ATTO CAMERA

RISOLUZIONE IN COMMISSIONE CONCLUSIVA DI DIBATTITO 8/00076

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: del 16/06/2010
Risoluzione conclusiva di dibattito su
Atto numero: 7/00333
Firmatari
Primo firmatario: BARBI MARIO
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 16/06/2010


Commissione assegnataria
Commissione: III COMMISSIONE (AFFARI ESTERI E COMUNITARI)
Stato iter:
16/06/2010
Fasi iter:

COLLEGA (RISCON) IL 16/06/2010

APPROVATO IL 16/06/2010

CONCLUSO IL 16/06/2010

Atto Camera

Risoluzione in Commissione 8-00076
presentata da
MARIO BARBI
mercoledì 16 giugno 2010 pubblicata nel bollettino n.338

La III Commissione:
premesso che:
la crisi economico-finanziaria internazionale ha evidenziato le numerose debolezze dell'attuale sistema, ponendo con forza la necessità di adottare misure e politiche in ambito fiscale e finanziario in grado di stabilizzare il sistema bancario, rilanciare l'economia reale e coprire i costi della crisi;
l'impatto della crisi a livello globale sulle già fragili economie dei paesi in via di sviluppo e del terzo mondo rischia di essere ancora più vistoso rispetto alle conseguenze negative prodotte sui sistemi di welfare e sui livelli occupazionali dei paesi occidentali. Nei paesi in via di sviluppo, infatti, la crisi finanziaria arriva immediatamente dopo la crisi agricola, quella alimentare e quella climatica del 2007-2008, traducendosi in un aumento di 260 milioni di poveri, che si aggiungono agli 800 milioni che già vivono con meno di due dollari al giorno. Sempre in conseguenza della crisi gli Aiuti Pubblici allo Sviluppo, stanziati dai paesi più avanzati e già fortemente inadeguati alle necessità del sud del mondo, vengono automaticamente e drasticamente ridotti;
le misure fino ad oggi adottate per arginare la crisi globale appaiono inadeguate e insufficienti. Affinché le conseguenze della crisi finanziaria non siano subite dai soli contribuenti, occorre prevedere misure che non esentino da responsabilità gli operatori finanziari che devono farsi carico, almeno per una parte, dei costi della ripresa - vieppiù se si considera che la crisi origina soprattutto dalla finanza speculativa che trae indebiti vantaggi da operazioni finanziarie ad alta frequenza e a brevissimo termine;
la proposta di una tassa sulle transazioni finanziarie (Financial Transaction Act - FTT), se realizzata in modo appropriato, potrebbe contribuire a coprire i costi generati dalla crisi, rappresentando un'efficace misura per frenare le attività speculative, senza colpire l'economia reale, e un utile strumento per reperire risorse da destinare allo sviluppo. Un tale prelievo fiscale colpirebbe le operazioni a breve termine, maggiormente inclini a scopi speculativi e responsabili dell'instabilità dei prezzi. Tuttavia, una tassazione di questo tipo, per la sua stessa natura, non sarebbe efficace se applicata da una sola nazione, e richiederebbe una previsione e implementazione a livello sopranazionale;
numerosi Stati e istituzioni internazionali hanno deciso di riesaminare e di valutare portata e implementazione di una tassa sulle transazioni finanziarie (FTT), proprio in considerazione della necessità di assumere decisioni capaci di attenuare l'impatto della crisi e di reperire risorse in favore della ripresa e dello sviluppo. Lo stesso Fondo Monetario Internazionale, da sempre contrario a tassare le operazioni finanziarie, ora riconosce la necessità di porre dei vincoli ai flussi di capitali, anche con tassazioni analoghe alla cosiddetta Tobin Tax o alla sua variante Spahn Tax;
nel settembre 2009, a Pittsburgh, il G20 ha approvato una risoluzione per affidare al Fondo Monetario Internazionale il compito di elaborare il piano per una tassazione delle transazioni finanziarie che assicuri il contributo del settore finanziario alle misure per combattere la crisi economica globale. Come effetto di questa risoluzione l'FMI ha in corso una consultazione pubblica mondiale per l'acquisizione di pareri per la definizione del piano, da presentare al prossimo G20 in Canada;
il Leading Group on Solidarity Levies to Fund Development, che comprende oltre 50 Paesi di diversi continenti, ha deciso di creare un gruppo di lavoro per studiare proposte da sottoporre in tutti i principali forum internazionali. Il 22 ottobre 2009 è stata creata a Parigi la Task Force on International Financial Transactions for Development, che comprende 12 Paesi, tra cui anche l'Italia, per studiare la fattibilità di un'imposta sulle transazioni finanziarie;
la Commission of Experts of the International Financial and Monetary System dell'ONU - conosciuta come «Commissione Stiglitz» - ha menzionato la tassa sui servizi finanziari come un modo per rendere più stabile e prevedibile la finanza per lo sviluppo e per stabilizzare i mercati finanziari;
il 16 dicembre 2009 il Consiglio economico e sociale europeo ha adottato il parere denominato «Aiutare i paesi in via di sviluppo nel far fronte alla crisi», nel quale si raccomanda la tassazione delle transazioni finanziarie;
a febbraio 2010 nel Regno Unito una coalizione guidata dal sindacato britannico TUC e dalle maggiori organizzazioni della società civile internazionale (Oxfam, ActionAid e Save the Children, eccetera) ha lanciato la campagna Stamp Out Poverty, per garantire il sostegno popolare e dei media ad una tassazione delle transazioni finanziarie. Anche in Italia una larga coalizione di associazioni e la sezione italiana di Social Watch, ha lanciato la «Campagna per la Riforma della Banca Mondiale», collegata con l'analoga campagna internazionale Make Finance Work che sollecita i capi di Stato e di Governo del G20 a concordare una tassa sulle transazioni finanziarie;
il 3 marzo 2010 il Parlamento europeo ha approvato una risoluzione su «Tassazione delle transazioni finanziarie e la sua efficace applicazione» chiedendo alla Commissione di elaborare, in vista del prossimo vertice del G20, una valutazione d'impatto della tassazione delle operazioni finanziarie a livello mondiale, «esaminandone vantaggi e svantaggi». Il 10 marzo 2010 anche la Confederazione europea dei sindacati, nella risoluzione adottata su «Crisi economica: nuove fonti di finanziamento» ha chiesto alle istituzioni europee e agli Stati membri di perseguire una posizione comune per la tassazione delle transazioni finanziarie;
numerosi governi europei, come Francia e Belgio, hanno già in parte adottato tale tassazione, mentre in altri paesi, come la Germania e l'Austria, il dibattito vede il convergere di posizioni favorevoli di esponenti di tutti gli schieramenti politici. Anche se tasse di questo tipo già esistono in alcuni Paesi l'idea di adottarle su scala globale si sta facendo sempre più strada tra i leader di molti Paesi europei e non solo;
la preoccupazione per l'inadempienza degli impegni presi da molti Stati, tra i quali l'Italia, in ambito internazionale sulla lotta alla povertà, sollecita una riconsiderazione della proposta di tassazione sulle transazioni finanziarie, quale utile strumento volto ad aumentare le risorse disponibili per lo sviluppo e per il raggiungimento degli obiettivi del millennio che, in assenza di risorse economiche addizionali, rischiano di essere completamente disattesi;
è importante che anche l'Italia contribuisca a definire una politica comune europea in sostegno di un approfondimento circa la fattibilità dell'introduzione di un prelievo fiscale sulle transazioni finanziarie;
impegna il Governo:
a sostenere nelle sedi competenti internazionali la necessità di una valutazione di impatto e di fattibilità finalizzata all'introduzione di una tassa sulle transazioni finanziarie;
a prevedere, qualora emerga il necessario consenso internazionale, che una parte cospicua delle risorse derivanti dal gettito della tassazione delle transazioni finanziarie (FTT) siano destinate al raggiungimento degli Obiettivi di sviluppo del millennio entro il 2015;
a svolgere una relazione periodica, in sede parlamentare, sullo stato e sui risultati prodotti dai vertici e dagli organismi di studio internazionali, con particolare riguardo agli esiti della Task Force on International Financial Transactions for Development e della cosiddetta «Commissione Stieglitz» istituita presso le Nazioni Unite.
(8-00076) «Barbi».
Classificazione EUROVOC:
EUROVOC :

aiuto allo sviluppo

crisi monetaria

finanze internazionali

fiscalita'

FMI

imposta

paese in via di sviluppo

recessione economica

risoluzione

studio d'impatto

transazione finanziaria