Legislatura: 17Seduta di annuncio: 125 del 26/11/2013
Primo firmatario: COSTA ENRICO
Gruppo: NUOVO CENTRODESTRA
Data firma: 26/11/2013
Elenco dei co-firmatari dell'atto Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma SALTAMARTINI BARBARA NUOVO CENTRODESTRA 26/11/2013 LEONE ANTONIO NUOVO CENTRODESTRA 26/11/2013 MISURACA DORE NUOVO CENTRODESTRA 26/11/2013 BIANCHI DORINA NUOVO CENTRODESTRA 26/11/2013 PISO VINCENZO NUOVO CENTRODESTRA 26/11/2013 GAROFALO VINCENZO NUOVO CENTRODESTRA 26/11/2013 BERNARDO MAURIZIO NUOVO CENTRODESTRA 26/11/2013 BOSCO ANTONINO NUOVO CENTRODESTRA 26/11/2013
Partecipanti allo svolgimento/discussione INTERVENTO GOVERNO 04/12/2013 Resoconto DELL'ARINGA CARLO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (LAVORO E POLITICHE SOCIALI) INTERVENTO PARLAMENTARE 04/12/2013 Resoconto FEDRIGA MASSIMILIANO LEGA NORD E AUTONOMIE DICHIARAZIONE GOVERNO 04/12/2013 Resoconto DELL'ARINGA CARLO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (LAVORO E POLITICHE SOCIALI) INTERVENTO PARLAMENTARE 04/12/2013 Resoconto ROSATO ETTORE PARTITO DEMOCRATICO Resoconto LOMBARDI ROBERTA MOVIMENTO 5 STELLE
DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 04/12/2013
DISCUSSIONE IL 04/12/2013
RITIRATO IL 04/12/2013
CONCLUSO IL 04/12/2013
La Camera,
premesso che:
nell'ambito delle conseguenze sociali generate dall'alluvionale dilagare in Italia della crisi economica e finanziaria iniziata negli Stati Uniti nel 2007 proprio con l'esplosione della «bolla immobiliare», con la vanificazione dei mutui subprime e con la nazionalizzazione forzosa di Fannie Mae e Freddie Mac, si è diffusa anche in Italia una condizione di tensione abitativa relativa non solo alle fasce della popolazione che sono già colpite o sono comunque lambite dalla povertà o da stringenti ristrettezze, ma anche a segmenti di ceto medio tradizionale per la prima volta sospinti dagli effetti laceranti di una recessione tanto protratta ai margini o dentro la palude del disagio;
tale tensione abitativa, in un Paese che in ogni caso svetta nelle statistiche europee per il tasso di abitazioni in proprietà (secondo le stime più prudenti, il 68,4 per cento contro, per esempio, il 44,2 per cento della Germania), appare tanto più insidiosa quanto più concentrata geograficamente in alcune grandi città a marcato tasso di stagnazione economica, a cominciare da Roma;
tale tensione abitativa non trova risposta, nemmeno prospettica, in una situazione generale di persistente penuria delle risorse pubbliche destinabili a supportare lo sviluppo o anche solo la continuazione degli investimenti in edilizia popolare, il cui ammontare produce ormai solo una quota del 4 per cento sul totale dell'edilizia residenziale contro il 20 per cento della media comunitaria;
tale tensione può degenerare, giacché si inserisce su una piattaforma reddituale oggettivamente deterioratasi negli ultimi anni, solo che si pensi come, dall'inizio degli anni ’90, l'incidenza dell'affitto tra le spese delle famiglie italiane che la debbono sostenere è aumentata del 74 per cento, a fronte di una crescita in valori assoluti di questa voce del 105 per cento;
in particolare, appare di tutta evidenza la condensazione di una condizione abitativa critica fra gli inquilini delle residenze di proprietà degli enti previdenziali pubblici o privatizzati, non solo per le sue significative connotazioni di urgenza sociale, ma anche perché oggetto di una serie ininterrotta, e non sempre coerente e limpida, di interventi sia di natura normativa (si sono succeduti nell'ultimo ventennio ben sei provvedimenti di legge), sia di natura giurisprudenziale (si rammenti, fra i moltissimi, la sentenza delle sezioni unite della Corte di cassazione del 22 giugno 2006),
impegna il Governo:
ad adottare, in coerenza con la previsione costituzionale dell'articolo 47, secondo comma, tutte le iniziative normative, non escluse quelle di necessità e urgenza, per riattivare, in un quadro di chiarezza regolatoria e di affidabilità normativa, il percorso della cessione a condizioni agevolate delle abitazioni a uso domestico di proprietà degli enti previdenziali pubblici e privatizzati a favore degli attuali inquilini;
ad adottare iniziative a tutela di tali inquilini, laddove affetti da condizioni di precarietà reddituale o di disagio sociale, non già attraverso l'abusato ricorso alla proroga degli sfratti, già censurata dalle stesse istituzioni nazionali ed europee di garanzia, bensì attraverso procedure modulate e flessibili di cessione della proprietà, che, per esempio, senza determinare traumatiche interruzioni nella continuità contrattuale dell'utilizzo dell'abitazione, consentano di imputare la somme, precedentemente versate a titolo di canone, a titolo di acconti sul corrispettivo di vendita;
a garantire la più ampia trasparenza informativa, nonché l'adozione di controlli amministrativi semplici e affidabili sui criteri di vendita e sui prezzi praticati, al fine di evitare l'insorgenza di successivi contenziosi defatiganti e destabilizzanti;
a risolvere tramite una conclusiva iniziativa normativa, basata sulle più recenti statuizioni giurisprudenziali in materia, quali la recente sentenza della Corte di cassazione del 20 settembre 2013, la vexata quaestio dei cosiddetti immobili di pregio.
(1-00261) «Costa, Saltamartini, Leone, Misuraca, Dorina Bianchi, Piso, Garofalo, Bernardo, Bosco».
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