ATTO CAMERA

MOZIONE 1/00042

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 17 del 16/05/2013
Abbinamenti
Atto 1/00036 abbinato in data 03/06/2013
Atto 1/00041 abbinato in data 03/06/2013
Atto 1/00039 abbinato in data 03/06/2013
Atto 1/00040 abbinato in data 03/06/2013
Atto 1/00043 abbinato in data 03/06/2013
Atto 1/00063 abbinato in data 03/06/2013
Atto 1/00065 abbinato in data 04/06/2013
Atto 1/00067 abbinato in data 04/06/2013
Firmatari
Primo firmatario: MUCCI MARA
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 16/05/2013
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
CRIPPA DAVIDE MOVIMENTO 5 STELLE 16/05/2013
PRODANI ARIS MOVIMENTO 5 STELLE 16/05/2013
MANNINO CLAUDIA MOVIMENTO 5 STELLE 16/05/2013
BRESCIA GIUSEPPE MOVIMENTO 5 STELLE 16/05/2013
DIENI FEDERICA MOVIMENTO 5 STELLE 16/05/2013
D'AMBROSIO GIUSEPPE MOVIMENTO 5 STELLE 16/05/2013
NUTI RICCARDO MOVIMENTO 5 STELLE 16/05/2013
SPADONI MARIA EDERA MOVIMENTO 5 STELLE 16/05/2013
FANTINATI MATTIA MOVIMENTO 5 STELLE 16/05/2013
DI VITA GIULIA MOVIMENTO 5 STELLE 03/06/2013
NESCI DALILA MOVIMENTO 5 STELLE 03/06/2013
DALL'OSSO MATTEO MOVIMENTO 5 STELLE 03/06/2013
LOREFICE MARIALUCIA MOVIMENTO 5 STELLE 03/06/2013
GIORDANO SILVIA MOVIMENTO 5 STELLE 03/06/2013
MANTERO MATTEO MOVIMENTO 5 STELLE 03/06/2013
CECCONI ANDREA MOVIMENTO 5 STELLE 03/06/2013


Stato iter:
04/06/2013
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 03/06/2013
Resoconto MUCCI MARA MOVIMENTO 5 STELLE
 
INTERVENTO PARLAMENTARE 03/06/2013
Resoconto MARZANO MICHELA PARTITO DEMOCRATICO
Resoconto GIAMMANCO GABRIELLA IL POPOLO DELLA LIBERTA' - BERLUSCONI PRESIDENTE
Resoconto RICCIATTI LARA SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA'
Resoconto DE MARIA ANDREA PARTITO DEMOCRATICO
Resoconto SCOPELLITI ROSANNA IL POPOLO DELLA LIBERTA' - BERLUSCONI PRESIDENTE
Resoconto MALPEZZI SIMONA FLAVIA PARTITO DEMOCRATICO
Resoconto MAIETTA PASQUALE FRATELLI D'ITALIA
Resoconto ANTEZZA MARIA PARTITO DEMOCRATICO
Resoconto PICCOLI NARDELLI FLAVIA PARTITO DEMOCRATICO
Resoconto SAVINO SANDRA IL POPOLO DELLA LIBERTA' - BERLUSCONI PRESIDENTE
Resoconto ROSSOMANDO ANNA PARTITO DEMOCRATICO
Resoconto PALAZZOTTO ERASMO SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA'
Resoconto SCUVERA CHIARA PARTITO DEMOCRATICO
Resoconto VILLECCO CALIPARI ROSA MARIA PARTITO DEMOCRATICO
Resoconto AGOSTINI ROBERTA PARTITO DEMOCRATICO
Resoconto MANTERO MATTEO MOVIMENTO 5 STELLE
Resoconto IORI VANNA PARTITO DEMOCRATICO
Resoconto MORETTI ALESSANDRA PARTITO DEMOCRATICO
Resoconto CESARO ANTIMO SCELTA CIVICA PER L'ITALIA
Resoconto PARIS VALENTINA PARTITO DEMOCRATICO
Fasi iter:

ATTO MODIFICATO IL 30/05/2013

APPOSIZIONE NUOVE FIRME IL 03/06/2013

ATTO MODIFICATO IL 03/06/2013

DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 03/06/2013

DISCUSSIONE IL 03/06/2013

RINVIO AD ALTRA SEDUTA IL 03/06/2013

DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 04/06/2013

RITIRATO IL 04/06/2013

CONCLUSO IL 04/06/2013

Atto Camera

Mozione 1-00042
presentato da
MUCCI Mara
testo di
Martedì 4 giugno 2013, seduta n. 28

   La Camera,
   premesso che:
    i numeri sulla violenza in Italia sono ormai tristemente noti. Una donna su tre, in un'età compresa tra i 16 e i 70 anni, è stata vittima di forme di violenza; il 35 per cento delle vittime non presenta denuncia, mentre solo il 13 per cento ha fatto richiesta di aiuto per stalking;
    secondo Telefono Rosa, nel 2012 le vittime femminili hanno superato di poco le 120 unità e si è passati da un omicidio ogni tre giorni registrato nel 2011 a uno ogni due giorni; la gran parte delle violenze rimane sommersa, impunita e avviene tra le pareti domestiche; un dramma diffuso che riguarda tutte le classi sociali e che va aumentando;
    nonostante i mutamenti sociali, i diritti acquisiti e le leggi varate in questi anni, il fenomeno rimane ancora un problema irrisolto: mancano serie politiche di contrasto della violenza, ricerche e progetti di sensibilizzazione e di formazione; la violenza sulle donne costituisce una violazione dei diritti umani che ostacola o rende impossibile il godimento di altri diritti umani, compromettendo, altresì, il raggiungimento della parità di opportunità tra donne e uomini. Si è davanti ad un grave reato, una forma di discriminazione che non riguarda la sfera privata perché è solo l'aspetto più evidente e brutale dell'ineguaglianza esistente nella società;
    è sempre più urgente affrontare il problema nella sua gravità per risolverlo, ma per far ciò è necessario un radicale cambiamento culturale nella nostra società. Ciò anche alla luce dei dati del Global gender gap report 2012, la classifica stilata ogni anno dal World economic forum sul divario di opportunità tra uomini e donne in 135 Paesi e secondo il quale appare evidente che i risultati sono sempre più sconfortanti per l'Italia: complessivamente all'ottantesimo posto (nel 2011 era al settantaquattresimo); nello specifico: centounesimo posto, in quanto a partecipazione economica e opportunità; sessantacinquesimo posto, in quanto ad accesso all'istruzione di base e di livello superiore; settantaseiesimo posto per quanto riguarda la salute e la sopravvivenza; al settantunesimo posto in materia di rappresentanza politica;
    la Convenzione del Consiglio d'Europa sulla prevenzione e il contrasto della violenza sulle donne e la violenza domestica, aperta alla firma degli Stati membri del Consiglio d'Europa e degli Stati non membri che hanno partecipato alla sua elaborazione a Istanbul l'11 maggio 2011, rappresenta il primo strumento internazionale, giuridicamente vincolante, finalizzato a creare un quadro giuridico completo per proteggere le donne contro qualsiasi forma di violenza;
    si tratta di un trattato corposo che analizza il fenomeno nella sua complessità e fornisce un quadro giuridico completo, sia in chiave di prevenzione che di repressione di questa odiosa forma di violenza;
    questa Convenzione – che l'Italia deve recepire nelle parti in cui il nostro ordinamento ancora non ha raggiunto gli auspicati standard, lasciando impregiudicati gli eventuali livelli di maggior tutela – potrebbe, se attuata da tutti i Paesi membri, salvare e cambiare le vite di milioni di vittime e dare un contributo concreto al miglioramento del rispetto dei diritti umani e dello status delle donne. È una battaglia di civiltà cui la politica non può e non deve sottrarsi;
    il grande valore di tale Convenzione risiede anche nel sancire la necessità di un cambiamento radicale di mentalità all'interno della società, per estirpare i pregiudizi fondati sulla cosiddetta inferiorità delle donne o sui ruoli stereotipati attribuiti a donne e uomini. In essa si afferma, infatti, che spetta agli Stati prevenire, fermare e sanzionare la violenza sulle donne, sia domestica sia esterna, e che la violenza verso le donne non può essere giustificata da nessun argomento di natura culturale, storica o religiosa;
    l'inserimento nel codice penale italiano del nuovo articolo 612-bis sugli atti persecutori (stalking), la giurisprudenza costituzionale che si è venuta formando sulla presunzione assoluta di pericolosità degli accusati dei delitti a sfondo sessuale e, da ultimo, l'approvazione definitiva, nel 2012, della legge n. 172 del 2012 di adeguamento interno alla Convenzione di Lanzarote hanno costituito un segnale di un'evoluzione importante ma che ancora non basta; l'Italia è, tra i Paesi europei, agli ultimi posti per contrasto al fenomeno della violenza di genere: infatti, il report di Rashida Manjoo, relatore speciale sulla violenza contro le donne delle Nazioni Unite sull'eliminazione di tutte le forme di discriminazione nei confronti della donna, in visita nel nostro Paese nel 2012, ha condannato pesantemente l'Italia rilevando che «Femmicidio e femminicidio sono crimini di Stato tollerati dalle pubbliche istituzioni per incapacità di prevenire, proteggere e tutelare la vita delle donne, che vivono diverse forme di discriminazioni e di violenza durante la loro vita»;
    da più parti, ormai, si sollecita l'introduzione di un'aggravante generale per i delitti commessi per motivi di genere, oltre che di un'aggravante specifica per il caso di omicidio, che riguarda anche il delitto commesso nei confronti dell'ex coniuge o dell'ex convivente. È auspicabile, quindi, che su questo campo possa presto attivarsi un più determinato intervento legislativo che tocchi anche aspetti apparentemente procedurali (ma in realtà sostanziali), quali il divieto di sospensione condizionale della pena, il divieto di bilanciamento per equivalenza tra aggravanti e attenuanti o il divieto di patteggiamento, come segnale ulteriore di contrasto e dissuasione alla commissione di crimini del genere;
    ma il passo ulteriore dovrà essere necessariamente di carattere culturale, in quanto la sanzione penale non potrà mai esaurire lo spettro delle azioni da intraprendere su questo fronte, tenuto conto che da quasi trent'anni, e precisamente dalla legge 14 marzo 1985, n. 132, è stata ratificata e resa esecutiva la Convenzione sull'eliminazione di ogni forma di discriminazione della donna, adottata dall'Assemblea generale delle Nazioni Unite il 18 dicembre 1979;
    a tutt'oggi, solo quattro Paesi hanno ratificato la Convenzione di Istanbul, ovvero hanno concluso il processo di creazione di una legge nazionale che renda effettivo nel proprio Paese il testo della stessa. Questi Paesi sono (e, su alcuni c’è da stupirsene, per tanti versi): Turchia, Albania, Montenegro e Portogallo. Mancano, dunque, ancora almeno 6 ratifiche,

impegna il Governo:

   ad attivare, nell'ambito delle proprie competenze, un'azione a livello europeo affinché si giunga alla ratifica immediata, da parte degli Stati dell'Unione europea, della Convenzione del Consiglio d'Europa, adottata ad Istanbul nel 2011, sulla prevenzione e il contrasto della violenza sulle donne e della violenza domestica;
   a valutare tutte le iniziative necessarie affinché, per quanto riguarda l'educazione delle nuove generazioni, venga agevolata la creazione di spazi di approfondimento periodici affinché si affrontino temi come l'uguaglianza e la violenza di genere, per avviare un radicale cambiamento culturale nella nostra società e per estirpare i pregiudizi fondati sulla cosiddetta inferiorità delle donne o sui ruoli stereotipati attribuiti a donne e uomini;
   ad attivarsi, anche con iniziative normative e con fondi adeguati, per l'adozione di serie politiche di contrasto della violenza, ricerche e progetti di sensibilizzazione e di formazione di personale qualificato in grado di affrontare e gestire situazioni di emergenza;
   a sostenere e attuare con più determinazione sia quanto già contenuto nella Convenzione sull'eliminazione di ogni forma di discriminazione della donna, sia quanto è stato osservato dalla relatrice speciale Onu contro la violenza sulle donne, Rashida Manjoo, di cui in premessa;
   ad avviare una campagna capillare di informazione di utilità sociale a qualsiasi livello su questa drammatica realtà che ancora oggi presenta aspetti sempre più inquietanti;
   a rinnovare il Piano nazionale contro la violenza di genere e lo stalking, con particolare attenzione alla raccolta dei dati e al loro monitoraggio, per avere un quadro aggiornato della situazione in maniera periodica e certa, e alla promozione e consolidamento, su tutto il territorio nazionale, della rete tra centri antiviolenza e istituzioni preposte alla tutela, quali gli enti locali, le forze dell'ordine, i consultori, gli ospedali, i servizi sociali e socio-sanitari;
   a sostenere con adeguate risorse finanziarie i centri antiviolenza, istituzioni fondamentali per il corretto ed efficace funzionamento dei servizi a tutela della donna vittima di violenza;
   a coinvolgere in maniera diretta i centri antiviolenza con maggiore esperienza, al fine della redazione del Piano nazionale antiviolenza;
   a presentare semestralmente una relazione alla competenti commissioni parlamentari sullo stato di attuazione del Piano nazionale antiviolenza;
   ad individuare forme alternative di risarcimento alle donne che hanno subito violenza, ad esempio attraverso progetti di reinserimento lavorativo, al fine di ripristinare condizioni di vita adeguate successive al superamento della violenza subita.
(1-00042)
(Ulteriore nuova formulazione) «Mucci, Crippa, Prodani, Mannino, Brescia, Dieni, D'Ambrosio, Nuti, Spadoni, Fantinati, Di Vita, Nesci, Dall'Osso, Lorefice, Silvia Giordano, Mantero, Cecconi».

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC :

lotta contro la discriminazione

condizione della donna

diritti umani

violenza sessuale

delitto contro la persona

accesso all'istruzione

convenzione europea

ratifica di accordo