ATTO CAMERA

MOZIONE 1/00045

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 19 del 20/05/2013
Abbinamenti
Atto 1/00074 abbinato in data 11/06/2013
Atto 1/00078 abbinato in data 11/06/2013
Atto 1/00079 abbinato in data 11/06/2013
Atto 1/00080 abbinato in data 11/06/2013
Atto 1/00081 abbinato in data 11/06/2013
Atto 1/00082 abbinato in data 11/06/2013
Atto 1/00087 abbinato in data 11/06/2013
Atto 1/00089 abbinato in data 11/06/2013
Atto 6/00014 abbinato in data 11/06/2013
Firmatari
Primo firmatario: MIGLIORE GENNARO
Gruppo: SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA'
Data firma: 20/05/2013
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
NICCHI MARISA SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 20/05/2013
PIAZZONI ILEANA CATHIA SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 20/05/2013
AIELLO FERDINANDO SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 20/05/2013
AIRAUDO GIORGIO SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 20/05/2013
BOCCADUTRI SERGIO SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 20/05/2013
BORDO FRANCO SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 20/05/2013
COSTANTINO CELESTE SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 20/05/2013
DI SALVO TITTI SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 20/05/2013
DURANTI DONATELLA SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 20/05/2013
FARINA DANIELE SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 20/05/2013
FAVA CLAUDIO SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 20/05/2013
FERRARA FRANCESCO DETTO CICCIO SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 20/05/2013
FRATOIANNI NICOLA SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 20/05/2013
GIORDANO GIANCARLO SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 20/05/2013
KRONBICHLER FLORIAN SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 20/05/2013
LACQUANITI LUIGI SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 20/05/2013
LAVAGNO FABIO SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 20/05/2013
MARCON GIULIO SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 20/05/2013
MATARRELLI TONI SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 20/05/2013
MELILLA GIANNI SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 20/05/2013
NARDI MARTINA SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 20/05/2013
PAGLIA GIOVANNI SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 20/05/2013
PALAZZOTTO ERASMO SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 20/05/2013
PANNARALE ANNALISA SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 20/05/2013
PELLEGRINO SERENA SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 20/05/2013
PILOZZI NAZZARENO SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 20/05/2013
PIRAS MICHELE SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 20/05/2013
PLACIDO ANTONIO SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 20/05/2013
QUARANTA STEFANO SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 20/05/2013
RAGOSTA MICHELE SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 20/05/2013
RICCIATTI LARA SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 20/05/2013
SANNICANDRO ARCANGELO SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 20/05/2013
SCOTTO ARTURO SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 20/05/2013
ZAN ALESSANDRO SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 20/05/2013
ZARATTI FILIBERTO SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 20/05/2013
RIGONI ANDREA PARTITO DEMOCRATICO 11/06/2013


Stato iter:
11/06/2013
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 11/06/2013
Resoconto PIAZZONI ILEANA CATHIA SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA'
 
INTERVENTO PARLAMENTARE 11/06/2013
Resoconto D'INCECCO VITTORIA PARTITO DEMOCRATICO
Resoconto BIANCHI DORINA IL POPOLO DELLA LIBERTA' - BERLUSCONI PRESIDENTE
Resoconto SCUVERA CHIARA PARTITO DEMOCRATICO
Resoconto NARDI MARTINA SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA'
Resoconto AGOSTINI ROBERTA PARTITO DEMOCRATICO
Resoconto VECCHIO ANDREA SCELTA CIVICA PER L'ITALIA
Resoconto MARZANO MICHELA PARTITO DEMOCRATICO
Resoconto LACQUANITI LUIGI SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA'
Resoconto LOREFICE MARIALUCIA MOVIMENTO 5 STELLE
 
DICHIARAZIONE VOTO 11/06/2013
Resoconto LOCATELLI PIA ELDA MISTO-PARTITO SOCIALISTA ITALIANO (PSI) - LIBERALI PER L'ITALIA (PLI)
Resoconto FORMISANO ANIELLO MISTO-CENTRO DEMOCRATICO
Resoconto MELONI GIORGIA FRATELLI D'ITALIA
Resoconto RONDINI MARCO LEGA NORD E AUTONOMIE
Resoconto NICCHI MARISA SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA'
Resoconto ROCCELLA EUGENIA IL POPOLO DELLA LIBERTA' - BERLUSCONI PRESIDENTE
Resoconto DI VITA GIULIA MOVIMENTO 5 STELLE
Resoconto LENZI DONATA PARTITO DEMOCRATICO
 
PARERE GOVERNO 11/06/2013
Resoconto LORENZIN BEATRICE MINISTRO - (SALUTE)
Fasi iter:

APPOSIZIONE NUOVE FIRME IL 11/06/2013

ATTO MODIFICATO IL 11/06/2013

DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 11/06/2013

DISCUSSIONE IL 11/06/2013

ATTO MODIFICATO IN CORSO DI SEDUTA IL 11/06/2013

ACCOLTO IL 11/06/2013

PARERE GOVERNO IL 11/06/2013

APPROVATO IL 11/06/2013

CONCLUSO IL 11/06/2013

Atto Camera

Mozione 1-00045
presentato da
MIGLIORE Gennaro
testo presentato
Lunedì 20 maggio 2013
modificato
Martedì 11 giugno 2013, seduta n. 31

   La Camera,
   premesso che:
    nel nostro Paese, in ambito medico-sanitario il diritto all'obiezione di coscienza è espressamente codificato e disciplinato per legge riguardo: all'interruzione della gravidanza, laddove l'obiezione è riconosciuta dall'articolo 9 della legge n. 194 del 1978; alla sperimentazione animale, dove l'obiezione di coscienza è disciplinata dalla legge n. 413 del 1993; alla procreazione medicalmente assistita, dove l'obiezione di coscienza viene prevista e disciplinata dall'articolo 16 della legge n. 40 del 2004;
    l'esercizio del diritto all'obiezione di coscienza da parte del personale sanitario in relazione all'interruzione volontaria di gravidanza riveste particolare importanza, per le sue ricadute socio-sanitarie sulle donne e sulla stessa funzionalità del servizio sanitario nazionale;
    l'ultima relazione sullo stato di attuazione della legge n. 194 del 1978, presentata al Parlamento dal Ministro della salute il 9 ottobre 2012, riporta – tra l'altro – i dati definitivi sull'obiezione di coscienza esercitata da ginecologi, anestesisti e personale non medico nel 2010. I dati che emergono sono molto eloquenti e impongono ancora una volta, e con forza, una seria riflessione sulla garanzia e la qualità del servizio per l'interruzione della gravidanza disciplinata dalla legge n. 194 del 1978;
    la relazione dice che in Italia ben il 69,3 per cento dei ginecologi del servizio pubblico è obiettore di coscienza. In pratica, quasi sette medici ginecologi su dieci è obiettore. Se si analizzano i dati su base territoriale, si trova che, ad eccezione della Valle d'Aosta, dove i ginecologi obiettori sono solamente il 16,7 per cento, le percentuali regionali non scendono mai al di sotto del 51,5 per cento. I dati medi aggregati per Nord, Centro, Sud e Isole indicano percentuali di ginecologi obiettori di coscienza pari rispettivamente al 65,4 per cento, al 68,7 per cento, al 76,9 per cento e al 71,3 per cento. Il maggior numero di ginecologi obiettori si trova al Sud, con la punta più alta in Molise, dove si raggiunge l'85 per cento;
    i dati della relazione al Parlamento in realtà non riescono a fotografare lo stato reale della sua applicazione sul territorio nazionale, che risulta ben più grave di quella riferita dal Ministro pro tempore;
    si ricordano, in tal senso, i dati resi noti da Laiga (Libera associazione italiana dei ginecologi per l'applicazione della legge 194) il 14 giugno 2012 e risultanti da un attento monitoraggio dello stato di attuazione della legge nella regione Lazio, dai quali emerge una situazione reale ben più grave di quanto riportato nella relazione del Ministro pro tempore: nel Lazio in 10 strutture pubbliche su 31 (esclusi gli ospedali religiosi che invocano una obiezione «di struttura» e le cliniche accreditate, la maggior parte delle quali ignora semplicemente il problema) non si eseguono interruzioni di gravidanza. Nella medesima regione ha posto obiezione di coscienza il 91,3 per cento dei ginecologi ospedalieri. In 3 province su 5 (Frosinone, Rieti, Viterbo) non è possibile eseguire aborti terapeutici, il che costringe le donne alla triste migrazione verso i pochi centri della capitale, sempre più congestionati, o in altre regioni, o all'estero;
    molte strutture ospedaliere, per garantire l'applicazione della legge, ricorrono a specialisti esterni convenzionati con il sistema sanitario ed assunti esclusivamente per le interruzioni di gravidanza (medici Sumai), o a medici «a gettone», con un significativo aggravio per il sistema sanitario nazionale;
    a livello nazionale, la principale conseguenza di un numero così elevato di obiettori di coscienza è quella di rendere sempre più difficoltosa la stessa applicazione della legge n. 194 del 1978, con effetti negativi sia per la funzionalità dei vari enti ospedalieri e, quindi, del sistema sanitario nazionale, sia per le donne che ricorrono all'interruzione volontaria di gravidanza;
    la drammaticità dello stato di applicazione della legge comporta l'allungamento dei tempi di attesa, con maggiori rischi per la salute delle donne e maggiori rischi professionali per i pochi non obiettori, costretti loro malgrado ad una cattiva pratica clinica;
    a fronte di questo stato «di emergenza» le donne devono spesso migrare da una regione all'altra o addirittura all'estero e, sopratutto tra le immigrate, risulta necessario il ricorso all'aborto clandestino;
    il diritto all'obiezione di coscienza in materia di aborto per il personale sanitario ed esercente le attività ausiliarie è sancito dall'articolo 9 della suddetta legge n. 194 del 1978, che, allo stesso tempo, prevede che gli enti ospedalieri e le case di cura autorizzate siano «tenuti in ogni caso ad assicurare l'espletamento delle procedure e gli interventi di interruzione della gravidanza. La regione ne controlla e garantisce l'attuazione anche attraverso la mobilità del personale»;
    la legge n. 194 del 1978 prevede, quindi, scelte individuali e responsabilità pubbliche. L'obiezione di coscienza è, infatti, un diritto della persona, ma non della struttura;
    al personale sanitario viene garantito di poter sollevare l'obiezione di coscienza. Ma quel che è un diritto del singolo, non è un diritto della struttura sanitaria nel suo complesso, che ha, anzi, l'obbligo di garantire l'erogazione delle prestazioni sanitarie;
    i dati sopra indicati sulle percentuali molto elevate di obiettori comportano, oltre che evidenti ricadute negative sulla stessa effettiva attuazione della legge sull'interruzione volontaria di gravidanza e, quindi, sulle donne che rivendicano l'inviolabile libera scelta a farne ricorso, anche conseguenze oggettivamente pesanti sui sempre più pochi medici non obiettori, che spesso si ritrovano relegati a occuparsi quasi esclusivamente di interruzioni di gravidanza, con il rischio più che concreto di una dequalificazione professionale e di conseguenti effetti penalizzanti sulle loro stesse possibilità di carriera;
    il diritto della donna ad interrompere una gravidanza indesiderata e quello del personale sanitario a sollevare obiezione di coscienza dovrebbero poter convivere, affinché nessun soggetto veda negata la propria libertà. Di fatto, tale ipotesi trova estrema difficoltà nel realizzarsi per i numeri esorbitanti dei medici obiettori, che spesso si rifiutano anche di segnalare alle pazienti un medico non obiettore o un'altra struttura sanitaria autorizzata all'interruzione volontaria di gravidanza;
    dal 2009 l'Agenzia italiana del farmaco ha autorizzato l'immissione in commercio del mifepristone, o Ru486, per l'interruzione volontaria di gravidanza farmacologica, nel rispetto dei precetti normativi previsti dall'articolo 8 della legge n. 194 del 1978; tale articolo prevede che l'interruzione volontaria di gravidanza possa essere praticata in ospedali pubblici generali e specializzati e «case di cura autorizzate e presso poliambulatori pubblici adeguatamente attrezzati». L'articolo 8 non precisa il regime in cui deve essere praticata l'interruzione volontaria di gravidanza farmacologica (ricovero ordinario, day hospital, prestazione ambulatoriale). Il Ministro della salute pro tempore, in data 24 febbraio 2010, ha chiesto in proposito il parere del Consiglio superiore di sanità; il Consiglio superiore di sanità, nella seduta del 18 marzo 2010, ha individuato il ricovero ordinario come il regime più idoneo per l'interruzione volontaria di gravidanza farmacologica;
    i dati riportati dalla letteratura internazionale, nonché i dati della regione Emilia-Romagna che ha adottato il regime di day hospital, non confermano la scelta e le raccomandazioni del Consiglio superiore di sanità; gli stessi dati del Ministero della salute sull'interruzione volontaria di gravidanza medica dicono che dal 2005 al 2011 circa 15 mila donne hanno scelto il metodo farmacologico e che il 76 per cento delle pazienti ha scelto la dimissione volontaria dopo la somministrazione del mifepristone, senza che vi siano state complicazioni maggiori rispetto alle donne che sono state ricoverate fino all'espulsione;
    risulta improrogabile la necessità di valorizzare e ridare piena centralità ai consultori, quale servizio per la rete di sostegno alla sessualità libera e alla procreazione responsabile. Come conferma anche l'ultima relazione al Parlamento sullo stato di attuazione della legge n. 194 del 1978, «nel tempo i consultori familiari non sono stati, nella maggior parte dei casi, potenziati né adeguatamente valorizzati. In diversi casi l'interesse intorno al loro operato è stato scarso ed ha avuto come conseguenza il mancato adeguamento delle risorse, della rete di servizi, degli organici, delle sedi»,

impegna il Governo:

   a garantire la piena applicazione della legge n. 194 del 1978 su tutto il territorio nazionale nel pieno riconoscimento della libera scelta e del diritto alla salute delle donne, assumendo tutte le iniziative, nell'ambito delle proprie competenze;
   ad attivarsi, nell'ambito delle proprie competenze, al fine di assicurare, come prevede la legge, il reale ed efficiente espletamento, da parte di tutti gli enti ospedalieri e delle strutture private accreditate, delle procedure e degli interventi di interruzione della gravidanza chirurgica e farmacologica;
   a garantire il pieno rispetto della legge da parte di ogni struttura pubblica o del privato accreditato (sia essa un ospedale o un consultorio), posto che solo a fronte di questo impegno può essere concesso l'accreditamento;
   ad attivarsi perché l'interruzione volontaria di gravidanza farmacologica sia garantita come opzione a tutte le donne, che, entro i limiti di età gestazionale imposti dalla metodica, devono poter scegliere;
   a promuovere il monitoraggio specifico regionale dell'interruzione volontaria di gravidanza farmacologica, anche praticata in day hospital, al fine di verificare la piena applicazione della legge, nonché ad attivarsi perché l'interruzione volontaria di gravidanza farmacologica sia proposta come opzione alle donne che, entro i limiti di età gestazionale imposti dalla metodica, devono poter scegliere quale percorso intraprendere, fornendo alle medesime la piena conoscenza delle modalità e dei risultati emersi;
   ad assumere iniziative per costituire un tavolo tecnico di monitoraggio con gli assessori regionali per verificare la piena e corretta attuazione della legge n. 194 del 1978, con particolare riferimento agli articoli 5, 7 e 9, al fine di evitare ogni forma di discriminazione fra operatori sanitari, obiettori e non obiettori;
   anche ai fini di una maggiore trasparenza nel rapporto tra cittadini e medici di famiglia, ad assumere iniziative per mettere in condizione gli ordini provinciali dei medici chirurghi e degli odontoiatri di monitorare l'applicazione della legge n. 194 del 1978, anche in riferimento agli articoli 5, 7 e 9;
   ad assumere iniziative per valorizzare e ridare piena centralità ai consultori familiari, quale servizio fondamentale nell'attivare la rete di sostegno per la procreazione responsabile, nonché strutture assistenziali per l'attivazione del percorso per l'interruzione volontaria di gravidanza nel rispetto delle scelte e della salute delle donne;
   fermi restando l'obbligo di dispensazione dei farmaci e l'adeguata informazione degli utenti previsti dalla legislazione vigente, ad assumere iniziative affinché le competenti federazioni nazionali degli ordini professionali del personale sanitario si adoperino per garantire uniformità sul territorio nazionale in ordine agli indirizzi deontologici relativi all'esercizio dell'obiezione di coscienza.
(1-00045)
(Ulteriore nuova formulazione) «Migliore, Nicchi, Piazzoni, Aiello, Airaudo, Boccadutri, Franco Bordo, Costantino, Di Salvo, Duranti, Daniele Farina, Fava, Ferrara, Fratoianni, Giancarlo Giordano, Kronbichler, Lacquaniti, Lavagno, Marcon, Matarrelli, Melilla, Nardi, Paglia, Palazzotto, Pannarale, Pellegrino, Pilozzi, Piras, Placido, Quaranta, Ragosta, Ricciatti, Sannicandro, Scotto, Zan, Zaratti, Rigoni».

Classificazione EUROVOC:
SIGLA O DENOMINAZIONE:

L 1978 0194

EUROVOC :

aborto

professione sanitaria

obiezione di coscienza

diritti della donna

procreazione artificiale

applicazione della legge

condizione della donna

istituto ospedaliero