ATTO CAMERA

MOZIONE 1/00223

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 106 del 28/10/2013
Abbinamenti
Atto 1/00164 abbinato in data 28/10/2013
Atto 1/00220 abbinato in data 28/10/2013
Atto 1/00221 abbinato in data 28/10/2013
Atto 1/00225 abbinato in data 29/10/2013
Firmatari
Primo firmatario: PRODANI ARIS
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 28/10/2013
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
VALLASCAS ANDREA MOVIMENTO 5 STELLE 28/10/2013
CRIPPA DAVIDE MOVIMENTO 5 STELLE 28/10/2013
DELLA VALLE IVAN MOVIMENTO 5 STELLE 28/10/2013
DA VILLA MARCO MOVIMENTO 5 STELLE 28/10/2013
FANTINATI MATTIA MOVIMENTO 5 STELLE 28/10/2013
MUCCI MARA MOVIMENTO 5 STELLE 28/10/2013
PETRAROLI COSIMO MOVIMENTO 5 STELLE 28/10/2013
NUTI RICCARDO MOVIMENTO 5 STELLE 28/10/2013


Stato iter:
29/10/2013
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 28/10/2013
Resoconto PRODANI ARIS MOVIMENTO 5 STELLE
 
INTERVENTO GOVERNO 29/10/2013
Resoconto DE VINCENTI CLAUDIO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (SVILUPPO ECONOMICO)
 
DICHIARAZIONE VOTO 29/10/2013
Resoconto BUSIN FILIPPO LEGA NORD E AUTONOMIE
Resoconto AIRAUDO GIORGIO SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA'
Resoconto GIORDANO GIANCARLO SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA'
Resoconto PAGLIA GIOVANNI SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA'
Resoconto NICCHI MARISA SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA'
Resoconto PIRAS MICHELE SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA'
Resoconto BURTONE GIOVANNI MARIO SALVINO PARTITO DEMOCRATICO
Resoconto ZAN ALESSANDRO SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA'
Resoconto LACQUANITI LUIGI SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA'
Resoconto CIMMINO LUCIANO SCELTA CIVICA PER L'ITALIA
Resoconto SENALDI ANGELO PARTITO DEMOCRATICO
Resoconto BIANCHI DORINA IL POPOLO DELLA LIBERTA' - BERLUSCONI PRESIDENTE
Resoconto PRODANI ARIS MOVIMENTO 5 STELLE
Resoconto BENAMATI GIANLUCA PARTITO DEMOCRATICO
Resoconto SCOTTO ARTURO SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA'
Resoconto BORDO FRANCO SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA'
Resoconto FARINA DANIELE SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA'
Resoconto RICCIATTI LARA SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA'
Resoconto MARCON GIULIO SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA'
Resoconto LAVAGNO FABIO SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA'
Resoconto MELILLA GIANNI SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA'
Resoconto DURANTI DONATELLA SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA'
 
PARERE GOVERNO 29/10/2013
Resoconto DE VINCENTI CLAUDIO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (SVILUPPO ECONOMICO)
Fasi iter:

DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 28/10/2013

DISCUSSIONE IL 28/10/2013

RINVIO AD ALTRA SEDUTA IL 28/10/2013

DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 29/10/2013

DISCUSSIONE IL 29/10/2013

IN PARTE ACCOLTO E IN PARTE NON ACCOLTO IL 29/10/2013

PARERE GOVERNO IL 29/10/2013

ATTO MODIFICATO IN CORSO DI SEDUTA IL 29/10/2013

IN PARTE APPROVATO E IN PARTE RESPINTO IL 29/10/2013

CONCLUSO IL 29/10/2013

Atto Camera

Mozione 1-00223
presentato da
PRODANI Aris
testo di
Martedì 29 ottobre 2013, seduta n. 107

   La Camera,
   premesso che:
    l'industria manifatturiera rappresenta il settore economico di riferimento del tessuto economico italiano. Le attuali difficoltà nel mantenimento e nello sviluppo dei livelli produttivi di questo comparto rendono necessari interventi di politica industriale volti all'eliminazione delle diseconomie strutturali, legate a normative nazionali, comunitarie e internazionali che hanno contribuito, nell'arco degli ultimi vent'anni, alla perdita di competitività dell'Italia;
    le politiche neoliberiste successive all'Accordo generale sulle tariffe ed il commercio (Gatt) del 1947, ratificato e perfezionato con l'istituzione del WTO (World Trade Organization) nel 1995, hanno spinto alla progressiva compressione di principi come la giusta retribuzione, il diritto alla salute dei lavoratori e il rispetto dell'ambiente, solo recentemente tornati all'attenzione mondiale;
    l'attuale contesto internazionale, che vede in ascesa i Paesi Brics (Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica) nell'ambito di un'economia mondiale ampiamente delocalizzata, ha causato una rapida perdita di posizioni del nostro Paese, travolto dalla crisi economica iniziata nel 2008 e ancora in corso;
    la gravità del contesto macroeconomico internazionale è testimoniata dal fatto che l'Italia nel 2013 sarà fuori dal G8 a causa dell'aumento del debito pubblico – che ha raggiunto il 133,3 per cento del prodotto interno lordo nel secondo trimestre 2013 – mentre il prodotto interno lordo non accenna ad aumentare. L'Italia, infatti, è stata superata dalla Russia, scivolando al nono posto dal sesto in cui si trovava nel 1975, quando entrò nel cosiddetto club dei grandi;
    l'Italia, comunque, continuerà a partecipare ai vertici dei «grandi della Terra», ma solo per ragioni politiche, non economiche, fatto di estrema gravità;
    nel corso degli anni sono state istituite una miriade di agenzie e di società pubbliche – come l'Ice (Agenzia per la promozione all'estero e l'internazionalizzazione delle imprese italiane), Promuovitalia, Invitalia, Simest ed altre – finalizzate a sostenere le imprese nazionali interessate al commercio estero e per l'attrazione di investimenti stranieri. Per quest'ultimo ambito, l'Esecutivo ha recentemente annunciato la nascita di una nuova società, Destinazione Italia spa, rendendo ancora più confuso il quadro di riferimento per gli investitori internazionali;
    malgrado le serie difficoltà riscontrate nei mercati internazionali, le piccole e medie imprese italiane rappresentano un elemento essenziale nell'organizzazione industriale del Paese – sia per il numero di addetti che in termini di contributo al prodotto interno lordo e capacità di creazione e redistribuzione capillare di valore aggiunto – come testimoniato per l’export dalla bilancia commerciale positiva per 8,86 miliardi di euro, registrata nel 2012 dall'Ice;
    le piccole e medie imprese, volano del sistema produttivo italiano, negli anni passati hanno potuto contare su assetti distributivi e su politiche monetarie domestiche di sostegno per la loro affermazione sui mercati internazionali, nonché su politiche di espansione determinate da interventi sui redditi e a favore della piena occupazione che ne hanno favorito anche la persistenza sul mercato interno;
    le criticità maggiori attualmente riscontrate riguardano proprio il mercato domestico, in cui risultano evidenti le debolezze del sistema produttivo, imputabili a svariate cause come un sistema fiscale sbilanciato su imprese e famiglie, gravi ritardi infrastrutturali, la presenza invasiva della burocrazia, la stretta al credito da parte di banche ormai solo finanziarie, il pessimo funzionamento dei servizi, le poche risorse destinate alla ricerca e sviluppo, la presenza di forti squilibri tra il nord e il sud del Paese, unita agli scarsi incentivi allo sviluppo della green economy;
    la mancata riforma strutturale del sistema produttivo ha aggravato la crisi economica in corso, ritardando la competitività del Paese rispetto alle altre economie emergenti e causando, nei primi quattro mesi del 2013, la chiusura di ben 4.218 le aziende, il 13 per cento in più rispetto allo stesso periodo del 2012, già drammatico per aver registrato la media di 34 fallimenti di imprese al giorno (fonte Cerved, gruppo specializzato nell'analisi delle imprese e nella valutazione del rischio di credito);
    è necessario che siano ripristinate le condizioni affinché le realtà industriali di maggior peso e vocazione internazionale, insieme alle piccole e medie imprese allocate nei settori strategici e in altri comparti – come l'automazione meccanica, l'aeronautica, la trasformazione alimentare, il tessile, la moda, la chimica e altri ancora – possano svilupparsi in termini di innovazione nel prodotto e nei sistemi produttivi;
    esistono, inoltre, ampi margini per lo sviluppo di comparti trascurati e suscettibili di forte innovazione, quali quelli della produzione automobilistica legata ai motori a basso impatto ambientale, della costruzione di materiale rotabile e automazione ferroviaria, delle biotecnologie, dell'elettronica, della farmaceutica, delle nanotecnologie, della chimica verde, delle tecnologie di recycling e quant'altro: tutti settori ad altissimo valore aggiunto che andrebbero presi in considerazione nel contesto di una pianificazione industriale mai realizzata e attuata nel nostro Paese;
    le filiere devono essere ottimizzate con una seria radicazione territoriale relativa all'intero ciclo di produzione: non è razionale né economico che, ad esempio, un pantalone venga inviato negli stabilimenti di una città per fare l'orlo e poi viaggi in un'altra per l'applicazione dei bottoni;
    inoltre, le imprese che lavorano nel manifatturiero sanno conquistare il mercato estero con l'alta qualità dei prodotti made in Italy che nascono in larga parte nell'artigianato e nelle piccole aziende ben radicate nei territori italiani. Ma bisogna preservare questo modello produttivo dal mercato della contraffazione che provoca ingenti danni economici e d'immagine a tali realtà. Infatti, bisogna intraprendere un'efficace politica antidumping in sede di Unione europea, per contrastare i fenomeni di concorrenza sleale oltre ad attuare, con strumenti normativi nazionali, una lotta serrata alla contraffazione sul territorio e nelle aree doganali;
    un piano industriale che abbia senso deve tener conto anche della riallocazione efficiente di tutte le risorse produttive, tra le quali spicca la forza lavoro. Quest'ultima è la più importante in quanto assume, dal punto di vista economico, la duplice veste di fattore produttivo e di consumo nel mercato interno,

impegna il Governo:

   ad adottare un serio piano industriale per il settore manifatturiero in base alle seguenti indicazioni:
    a) assumere iniziative per allentare il patto di stabilità interno per favorire gli investimenti degli enti locali e il rilancio dei sistemi produttivi regionali, previo rinvenimento di adeguate risorse finanziarie a compensazione degli effetti peggiorativi che la stessa può determinare sui saldi di finanza pubblica;
    b) ad adottare le opportune iniziative per la semplificazione del quadro normativo di riferimento al fine di restituire maggiore competitività alle imprese;
    c) assumere iniziative per ridurre il cuneo fiscale in modo da abbassare il costo del lavoro legato alle imposte e favorire le assunzioni da parte delle aziende;
    d) riorganizzare ed efficientare agenzie e società finalizzate a sostenere la proiezione nel mercato internazionale delle imprese italiane e a favorire l'attrazione di investimenti stranieri;
    e) assumere iniziative a sostegno delle industrie con un prevalente mercato interno, valorizzando prodotti e filiera totalmente italiani;
    f) procedere allo sviluppo della concorrenza sui mercati regolamentati, minimizzando le situazioni di posizione dominante;
    g) favorire lo sviluppo di reti d'imprese come elemento di aggregazione che consenta alle piccole e medie imprese di affrontare le sfide del mercato nazionale ed internazionale grazie alla fiscalità di vantaggio e all'accesso semplificato al credito;
    h) completare alcune liberalizzazioni – come quelle relative agli ordini professionali – proposte ed auspicate nella relazione annuale 2013 dell'Autorità garante della concorrenza e del mercato, accompagnate da interventi che garantiscano l'equità sociale e che favoriscano, anche attraverso appropriate riforme del diritto del lavoro, nuove opportunità di inserimento per i soggetti interessati;
    i) introdurre un sistema premiale per le aziende che producono con processi virtuosi finalizzati a ridurre il consumo energetico per unità di prodotto realizzato e a impiegare materie prime secondarie provenienti dalla filiera del riciclo;
    l) assumere iniziative per allineare le tariffe di energia, connettività, telefonia, elettricità e trasporti agli altri Paesi europei, in modo da favorire sia gli utenti domestici che aziendali;
    m) promuovere la ricerca e lo sviluppo con spiccate capacità innovative, sia in ambito universitario che privato;
    n) attuare le misure previste dall'Agenda digitale europea per contrastare il digital divide che non consente lo sviluppo delle aziende, frenando l’e-commerce e le formule alternative di impiego come il telelavoro;
    o) valutare le modalità per incentivare linee produttive legate alla filiera corta, ecocompatibili e radicate nel territorio;
    p) a promuovere, intervenendo sull'Unione europea, misure idonee per evitare fenomeni di dumping e affinché gli Stati membri del WTO rimuovano le barriere non tariffarie che ostacolano l'accesso ai mercati;
    q) mettere in atto con gli strumenti della politica nazionale una serrata lotta alla contraffazione nelle dogane e sul territorio, in difesa dei consumatori e della produzione nazionale;
    r) intervenire con iniziative urgenti per aumentare la garanzia legale sui prodotti commerciali, in modo da contrastare l'obsolescenza programmata, fenomeno in base al quale un bene tecnologico è deliberatamente progettato per durare solo un certo numero di anni.
(1-00223)
(Testo modificato nel corso della seduta) «Prodani, Vallascas, Crippa, Della Valle, Da Villa, Fantinati, Mucci, Petraroli, Nuti».

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC :

politica industriale

piccole e medie imprese

mercato interno

regolamentazione doganale

produzione

contraffazione