ATTO CAMERA

MOZIONE 1/00017

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 9 del 16/04/2013
Abbinamenti
Atto 1/00111 abbinato in data 24/06/2013
Atto 1/00112 abbinato in data 24/06/2013
Atto 1/00114 abbinato in data 24/06/2013
Atto 1/00116 abbinato in data 24/06/2013
Atto 1/00117 abbinato in data 24/06/2013
Atto 1/00124 abbinato in data 26/06/2013
Firmatari
Primo firmatario: SPERANZA ROBERTO
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 12/04/2013
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
BRUNETTA RENATO IL POPOLO DELLA LIBERTA' - BERLUSCONI PRESIDENTE 24/06/2013
MATARRESE SALVATORE SCELTA CIVICA PER L'ITALIA 26/06/2013
PASTORELLI ORESTE MISTO-PARTITO SOCIALISTA ITALIANO (PSI) - LIBERALI PER L'ITALIA (PLI) 25/06/2013
BRAGA CHIARA PARTITO DEMOCRATICO 12/04/2013
MARIANI RAFFAELLA PARTITO DEMOCRATICO 12/04/2013
BORGHI ENRICO PARTITO DEMOCRATICO 18/04/2013
LATRONICO COSIMO IL POPOLO DELLA LIBERTA' - BERLUSCONI PRESIDENTE 24/06/2013
DELLAI LORENZO SCELTA CIVICA PER L'ITALIA 26/06/2013
SARRO CARLO IL POPOLO DELLA LIBERTA' - BERLUSCONI PRESIDENTE 24/06/2013
REALACCI ERMETE PARTITO DEMOCRATICO 18/04/2013
CENNI SUSANNA PARTITO DEMOCRATICO 18/04/2013
ZARDINI DIEGO PARTITO DEMOCRATICO 18/04/2013
DALLAI LUIGI PARTITO DEMOCRATICO 18/04/2013
BIANCHI DORINA IL POPOLO DELLA LIBERTA' - BERLUSCONI PRESIDENTE 24/06/2013
ARLOTTI TIZIANO PARTITO DEMOCRATICO 18/04/2013
TARANTO LUIGI PARTITO DEMOCRATICO 18/04/2013
IANNUZZI TINO PARTITO DEMOCRATICO 18/04/2013
ALLI PAOLO IL POPOLO DELLA LIBERTA' - BERLUSCONI PRESIDENTE 24/06/2013
RAMPI ROBERTO PARTITO DEMOCRATICO 18/04/2013
OLIVERIO NICODEMO NAZZARENO PARTITO DEMOCRATICO 18/04/2013
FIANO EMANUELE PARTITO DEMOCRATICO 18/04/2013
GADDA MARIA CHIARA PARTITO DEMOCRATICO 18/04/2013
SOTTANELLI GIULIO CESARE SCELTA CIVICA PER L'ITALIA 26/06/2013
PILI MAURO IL POPOLO DELLA LIBERTA' - BERLUSCONI PRESIDENTE 24/06/2013
PASTORINO LUCA PARTITO DEMOCRATICO 18/04/2013
GRASSI GERO PARTITO DEMOCRATICO 18/04/2013
LENZI DONATA PARTITO DEMOCRATICO 18/04/2013
VELO SILVIA PARTITO DEMOCRATICO 18/04/2013
BRATTI ALESSANDRO PARTITO DEMOCRATICO 18/04/2013
CAUSIN ANDREA SCELTA CIVICA PER L'ITALIA 26/06/2013
CASTIELLO GIUSEPPINA IL POPOLO DELLA LIBERTA' - BERLUSCONI PRESIDENTE 24/06/2013
VELLA PAOLO IL POPOLO DELLA LIBERTA' - BERLUSCONI PRESIDENTE 24/06/2013
ROSATO ETTORE PARTITO DEMOCRATICO 18/04/2013
TIDEI MARIETTA PARTITO DEMOCRATICO 18/04/2013
GARAVINI LAURA PARTITO DEMOCRATICO 18/04/2013
CARRESCIA PIERGIORGIO PARTITO DEMOCRATICO 18/04/2013
D'INCECCO VITTORIA PARTITO DEMOCRATICO 18/04/2013
LODOLINI EMANUELE PARTITO DEMOCRATICO 18/04/2013
MANFREDI MASSIMILIANO PARTITO DEMOCRATICO 18/04/2013
MAGORNO ERNESTO PARTITO DEMOCRATICO 18/04/2013
QUARTAPELLE PROCOPIO LIA PARTITO DEMOCRATICO 18/04/2013
D'AGOSTINO ANGELO ANTONIO SCELTA CIVICA PER L'ITALIA 26/06/2013
FONTANA CINZIA MARIA PARTITO DEMOCRATICO 18/04/2013
TULLO MARIO PARTITO DEMOCRATICO 18/04/2013
CARDINALE DANIELA PARTITO DEMOCRATICO 18/04/2013
MAESTRI PATRIZIA PARTITO DEMOCRATICO 18/04/2013
MANZI IRENE PARTITO DEMOCRATICO 18/04/2013
MARZANO MICHELA PARTITO DEMOCRATICO 18/04/2013
ROSSI DOMENICO SCELTA CIVICA PER L'ITALIA 26/06/2013
VECCHIO ANDREA SCELTA CIVICA PER L'ITALIA 26/06/2013
MARANTELLI DANIELE PARTITO DEMOCRATICO 18/04/2013
MORETTO SARA PARTITO DEMOCRATICO 18/04/2013
DISTASO ANTONIO IL POPOLO DELLA LIBERTA' - BERLUSCONI PRESIDENTE 24/06/2013
GHIZZONI MANUELA PARTITO DEMOCRATICO 18/04/2013
GIULIETTI GIAMPIERO PARTITO DEMOCRATICO 18/04/2013
GREGORI MONICA PARTITO DEMOCRATICO 18/04/2013
VARGIU PIERPAOLO SCELTA CIVICA PER L'ITALIA 26/06/2013
ZANETTI ENRICO SCELTA CIVICA PER L'ITALIA 26/06/2013
PATRIARCA EDOARDO PARTITO DEMOCRATICO 18/04/2013
CIMBRO ELEONORA PARTITO DEMOCRATICO 18/04/2013
SERENI MARINA PARTITO DEMOCRATICO 18/04/2013
CRIVELLARI DIEGO PARTITO DEMOCRATICO 18/04/2013
LAFORGIA FRANCESCO PARTITO DEMOCRATICO 18/04/2013
MAZZOLI ALESSANDRO PARTITO DEMOCRATICO 18/04/2013
LEONORI MARTA PARTITO DEMOCRATICO 18/04/2013
TENTORI VERONICA PARTITO DEMOCRATICO 18/04/2013
SANNA GIOVANNA PARTITO DEMOCRATICO 18/04/2013
COMINELLI MIRIAM PARTITO DEMOCRATICO 18/04/2013
NARDUOLO GIULIA PARTITO DEMOCRATICO 18/04/2013
AMODDIO SOFIA PARTITO DEMOCRATICO 18/04/2013
PIEPOLI GAETANO SCELTA CIVICA PER L'ITALIA 26/06/2013
FABBRI MARILENA PARTITO DEMOCRATICO 18/04/2013
VERINI WALTER PARTITO DEMOCRATICO 18/04/2013
FREGOLENT SILVIA PARTITO DEMOCRATICO 18/04/2013
MARTELLA ANDREA PARTITO DEMOCRATICO 18/04/2013
RIGONI ANDREA PARTITO DEMOCRATICO 18/04/2013
GIACOBBE ANNA PARTITO DEMOCRATICO 18/04/2013
SANI LUCA PARTITO DEMOCRATICO 18/04/2013
FONTANELLI PAOLO PARTITO DEMOCRATICO 18/04/2013
ROSSOMANDO ANNA PARTITO DEMOCRATICO 18/04/2013
GUERRA MAURO PARTITO DEMOCRATICO 18/04/2013
SENALDI ANGELO PARTITO DEMOCRATICO 18/04/2013
GUERINI LORENZO PARTITO DEMOCRATICO 18/04/2013
GUERINI GIUSEPPE PARTITO DEMOCRATICO 18/04/2013
MORASSUT ROBERTO PARTITO DEMOCRATICO 18/04/2013
ROTTA ALESSIA PARTITO DEMOCRATICO 18/04/2013
BIANCHI STELLA PARTITO DEMOCRATICO 18/04/2013
LATTUCA ENZO PARTITO DEMOCRATICO 18/04/2013
BASSO LORENZO PARTITO DEMOCRATICO 18/04/2013
MELONI MARCO PARTITO DEMOCRATICO 18/04/2013
MARCHI MAINO PARTITO DEMOCRATICO 18/04/2013
FERRARI ALAN PARTITO DEMOCRATICO 18/04/2013
SCUVERA CHIARA PARTITO DEMOCRATICO 18/04/2013
SBROLLINI DANIELA PARTITO DEMOCRATICO 18/04/2013
RUBINATO SIMONETTA PARTITO DEMOCRATICO 29/04/2013
VALIANTE SIMONE PARTITO DEMOCRATICO 09/05/2013
ANTEZZA MARIA PARTITO DEMOCRATICO 11/06/2013
SCHIRO' GEA SCELTA CIVICA PER L'ITALIA 26/06/2013
VALENTE VALERIA PARTITO DEMOCRATICO 24/06/2013
MONCHIERO GIOVANNI SCELTA CIVICA PER L'ITALIA 26/06/2013
RABINO MARIANO SCELTA CIVICA PER L'ITALIA 26/06/2013
MARAZZITI MARIO SCELTA CIVICA PER L'ITALIA 26/06/2013
BRUNO BOSSIO VINCENZA PARTITO DEMOCRATICO 24/06/2013
MONGIELLO COLOMBA PARTITO DEMOCRATICO 25/06/2013
IACONO MARIA PARTITO DEMOCRATICO 26/06/2013
RIBAUDO FRANCESCO PARTITO DEMOCRATICO 26/06/2013
BIONDELLI FRANCA PARTITO DEMOCRATICO 26/06/2013


Elenco dei co-firmatari che hanno ritirato la firma
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma Data ritiro firma
CARRA MARCO PARTITO DEMOCRATICO 25/06/2013 26/06/2013
BARETTA PIER PAOLO PARTITO DEMOCRATICO 18/04/2013 24/06/2013
Stato iter:
26/06/2013
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 24/06/2013
Resoconto BRAGA CHIARA PARTITO DEMOCRATICO
 
INTERVENTO PARLAMENTARE 24/06/2013
Resoconto LATRONICO COSIMO IL POPOLO DELLA LIBERTA' - BERLUSCONI PRESIDENTE
Resoconto DALLAI LUIGI PARTITO DEMOCRATICO
Resoconto BUSTO MIRKO MOVIMENTO 5 STELLE
Resoconto CENNI SUSANNA PARTITO DEMOCRATICO
Resoconto ZARDINI DIEGO PARTITO DEMOCRATICO
 
PARERE GOVERNO 26/06/2013
Resoconto CIRILLO MARCO FLAVIO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (AMBIENTE E TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE)
 
DICHIARAZIONE VOTO 26/06/2013
Resoconto PASTORELLI ORESTE MISTO-PARTITO SOCIALISTA ITALIANO (PSI) - LIBERALI PER L'ITALIA (PLI)
Resoconto RAMPELLI FABIO FRATELLI D'ITALIA
Resoconto CAON ROBERTO LEGA NORD E AUTONOMIE
Resoconto PELLEGRINO SERENA SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA'
Resoconto MATARRESE SALVATORE SCELTA CIVICA PER L'ITALIA
Resoconto LATRONICO COSIMO IL POPOLO DELLA LIBERTA' - BERLUSCONI PRESIDENTE
Resoconto SEGONI SAMUELE MOVIMENTO 5 STELLE
Resoconto BRAGA CHIARA PARTITO DEMOCRATICO
Fasi iter:

APPOSIZIONE NUOVE FIRME IL 29/04/2013

APPOSIZIONE NUOVE FIRME IL 29/04/2013

APPOSIZIONE NUOVE FIRME IL 14/05/2013

APPOSIZIONE NUOVE FIRME IL 11/06/2013

APPOSIZIONE NUOVE FIRME IL 24/06/2013

ATTO MODIFICATO IL 24/06/2013

DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 24/06/2013

DISCUSSIONE IL 24/06/2013

RINVIO AD ALTRA SEDUTA IL 24/06/2013

APPOSIZIONE NUOVE FIRME IL 25/06/2013

APPOSIZIONE NUOVE FIRME IL 26/06/2013

ATTO MODIFICATO IL 26/06/2013

DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 26/06/2013

ACCOLTO IL 26/06/2013

PARERE GOVERNO IL 26/06/2013

DISCUSSIONE IL 26/06/2013

APPROVATO IL 26/06/2013

CONCLUSO IL 26/06/2013

Atto Camera

Mozione 1-00017
presentato da
SPERANZA Roberto
testo presentato
Martedì 16 aprile 2013
modificato
Mercoledì 26 giugno 2013, seduta n. 41

   La Camera,
   premesso che:
    la tutela e la sicurezza del territorio italiano, unitamente alla tutela delle acque, rappresentano un interesse prioritario della collettività; il suolo è una risorsa ambientale non riproducibile, la cui trasformazione produce effetti permanenti su ambiente e paesaggio;
    la fragilità del territorio italiano è documentata e sempre più evidente: i dati forniti dal Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare sul finire della passata legislatura classificano circa il 10 per cento del territorio nazionale ad elevata criticità idrogeologica, ossia a rischio di alluvioni, frane e valanghe; i due terzi delle aree esposte a rischio riguardano i centri urbani, le infrastrutture e le aree produttive; più in generale e con diversa intensità, il rischio di frane e alluvioni riguarda tutto il territorio nazionale; l'89 per cento dei comuni sono soggetti a rischio idrogeologico e 5,8 milioni di italiani vivono sotto tale minaccia;
    alla particolare conformazione geologica del territorio italiano, alla fragile e mutevole natura dei suoli che lo compongono ed all'acuirsi delle variazioni climatiche estreme, non è stata contrapposta una tutela specifica dalla forte pressione antropica che si regista nel nostro Paese: l'Italia è, infatti, un Paese fortemente antropizzato, con una densità media pari a 189 abitanti per chilometro quadrato, assai superiore alla media dell'Europa pari a 118 abitanti per chilometro quadrato e con fortissime sperequazioni nella distribuzione territoriale;
    secondo i dati Istat, il trend del consumo di suolo nel nostro Paese è cresciuto a ritmi impressionanti, pari a 244.000 ettari all'anno di suolo divorato da cemento ed asfalto; si è assistito, negli ultimi decenni, ad una crescita continua dell'urbanizzazione, al diffondersi di una cementificazione spesso incontrollata all'artificializzazione di corsi d'acqua minori, fiumare e canali e alla sottrazione di aree libere, agricole e boschive, quali presidi per la tenuta del territorio italiano, di cui si paga un prezzo altissimo ogni qualvolta, sul nostro Paese si abbattono piogge particolarmente intense;
    l'assenza di un'adeguata pianificazione territoriale da parte degli stessi enti preposti alla gestione del territorio ed il ricorso improprio agli oneri di urbanizzazione quale fonte prioritaria di finanziamento per i bilanci comunali, hanno spesso privato il «bene suolo» del suo valore pubblico, riducendolo ad un mero serbatoio da cui attingere risorse;
    la pratica dell'abusivismo ha minato la creazione di una cultura diffusa in materia di sicurezza del territorio, di rispetto delle regole e di salvaguardia del suolo come risorsa per le generazioni future;
    l'assenza di un'adeguata pianificazione territoriale unita a una cementificazione incontrollata ha prodotto una rilevante perdita di terreni per la produzione agricola che, insieme alla desertificazione all'improduttività dei suoli, sono fattori di rischio per gli equilibri ambientali;
    gli eventi alluvionali che hanno colpito anche in queste ultime settimane i territori dell'Emilia Romagna e della Liguria, e ripetutamente nei mesi passati anche la Toscana, le Marche, il Veneto, la Campania, la Sicilia dimostrano quanto il problema del dissesto idrogeologico non sia più catalogabile nella logica dell'emergenza, per la frequenza degli eventi e per la gravità delle ricadute prodotte sui, sistemi territoriali coinvolti;
    ciò nonostante nella gestione delle risorse pubbliche per la tutela dell'ambiente si evidenzia un deficit di pianificazione e programmazione con una spesa improduttiva e molte volte dirottata su altre finalità; uno studio dell'Associazione artigiani e piccole imprese Mestre (Cgia) ha indicato che solo l'1,1 per cento delle imposte «ecologiche» sull'energia, sui trasporti e sulle attività inquinanti, pagate dai cittadini allo Stato e agli enti locali, è destinato alla protezione dell'ambiente; il 98,9 per cento va a coprire altre voci di spesa;
    più in generale, occorre sottolineare come la politica di tutela del territorio continua a destinare la gran parte delle risorse disponibili, che restano comunque scarse, all'emergenza, anziché ad una effettiva opera di prevenzione e messa in sicurezza del territorio, che è l'unico modo per prevenire danni economici e perdite di vite umane inaccettabili; ad esempio, a fronte di un finanziamento della legge n. 183 del 1989 per la difesa «strutturale» del suolo, pari a soli 2 miliardi di euro negli ultimi 20 anni, sono stati spesi ben 213 miliardi di euro per arginare le mille emergenze che si sono verificate: 161 miliardi di euro per coprire i danni provocati dai terremoti e 52 miliardi di euro per riparare i disastri derivanti dal dissesto idrogeologico. Tra il 1999 ed il 2008, inoltre, sotto stati spesi 58 miliardi di euro per la difesa del suolo, la riduzione dell'inquinamento e l'assetto idrogeologico, ma di questi oltre il 50 per cento è stato assorbito dalle spese di parte corrente e solo 26 miliardi di euro sono stati destinati ad investimenti per la prevenzione dei rischi;
    gli stanziamenti ordinari riguardanti la difesa del suolo e il rischio idrogeologico, iscritti nei bilanci di previsione degli ultimi anni, indicano pesanti riduzioni di risorse, facendo venir meno la certezza di poter disporre delle risorse necessarie a politiche di prevenzione, che hanno bisogno di continuità per poter essere efficaci e registrando, nei fatti, uno spostamento delle modalità di finanziamento che privilegia una gestione straordinaria, mediante strumenti che non sempre hanno prodotto risultati soddisfacenti;
    il piano straordinario per la prevenzione del rischio idrogeologico, previsto dalla Legge finanziaria per il 2010, che aveva assegnato per interventi straordinari al Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare fondi per 1 miliardo di euro a valere sulle risorse del fondo per le aree sottoutilizzate diretti a rimuovere le situazioni a più elevato rischio idrogeologico, non ha prodotto i risultati attesi, anche a causa del mancato e tempestivo trasferimento di risorse;
    la situazione determinatasi per effetto della mancata attuazione del piano straordinario contro il dissesto idrogeologico è risultata talmente grave da «costringere» il Governo Monti ad adottare tre apposite delibere del Cipe, la prima (n. 8 del 2012) allo scopo di individuare fra gli interventi di rilevanza strategica regionale quelli per la mitigazione del rischio idrogeologico individuati negli accordi di programma già sottoscritti fra il Ministero dell'ambiente e le regioni del Mezzogiorno, con conseguente assegnazione di complessivi 680 milioni di euro; la seconda (la n. 6 del 2012) per lo stanziamento di 130 milioni di euro, anch'essi per interventi diretti a fronteggiare i fenomeni di dissesto idrogeologico in alcune aree delle regioni del Centro-Nord; la terza (la n. 87 del 2012) per l'assegnazione di ulteriori 1.060 milioni di euro, a valere sulle risorse del Fondo per lo sviluppo e la coesione, per il finanziamento di interventi per la manutenzione straordinaria del territorio nelle regioni del Mezzogiorno;
    in ogni caso, comunque, ancora prima dell'individuazione di nuove risorse economiche, occorre mettere mano con decisione all'infrastrutturazione istituzionale nel campo delle politiche per la difesa del suolo. La maggiore criticità oggi riscontrabile è, infatti, dovuta al mancato completamento del riassetto della governance e da una frammentazione e sovrapposizione di competenze: soggetti e strumenti che appesantiscono, rendendolo meno efficiente, a volte paralizzandolo, il sistema di pianificazione, programmazione, gestione e monitoraggio degli interventi;
    a livello nazionale si sconta, a tutt'oggi, la mancanza di una regia unitaria delle azioni di difesa del suolo e di gestione della risorsa idrica; l'adeguamento alle normative comunitarie – direttiva n. 2000/60/CE sulle acque ed alluvioni – avrebbe necessariamente richiesto la definizione di ruoli e competenze che sono ancora confuse tra livelli distrettuali e regionali, con l'effetto di non rendere riconoscibile la catena delle responsabilità; l'attuale revisione dei livelli istituzionali e la diversa attribuzione di funzioni in materia di pianificazione territoriale di scala vasta e di tutela delle risorse ambientali rischiano, peraltro, di creare nuove criticità;
    il sistema di gestione preposto per la difesa del suolo, la tutela delle acque e i servizi idrici è di tipo spiccatamente centralistico, incapace di coordinare sinergicamente competenze, ruoli, responsabilità e poteri decisionali delle istituzioni interessate e di armonizzare contenuti, modalità di approvazione, attuazione ed aggiornamento dei diversi strumenti di pianificazione; l'istituzione delle otto autorità di bacino distrettuali, non ancora operative, alle quali viene attribuita la potestà pianificatoria, trova limiti nella stessa delimitazione territoriale dei distretti approvata, nella loro architettura istituzionale, dovuto ad un eccessivo peso ministeriale e a un conflitto latente con il sistema delle regioni, deleterio per gli organismi che dovrebbero fondarsi sul principio cooperativo tra Stato e regioni a fronte di competenze concorrenti in materia territoriale, e nella stessa operatività economica di tali organismi, a causa delle crescenti difficoltà finanziarie del settore pubblico;
    i piani di gestione dei distretti idrografici e i relativi programmi di azione, da predisporre per il raggiungimento degli obiettivi della direttiva sulle acque n. 2000/60/CE entro il termine di nove anni dalla sua emanazione, sono stati adottati dai comitati istituzionali delle autorità di bacino, ma sono tuttora in attesa di definitiva approvazione da parte del Consiglio dei ministri (ad oggi il Governo ha approvato solo tre schemi di decreto del Presidente del Consiglio dei ministri recanti approvazione di piani di gestione distrettuali), con il risultato di aver prodotto fin qui solo effetti limitativi per i territori interessati, senza aver invece dispiegato le azioni positive in essi previste;
    a livello comunitario, oltre alla direttiva quadro sulle acque n. 2000/60/CE, solo parzialmente attuata con il decreto legislativo n. 152 del 2006 (cosiddetto Codice ambientale), altri importanti atti legislativi comunitari in materia di gestione delle acque e di difesa del suolo sono stati parzialmente assunti e recepiti dal nostro Paese, tra cui la direttiva sulle alluvioni n. 2007/60/CE, recepita con il decreto legislativo n. 49 del 2010 che, però, mal si integra con il citato Codice ambientale;
    tratto fondante del progetto comunitario, a cui dovrebbe ispirarsi l'azione del nostro Paese in materia di difesa del suolo, è il perseguimento di un'azione programmatica non limitata al semplice bilanciamento delle esigenze di sicurezza, di quelle ecologiche ed economiche, ma finalizzata all'obiettivo di un cambiamento del modello di sviluppo, attraverso scelte di destinazione ed uso del territorio. Punti caratterizzanti di tale programma sono la ricostruzione ecologica dei corsi d'acqua, lo sfruttamento dei processi di qualificazione dell'agricoltura come cura e presidio del territorio, l'introduzione dell'analisi economica nei processi decisionali, al fine di realizzare gli interventi che portano maggior beneficio alla collettività piuttosto che favorire la redditività immediata del singolo, l'assunzione, nel quadro degli scenari di cambiamento, anche dei cambiamenti climatici, la promozione di politiche di adattamento piuttosto che il ricorso ad interventi strutturali, la valorizzazione di pratiche di tipo «negoziale-dialogico» e di partecipazione e coinvolgimento del pubblico nella ricerca di scelte condivise;
    la maggior parte degli interventi finalizzati alla difesa del suolo, realizzati in Italia, sono interventi strutturali di difesa passiva, nonostante sia ormai dimostrato che il binomio «dissesto-intervento di difesa del dissesto» può dar luogo a soluzioni localmente soddisfacenti, ma se applicato diffusamente può provocare effetti negativi, non solo perché spesso il rapporto costo/efficacia è sfavorevole, ma anche perché la realizzazione di un intervento a monte può aggravare i pericoli a valle. Al contrario, occorre puntare sulle attività di carattere preventivo, che pongano l'enfasi sul valore delle regole di uso del suolo, sul monitoraggio delle situazioni di rischio e sul grado di conoscenza e consapevolezza delle popolazioni del livello di esposizione al rischio di un territorio;
    anche la gestione delle sempre più frequenti emergenze dovute al dissesto idrogeologico, in capo nel nostro Paese ad un sistema di protezione civile tra i più qualificati al mondo, ha dovuto misurarsi negli ultimi anni con crescenti difficoltà, accentuate dall'incertezza del sistema normativo di riferimento anche a seguito dell'intervento abrogativo intervenuto con sentenza n. 22 del 2012 della Corte costituzionale; la conseguente adozione da parte del Governo Monti delle misure del decreto-legge n. 59 del 2012, in materia di protezione civile non hanno però fugato tutti i dubbi degli amministratori locali in ordine al fatto che in caso di calamità naturali gli eventuali interventi di protezione civile messi in atto da organismi statali, in particolare quelli approntati dalle Forze armate, non sono posti a carico degli enti territoriali rappresentanti delle popolazioni colpite dalle medesime calamità naturali;
    in Italia il mercato assicurativo offre la garanzia per rischi da catastrofi naturali come estensione della garanzia base incendio, ma tale offerta è più diffusa nelle polizze alle imprese e più rara per i privati; occorrerebbe promuovere la diffusione di una moderna cultura che tenga conto del rischio da catastrofi naturali e dei suoi drammatici effetti e costi umani, sociali ed economici, e in tale ottica è da ritenere indispensabile un incisivo intervento dello Stato che affianchi e renda più conveniente e sostenibile per i cittadini i costi di un sistema di copertura assicurativa volontaria degli edifici; andrebbero pertanto incoraggiate forme di trasferimento dei rischi catastrofali sul modello di quanto accade in altri paesi, quale la Francia, dove vige un regime assicurativo semi obbligatorio che vede lo Stato nel ruolo di riassicuratore di ultima istanza;
    è quanto mai necessario richiamare ad un nuovo e più incisivo impegno il Parlamento e il Governo, anche alla luce dei deludenti risultati registrati in questi anni e della necessità di individuare soluzioni tempestive ed avanzate per fronteggiare il ripetersi di episodi calamitosi ed emergenziali, sempre più gravi e difficilmente risolvibili esclusivamente con interventi ex post, sempre più costosi e sostanzialmente inefficaci;
    un piano strutturale di messa in sicurezza e di manutenzione del territorio e dei corsi d'acqua, finalizzato alla riduzione del rischio idrogeologico, rappresenta uno straordinario strumento di rilancio economico e di creazione di occupazione, a partire dalla riattivazione degli investimenti immediatamente cantierabili da parte degli enti locali e quindi da una revisione delle regole del Patto di stabilità interno che oggi impediscono la realizzazione di interventi fondamentali sul fronte della prevenzione,

impegna il Governo:

   a considerare la manutenzione del territorio e la difesa idrogeologica una priorità per il Paese, in quanto finalizzata a garantire la sicurezza dei cittadini;
   a contrastare ogni iniziativa di indebolimento della pianificazione territoriale, in passato pesantemente compromessa da indiscriminati interventi di condono edilizio, salvaguardando la centralità della pianificazione territoriale integrata di scala vasta nelle scelte in itinere di ridefinizione dei livelli istituzionali esistenti, privilegiando la logica della prevenzione rispetto a quella di gestione dell'emergenza, anche nell'allocazione delle risorse economiche che devono essere rese stabili, utilizzabili in tempi certi e ricondotte ad una gestione ordinaria delle procedure, in primo luogo salvaguardando e sbloccando le risorse previste dagli accordi di programma già sottoscritti con le regioni per gli interventi prioritari di prevenzione dal rischio idrogeologico;
   a prevedere l'attivazione di un Fondo nazionale per la difesa del suolo e la riduzione del rischio idrogeologico finalizzato alla realizzazione da parte del Ministero dell'ambiente, di concerto con i soggetti istituzionali territorialmente preposti, di un Piano organico con obiettivi a breve e medio termine per la sicurezza e la manutenzione del territorio, che possa consentire agli enti competenti di aggiornare i propri documenti di progettazione e renderli finanziabili nell'ambito delle risorse attivabili nel quadro delle politiche di coesione per il ciclo di programmazione comunitaria 2014-2020;
   ad adottare politiche, che, contrastando il fenomeno dell'abbandono dei terreni, del disboscamento e quindi dell'improduttività del terreno stesso, riconoscano il valore strategico dell'agricoltura come presidio del territorio;
   a dare piena attuazione, nell'ambito della propria competenza, ai principi e ai contenuti delle direttive europee in materia di gestione delle risorse idriche e di alluvioni, assumendo le opportune iniziative di natura amministrativa e normativa che possano portare ad una significativa riorganizzazione del sistema di responsabilità e competenze, che elimini sovrapposizioni ed incongruenze del quadro esistente, puntando ad una maggiore cooperazione tra i livelli amministrativi ed il sistema delle competenze tecniche esterne, ad un effettivo coordinamento tra politiche settoriali e territoriali nonché ad una reale attuazione dei requisiti di partecipazione pubblica attiva e di informazione/educazione al rischio, anche mediante la valorizzazione di esperienze virtuose di programmazione negoziata territoriale, come i contratti di fiume;
   ad adottare iniziative normative, per quanto di propria competenza, volte ad apportare le modifiche al quadro normativo vigente nella logica unitaria della difesa idrogeologica, della gestione integrata dell'acqua e del governo delle risorse idriche, al fine di rendere finalmente operative le autorità di bacino distrettuali secondo una governance che tenga conto delle esigenze di riequilibrio istituzionale sostenute dalle regioni, di una delimitazione più funzionale dei distretti e di un sistema di governo in grado di riconoscere e valorizzare il patrimonio di conoscenze ed esperienze delle strutture tecniche di bacino esistenti a livello regionale e locale, nonché a portare a definitiva e rapida approvazione tutti i piani di gestione dei distretti idrografici e i relativi programmi di azione, ai fini del raggiungimento degli obiettivi previsti della direttiva sulle acque n. 2000/60/CE;
   ad assumere iniziative volte a promuovere, nell'ambito della revisione delle regole del Patto di stabilità interno, un piano straordinario di manutenzione diffusa del territorio e dei corsi d'acqua, che coinvolga il sistema delle autonomie locali e che rechi forme di incentivazione della partecipazione attiva della popolazione, anche mediante la sperimentazione di progetti che coinvolgano lavoratori temporaneamente beneficiari di ammortizzatori sociali;
   a promuovere, per quanto di propria competenza, le opportune modifiche normative che garantiscano la possibilità del sistema della protezione civile di operare in modo tempestivo ed efficace nel campo del contrasto ai danni provocati dal dissesto idrogeologico, anche mediante la revisione delle criticità eventualmente riscontrate in sede di applicazione della nuova normativa prevista dal decreto-legge n. 59 del 2012;
   a valutare l'opportunità di introdurre forme di assicurazione da rischi naturali che vedano comunque il coinvolgimento obbligatorio dello Stato anche solo nel ruolo di riassicuratore di ultima istanza.
(1-00017)
(Ulteriore nuova formulazione) «Speranza, Brunetta, Matarrese, Pastorelli, Braga, Mariani, Borghi, Latronico, Dellai, Sarro, Realacci, Cenni, Zardini, Dallai, Dorina Bianchi, Arlotti, Taranto, Tino Iannuzzi, Alli, Rampi, Oliverio, Fiano, Gadda, Sottanelli, Pili, Pastorino, Grassi, Lenzi, Velo, Bratti, Causin, Castiello, Vella, Rosato, Tidei, Garavini, Carrescia, D'Incecco, Lodolini, Manfredi, Magorno, Quartapelle Procopio, D'Agostino, Cinzia Maria Fontana, Tullo, Daniela Cardinale, Maestri, Manzi, Marzano, Rossi, Vecchio, Marantelli, Moretto, Distaso, Ghizzoni, Giulietti, Gregori, Vargiu, Zanetti, Patriarca, Cimbro, Sereni, Crivellari, Laforgia, Mazzoli, Leonori, Tentori, Giovanna Sanna, Cominelli, Narduolo, Amoddio, Piepoli, Fabbri, Verini, Fregolent, Martella, Rigoni, Giacobbe, Sani, Fontanelli, Rossomando, Guerra, Senaldi, Lorenzo Guerini, Giuseppe Guerini, Morassut, Rotta, Mariastella Bianchi, Lattuca, Basso, Marco Meloni, Marchi, Ferrari, Scuvera, Sbrollini, Rubinato, Valiante, Antezza, Schirò Planeta, Monchiero, Rabino, Marazziti, Piccione, Ribaudo, Biondelli».

Classificazione EUROVOC:
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