzaskowski sui problemi costituzionali della governance multilivello nell'Unione europea, il Parlamento europeo è entrato con forza nel dibattito sul futuro delle istituzioni europee e del governo dell'euro: il rapporto, infatti, sottolinea la necessità di avviare da subito le riforme possibili sulla base degli attuali trattati e dell'utilizzo dei numerosi strumenti di flessibilità presenti al loro interno, a partire dalla costituzione di una «capacità fiscale» aggiuntiva per l'eurozona da collocare all'interno del bilancio dell'Unione europea;
    in questo quadro, il rapporto propone un modello di coordinamento rafforzato delle politiche economiche diverso da quello contenuto nella proposta di «accordi contrattuali», che sarà in discussione al prossimo Consiglio europeo e che trova nella costituzione di un chiaro sistema di incentivi attraverso l'istituzione di uno strumento finanziario, che del bilancio dell'eurozona dovrebbe essere l'embrione (oltre che in un maggiore legittimazione democratica a livello europeo e nazionale e in una maggiore attenzione alla dimensione sociale), i suoi tratti distintivi;
    all'interno della discussione sul future dell'unione economica e monetaria, l'unione bancaria rappresenta un passaggio di fondamentale importanza e si compone di tre elementi: un meccanismo unico di supervisione, un meccanismo unico di risoluzione delle crisi e, nella prospettiva dell'unione di bilancio, un'assicurazione unica dei depositi;
    poiché l'unione bancaria è essenziale per contribuire al raggiungimento di condizioni più distese sui mercati finanziari nell'area dell'euro e nel nostro Paese e all'interruzione della spirale negativa tra rischio sovrano e attivi bancari, è necessario completare il meccanismo di supervisione con un sistema unico di risoluzione delle crisi bancarie, insistendo per il raggiungimento di un accordo tra Consiglio e Parlamento sul meccanismo unico di risoluzione delle crisi che includa anche un fondo unico di risoluzione delle crisi bancarie e una regolamentazione per la garanzie dei depositi bancari il più possibile armonizzata;
    è di particolare rilevanza l'evoluzione della discussione relativa alla mutualizzazione del debito pubblico a livello europeo: entro il marzo 2014, infatti, è attesa la pubblicazione di un rapporto che ne analizzerà le prospettive; anche su questo versante, è importante insistere sulla necessità di collocare i nuovi meccanismi all'interno del quadro giuridico e istituzionale dell'Unione europea, soprattutto alla luce della prossima scadenza per l'elezione di un nuovo Parlamento e dell'impegno delle principali forze politiche europee a legare più fortemente l'esito della competizione democratica con la composizione della futura Commissione europea;
    se va vista con favore la cosiddetta investment clause (sancita dal Consiglio europeo su proposta italiana), sulla base della quale può essere consentito ai Paesi non sottoposti a una procedura per disavanzo eccessivo, ovvero a un programma di aiuti, di versare la quota di cofinanziamento nazionale dei fondi strutturali dell'Unione europea, in deroga all'obiettivo di pareggio del bilancio, continua ad essere assente una vera e propria golden rule estesa all'insieme degli investimenti che possano esercitare un impatto positivo sulla crescita territoriale e sulla riduzione della disoccupazione;
    dopo i risultati conseguiti nei campi della stabilità finanziaria, della sorveglianza delle politiche economiche e dell'unione bancaria, è importante che la discussione non si areni su quei temi più delicati, come gli incentivi alle riforme strutturali, la mutualizzazione dei debiti e l'unione fiscale, essenziali per la realizzazione di un'unione economica e monetaria efficace ed equilibrata,

impegna il Governo:

   ad attivarsi affinché tutte le decisioni relative al rafforzamento dell'unione economica e monetaria siano adottate sulla base del Trattato sull'Unione europea;
   ad avviare un negoziato con le istituzioni europee finalizzato a far sì che, a seguito del riesame dei provvedimenti in materia di governance economica da parte della Commissione europea per il 2014, sia concessa una maggiore flessibilità degli obiettivi di bilancio a medio termine, per tenere conto del ciclo economico;
   per quanto riguarda l'unione bancaria, ad affermare con forza la necessità di un presidio istituzionale in Europa nella fase di messa a punto della vigilanza bancaria unica e di costruzione del meccanismo di risoluzione delle crisi, per evitare scelte e indirizzi contrari all'interesse del Paese, in particolare in materia di valutazione dei titoli pubblici posseduti dalle banche e dalle assicurazioni e di metodi di vigilanza sulle piccole banche territoriali;
   a promuovere nelle sedi europee l'introduzione di meccanismi asimmetrici e anticiclici incardinati nel bilancio europeo per il finanziamento dei sussidi alla disoccupazione e per il sostegno dell'occupazione, in particolare giovanile;
   a sostenere l'estensione della golden rule in modo da permettere lo scomputo di alcune voci di spesa per investimenti che possano esercitare un impatto a breve positivo sulla crescita territoriale e sulla riduzione della disoccupazione dai parametri finanziari rilevanti nel processo europeo di coordinamento dei bilanci pubblici nazionali;
   a favorire la costituzione di un fondo europeo di remissione del debito (debt redemption fund) e di strumenti di debito europeo a breve termine (eurobills) senza ricorrere a ulteriori trattati intergovernativi, ma utilizzando il quadro giuridico e istituzionale esistente dell'Unione europea;
   a sostenere la necessità di costruire un'adeguata implementazione, nelle procedure e negli strumenti di incentivo/disincentivo, della procedura per gli squilibri macroeconomici (Macroeconomic imbalance procedure-Mip), con l'obiettivo di responsabilizzare i Paesi dell'eurozona eccedentari all'attivazione al loro interno delle misure necessarie per l'assorbimento degli squilibri, come più volte chiesto all'Unione europea dai più importanti partner internazionali, a partire dagli Stati Uniti;
   in materia di unione economica e monetaria, a richiamare l'esigenza di compiere progressi in modo equilibrato e bilanciato su tutte e quattro le direttrici poste dal rapporto dei quattro Presidenti «Verso un'autentica unione economica e monetaria», così da arrivare progressivamente a definire una vera e propria politica economica della zona euro, in modo da assicurare un aggiustamento più equilibrato tra i Paesi in deficit e i Paesi in surplus.
(1-00310) «Martella, Buttiglione, Causi, Marchi, Mosca, Bobba, Bonavitacola, Capodicasa, Censore, De Micheli, Fanucci, Giampaolo Galli, Genovese, Giulietti, Guerra, Laforgia, Losacco, Marchetti, Melilli, Misiani, Parrini, Preziosi, Rubinato, Rughetti, Bargero, Bonifazi, Capozzolo, Carbone, Colaninno, De Maria, De Menech, Marco Di Maio, Marco Di Stefano, Fragomeli, Fregolent, Ginato, Lorenzo Guerini, Gutgeld, Lodolini, Pelillo, Petrini, Ribaudo, Rostan, Sanga, Amoddio, Basso».

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC :

zona euro

struttura istituzionale

politica economica

pareggio del bilancio

lotta alla disoccupazione

debito