Legislatura: 17Seduta di annuncio: 38 del 21/06/2013
Primo firmatario: SEGONI SAMUELE
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 21/06/2013
Elenco dei co-firmatari dell'atto Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma GALLINELLA FILIPPO MOVIMENTO 5 STELLE 21/06/2013 GALLO LUIGI MOVIMENTO 5 STELLE 21/06/2013 GIORDANO SILVIA MOVIMENTO 5 STELLE 21/06/2013 GRANDE MARTA MOVIMENTO 5 STELLE 21/06/2013 GRILLO GIULIA MOVIMENTO 5 STELLE 21/06/2013 IANNUZZI CRISTIAN MOVIMENTO 5 STELLE 21/06/2013 L'ABBATE GIUSEPPE MOVIMENTO 5 STELLE 21/06/2013 LIUZZI MIRELLA MOVIMENTO 5 STELLE 21/06/2013 LOMBARDI ROBERTA MOVIMENTO 5 STELLE 21/06/2013 LOREFICE MARIALUCIA MOVIMENTO 5 STELLE 21/06/2013 LUPO LOREDANA MOVIMENTO 5 STELLE 21/06/2013 MANTERO MATTEO MOVIMENTO 5 STELLE 21/06/2013 MARZANA MARIA MOVIMENTO 5 STELLE 21/06/2013 MICILLO SALVATORE MOVIMENTO 5 STELLE 21/06/2013 MUCCI MARA MOVIMENTO 5 STELLE 21/06/2013 NESCI DALILA MOVIMENTO 5 STELLE 21/06/2013 NUTI RICCARDO MOVIMENTO 5 STELLE 21/06/2013 PARENTELA PAOLO MOVIMENTO 5 STELLE 21/06/2013 PESCO DANIELE MOVIMENTO 5 STELLE 21/06/2013 PETRAROLI COSIMO MOVIMENTO 5 STELLE 21/06/2013 PINNA PAOLA MOVIMENTO 5 STELLE 21/06/2013 PISANO GIROLAMO MOVIMENTO 5 STELLE 21/06/2013 PRODANI ARIS MOVIMENTO 5 STELLE 21/06/2013 RIZZETTO WALTER MOVIMENTO 5 STELLE 21/06/2013 RIZZO GIANLUCA MOVIMENTO 5 STELLE 21/06/2013 ROMANO PAOLO NICOLO' MOVIMENTO 5 STELLE 21/06/2013 ROSTELLATO GESSICA MOVIMENTO 5 STELLE 21/06/2013 RUOCCO CARLA MOVIMENTO 5 STELLE 21/06/2013 SARTI GIULIA MOVIMENTO 5 STELLE 21/06/2013 SCAGLIUSI EMANUELE MOVIMENTO 5 STELLE 21/06/2013 SIBILIA CARLO MOVIMENTO 5 STELLE 21/06/2013 SORIAL GIRGIS GIORGIO MOVIMENTO 5 STELLE 21/06/2013 SPADONI MARIA EDERA MOVIMENTO 5 STELLE 21/06/2013 SPESSOTTO ARIANNA MOVIMENTO 5 STELLE 21/06/2013 TACCONI ALESSIO MOVIMENTO 5 STELLE 21/06/2013 TONINELLI DANILO MOVIMENTO 5 STELLE 21/06/2013 TRIPIEDI DAVIDE MOVIMENTO 5 STELLE 21/06/2013 TURCO TANCREDI MOVIMENTO 5 STELLE 21/06/2013 VACCA GIANLUCA MOVIMENTO 5 STELLE 21/06/2013 VALENTE SIMONE MOVIMENTO 5 STELLE 21/06/2013 VALLASCAS ANDREA MOVIMENTO 5 STELLE 21/06/2013 VIGNAROLI STEFANO MOVIMENTO 5 STELLE 21/06/2013 VILLAROSA ALESSIO MATTIA MOVIMENTO 5 STELLE 21/06/2013 ZACCAGNINI ADRIANO MOVIMENTO 5 STELLE 21/06/2013 DAGA FEDERICA MOVIMENTO 5 STELLE 21/06/2013 DE ROSA MASSIMO FELICE MOVIMENTO 5 STELLE 21/06/2013 TERZONI PATRIZIA MOVIMENTO 5 STELLE 21/06/2013 BUSTO MIRKO MOVIMENTO 5 STELLE 21/06/2013 MANNINO CLAUDIA MOVIMENTO 5 STELLE 21/06/2013 TOFALO ANGELO MOVIMENTO 5 STELLE 21/06/2013 ZOLEZZI ALBERTO MOVIMENTO 5 STELLE 21/06/2013 AGOSTINELLI DONATELLA MOVIMENTO 5 STELLE 21/06/2013 ALBERTI FERDINANDO MOVIMENTO 5 STELLE 21/06/2013 ARTINI MASSIMO MOVIMENTO 5 STELLE 21/06/2013 BALDASSARRE MARCO MOVIMENTO 5 STELLE 21/06/2013 BARBANTI SEBASTIANO MOVIMENTO 5 STELLE 21/06/2013 BARONI MASSIMO ENRICO MOVIMENTO 5 STELLE 21/06/2013 BASILIO TATIANA MOVIMENTO 5 STELLE 21/06/2013 BATTELLI SERGIO MOVIMENTO 5 STELLE 21/06/2013 BECHIS ELEONORA MOVIMENTO 5 STELLE 21/06/2013 BENEDETTI SILVIA MOVIMENTO 5 STELLE 21/06/2013 BERNINI MASSIMILIANO MOVIMENTO 5 STELLE 21/06/2013 BERNINI PAOLO MOVIMENTO 5 STELLE 21/06/2013 BIANCHI NICOLA MOVIMENTO 5 STELLE 21/06/2013 BONAFEDE ALFONSO MOVIMENTO 5 STELLE 21/06/2013 BRESCIA GIUSEPPE MOVIMENTO 5 STELLE 21/06/2013 BRUGNEROTTO MARCO MOVIMENTO 5 STELLE 21/06/2013 BUSINAROLO FRANCESCA MOVIMENTO 5 STELLE 21/06/2013 CANCELLERI AZZURRA PIA MARIA MOVIMENTO 5 STELLE 21/06/2013 CARIELLO FRANCESCO MOVIMENTO 5 STELLE 21/06/2013 CARINELLI PAOLA MOVIMENTO 5 STELLE 21/06/2013 CASO VINCENZO MOVIMENTO 5 STELLE 21/06/2013 CASTELLI LAURA MOVIMENTO 5 STELLE 21/06/2013 CATALANO IVAN MOVIMENTO 5 STELLE 21/06/2013 CECCONI ANDREA MOVIMENTO 5 STELLE 21/06/2013 CHIMIENTI SILVIA MOVIMENTO 5 STELLE 21/06/2013 CIPRINI TIZIANA MOVIMENTO 5 STELLE 21/06/2013 COLLETTI ANDREA MOVIMENTO 5 STELLE 21/06/2013 COLONNESE VEGA MOVIMENTO 5 STELLE 21/06/2013 COMINARDI CLAUDIO MOVIMENTO 5 STELLE 21/06/2013 CORDA EMANUELA MOVIMENTO 5 STELLE 21/06/2013 COZZOLINO EMANUELE MOVIMENTO 5 STELLE 21/06/2013 CRIPPA DAVIDE MOVIMENTO 5 STELLE 21/06/2013 CURRO' TOMMASO MOVIMENTO 5 STELLE 21/06/2013 DA VILLA MARCO MOVIMENTO 5 STELLE 21/06/2013 DADONE FABIANA MOVIMENTO 5 STELLE 21/06/2013 DALL'OSSO MATTEO MOVIMENTO 5 STELLE 21/06/2013 D'AMBROSIO GIUSEPPE MOVIMENTO 5 STELLE 21/06/2013 DE LORENZIS DIEGO MOVIMENTO 5 STELLE 21/06/2013 DEL GROSSO DANIELE MOVIMENTO 5 STELLE 21/06/2013 DELLA VALLE IVAN MOVIMENTO 5 STELLE 21/06/2013 DELL'ORCO MICHELE MOVIMENTO 5 STELLE 21/06/2013 DI BATTISTA ALESSANDRO MOVIMENTO 5 STELLE 21/06/2013 DI BENEDETTO CHIARA MOVIMENTO 5 STELLE 21/06/2013 DI MAIO LUIGI MOVIMENTO 5 STELLE 21/06/2013 DI STEFANO MANLIO MOVIMENTO 5 STELLE 21/06/2013 DI VITA GIULIA MOVIMENTO 5 STELLE 21/06/2013 DIENI FEDERICA MOVIMENTO 5 STELLE 21/06/2013 D'INCA' FEDERICO MOVIMENTO 5 STELLE 21/06/2013 D'UVA FRANCESCO MOVIMENTO 5 STELLE 21/06/2013 FANTINATI MATTIA MOVIMENTO 5 STELLE 21/06/2013 FERRARESI VITTORIO MOVIMENTO 5 STELLE 21/06/2013 FICO ROBERTO MOVIMENTO 5 STELLE 21/06/2013 FRACCARO RICCARDO MOVIMENTO 5 STELLE 21/06/2013 FRUSONE LUCA MOVIMENTO 5 STELLE 21/06/2013 GAGNARLI CHIARA MOVIMENTO 5 STELLE 21/06/2013
Partecipanti allo svolgimento/discussione ILLUSTRAZIONE 24/06/2013 Resoconto SEGONI SAMUELE MOVIMENTO 5 STELLE INTERVENTO PARLAMENTARE 24/06/2013 Resoconto LATRONICO COSIMO IL POPOLO DELLA LIBERTA' - BERLUSCONI PRESIDENTE Resoconto DALLAI LUIGI PARTITO DEMOCRATICO Resoconto BUSTO MIRKO MOVIMENTO 5 STELLE Resoconto CENNI SUSANNA PARTITO DEMOCRATICO Resoconto ZARDINI DIEGO PARTITO DEMOCRATICO DICHIARAZIONE GOVERNO 26/06/2013 Resoconto CIRILLO MARCO FLAVIO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (AMBIENTE E TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE) DICHIARAZIONE VOTO 26/06/2013 Resoconto PASTORELLI ORESTE MISTO-PARTITO SOCIALISTA ITALIANO (PSI) - LIBERALI PER L'ITALIA (PLI) Resoconto RAMPELLI FABIO FRATELLI D'ITALIA Resoconto CAON ROBERTO LEGA NORD E AUTONOMIE Resoconto PELLEGRINO SERENA SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' Resoconto MATARRESE SALVATORE SCELTA CIVICA PER L'ITALIA Resoconto LATRONICO COSIMO IL POPOLO DELLA LIBERTA' - BERLUSCONI PRESIDENTE Resoconto SEGONI SAMUELE MOVIMENTO 5 STELLE Resoconto BRAGA CHIARA PARTITO DEMOCRATICO PARERE GOVERNO 26/06/2013 Resoconto CIRILLO MARCO FLAVIO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (AMBIENTE E TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE)
DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 24/06/2013
DISCUSSIONE IL 24/06/2013
RINVIO AD ALTRA SEDUTA IL 24/06/2013
DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 26/06/2013
DISCUSSIONE IL 26/06/2013
ACCOLTO IL 26/06/2013
PARERE GOVERNO IL 26/06/2013
ATTO MODIFICATO IN CORSO DI SEDUTA IL 26/06/2013
IN PARTE ASSORBITO IL 26/06/2013
APPROVATO IL 26/06/2013
CONCLUSO IL 26/06/2013
La Camera,
premesso che:
l'Italia è uno dei Paesi europei maggiormente colpiti da disastri naturali; dai dati presentati nell'Annuario dei dati ambientali 2008, pubblicato dall'Ispra, emerge che l'Italia è caratterizzata da un territorio fragile per quanto concerne il dissesto idrogeologico: circa il 10 per cento è classificato a elevato rischio per alluvioni, frane e valanghe e più di 2/3 delle aree esposte a rischio interessa centri urbani, infrastrutture e aree produttive. Le dimensioni del fenomeno vengono rese chiaramente se si considera che, negli ultimi 50 anni, sono stati spesi per sopperire ai danni, limitatamente ai fenomeni alluvionali, più di 16 miliardi di euro, circa il 10 per cento del territorio italiano e più dell'80 per cento dei comuni italiani sono interessati da aree a forte criticità idrogeologica; mentre l'Annuario 2011 afferma che «gli eventi con conseguenze disastrose, che si registrano annualmente, dimostrano che l'azione di contrasto al dissesto idrogeologico risulta complessivamente insufficiente. Ne consegue che, oltre alla necessità di investire maggiori risorse, sembra indispensabile intervenire anche su una differente modalità di gestione del territorio»;
l'enorme criticità del nostro Paese è stata evidenziata anche dal rapporto curato dal dipartimento della protezione civile di Legambiente «Ecosistema rischio 2011 – Monitoraggio sulle attività delle amministrazioni comunali per la mitigazione del rischio idrogeologico», secondo il quale: «Frane e alluvioni comportano ogni anno un bilancio pesantissimo per il nostro Paese, sia per le perdite di vite umane che per gli ingenti danni economici. A fronte di ingenti risorse stanziate per il funzionamento della macchina dei soccorsi, per l'alloggiamento e l'assistenza agli sfollati, per supportare e risarcire le attività produttive e i cittadini colpiti e per i primi interventi di urgenza, è evidente l'assoluta necessità di maggiori investimenti in termini di prevenzione, attraverso cui affermare una nuova cultura dell'impiego del suolo che metta al primo posto la sicurezza della collettività e ponga fine a usi speculativi e abusivi del territorio»;
i comuni italiani in cui sono presenti aree a rischio idrogeologico sono ben 6.633, l'82 per cento del totale; una fragilità che è particolarmente elevata in regioni come Calabria, Molise, Basilicata, Umbria, Valle d'Aosta e nella Provincia autonoma di Trento (dove il 100 per cento dei comuni è classificato a rischio), seguite da Marche e Liguria (99 per cento), da Lazio e Toscana (98 per cento); sebbene in molte regioni la percentuale di comuni interessati dal fenomeno possa essere leggermente inferiore, la dimensione del rischio è comunque preoccupante, come dimostrano i fenomeni alluvionali che colpiscono – con conseguenze spesso gravi – anche zone dove si registra una minore propensione al rischio;
la superficie delle aree ad alta criticità idrogeologica si estende per 29.517 chilometri quadrati, il 9,8 per cento dell'intero territorio nazionale, di cui 12.263 chilometri quadrati (4,1 per cento del territorio) a rischio alluvioni e 15.738 chilometri quadrati (5,2 per cento del territorio) a rischio frana;
sempre secondo le stime del rapporto curato da Legambiente, oltre 5 milioni di cittadini si trovano ogni giorno in zone esposte al pericolo di frane o alluvioni; inoltre, ancora riprendendo le valutazioni del dossier di Legambiente «la stima del numero di cittadini quotidianamente esposti al pericolo di frane e alluvioni testimonia chiaramente come, negli ultimi decenni, l'antropizzazione delle aree a rischio sia stata eccessivamente pesante. Osservando le aree vicino ai fiumi, risulta evidente l'occupazione crescente delle zone di espansione naturale dei corsi d'acqua con abitazioni, insediamenti industriali, produttivi e commerciali e attività agricole e zootecniche; l'urbanizzazione di tutte quelle aree dove il fiume in caso di piena può espandersi liberamente ha rappresentato e rappresenta una delle maggiori criticità del dissesto idrogeologico italiano. Anche gli interventi di difesa idraulica continuano a seguire filosofie tanto vecchie quanto evidentemente inefficaci: in molti casi vengono realizzati argini senza un serio studio sull'impatto che possono portare a valle, vengono cementificati gli alvei e alterate le dinamiche naturali dei fiumi. Soprattutto, troppo spesso le opere di messa in sicurezza si trasformano in alibi per continuare a costruire»;
in 1.121 comuni – l'85 per cento di quelli analizzati in «Ecosistema rischio 2011» – sono presenti abitazioni in aree golenali, in prossimità degli alvei e in aree a rischio frana, e nel 31 per cento dei casi in tali zone sono presenti addirittura interi quartieri. Nel 56 per cento dei comuni campione dell'indagine in aree a rischio sono presenti fabbricati industriali, che, in caso di calamità, comportano un grave pericolo, oltre che per le vite dei dipendenti, per l'eventualità di sversamento di prodotti inquinanti nelle acque e nei terreni. Nel 20 per cento dei comuni intervistati sono state costruite in aree a rischio idrogeologico strutture sensibili, come scuole e ospedali, e nel 26 per cento dei casi strutture ricettive turistiche o commerciali;
il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, dall'analisi dei dati ambientali contenuti negli annuari dell'Ispra, ha valutato che il costo complessivo dei danni provocati dagli eventi franosi ed alluvionali dal 1951 al 2009, rivalutato in base agli indici Istat al 2009, risulta superiore a 52 miliardi di euro, quindi circa 1 miliardo di euro all'anno; tale cifra è pari a quasi 3 volte quello che in media è stato stanziato annualmente dal Governo negli anni che vanno dal 1991 al 2011 per le opere di prevenzione; la cifra complessiva risulta, inoltre, superiore a quanto servirebbe per le opere più urgenti di mitigazione del rischio idrogeologico sull'intero territorio nazionale, individuate nei piani stralcio per l'assetto idrogeologico, e quantificate in 40 miliardi di euro;
il progetto IFFI (Inventario dei fenomeni franosi in Italia), realizzato dall'Ispra e dalle regioni e province autonome, ha censito ad oggi oltre 486.000 fenomeni franosi che interessano un'area di 20.721 chilometri quadrati, pari al 6,9 per cento del territorio nazionale;
il 68 per cento delle frane europee si verifica in Italia e, dal 1900, le frane hanno causato 10.000 morti e 350.000 sfollati;
secondo uno studio effettuato dal 1944 al 1990 sul dissesto geologico e geoambientale, prendendo in considerazione 152 eventi calamitosi tra fenomeni idrogeologici e terremoti tettonici, i fenomeni idrogeologici, rappresentano, con 31 miliardi di euro circa, un quarto delle risorse stanziate nell'intero periodo considerato;
le cause e concause sono numerose:
a) la particolare fragilità intrinseca del territorio dovuta alla conformazione geomorfologica, geologica e geografica;
b) l'enorme peso del fattore umano, a cui bisogna addebitare: l'eccessivo consumo di suolo; un'irrazionale edificazione, sia in termini di pianificazione urbanistica sia in termini di abusivismo e sanatorie; incendi, in gran parte dolosi; una cattiva gestione del territorio, con l'abbandono del terreni agricoli, soprattutto nelle aree caratterizzate da media e alta pendenza, e la mancata osservanza delle prescrizioni di massima della polizia forestale nella gestione dei boschi; l'alterazione delle dinamiche naturali dei fiumi; l'estrazione illegale di inerti; la cementificazione degli alvei; il disboscamento dei versanti collinari e montuosi;
c) l'indiscutibile ruolo dei mutamenti climatici, ai quali si deve attribuire l'aumento e l'inasprimento dei fenomeni meteorologici eventi ad elevata intensità, che mettono a dura prova il già fragile equilibrio territoriale;
il rischio è definito come il prodotto di tre fattori: la pericolosità, ossia la probabilità che si verifichi un evento calamitoso, il valore esposto – il valore monetario o umano di ciò che è esposto al rischio – e la vulnerabilità, ossia il grado di perdita, atteso degli elementi esposti al rischio, al verificarsi di un fenomeno calamitoso; la riduzione del rischio dovrebbe agire su tutti questi fattori; nonostante la sua complessità, il problema è noto e si dispone degli strumenti tecnici per affrontarlo e contrastarlo;
dal 2002 l'Italia ha attivato un piano straordinario di telerilevamento ambientale (PST-A), attraverso un accordo di programma tra Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, Presidenza del Consiglio dei ministri – dipartimento della protezione civile e Ministero della difesa, d'intesa con le regioni e le province autonome;
sul geoportale nazionale del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare sono disponibili in formato digitale i dati che permettono di analizzare i movimenti del suolo e degli edifici ad altissima precisione, consentendo di realizzare, con un'opportuna organizzazione, in brevissimo tempo e a costi sostenibili, un efficiente sistema di sorveglianza dei dissesti a scala nazionale;
l'insegnamento delle scienze della terra, geologiche ed ambientali nel sistema scolastico e universitario italiano è in evidente declino: riceve poco spazio nell'istruzione inferiore e superiore ed è persino in crisi nell'ambito universitario;
l'Emilia-Romagna, devastata da sisma, inondazioni, frane, aveva quattro dipartimenti storici di scienze della terra, ma nessuno di essi è sopravvissuto alla «riforma Gelmini» che ha causato la loro soppressione; è chiaro che l'offerta formativa e i risultati della ricerca scientifica ne risentono, sia nel breve che nel lungo periodo;
tutto questo mentre emerge in maniera sempre più chiara e condivisa che solo la manutenzione del territorio, in particolare delle foreste, gli usi ricreativi che il bosco può offrire, la naturale capacità di depurazione e trattenimento delle acque sono fondamentali per la messa in sicurezza dei nostri centri abitati;
come ebbe a dire l'economista ed esperto di economia agraria, Arrigo Serpieri, nel 1923, «se si lavora bene in montagna, la gente a valle dorme sonni tranquilli», ed è per questo che oggi è ancor di più necessario sviluppare la consapevolezza che quegli 11 milioni di ettari di foreste, ovvero il 36 per cento del territorio nazionale, sono un patrimonio inestimabile che va tutelato attraverso una gestione attiva, guidata da una vera e propria programmazione forestale; le attività agro-forestali, attraverso pratiche di gestione sostenibile, possono, infatti, incidere positivamente sul presidio del territorio e sulla prevenzione dei fenomeni di dissesto, tenuto conto che buona parte del Paese è tuttora rurale;
inoltre, è stato ampiamente dimostrato che l'uso dei diserbanti, come pratica per la ripulitura delle scarpate stradali, delle massicciate ferroviarie e delle fasce di connessione tra seminativi e viabilità interpoderale, aumenta notevolmente il rischio di attivazione di piccoli e medi movimenti di terra, a causa della mancanza della copertura erbacea in grado di attutire l'effetto di erosione superficiale delle acque meteoriche;
il rischio idrogeologico è diventato anche una priorità politica, così come lo hanno definito il Presidente del Consiglio dei ministri Letta, i Ministri Orlando e Lupi e praticamente tutte le forze politiche nei loro programmi e nei loro discorsi in Aula, all'inizio della XVI legislatura;
nelle ultime legislature in più circostanze i Governi, a seguito dell'approvazione di atti di indirizzo, si sono impegnati ad assumere iniziative concrete per rafforzare le politiche di prevenzione e di riduzione del rischio idrogeologico; malgrado ciò, il 2010 è stato l'ultimo anno che ha visto l'inserimento di significative risorse destinate alla prevenzione e alla mitigazione del rischio idrogeologico,
impegna il Governo:
a promuovere un profondo aggiornamento ed un'integrazione dei quadri conoscitivi nazionali e degli enti locali, riguardanti le conoscenze geologiche, geomorfologiche, idrogeologiche e sismiche, allo scopo di produrre nuovi strumenti urbanistici e cartografici geotematici relativi alla pericolosità geomorfologica, idraulica e di microzonazione sismica, finalizzati ad un più razionale e coscienzioso governo del territorio, così come previsto dal quadro normativo comunitario;
a prendere in considerazione quanto emerso dal gruppo di lavoro tecnico promosso dal Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali e dal Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, che ha redatto le linee guida per la valutazione del dissesto idrogeologico e la sua mitigazione attraverso misure e interventi in campo agricolo e forestale, dalle quali emergono indirizzi e metodologie, che, sulla base dell'integrazione di banche dati territoriali dei comparti ambiente e agricoltura, consentono l'individuazione, su tutto il territorio nazionale, delle aree prioritarie di intervento e delle misure di mitigazione più idonee, in aree agro-forestali sia attive sia abbandonate, riavviando l'attività di ricerca e coordinamento del citato gruppo di lavoro costituito dal Governo precedente e mettendo in atto le indicazioni emerse devono essere messe su tutto il territorio italiano;
ad assumere iniziative per ripristinare le risorse necessarie per rilanciare un piano generale di prevenzione del rischio idrogeologico, attribuendo al Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare una cifra non inferiore ad un miliardo di euro per il prossimo triennio, con l'obiettivo di finanziare gli articoli 67 e 70 del decreto legislativo n. 152 del 2006, compatibilmente con le risorse disponibili ed i vincoli di finanza pubblica;
ad investire fondi, proprio in base a quanto emerso dalle linee guida, per interventi mirati, individuati dai piani di salvaguardia ambientali già predisposti;
ad individuare adeguati finanziamenti per l'attuazione del programma quadro per il settore forestale come richiesto dalla Conferenza Stato-Regioni, nell'ambito degli incontri tecnici e politici che hanno portato all'approvazione finale del programma quadro per il settore forestale già nel 2008;
a predisporre un'attenta pianificazione territoriale e di salvaguardia del suolo, evitando di ricorrere allo strumento, che ai firmatari del presente atto di indirizzo appare incivile, del condono, impedendo nuove costruzioni in aree a rischio, nei limiti delle proprie competenze;
ad assumere ogni iniziativa di competenza affinché le pubbliche amministrazioni locali abbiano maggiori vincoli nel riperimetrare aree mappate a rischio, sviluppando forme e misure di controllo, anche mediante l'impiego di tecniche di telerilevamento;
ad avviare una concreta ed efficace azione di contrasto al fenomeno dell'abusivismo edilizio, garantendo l'assoluta esclusione di ogni ipotesi di condono, nonché adeguate risorse alle amministrazioni locali per l'abbattimento e acquisizione degli immobili realizzati abusivamente, nel rispetto dei vincoli di finanza pubblica e relativamente alle proprie competenze;
ad attuare politiche per la riduzione di emissioni di gas serra, in modo da ridurre nel lungo termine l'impatto del cambiamento climatico in atto;
ad incentivare e sostenere la piccola agricoltura nel recuperare terreni abbandonati e nell'adottare pratiche rispettose per il territorio e per la protezione del suolo;
a far rispettare i contenuti della direttiva europea 2009/128/CE, nella parte che riguarda l'applicazione di tecniche alternative all'uso dei diserbanti nelle operazioni di ripulitura delle scarpate stradali, massicciate ferroviarie e fasce di connessione tra seminativi e viabilità interpoderale;
ad incentivare e sostenere pratiche di cura e salvaguardia del territorio attraverso una gestione forestale attiva e sostenibile, coinvolgendo pienamente i gestori degli usi civici e delle proprietà collettive (comunanze agrarie e consorzi forestali), compatibilmente con le risorse pubbliche ed i vincoli di bilancio;
ad assumere iniziative per escludere dal patto di stabilità per gli enti pubblici territoriali le spese sostenute per: interventi di messa in sicurezza e ripristino in caso di eventi calamitosi, interventi di prevenzione come stabilizzazione di versanti, manutenzione ordinaria e straordinaria di opere accessorie al reticolo stradale, ivi comprese opere per il deflusso delle acque e manufatti atti a favorire la stabilità del terreno, della roccia o della sede stradale, interventi per migliorare il drenaggio delle acque meteoriche e del reticolo idrico superficiale, interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria di argini, sponde e manufatti per la protezione delle sponde di corsi d'acqua, interventi di adeguamento o miglioramento antisismico di edifici pubblici;
ad assumere iniziative per prevedere un sistema di incentivi fiscali, simili a quelli per le ristrutturazioni o gli adeguamenti energetici, o un regime di iva agevolata, per chi investe nella sicurezza del territorio, delle infrastrutture o degli edifici, individuando opportuni strumenti premiali per i privati cittadini o le imprese – in particolar modo agricole e turistiche – che compiono interventi per la riduzione del rischio idrogeologico, come la stabilizzazione dei versanti e il miglioramento del drenaggio, o sismico, compatibilmente con le risorse disponibili ed i vincoli di bilancio;
a valutare l'opportunità di introdurre forme assicurative obbligatorie sui rischi idrogeologici sulle nuove costruzioni, con il coinvolgimento dello Stato come controllore e riassicuratore di ultima istanza, in modo che il mercato si autoregoli verso recuperi/ristrutturazioni, invece che verso nuove costruzioni, e in modo che venga comunque disincentivata la costruzione in aree a rischio;
ad assumere iniziative per prevedere contributi al finanziamento delle reti di monitoraggio pluviometriche, nivometriche, idrometriche, sismiche, molto spesso dismesse dagli enti pubblici territoriali per carenza di fondi, compatibilmente con le risorse disponibili ed i vincoli di finanza pubblica;
ad assumere iniziative per prevedere che, in caso di dichiarazione dello stato di emergenza in seguito ad eventi calamitosi, venga innescata una «filiera dei soccorsi e dell'emergenza a chilometro zero», facendo in modo che le ditte, i generi di prima necessità, i materiali acquistati provengano dallo stesso comune interessato dall'emergenza, ove non possibile dalla stessa provincia, ove non possibile dalla stessa regione.
(1-00114)
(Testo modificato nel corso della seduta) «Segoni, Daga, De Rosa, Terzoni, Busto, Mannino, Tofalo, Zolezzi, Agostinelli, Alberti, Artini, Baldassarre, Barbanti, Baroni, Basilio, Battelli, Bechis, Benedetti, Massimiliano Bernini, Paolo Bernini, Nicola Bianchi, Bonafede, Brescia, Brugnerotto, Businarolo, Cancelleri, Cariello, Carinelli, Caso, Castelli, Catalano, Cecconi, Chimienti, Ciprini, Colletti, Colonnese, Cominardi, Corda, Cozzolino, Crippa, Currò, Da Villa, Dadone, Dall'Osso, D'Ambrosio, De Lorenzis, Del Grosso, Della Valle, Dell'Orco, Di Battista, Di Benedetto, Luigi Di Maio, Manlio Di Stefano, Di Vita, Dieni, D'Incà, D'Uva, Fantinati, Ferraresi, Fico, Fraccaro, Frusone, Gagnarli, Gallinella, Luigi Gallo, Silvia Giordano, Grande, Grillo, Cristian Iannuzzi, L'Abbate, Liuzzi, Lombardi, Lorefice, Lupo, Mantero, Marzana, Micillo, Mucci, Nesci, Nuti, Parentela, Pesco, Petraroli, Pinna, Pisano, Prodani, Rizzetto, Rizzo, Paolo Nicolò Romano, Rostellato, Ruocco, Sarti, Scagliusi, Sibilia, Sorial, Spadoni, Spessotto, Tacconi, Toninelli, Tripiedi, Turco, Vacca, Simone Valente, Vallascas, Vignaroli, Villarosa, Zaccagnini».
EUROVOC :disastro naturale
idrogeologia
riduzione delle emissioni gassose
protezione dell'ambiente
ente pubblico territoriale