ATTO CAMERA

ODG IN ASSEMBLEA SU P.D.L. 9/03262/041

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 475 del 04/08/2015
Firmatari
Primo firmatario: CARIELLO FRANCESCO
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 04/08/2015


Stato iter:
04/08/2015
Partecipanti allo svolgimento/discussione
PARERE GOVERNO 04/08/2015
BARETTA PIER PAOLO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (ECONOMIA E FINANZE)
Fasi iter:

ATTO MODIFICATO IN CORSO DI SEDUTA IL 04/08/2015

ACCOLTO IL 04/08/2015

PARERE GOVERNO IL 04/08/2015

RINUNCIA ALLA VOTAZIONE IL 04/08/2015

CONCLUSO IL 04/08/2015

Atto Camera

Ordine del Giorno 9/03262/041
presentato da
CARIELLO Francesco
testo di
Martedì 4 agosto 2015, seduta n. 475

   La Camera,
   premesso che:
    il disegno di legge di conversione in legge del decreto-legge 19 giugno 2015, n. 78, recante disposizioni urgenti in materia di enti territoriali, prevede all'articolo 15 il funzionamento dei servizi per l'impiego e delle connesse funzioni amministrative inerenti alle politiche attive per il lavoro;
    il rapporto dello Svimez ha messo in evidenza il divario tra Centro Nord e Sud, il cui Prodotto Interno Lordo pro capite ha toccato la percentuale del 53,7 per cento: una persona su tre risulta essere a rischio povertà, rispetto alla percentuale del Nord che si attesta a una su dieci; gli investimenti dell'industria sono precipitati del 5,5 per cento, mentre quelli in cultura e istruzione sono del 18,4 per cento, lasciando spazio all'economia sommersa e criminale; l'occupazione è tornata ai livelli del 1977: il 56 per cento degli under 24 risulta privo di lavoro; in sostanza al centro-sud si sono persi 622 mila posti in meno in sette anni;
   ritenuto che:
    le autorità comunitarie denunciano costantemente una situazione di arretratezza, soprattutto nelle aree del Mezzogiorno e una sostanziale incapacità di riorganizzare il sistema dei servizi per l'impiego;
    al riguardo, si rammenta che sul piano della distribuzione territoriale delle risorse europee, con la decisione adottata il 18 febbraio 2014, n. 2014/99/UE, la Commissione UE ha individuato le aree ammesse a beneficiare del finanziamento dei Fondi strutturali;
    in coerenza con la disciplina dell'Unione europea, sono state infatti destinati 22,3 miliardi di euro alle regioni meno sviluppate (con PIL pro capite inferiore al 75 per cento della media comunitaria): Basilicata, Calabria, Campania, Puglia e Sicilia; alle regioni in transizione, Abruzzo, Molise e Sardegna, sono riservati 1,1 miliardi di euro; 7,7 miliardi sono attribuiti alle altre regioni del territorio italiano, corrispondenti al Centro-Nord geografico, rientranti tra quelle più sviluppate. Le restanti risorse, pari a 1,1 miliardi di euro, sono attribuite all'obiettivo «Cooperazione territoriale europea», che riguarda le aree territoriali a livello transfrontaliere, transnazionale e interregionale quali lo spazio alpino, le zone di confine con l'Europa centrosettentrionale e con l'Europa orientale e balcanica, nonché il bacino del Mediterraneo;
    la Commissione europea ha richiesto al nostro Governo linee di intervento miranti a realizzare: a) la compensazione delle maggiori difficoltà occupazionali di alcuni gruppi di lavoratori; b) gli investimenti in istruzione e formazione di qualità (specialmente di tipo tecnico e professionale); c) la programmazione ed attuazione di interventi integrati e contestuali di politica attiva, passiva e di sviluppo industriale e territoriale; d) l'elevamento dei livelli di efficacia e di qualità dei servizi per l'impiego, attraverso la definizione dei livelli essenziali delle prestazioni (LEP) e degli standard minimi di servizio; e) la creazione di partenariati; f) il rafforzamento dell'utilizzo della rete EURES; g) il sostegno agli investimenti nelle infrastrutture; h) l'incremento dell'occupazione dei lavoratori anziani, attraverso la solidarietà tra generazioni e la promozione di condizioni e di forme di organizzazione del lavoro più favorevoli (invecchiamento attivo); i) la valorizzazione dell'alternanza istruzione-formazione-lavoro e l'impiego dei dispositivi che più incentivano la componente formativa professionalizzante delle attività (tirocini, apprendistato); l) la promozione dell'autoimpiego e dell'imprenditorialità, in particolare attraverso l'estensione delle positive esperienze in materia di microcredito; m) forme di sostegno all'inserimento lavorativo dei lavoratori svantaggiati, degli immigrati e dei disabili;
    un'altra misura sempre molto specialistica per i giovani, ma che ha qualificato ulteriormente l'inserimento dei giovani nel mercato del lavoro, è l'istruzione e formazione tecnica superiore ITS-IFTS, che potrebbe essere utile al Sud per recuperare sul fronte dell'educazione tecnica;
    lo sviluppo della formazione di livello terziario non accademico è ormai per l'Italia non più eludibile. E evidente, infatti, che la riforma dell'università con la distinzione tra laurea triennale e specialistica non è riuscita a connotare le lauree triennali come immediatamente professionalizzanti;
    per alcuni profili tecnici e specialistici, l'offerta di Istruzione tecnica superiore è indispensabile per il made in Italy, nei settori che caratterizzano particolarmente il mercato del lavoro italiano, ovvero il settore manifatturiero e quello delle energie rinnovabili;
    per uscire dalla Grande Depressione degli anni 30, il presidente americano Franklin D. Roosevelt creò il «New Deal», dove milioni di disoccupati venivano impiegati per fare lavori importanti per la comunità, proteggere foreste, riforestazione, proteggere area marine protette, costruzione di ferrovie, di porti, ospedali, strade, scuole, ponti e dighe, creando l'infrastruttura del 20esimo secolo. Il programma massiccio di lavoro pubblico investì il 6 per cento del pil in due anni, con oltre 34.000 progetti, l'investimento pubblico come percentuale del pil passò dal 12 per cento nel 1930 a 35 per cento del 1945, la disoccupazione passò dal 25 per cento al 14 per cento nel giro di 4 anni. L'occupazione aumento del 50 per cento in 7 anni;
    servirebbe, in Italia come nel mondo, un Green New Deal, che crei l'infrastruttura del 21esimo secolo e porti milioni di posti di lavoro nel settore della Pubblica Utilità,

impegna il Governo:

   a valutare l'opportunità di:
    rafforzare gli investimenti in istruzione e formazione di qualità, specialmente di tipo tecnico e professionale al Sud, al fine di creare un ambiente di apprendimenti in contesti applicativi e di lavoro che favoriscano la promozione di progetti per l'autoimpiego e l'imprenditorialità;
    incentivare le Smart Communities, ovvero lo sviluppo di modelli innovativi finalizzati a dare soluzione a problemi di scala urbana, metropolitana e più in generale territoriale tramite un insieme di tecnologie, applicazioni, modelli di integrazione e inclusione;
    promuovere la creazione di un programma nazionale sperimentale di interventi pubblici statali, volto ad abbattere disoccupazione e recessione al Sud d'Italia, attraverso la realizzazione di un piano di interventi pubblici urgenti nei settori della protezione del territorio, del diritto alla casa, della valorizzazione del patrimonio scolastico, storico, artistico, architettonico e archeologico nonché del diritto a un ambiente sano per la salute dell'uomo e per la tutela degli ecosistemi.
9/3262/41. (Testo modificato nel corso della seduta) Cariello.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

diritto dell'ambiente

istruzione tecnica

lavoratore anziano