ATTO CAMERA

ODG IN ASSEMBLEA SU P.D.L. 9/03262/013

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 475 del 04/08/2015
Firmatari
Primo firmatario: RICCIATTI LARA
Gruppo: SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA'
Data firma: 04/08/2015
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
PAGLIA GIOVANNI SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 04/08/2015


Stato iter:
04/08/2015
Partecipanti allo svolgimento/discussione
PARERE GOVERNO 04/08/2015
BARETTA PIER PAOLO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (ECONOMIA E FINANZE)
Fasi iter:

NON ACCOLTO IL 04/08/2015

PARERE GOVERNO IL 04/08/2015

RESPINTO IL 04/08/2015

CONCLUSO IL 04/08/2015

Atto Camera

Ordine del Giorno 9/03262/013
presentato da
RICCIATTI Lara
testo di
Martedì 4 agosto 2015, seduta n. 475

   La Camera,
   premesso che:
    in una democrazia moderna, il fisco è uno dei pilastri fondamentali del rapporto tra cittadini e Stato e della giustizia sociale ed in tal senso, tutte le Agenzie fiscali svolgono un servizio determinante per il buon sviluppo del Paese;
    con lo schema di decreto legislativo AG n. 181 sul riordino delle agenzie fiscali, in attesa di recepire il parere del Parlamento, si conferma, senza alcuna modifica, quel processo di snellimento del loro apparato, avviato nel solco della spending review come tracciato dal decreto-legge n. 95 del 2012, e che ha portato fino ad oggi alla chiusura di ben 50 uffici territoriali dell'Agenzia delle entrate;
    ed invero, nel definire i principi della spending review con riferimento alla riorganizzazione amministrativa delle agenzie fiscali, l'articolo 23-quinquies, comma 5, lettera a), del suddetto decreto-legge obbliga a ridurre il numero degli uffici territoriali dell'Agenzia delle entrate, stabilendo che gli stessi devono essere individuati avendo riguardo prioritariamente a quelli aventi sede in province con meno di 300.000 abitanti, ovvero aventi un numero di dipendenti in servizio inferiore a 30 unità, ovvero dislocati in stabili in locazione passiva;
    secondo il Governo che all'epoca varò la spending review, quello che giustificherebbe l'obbligo di chiusura dei suddetti uffici è, da un lato, la bassa domanda di servizi da erogare, e, dall'altro, le diseconomie di scala e l'insufficienza di sinergie tipiche di strutture di dimensioni molto ridotte. Per le loro caratteristiche, questi uffici avrebbero sfavorevoli condizioni di funzionalità operativa e carichi di lavoro esigui, tali da non giustificare gli oneri connessi al loro funzionamento, sicché, oltre a determinare un risparmio sui costi di gestione, la loro eventuale chiusura consentirebbe, in linea con le finalità fondamentali della spending review, un impiego più razionale delle risorse che tenga anche conto delle innovate modalità operative connesse all'aumento dell'informatizzazione dei servizi di cui l'Agenzia delle entrate sarebbe dotata;
    l'Agenzia delle entrate ha reso noto, dimostrando di appoggiare la logica della spending-review, che dei 374 uffici territoriali presenti sul territorio nazionale, ben 216 rientrano, per caratteristiche e collocazione geografica, fra quelli individuati dal suddetto decreto-legge, 145 dei quali con meno di 20 addetti;
    di contro, nel ribadire il ruolo centrale dell'Agenzia delle entrate all'interno del sistema della fiscalità, la legge n. 23 del 2014 (cosiddetta delega fiscale) da una parte e la legge n. 190 del 2014 (legge di stabilità 2015) dall'altra, hanno delineato i principali orientamenti strategici del prossimo triennio, finalizzati al perseguimento del massimo livello di adempimento degli obblighi fiscali (cosiddetto tax compliance), anche prevedendo un'implementazione della capacità di contrasto all'evasione attuata, soprattutto, attraverso il rafforzamento dell'efficacia dissuasiva dell'azione di controllo sul territorio;
    l'altro core business dell'Agenzia delle Entrate è rappresentato da tutti quei servizi ai cittadini di cui si prevede, dal suddetto quadro normativo, il miglioramento per rendere più semplice e diretto l'assolvimento degli adempimenti fiscali da parte degli stessi, obiettivo che, nell'ambito di un processo di progressiva riorganizzazione della struttura amministrativa, non può prescindere oltre che dalla semplificazione degli obblighi tributari, soprattutto dal potenziamento dell'efficienza e della qualità dell'assistenza offerta ai contribuenti sul territorio;
    nel nostro Paese l'evasione fiscale ammonta a circa 120 miliardi di euro l'anno, cifra che è sufficiente per affermare che la stessa rappresenti il problema principale dell'economia italiana, il vero male che corrode la società e mina la convivenza civile, alimentando le tensioni sociali ed impedendo alla politica di attuare una reale redistribuzione della ricchezza prodotta;
    in tale contesto le agenzie fiscali, attivate nel 2001, hanno rappresentano una delle poche riforme realizzate con successo ed attuate, nell'ottica di rendere più efficiente la pubblica amministrazione, con una netta separazione tra la gestione organizzativa ed il controllo politico, circostanza che ha consentito, anche grazie ad una penetrazione capillare del territorio, agli uffici periferici di contrastare l'evasione fiscale attraverso un'attenta analisi socio economica del contesto locale presidiato;
    il generico criterio dell'esiguità dei carichi di lavoro che non giustificherebbe il mantenimento delle sedi, peraltro disgiunto dagli eventuali costi necessari al trasferimento del personale e della strumentazione logistico informatica nonché da una attenta analisi del bacino d'utenza, non sembra sufficiente a giustificare il progetto di graduale abbandono ed arretramento sul territorio dei presidi di legalità dello Stato;
    qualsiasi operazione di revisione della spesa pubblica dovrebbe essere realizzata nel rispetto del criterio dell'invarianza dei servizi forniti ai cittadini,

impegna il Governo

a rivedere il progetto di abbandono dei suddetti presidi dello Stato, che, dietro i manifesti intenti di razionalizzazione e contenimento dei costi di gestione, rischia solamente di alimentare nei contribuenti la percezione di un allentamento dell'azione di contrasto all'evasione fiscale e di un arretramento sul territorio dei presidi di legalità, ricorrendo a parametri che non rispondano esclusivamente a criteri economici, ma piuttosto che tengano conto degli inevitabili disagi e costi sociali e di fattori di contesto quali l'urbanizzazione dell'area, i collegamenti viari, la popolazione anziana, il pendolarismo, le attività economiche, gli insediamenti produttivi.
9/3262/13Ricciatti, Paglia.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

evasione fiscale

situazione sociale

costo d'esercizio