ATTO CAMERA

ODG IN ASSEMBLEA SU P.D.L. 9/01458/069

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 67 del 07/08/2013
Firmatari
Primo firmatario: GIORDANO GIANCARLO
Gruppo: SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA'
Data firma: 07/08/2013


Stato iter:
07/08/2013
Partecipanti allo svolgimento/discussione
PARERE GOVERNO 07/08/2013
DELL'ARINGA CARLO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (LAVORO E POLITICHE SOCIALI)
Fasi iter:

ACCOLTO COME RACCOMANDAZIONE IL 07/08/2013

PARERE GOVERNO IL 07/08/2013

RINUNCIA ALLA VOTAZIONE IL 07/08/2013

CONCLUSO IL 07/08/2013

Atto Camera

Ordine del Giorno 9/01458/069
presentato da
GIORDANO Giancarlo
testo di
Mercoledì 7 agosto 2013, seduta n. 67

   La Camera,
   premesso che:
    il decreto-legge in esame ha come obiettivo quello di favorire l'occupazione giovanile e la stabilizzazione dei rapporti di lavoro e, al contempo, di ridurre le disuguaglianze occupazionali tra aree geografiche del Paese;
    tali diseguaglianza sono riferibili non solo all'assenza di un lavoro, ma anche agli ostacoli che rendono più oneroso o a volte impossibile lo svolgimento del proprio lavoro;
    come segnalato qualche mese fa da un ricercatore dell'Università di Salerno, dott. Giovanni Pica, sul sito Linkiesta (http://www.linkiesta.it/disuguaglianza-istat), una disuguaglianza in Italia sta nella limitata disponibilità o nella difficoltà di accesso ai dati per fare ricerca;
    come spiega il ricercatore per poter parlare delle diseguaglianze e delle statistiche ai tempi della crisi è necessario disporre di dati da elaborare e sui quali fare ricerca scientifica;
    non bastano, quindi, le statistiche aggregate, le medie nazionali (o regionali) fornite dall'ISTAT, ad esempio, per parlare di disuguaglianza. E necessario analizzare l'intera distribuzione dei salari o dei redditi;
    il ricercatore lamenta che tali dati, che sono nella disponibilità dell'ISTAT, non sono resi immediatamente fruibili a tutti i ricercatori, come avviene in altri Paesi, nei quali è sufficiente inoltrare una semplice richiesta e firmare una dichiarazione nella quale ci si impegna a non utilizzare i dati in modo fraudolento per poter scaricare dati individuali anonimizzati direttamente sul proprio pc;
    in Italia l'ISTAT mette a disposizione dei ricercatori, previa autorizzazione, solo un numero limitato di indagini e spesso con limitazioni che riducono la possibilità di condurre analisi approfondite e rendono di fatto inutilizzabili i dati per chi non possa recarsi presso le strutture dell'ISTAT o semplicemente ritenga di dover lavorare dal proprio ufficio;
    tale situazione genera diseguaglianze tra ricercatori di altri Paesi e ricercatori italiani, che non possono utilizzare tutti i dati in possesso dell'ISTAT;
    sul medesimo sito Linkiesta, l'ISTAT ha fornito una risposta, distinguendo l'accesso ai propri microdati in due fattispecie: generale – ovvero disponibili a chiunque e trattati con metodi che limitano il rischio di violazione della riservatezza – e per motivi di ricerca. Nel complesso i file di microdati forniti dall'ISTAT nel 2012 sono stati 3500, con un incremento per i soli file per la ricerca (MER), la tipologia che per il livello di dettaglio costituisce la maggiormente utilizzata dal mondo accademico, del +300 per cento;
    l'ISTAT riconosce, tuttavia, che parzialmente diversa è la situazione dell'accesso ai microdati in remoto ai fini di ricerca. Infatti, a differenza che altrove, la legislazione italiana attualmente non consente di implementare un accesso remoto presso l'istituzione del richiedente (come in Francia) ma solo presso luoghi sotto il diretto controllo dell'Istat. Ciò avviene perché in Italia la normativa statistica è datata al 1989; l'Istat si è impegnata per modificarla al fine di adeguarla alla legislazione europea, e poter quindi estendere l'accesso remoto anche al di fuori delle sedi Istat;
    il problema posto sul sito de Linkiesta – e che rende difficoltoso il lavoro dei ricercatori italiani-rappresenta un fenomeno ben più vasto, che coinvolge altri enti pubblici o sotto il controllo pubblico, che non consentono l'accesso a propri dati – previamente anonimizzati – a fini di ricerca; ad esempio, è noto a tutti che per mesi vi è stato uno scontro tra l'INPS e il Ministro del lavoro e delle politiche sociali che, in disaccordo tra loro, non sono riusciti a fornire un numero esatto dei lavoratori cosiddetti «esodati» che sono stati prodotti dalla riforma delle pensioni;
    se i dati e i microdati dell'INPS fossero accessibili ai ricercati, questo e altri problemi, potrebbero essere risolti facilmente, rendendo più semplice e accurata anche l'analisi politica dei fenomeni previdenziali e occupazionali,

impegna il Governo

a valutare, per quanto di sua competenza, l'adozione di misure – tecniche o normative – che consentano ai ricercatori l'accesso ai dati anonimizzati generati, raccolti o in possesso di enti pubblici o sotto il controllo pubblico o finanziati con risorse pubbliche, a partire dall'ISTAT e dall'INPS, e che l'accesso sia reso disponibile anche in remoto, al fine di incentivare il lavoro dei ricercatori italiani.
9/1458/69Giancarlo Giordano.

Classificazione EUROVOC:
SIGLA O DENOMINAZIONE:

ISTITUTO NAZIONALE DELLA PREVIDENZA SOCIALE ( INPS )

EUROVOC :

personale di ricerca

ente pubblico

creazione di posti di lavoro

lavoro giovanile

universita'