ATTO CAMERA

RISOLUZIONE IN ASSEMBLEA 6/00074

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 453 del 28/03/2011
Firmatari
Primo firmatario: GOZI SANDRO
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 28/03/2011
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
ALBONETTI GABRIELE PARTITO DEMOCRATICO 28/03/2011
BINDI ROSY PARTITO DEMOCRATICO 28/03/2011
CASTAGNETTI PIERLUIGI PARTITO DEMOCRATICO 28/03/2011
FARINONE ENRICO PARTITO DEMOCRATICO 28/03/2011
FEDI MARCO PARTITO DEMOCRATICO 28/03/2011
GARAVINI LAURA PARTITO DEMOCRATICO 28/03/2011
LUCA' MIMMO PARTITO DEMOCRATICO 28/03/2011
LUONGO ANTONIO PARTITO DEMOCRATICO 28/03/2011
MERLONI MARIA PAOLA PARTITO DEMOCRATICO 28/03/2011
POMPILI MASSIMO PARTITO DEMOCRATICO 28/03/2011
SORO ANTONELLO PARTITO DEMOCRATICO 28/03/2011
TOCCI WALTER PARTITO DEMOCRATICO 28/03/2011
ZAMPA SANDRA PARTITO DEMOCRATICO 28/03/2011


Stato iter:
27/07/2011
Fasi iter:

RITIRATO IL 27/07/2011

CONCLUSO IL 27/07/2011

Atto Camera

Risoluzione in Assemblea 6-00074
presentata da
SANDRO GOZI
testo di
lunedì 28 marzo 2011, seduta n.453

La Camera,
esaminata la relazione sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea per l'anno 2009;
premesso che,
il documento che arriva all'esame del Parlamento (Doc. LXXXVII, n. 3) è stato presentato dal Governo nell'agosto 2010 e arriva all'esame del Parlamento, per l'ennesima volta, con più di un anno di ritardo, vanificando, di fatto, l'utilità e l'incisività di un esame parlamentare nel merito;
l'articolo 15 della legge n. 11 del 2005, inoltre, come modificato dalla legge 4 giugno 2010 (Legge comunitaria 2009) ha cambiato la procedura, stabilendo che il Governo presenti ora al Parlamento due distinte relazioni: l'una, da presentarsi entro il 31 dicembre di ogni anno, a carattere programmatico, che tenga conto cioè dei programmi di lavoro dell'Unione europea e delle linee della politica europea dell'Italia per l'anno in corso; l'altra, invece, a carattere consuntivo, da presentarsi entro il 31 gennaio di ogni anno, che fornisca al Parlamento tutti gli elementi conoscitivi necessari per valutare le attività che l'Italia ha compiuto nell'ambito della propria partecipazione nell'anno precedente a quello considerato;
il Governo, dunque, non solo ha presentato la relazione a carattere consuntivo, ora all'esame di questo ramo del Parlamento, con più di un anno di ritardo, ma avrebbe già dovuto presentare anche la seconda relazione a carattere programmatico per l'anno in corso, con l'esposizione dei principi e delle linee caratterizzanti la politica italiana nei lavori preparatori in vista dell'emanazione degli atti normativi comunitari, nonché degli indirizzi del governo su ciascuna delle politiche europee;
secondo quanto è stato disposto da una pronuncia della Giunta per il regolamento della Camera, adottata il 14 luglio 2010, la relazione «programmatica» avrebbe poi dovuto essere oggetto di esame congiunto con il programma legislativo delle Istituzioni europee;
tra le criticità rilevate nell'attività dell'Italia nell'Unione europea, sono da segnalare, nel merito, le continue e rilevanti violazioni del regime linguistico che, favorendo un'affermazione sempre più diffusa del trilinguismo, incidono negativamente sul ruolo dell'Italia e sulla competitività delle nostre imprese;
i ritardi e le omissioni sia in fase di rendicontazione dell'attività già svolta dall'Italia, sia per tutta la fase di programmazione dell'attività futura, assumono una connotazione ancora più grave alla luce del rinnovato contesto istituzionale europeo che, con l'entrata in vigore del Trattato di Lisbona, ha riaffermato la centralità e il ruolo dei Parlamenti nazionali nel processo di integrazione europea;
in questo contesto, mentre il Ministro dell'economia Tremonti, è attualmente impegnato a riscrivere, assieme ai partner europei le regole relative alla nuova governance economica, e i nuovi vincoli di deficit e rientro del debito pubblico - che potrebbero comportare per l'Italia conseguenze incerte e gravose - il Parlamento italiano non è mai stato adeguatamente coinvolto né informato rispetto alle negoziazioni in corso, ai contenuti di quanto era oggetto di decisione né agli sviluppi o alle conseguenze reali di tali decisioni per il nostro Paese;
la situazione è ulteriormente aggravata dalla perdurante assenza ormai da diversi mesi di un Ministro per le politiche comunitarie, che sta diventando insostenibile ed emblematica al tempo stesso della scarsa ambizione e della marginalizzazione dell'azione politica del Governo italiano nelle sedi europee;
in particolare è da denunciare l'incapacità del governo italiano di contrapporre una strategia di politica economica più flessibile, articolata su investimenti infrastrutturali che aumentino la competitività nel medio e lungo periodo;
la stessa perdita di influenza e di ruolo politico si rivela nell'insufficiente azione del Governo italiano nel porre come priorità dell'agenda europea la questione del Mediterraneo, tanto sotto il profilo dell'aggiornamento degli strumenti politici e istituzionali a seguito del fallimento dell'Unione per il Mediterraneo, quanto sotto quello delle risorse finanziarie, profili entrambi necessari in presenza degli avvenimenti di straordinario rilievo in corso nel Maghreb e nel Mashrek, che stanno mutando il quadro geopolitico della regione;
d'altra parte, proprio nelle vicende delle rivoluzioni arabe nel nord africa il comportamento del Governo si sta dimostrando sempre più confuso e ambiguo, anche a causa di evidenti spaccature al suo interno sulla linea da tenere - come la recente posizione assunta dal Ministro Maroni dimostra - finendo per oscillare tra un atteggiamento eccessivamente accondiscendente nei confronti dei vecchi regimi contestati dalle popolazioni, e il continuo adeguamento alle decisioni assunte dagli altri partner;
egualmente infruttuoso e controproducente è il comportamento di ministri di questo Governo, che alternano la polemica e la contrapposizione con la Commissione europea alla richiesta di maggiore presenza delle istituzioni europee, o reclamano la richiesta di interventi urgenti di solidarietà, come fanno contraddicendosi i Ministri Maroni e Frattini, senza preoccuparsi di sanare le patenti inadeguatezze e vere e proprie inadempienze di obblighi comunitari in tema di immigrazione, tra cui rilevano il mancato recepimento della direttiva sui rimpatri e l'assenza di un'iniziativa forte in tema di adeguamento del nostro paese alle politiche di asilo;
anche in quest'ultimo caso appaiono preoccupanti le continue divisioni nel Governo sulla linea da tenere in materia di immigrazione, che finiscono per indebolire ancora una volta la posizione italiana, contribuendo a consolidare la scarsa credibilità del nostro Paese;
nonostante la Direttiva 2001/55 CE del 20 luglio 2001 istituisca norme minime per la concessione della protezione temporanea in caso di afflusso massiccio di sfollati provenienti da paesi terzi che non possono ritornare nel paese d'origine e promuova l'equilibrio degli sforzi tra gli Stati membri che ricevono gli sfollati e subiscono le conseguenze dell'accoglienza degli stessi, tale direttiva tuttavia per quanto risulta ai presentatori del presente atto di indirizzo, non è stata invocata, dal Governo italiano in questo frangente,
impegna il Governo:
a presentare quanto prima al Parlamento, essendo già scaduti i tempi previsti, la relazione sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea per l'anno 2010, nonché quella a carattere programmatico per l'anno 2011, con le modalità e i contenuti stabiliti dall'articolo 15 della legge n. 11 del 2005;
a consolidare i positivi risultati conseguiti a partire dalla XV legislatura in termini di riduzione sia del numero di procedure di infrazione, sia del deficit di trasposizione delle direttive comunitarie, rafforzando la struttura del Ministero e il coordinamento governativo delle politiche comunitarie e il confronto parlamentare di merito;
ad assumere efficaci iniziative a livello europeo al fine di concordare ed attuare una strategia coerente ed efficace per la tutela della lingua italiana nell'Unione europea e nelle altre organizzazioni internazionali, valutando l'opportunità di utilizzare un criterio oggettivo che, limitando le lingue di lavoro entro un numero massimo di sei, tenga conto del numero effettivo di parlanti all'interno dell'Unione;
ad adottare le iniziative di propria competenza affinché si giunga tempestivamente alla nomina di un Ministro delle politiche comunitarie;
a riferire quanto prima, nonché ad informare regolarmente le Camere, per il tramite del Ministro dell'economia e delle finanze, sulle risultanze dell'importante Consiglio europeo tenutosi a Bruxelles il 25 marzo scorso, nonché sullo stato dei negoziati ancora in corso, e soprattutto sulle rilevanti conseguenze in termini di tempistica e sull'impatto generale del rientro del debito nazionale nell'ambito delle nuove procedure del semestre europeo, delle modifiche al patto di stabilità e crescita e della definizione del patto per l'euro;
a garantire il pieno, sistematico e tempestivo coinvolgimento delle Camere nella procedura del semestre europeo per il coordinamento ex ante delle politiche economiche degli stati membri dell'Unione europea, con le modalità prospettate dalla modifiche alla legge 196 del 2009, in corso di approvazione;
ad adottare ogni iniziativa utile, nelle opportune sedi europee, a richiamare la piena attuazione della direttiva 2001/55 CE, nonché a sostenere il rafforzamento dell'azione di Frontex sulla scia di quanto stabilito all'interno del programma di Stoccolma, prevedendo, tra le altre cose, l'istituzione di un pool di guardie di frontiera, nonché l'attribuzione all'Agenzia europea del coordinamento di operazioni congiunte di rimpatrio e della co-direzione di operazioni congiunte di pattugliamento marittimo e terrestre;
a sollecitare, nel quadro di collaborazione e cooperazione con le istituzioni dell'Unione europea, una discussione sul principio di Dublino, anche al fine di accelerare la creazione di un'area comune di protezione e solidarietà basata su una condivisa procedura per richiesta e ottenimento dell'asilo;
ad attivarsi presso le istituzioni dell'Unione europea, al fine di avere accesso alle disponibilità di finanziamento per far fronte alla situazione emergenziale verificatasi a seguito degli eventi rivoluzionari in Nord Africa e, più in generale, ad individuare con le medesime istituzioni appropriate forme di coordinamento per la gestione dell'emergenza di queste settimane.
(6-00074) «Gozi, Albonetti, Bindi, Castagnetti, Farinone, Fedi, Garavini, Lucà, Luongo, Merloni, Pompili, Soro, Tocci, Zampa».