ATTO CAMERA

MOZIONE 1/00253

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 121 del 19/11/2013
Abbinamenti
Atto 1/00108 abbinato in data 19/11/2013
Atto 1/00244 abbinato in data 19/11/2013
Atto 1/00245 abbinato in data 19/11/2013
Atto 1/00249 abbinato in data 19/11/2013
Atto 1/00250 abbinato in data 19/11/2013
Atto 1/00251 abbinato in data 19/11/2013
Firmatari
Primo firmatario: MELONI GIORGIA
Gruppo: FRATELLI D'ITALIA
Data firma: 19/11/2013
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
RAMPELLI FABIO FRATELLI D'ITALIA 19/11/2013
TAGLIALATELA MARCELLO FRATELLI D'ITALIA 19/11/2013


Stato iter:
19/11/2013
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 19/11/2013
Resoconto SORIAL GIRGIS GIORGIO MOVIMENTO 5 STELLE
 
INTERVENTO PARLAMENTARE 19/11/2013
Resoconto LOCATELLI PIA ELDA MISTO-PARTITO SOCIALISTA ITALIANO (PSI) - LIBERALI PER L'ITALIA (PLI)
 
INTERVENTO GOVERNO 19/11/2013
Resoconto DELL'ARINGA CARLO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (LAVORO E POLITICHE SOCIALI)
 
DICHIARAZIONE VOTO 19/11/2013
Resoconto RONDINI MARCO LEGA NORD E AUTONOMIE
 
INTERVENTO PARLAMENTARE 19/11/2013
Resoconto CESARO ANTIMO SCELTA CIVICA PER L'ITALIA
 
DICHIARAZIONE GOVERNO 19/11/2013
Resoconto DELL'ARINGA CARLO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (LAVORO E POLITICHE SOCIALI)
 
DICHIARAZIONE VOTO 19/11/2013
Resoconto BRAMBILLA MICHELA VITTORIA FORZA ITALIA - IL POPOLO DELLA LIBERTA' - BERLUSCONI PRESIDENTE
Resoconto NICCHI MARISA SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA'
Resoconto CESARO ANTIMO SCELTA CIVICA PER L'ITALIA
 
INTERVENTO PARLAMENTARE 19/11/2013
Resoconto RAMPELLI FABIO FRATELLI D'ITALIA
 
DICHIARAZIONE VOTO 19/11/2013
Resoconto CHIMIENTI SILVIA MOVIMENTO 5 STELLE
 
INTERVENTO PARLAMENTARE 19/11/2013
Resoconto ZAMPA SANDRA PARTITO DEMOCRATICO
 
DICHIARAZIONE VOTO 19/11/2013
Resoconto BUONANNO GIANLUCA LEGA NORD E AUTONOMIE
 
PARERE GOVERNO 19/11/2013
Resoconto DELL'ARINGA CARLO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (LAVORO E POLITICHE SOCIALI)
Fasi iter:

DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 19/11/2013

DISCUSSIONE IL 19/11/2013

ATTO MODIFICATO IN CORSO DI SEDUTA IL 19/11/2013

ACCOLTO IL 19/11/2013

PARERE GOVERNO IL 19/11/2013

APPROVATO IL 19/11/2013

CONCLUSO IL 19/11/2013

Atto Camera

Mozione 1-00253
presentato da
MELONI Giorgia
testo di
Martedì 19 novembre 2013, seduta n. 121

   La Camera,
   premesso che:
    nel nostro Paese vivono circa 11 milioni di bambini e adolescenti, che costituiscono il 17 per cento della popolazione totale, e in base a recenti dati dell'Istat, 1.822.000 dei quali vivono in situazione di povertà relativa, mentre il sette per cento dei minori in Italia (oltre 700.000 bambini ed adolescenti) vive in condizioni di povertà assoluta, con maggiore incidenza nel Mezzogiorno (10,9 per cento), a fronte del 4,7 per cento del Centro e nel Nord del Paese;
    ancora più allarmanti appaiono i dati relativi al rischio di povertà ed esclusione sociale per i bambini e gli adolescenti che vivono in famiglie con tre o più minorenni, che è pari al 70 per cento nel Mezzogiorno a fronte del 46,5 per cento a livello nazionale, vale a dire che su cento minorenni che nascono in una famiglia numerosa del Mezzogiorno d'Italia, ben settanta rischiano di essere poveri;
    secondo i dati contenuti nella Relazione al Parlamento depositata lo scorso mese di maggio dal Garante per l'infanzia e l'adolescenza e relativa all'anno 2012, la comparazione con altri Stati industrializzati ci informa che nella classifica del benessere dei bambini l'Italia occupa il ventiduesimo posto su ventinove paesi, collocandosi alle spalle di Spagna, Ungheria e Polonia, e risulta, inoltre, essere il paese con il tasso NEET (Not In Education, Employment or Training) più elevato tra tutti i paesi industrializzati dopo la Spagna, posto che ben l'undici per cento dei nostri giovani tra i 15 e i 19 anni non sono iscritti a scuola, non lavorano e non frequentano corsi di formazione professionale;
    inoltre, gravissime sono le lacune che si riscontrano nel nostro Paese sia sotto il profilo dell'istruzione, che si sostanzia nelle altissime percentuali di abbandono scolastico, sia sotto il profilo del sistema di welfare, incapace di offrire una tutela e un sostegno adeguati alle famiglie con figli, e che si sostanzia nell'insufficienza delle misure a sostegno del reddito e, al contempo, nella carenza di strutture;
    la rete dei servizi per la prima infanzia è uno strumento essenziale per la promozione del benessere, per lo sviluppo dei bambini, per la conciliazione dei tempi di lavoro, nonché per il sostegno al ruolo educativo dei genitori;
    in questo ambito, un aspetto centrale è costituito dal numero esiguo di asili nido, ai quali peraltro si accede in base a graduatorie spesso falsate, dalla mancata realizzazione, in Italia, di modelli di accoglimento alternativi quali ad esempio le tagesmutter, e che, di fatto, in molti casi costituiscono un ostacolo insormontabile per coppie nelle quali entrambi i genitori sono lavoratori, nonché ovviamente per i nuclei familiari monogenitoriali;
    al riguardo, il rapporto sul piano straordinario europeo dei servizi socio-educativi per la prima infanzia, cui l'Italia ha aderito nel 2007, ha rilevato l'esigenza «che si consolidi da parte del Governo un intervento a sostegno dei servizi fondamentali e non solo per i bambini ma anche per lo sviluppo sociale ed economico del Paese»;
    il rapporto ha, infatti, messo in luce come, pur a fronte di un costante incremento dei posti negli asili nido, aumentati negli ultimi cinque anni di cinquantamila unità, la percentuale di copertura non arriva ancora neanche al venti per cento;
    questo a fronte di investimenti nello stesso quinquennio pari a un miliardo di euro dei quali, tuttavia, appena la metà sono stati utilizzati, spesso a causa di ritardi e complicazioni nel processo burocratico, che penalizza, ancora una volta, maggiormente le regioni del Sud;
    il divario tra le regioni del Nord e quelle del Sud del Paese, come già visto, è particolarmente forte con riferimento alle politiche per i minori, aggravata dalla frammentazione esistente a livello nazionale – tra Ministeri, commissioni, comitati ed osservatori – delle competenze istituzionali sull'infanzia e l'adolescenza;
    questa frammentazione, che il Rapporto di aggiornamento 2012-2013 stilato da Save the children, ha definito come «il default del sistema di welfare», determina che gli effetti degli interventi adottati non siano «in alcun caso riconducibili ad un sistema di politiche, ma la risultante di processi diversi, non interagenti (o male interagenti), di norme che variano senza un orizzonte comune e con tempistiche diverse, tali da rendere incoerenti o inefficaci e/o senza risorse i singoli passaggi»;
    una questione centrale nella programmazione di efficaci politiche per i minori consiste nell'individuazione, e nella garanzia stabile lungo un arco di tempo pluriennale, delle risorse finanziarie da destinare a tali politiche;
    al contrario, invece, il succedersi di diverse leggi in questa materia, ha causato un processo di progressiva erosione delle risorse destinate a finanziare le politiche per l'infanzia e l'adolescenza;
    in particolare, la legge n. 285 del 1997, recante «Disposizioni per la promozione di diritti e di opportunità per l'infanzia e l'adolescenza», aveva istituito il Fondo nazionale per l'infanzia e l'adolescenza, successivamente inglobato al settanta per cento da un unico Fondo nazionale per le politiche sociali, introdotto dalla legge n. 328 del 2000 («Legge quadro per la realizzazione del sistema integrato di interventi e servizi sociali») dando luogo alla creazione di un unico fondo indistinto, senza vincoli di spesa, demandando alle regioni la programmazione e la pianificazione nell'ambito della loro esclusiva competenza, ed individuando nei livelli essenziali di assistenza la base comune delle prestazioni sociali per tutto il territorio nazionale;
    inoltre, con la creazione del Fondo per le politiche sociali, la cui determinazione è stata affidata alla Legge finanziaria, è venuta meno la caratteristica della triennalità del finanziamento delle misure per l'infanzia;
    la complessa evoluzione nel corso del tempo dei finanziamenti destinati alle politiche sociali per l'infanzia e l'adolescenza ha determinato alcuni significativi mutamenti nell'attuazione delle stesse: da un lato, infatti, la mancata definizione dei livelli essenziali di assistenza da parte dello Stato con il concorso delle regioni ha determinato una prolungata lacuna normativa in questo campo, dall'altro l'annualità dei fondi via via destinati alle politiche per l'infanzia ne ha accorciato significativamente le prospettive di programmazione ed attuazione;
    attualmente, il Fondo per le politiche sociali è stato rifinanziato con trecento milioni di euro, dopo essere stato ridotto ad appena dieci milioni nel 2012, mentre il Fondo per le politiche della famiglia è diminuito da 186 milioni di euro stanziati nel 2009 agli scarsi venti milioni di euro assegnati nel 2013, mentre il Fondo per le politiche giovanili è passato da una dotazione di quasi ottanta milioni di euro nel 2009 ai 6,2 milioni stanziati per il 2013;
    l'ultimo Piano nazionale per l'infanzia, varato nel 2011 in base a quattro linee guida (consolidamento della rete integrata dei servizi e contrasto all'esclusione sociale; rafforzamento della tutela dei diritti; costruzione di un patto intergenerazionale dedicato al protagonismo dei bambini e dei ragazzi; promozione dell'integrazione delle persone immigrate) è rimasto sostanzialmente inattuato per mancanza di fondi;
    il percorso di valutazione dei rapporti governativi sullo stato di attuazione della Convenzione sui diritti dell'infanzia e dell'adolescenza (Convention on the Rights of the Child – CRC) e/o dei Protocolli opzionali svolto dal Comitato ONU sui diritti dell'infanzia e dell'adolescenza termina con un documento con cui il Comitato ONU rende noto il proprio parere sullo stato di attuazione della CRC e/o dei protocolli opzionali nel Paese esaminato, sottolineando i progressi compiuti ed evidenziando i punti critici, invitando il Governo ad intervenire laddove non vi sia congruità, anche attraverso la richiesta esplicita di modifiche legislative;
    nell'ultimo rapporto il Comitato ha rilevato, nei confronti dell'Italia, la mancata o insufficiente implementazione non solo degli aspetti di coordinamento e di assegnazione di risorse ma anche di quelli relativi alla non discriminazione, agli interessi dei minori, al diritto all'identità, alle adozioni, e alla giustizia minorile;
    sotto il profilo del coordinamento, un primo passo è stato compiuto con la istituzione, nel 2011, della figura del Garante nazionale per l'infanzia e l'adolescenza, deputato anche a realizzare un coordinamento dell'attività dei garanti regionali già istituiti e operativi;
    lo stesso Comitato dell'ONU aveva, infatti, espresso preoccupazione anche per le disparità riscontrate a livello regionale nell'assegnazione e nella spesa dei fondi destinati ai minori, auspicando che lo Stato italiano assicuri stanziamenti di bilancio equi in tutte le 20 regioni, con particolare attenzione alla prima infanzia, ai servizi sociali, all'istruzione ed ai programmi di integrazione per i figli dei migranti, garantendo che «pur nell'attuale situazione finanziaria, tutti i servizi per i minori siano protetti dai tagli»;
    la mancanza di politiche efficaci a sostegno della famiglia e della natalità, sta determinando, in Italia, un costante calo delle nascite, privando il nostro Paese della risorsa più importante: i giovani;
    le difficoltà che le famiglie sono costrette ad affrontare, spesso lasciate sole dalle istituzioni, sta minando alla radice questo nucleo fondamentale della nostra società,

impegna il Governo:

   ad ideare e realizzare, dotandolo degli strumenti finanziari adeguati, un Piano a tutela delle famiglie a della natalità, che passi attraverso l'implementazione delle strutture sul territorio e attraverso misure economiche di sostegno al reddito, o di agevolazioni fiscali, in favore delle famiglie con figli a carico, in particolar modo delle famiglie numerose;
   ad operare nel senso di una ottimizzazione delle risorse e per il coordinamento del settore delle politiche in favore dell'infanzia e dell'adolescenza, recependo le proposte e le indicazioni formulate in merito dal Garante;
   a promuovere il coordinamento degli indirizzi e dei programmi riguardanti i diritti dei minori tra tutti i Ministeri e le istituzioni interessate, garantendo che tutte le risorse umane, tecniche e finanziarie necessarie per implementare le politiche riguardanti i diritti dei minori siano complete, coerenti e uniformi a livello nazionale, regionale e locale;
   ad ideare, promuovere e rafforzare interventi volti al contrasto della pedofilia, della violenza sui minori, fisica e psicologica, nonché dello sfruttamento lavorativo e dell'accattonaggio;
   ad ideare iniziative e misure volte a combattere il fenomeno della dispersione scolastica, tenendo conto delle specificità territoriali e regionali;
   a realizzare una politica di sostegno alla natalità, rimuovendo le cause economiche e sociali, che portano a rinunciare alla maternità, attraverso il rilancio dell'occupazione femminile, garantendo il part-time e diffondendo il telelavoro, il potenziamento dell'offerta pubblico-privata degli asili nido, l'incentivazione dell'apertura degli asili nido sul posto di lavoro, condominiali e in case private, nonché adottando misure per sostenere l'accesso alle abitazioni;
   a garantire la protezione e la promozione uniformi ed efficienti dei diritti dei minori in tutte le regioni, anche attraverso l'assistenza e il coordinamento degli esistenti garanti regionali per i minori da parte del Garante nazionale per l'infanzia e l'adolescenza.
(1-00253)
(Testo modificato nel corso della seduta)  «Giorgia Meloni, Rampelli, Taglialatela».
(Mozione non iscritta all'ordine del giorno ma vertente su materia analoga)

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC :

protezione dell'infanzia

politica familiare

politica di sostegno

giovane

fanciullo

minore eta' civile

parita' di trattamento

stanziamento di bilancio