ATTO CAMERA

ODG IN ASSEMBLEA SU P.D.L. 9/02433/018

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 247 del 17/06/2014
Firmatari
Primo firmatario: FERRARA FRANCESCO DETTO CICCIO
Gruppo: SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA'
Data firma: 17/06/2014
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
PAGLIA GIOVANNI SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 17/06/2014
LAVAGNO FABIO SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 17/06/2014


Stato iter:
17/06/2014
Partecipanti allo svolgimento/discussione
PARERE GOVERNO 17/06/2014
MORANDO ENRICO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (ECONOMIA E FINANZE)
Fasi iter:

ATTO MODIFICATO IN CORSO DI SEDUTA IL 17/06/2014

ACCOLTO IL 17/06/2014

PARERE GOVERNO IL 17/06/2014

RINUNCIA ALLA VOTAZIONE IL 17/06/2014

CONCLUSO IL 17/06/2014

Atto Camera

Ordine del Giorno 9/02433/018
presentato da
FERRARA Francesco detto Ciccio
testo di
Martedì 17 giugno 2014, seduta n. 247

   La Camera,
   premesso che:
    l'imposta regionale sulle attività produttive è da tempo oggetto di un ampio dibattito incentrato su alcune ipotesi di riforma relative alla riduzione o alla abolizione di questo strumento di prelievo, percepito dagli operatori economici come iniquo. L'argomentazione a sostegno di queste tesi si basa sul fatto che una diminuzione del prelievo potrebbe supportare, ovvero stimolare, il sistema produttivo, soprattutto in termini di competitività, trattandosi di un'imposta che colpisce la ricchezza allo stadio della sua produzione ed è commisurata al valore aggiunto generato dall'attività produttiva al netto degli ammortamenti. Inoltre i meccanismi di rideterminazione della base imponibile, nonché la rimodulazione delle aliquote di imposta, potrebbero comportare effetti di redistribuzione del carico fiscale sul sistema produttivo ed influenzare le scelte imprenditoriali;
    l'intervento sul fattore lavoro è l'elemento comune a tutte le proposte di riforma attualmente studiate, e prevedono una deducibilità totale o parziale del costo del lavoro dalla sua base imponibile. Per i sostenitori della prima ipotesi, l'integrale deducibilità del costo del lavoro in generale comporterebbe un vantaggio relativo nell'impiego del fattore lavoro unitamente ad un aumento della competitività delle imprese attraverso la riduzione dei costi di produzione;
    per l'attuale disciplina dell'imposta regionale sulle attività produttive (IRAP) di cui al decreto legislativo 15 dicembre 1997, n. 446, il costo del lavoro è, salvo eccezioni, una componente indeducibile, e quindi tassata ai fini dell'applicazione dell'imposta;
    la suddetta componente è passata negli ultimi anni attraverso diversi correttivi tesi ad alleggerirne il peso, come, da ultimo, quello previsto dall'articolo 2 del decreto-legge 6 dicembre 2011, n. 201, convertito, con modificazioni, dalla legge 22 dicembre 2011, n. 214 (cosiddetto «decreto salva Italia») che prevede l'integrale deducibilità, ai fini IRPEF/IRES, della quota IRAP gravante sul costo del lavoro dipendente e assimilato, che pur avendo assicurato una riduzione di circa 2,2 miliardi di euro, non si è rivelata una scelta risolutiva visto che si stima che la componente Irap sul lavoro si aggiri ancora intorno ai 10 miliardi, con un costo effettivo per le imprese che sfiora i 6-7 miliardi di euro;
    l'aver incluso nella base imponibile dell'imposta (costituita da utili/perdite + costo del lavoro + costo del debito) e quindi molto più ampia dei profitti stessi, il costo del lavoro, non solo ha penalizzato le imprese ad alto livello occupazionale, ma ha generato il paradosso, che, in caso di reddito nullo o negativo, essa è dovuta anche in assenza di capacità contributiva;
    è evidente che ogni intervento finalizzato a ridurre le tre diverse componenti del cuneo sul lavoro avrebbe un impatto macroeconomico importante. Va tuttavia considerato come molte analisi dicano che gli effetti di questi interventi non sono sempre uguali. E che quelli tesi a ridurre Irap e contributi sociali sembrano restituire i risultati migliori sia in termini di crescita del Pil, sia in termini di maggiore occupazione, sia in termini di maggiori consumi;
    invero, come ricorda anche un recente studio realizzato dalla società di analisi economiche «Prometeia», a parità di riduzione del cuneo fiscale, intervenire su una componente piuttosto che su un'altra ha effetti diversi sulla domanda aggregata: più precisamente, una riduzione dell'Irpef, come quella attuata con il riconoscimento del cosiddetto «bonus» non riduce direttamente il costo del lavoro (se non come effetto indotto da un'eventuale e successiva minore spinta salariale) ma va ad aumentare, a parità di costo per il datore di lavoro, la retribuzione netta del lavoratore, con un effetto positivo sul reddito disponibile, invece una riduzione degli oneri sociali sostenuti dall'impresa e dell'Irap, a parità di retribuzione per il lavoratore, si trasferisce direttamente sul costo del lavoro e, nella misura in cui comporta una riduzione dei prezzi, fa aumentare la competitività dei prodotti italiani, sia sui mercati esteri che su quello interno, sostenendo l’export e rendendo più convenienti le produzioni nazionali anche sul mercato domestico;
    nell'ottica di una revisione complessiva degli interventi sul mercato del lavoro, la deducibilità del costo del lavoro dall'Irap sostituirebbe gli incentivi alle assunzioni per tutti i lavoratori,

impegna il Governo

ad incentivare le assunzioni nelle imprese, anche valutando la possibilità di escludere progressivamente, con futuri interventi normativi, dalla base imponibile dell'IRAP il costo del lavoro per quelle imprese che assumono ex novo lavoratori con contratto di lavoro subordinato, a tempo determinato o indeterminato, o che si impegnano a stabilizzare i contratti di lavoro in essere, senza ridurre il numero dei loro occupati.
9/2433/18. (Testo modificato nel corso della seduta) Ferrara, Paglia, Lavagno.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC :

imposta locale

base imponibile

contratto di lavoro

parafiscalita'

politica di sostegno

imposta sul reddito