ATTO CAMERA

ODG IN ASSEMBLEA SU P.D.L. 9/03953/003

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 648 del 06/07/2016
Firmatari
Primo firmatario: SPADONI MARIA EDERA
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 06/07/2016


Stato iter:
06/07/2016
Partecipanti allo svolgimento/discussione
PARERE GOVERNO 06/07/2016
ALFANO GIOACCHINO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (DIFESA)
Fasi iter:

ACCOLTO IL 06/07/2016

PARERE GOVERNO IL 06/07/2016

RINUNCIA ALLA VOTAZIONE IL 06/07/2016

CONCLUSO IL 06/07/2016

Atto Camera

Ordine del Giorno 9/03953/003
presentato da
SPADONI Maria Edera
testo di
Mercoledì 6 luglio 2016, seduta n. 648

   La Camera,
   premesso che:
    il decreto in esame, all'articolo 8 comma 1, autorizza stanziamenti per iniziative di cooperazione volte a migliorare la vita anche dei rifugiati e segnala nella lista dei paesi interessati a queste politiche di sostegno anche i rifugiati siriani;
    d'altronde, sia la stessa operazione Sophia (articolo 1 comma 8) sia la partecipazione italiana alla coalizione anti-Daesh (articolo 2 comma 9) vedono il nostro Paese impegnarsi per sostenere le vittime della guerra in Siria sia attraverso il contrasto ai trafficanti di esseri umani, sia con operazioni di cooperazione, sia nella lotta per sconfiggere Daesh responsabile principale della fuga dalla Siria di milioni di persone, tra i quali tantissimi minori;
    UE e Turchia hanno siglato un accordo per garantire, sul territorio turco, accoglienza e protezione ai rifugiati siriani. Diversi rapporti delle agenzie dell'Onu e di organizzazioni per i diritti umani segnalano crescenti criticità sulla qualità di questa accoglienza e sulla effettiva volontà della Turchia di garantire ai rifugiati siriani protezione;
    in particolare, preoccupa lo sfruttamento dei minori siriani nelle fabbriche turche. Dodici ore al giorno, 6 giorni su 7, 160 dollari di paga al mese con un corollario di abusi da parte dei proprietari delle fabbriche di cuoio; e la Turchia viene percepita come «paese sicuro» agli occhi di migliaia di bambini, rifugiati siriani;
    le storie raccolte negli ultimi mesi disegnano un quadro di sfruttamento peggiore di quello subito dagli adulti. Se per sopravvivere fuori dai campi profughi gli uomini accettano lavori sottopagati e le donne siedono agli angoli delle strade a chiedere elemosina ai passanti, quello dei bambini è un dramma ancora più terribile;
    la metà dei 2,8 milioni di profughi siriani in Turchia, secondo l'Unicef, sono minorenni. Di questi oltre l'80 per cento non va più a scuola;
    moltissimi finiscono dentro fabbriche di scarpe, borse, vestiti, hanno 13-14 anni, a volte di meno, e tentano di sostenere i genitori: secondo una ricerca di Hayata Destek, Ong turca, il 60 per cento delle famiglie siriane a Istanbul ha a disposizione tra i 150 e i 500 euro al mese, miseria dovuta all'impossibilità di trovare un lavoro stabile e a contratto (ai profughi siriani è vietato ottenere un visto di lavoro);
    secondo la stessa Ong, in molte famiglie i minori sono gli unici a portare soldi a casa; «Non c’è lavoro per gli adulti – spiega Sezen Yalcin, responsabile del programma per minori di Hayata Destek – Gli adulti sono meno vulnerabili e i datori di lavoro vogliono giovani da poter sfruttare con facilità»;
    a febbraio nello scandalo del lavoro minorile in Turchia erano finiti giganti europei, i britannici H&M e Next. Le due compagnie avevano rivelato che le fabbriche locali da cui si rifornivano impiegavano minori siriani. Tante altre aziende non hanno risposto alle legittime domande sull'impiego di rifugiati; altre hanno negato, come Nike, Puma e Adidas;
    sullo sfondo resta un Paese indolente, che non investe nella tutela dei siriani in fuga da una guerra che ha alimentato e che ottiene come premio 6 miliardi di euro da Bruxelles, purché se li tenga;
    gli abusi si moltiplicano, che siano sfruttamento del lavoro, pestaggi della polizia, abusi contro le donne e i bambini;
    recentemente è stata pubblicata la notizia di 30 minorenni, tra gli 8 e i 12 anni, violentati da un pedofilo nel campo profughi di Nizip, a Gaziantep, a cui la cancelliera Merkel aveva fatto visita il 23 aprile scorso;
    a gennaio era stata Amnesty in un dettagliato rapporto a denunciare le violenze subite dalle donne: abusi, stupri, sfruttamento da parte di chi dovrebbe accoglierle, poliziotti, guardie di frontiera, addetti ai campi, dalla Turchia all'Europa, nei campi profughi e nei lunghi viaggi verso una nuova vita,

impegna il Governo

ad attivarsi in sede europea per favorire l'adozione di iniziative per verificare le denunce sullo sfruttamento del lavoro minorile nelle zone di accoglienza dei profughi siriani in Turchia, stabilendo sul tema un monitoraggio continuo anche per assicurare ai bambini e alle bambine siriane in Turchia il pieno accesso al diritto allo studio e al gioco, impedendone lo sfruttamento lavorativo da parte di aziende senza scrupoli e da sanzionare in sede comunitaria.
9/3953/3Spadoni.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

diritti umani

politica dei visti

aiuto sociale