ATTO CAMERA

RISOLUZIONE IN ASSEMBLEA 6/00095

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 532 del 11/10/2011
Abbinamenti
Atto 6/00092 abbinato in data 11/10/2011
Atto 6/00093 abbinato in data 11/10/2011
Atto 6/00094 abbinato in data 11/10/2011
Firmatari
Primo firmatario: CICCANTI AMEDEO
Gruppo: UNIONE DI CENTRO PER IL TERZO POLO
Data firma: 11/10/2011
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
LO PRESTI ANTONINO FUTURO E LIBERTA' PER IL TERZO POLO 11/10/2011
LANZILLOTTA LINDA MISTO-ALLEANZA PER L'ITALIA 11/10/2011
COMMERCIO ROBERTO MARIO SERGIO MISTO-MOVIMENTO PER LE AUTONOMIE-ALLEATI PER IL SUD 11/10/2011


Stato iter:
11/10/2011
Partecipanti allo svolgimento/discussione
PARERE GOVERNO 11/10/2011
Resoconto GIORGETTI ALBERTO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (ECONOMIA E FINANZE)
Fasi iter:

DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 11/10/2011

NON ACCOLTO IL 11/10/2011

PARERE GOVERNO IL 11/10/2011

DICHIARATO PRECLUSO IL 11/10/2011

CONCLUSO IL 11/10/2011

Atto Camera

Risoluzione in Assemblea 6-00095
presentata da
AMEDEO CICCANTI
testo di
martedì 11 ottobre 2011, seduta n.532

La Camera,
esaminata la Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza 2011 (doc. LVII, n. 4-bis);
premesso che:
dal punto di vista procedurale, la nota in esame costituisce la prima applicazione del nuovo ciclo di programmazione previsto dalla legge n. 39 del 2011 dove esso viene riorganizzato in due momenti distinti e che pertanto, in questa nuova configurazione, la nota in esame non rappresenti più un documento eventuale, da presentare nel caso di scostamenti rispetto agli obiettivi e alle previsioni iniziali, ma rappresenti un documento necessario, facente parte a pieno titolo degli strumenti di programmazione individuati dalla legge di contabilità;
le misure recate dagli ultimi interventi di finanza pubblica sono in larga parte ispirate ed orientate dalle raccomandazioni di politica economica rivolte nel luglio scorso dal Consiglio europeo all'Italia nel quadro della procedura relativa al semestre europeo, nonché dalle indicazioni contenute nella lettera inviata il 5 agosto scorso dalla Banca Centrale europea al Presidente del Consiglio dei ministri;
nel DEF era previsto in particolare l'obiettivo di medio termine del raggiungimento del pareggio di bilancio entro il 2014, da raggiungere con una manovra complessiva pari al 2,3 per cento del PIL nel periodo 2013-2014; per realizzare l'aggiustamento indicato nel DEF è stato quindi approvato il decreto-legge del 6 luglio 2011 n. 98, con il quale è stata prevista una correzione fiscale di circa 48 miliardi di euro complessivi. Successivamente, con il decreto-legge 13 agosto 2011 n. 138, è stato incrementato l'ammontare della correzione fiscale complessiva sino a 59,8 miliardi di euro;
il quadro presentato nel DEF di aprile risulta pertanto evidentemente mutato, sia per effetto del rallentamento dell'economia mondiale sia per i conseguenti riflessi nell'economia del nostro Paese: a tal fine, la nota di aggiornamento in esame provvede in particolare a modificare le stime di crescita, prevedendo una dinamica del PIL più contenuta rispetto a quanto stabilito nel DEF;
il peggioramento delle prospettive macroeconomiche, alla luce dei più recenti sviluppi complessivi, sia di natura esterna che interna, hanno pertanto condotto - secondo quanto riportato nella Nota - a rivedere le stime di crescita dell'economia italiana nelle misure sopra esposte: tale revisione, rispetto al DEF, comporta un peggioramento delle prospettive di crescita per l'intero periodo 2011-2014 pari a circa due punti percentuali;
il quadro macroeconomico presentato nella nota di aggiornamento recepisce pertanto sia l'evoluzione dello scenario economico internazionale sia l'operare di una pluralità di fattori legati alla manovra correttiva;
in estrema sintesi viene evidenziato, in particolare, un rallentamento dei consumi delle famiglie ed una domanda estera netta che sostiene la crescita del PIL nonostante il freno alla crescita delle esportazioni. A queste si aggiunge un'evoluzione più debole dell'offerta di lavoro accompagnata tuttavia ad una riduzione dell'utilizzo delle ore di cassa integrazione rispetto al 2010;
quanto alle grandezze economiche, viene inoltre segnalato nella nota un miglioramento del dato relativo agli occupati misurati in unità standard di lavoro rispetto alla stima del DEF, nonché, sul versante monetario, un rialzo dell'inflazione per effetto dei rincari delle materie prime;
per quanto riguarda il quadro di finanza pubblica, la nota in esame ricostruisce le principali misure introdotte con le manovre da ultimo approvate. Per quanto concerne le entrate, in particolare, le variazioni introdotte dipendono, in larga parte, dalla prevista riduzione dei regimi fiscali e assistenziali di favore (con effetti pari a 4 miliardi di euro nel 2012, 16 miliardi nel 2013 e 20 miliardi nel 2014);
nel 2013 e nel 2014, in particolare, al netto di tali riduzioni, l'ammontare delle maggiori entrate (pari a circa 20 miliardi l'anno) è pressoché corrispondente alla prevista riduzione netta delle spese. Tale riduzione, comporterà un decremento del peso delle spese correnti rispetto al Pil, che passerà dal 42,7 per cento nel 2011 al 40,9 per cento nel 2014 e di uno più modesto delle spese in conto capitale, che passerà dal 3 per cento al 2,6 per cento;
le misure adottate con i citati decreti legge comportano l'azzeramento del deficit tendenziale prevista nel DEF - pari rispettivamente al 2,7 e al 2,6 per cento del PIL per gli anni 2013 e 2014 - anticipando il pareggio di bilancio di un anno rispetto a quanto indicato nel DEF: il deficit è infatti stimato pari allo 0,1 per cento del PIL nel 2013, mentre nel 2014 è addirittura previsto un avanzo di bilancio pari allo 0,2 per cento;
la nota in esame non reca tuttavia una nuova articolazione degli obiettivi di indebitamento netto per sottosettore, anche se la drastica accelerazione del percorso di consolidamento potrebbe influire sulla ripartizione proposta in aprile;
per il rapporto debito/PIL, mentre è previsto un incremento per l'anno in corso, esso rimane sostanzialmente inalterato nel 2012 per poi presentare un profilo discendente negli anni 2013 e 2014 rispetto a quanto stimato nel DEF;
la sensibile riduzione del debito nel triennio 2012-2014 è attribuita ad elevati e crescenti avanzi primari frutto delle due manovre estive che sono tutti da dimostrare;
ancora più specificamente sul versante delle entrate, la nota di aggiornamento prevede un aumento della pressione fiscale di circa un punto percentuale tra il 2010 ed il 2014, al netto della riduzione delle agevolazioni fiscali ed assistenziali: precisamente, essa passa nel 2011 dal 42,5 per cento indicato nel DEF al 42,7 per cento, nel 2012 dal 42,7 per cento al 43,8 per cento, nel 2013 dal 42,6 per cento al 43,9 per cento e nel 2014 dal 42,5 per cento al 43,7 per cento;
nel complesso le entrate finali indicate dalla Nota di aggiornamento passano dai 738 miliardi di euro del 2011 agli 818 miliardi del 2014, mentre nel DEF di aprile erano stimate pari, rispettivamente, a 739 miliardi di euro nel 2011 e a 814 miliardi del 2014;
tale correzione è evidentemente sbilanciata sul lato delle entrate, ove peraltro si include, per un importo pari a circa la metà della correzione medesima, la riduzione delle agevolazioni fiscali prevista dal decreto-legge n. 138 del 2011;
la manovra realizzata con il decreto n. 138 del 2011, avente l'obiettivo di anticipare l'obiettivo del pareggio di bilancio nel 2013, se da un lato è apparsa necessaria per contrastare l'ampliamento dei differenziali di rendimento dei titoli di stato italiani rispetto a quelli di altri paesi europei, dall'altro lato potrebbe produrre effetti non positivi sul livello di attività economica nel breve periodo, i cui effetti potrebbero riflettersi nella flessione del gettito da imposizione diretta e che pertanto non è acclarato se la combinazione degli effetti di trascinamento legati alla revisione al ribasso delle stime di crescita e degli effetti restrittivi della manovra, sia suscettibile di determinare una riduzione del gettito da imposizione diretta;
segnalato come un'efficace politica di duratura stabilizzazione della finanza pubblica debba svilupparsi non solo su misure di incremento delle entrate e di riduzione delle spese improduttive, che pure sono necessarie, soprattutto nell'immediato, ma debba poggiare anche su una serie mirata di interventi che incentivino la ripresa della crescita economica e favoriscano l'ampliamento delle basi imponibili, riducendo per tale via il rapporto debito/PIL e deficit/PIL e ricostituendo la fiducia dei mercati, degli imprenditori e dei cittadini nelle prospettive del Paese;
rilevato, a quest'ultimo proposito, come il primo e più efficace strumento di sostegno alla crescita economica sia rappresentato dalla realizzazione di una riforma tributaria che, nel rispetto dei vincoli di finanza pubblica, riequilibri il carico tributario a favore dei fattori del lavoro e della produzione e determini una riduzione complessiva della pressione fiscale sulla famiglie ed i lavoratori;
rilevato inoltre che:
pur essendo l'Italia in linea con la media europea del tasso di occupazione, i livelli di occupazione giovanile risultano ancora particolarmente deludenti;
le pressioni determinatesi di recente sui mercati finanziari riflettono l'incertezza sul futuro del Paese, che registra tassi di crescita del prodotto interno lordo particolarmente deludenti;
la Nota di aggiornamento conferma l'impatto depressivo sull'economia delle manovre di finanza pubblica adottate, registrando un minore tasso di crescita del prodotto interno lordo rispetto a quello previsto nel documento di economia e finanza di aprile;
la Nota in esame risulta più ottimistica rispetto alle stime effettuate dal fondo monetario internazionale, rappresentando in tal modo come la politica economica del Governo abbia condotto il Paese alla recessione;
il decremento nella stima della crescita del PIL risulta essere superiore in termini percentuali a quello che si riscontra nei principali Paesi dell'Unione europea e a quelli dell'area dell'euro nel suo complesso;
nella Nota manca ogni indicazione sull'attuazione del federalismo fiscale con particolare riferimento alla questione delle entrate regionali, che avrebbero dovuto progressivamente sostituire l'imposizione fiscale di livello statale, senza un incremento progressivo della pressione fiscale,
impegna il Governo
a riformulare la Nota di aggiornamento al DEF 2011 al fine di introdurvi specifiche indicazioni inerenti le scelte di politica economica e di gestione della finanza pubblica dirette al superamento della crisi in atto, al sostegno dell'economia, al rilancio dei consumi e degli investimenti necessari ai fini di una crescita reale del Paese ed in linea con le raccomandazioni di politica economica rivolte all'Italia dal Consiglio europeo, ponendo una particolare attenzione al recepimento delle proposte avanzate dalle parti sociali nel progetto delle imprese per l'Italia del 30 settembre 2011.
(6-00095) «Ciccanti, Lo Presti, Lanzillotta, Commercio».