ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IMMEDIATA IN COMMISSIONE 5/04350

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 445 del 08/03/2011
Firmatari
Primo firmatario: MARIANI RAFFAELLA
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 08/03/2011
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
BRAGA CHIARA PARTITO DEMOCRATICO 08/03/2011
BRATTI ALESSANDRO PARTITO DEMOCRATICO 08/03/2011
IANNUZZI TINO PARTITO DEMOCRATICO 08/03/2011
BENAMATI GIANLUCA PARTITO DEMOCRATICO 08/03/2011
BOCCI GIANPIERO PARTITO DEMOCRATICO 08/03/2011
ESPOSITO STEFANO PARTITO DEMOCRATICO 08/03/2011
GINOBLE TOMMASO PARTITO DEMOCRATICO 08/03/2011
MARANTELLI DANIELE PARTITO DEMOCRATICO 08/03/2011
MARGIOTTA SALVATORE PARTITO DEMOCRATICO 08/03/2011
MORASSUT ROBERTO PARTITO DEMOCRATICO 08/03/2011
MOTTA CARMEN PARTITO DEMOCRATICO 08/03/2011
REALACCI ERMETE PARTITO DEMOCRATICO 08/03/2011
VIOLA RODOLFO GIULIANO PARTITO DEMOCRATICO 08/03/2011


Commissione assegnataria
Commissione: VIII COMMISSIONE (AMBIENTE, TERRITORIO E LAVORI PUBBLICI)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE delegato in data 08/03/2011
Stato iter:
09/03/2011
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RINUNCIA ILLUSTRAZIONE 09/03/2011
Resoconto MARIANI RAFFAELLA PARTITO DEMOCRATICO
 
RISPOSTA GOVERNO 09/03/2011
Resoconto PRESTIGIACOMO STEFANIA MINISTRO - (AMBIENTE E TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE)
 
REPLICA 09/03/2011
Resoconto MARIANI RAFFAELLA PARTITO DEMOCRATICO
Fasi iter:

DISCUSSIONE IL 09/03/2011

SVOLTO IL 09/03/2011

CONCLUSO IL 09/03/2011

Atto Camera

Interrogazione a risposta immediata in Commissione 5-04350
presentata da
RAFFAELLA MARIANI
martedì 8 marzo 2011, seduta n.445

MARIANI, BRAGA, BRATTI, IANNUZZI, BENAMATI, BOCCI, ESPOSITO, GINOBLE, MARANTELLI, MARGIOTTA, MORASSUT, MOTTA, REALACCI e VIOLA. -
Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare.
- Per sapere - premesso che:

il territorio del nostro Paese è particolarmente fragile per quanto riguarda i fenomeni di dissesto idrogeologico: circa il 10 per cento è classificato ad elevato rischio per alluvioni, frane e valanghe; i 2/3 delle aree esposte a rischio interessano centri urbani, infrastrutture e aree produttive; il rischio di frane e alluvioni, seppur con diversa intensità, riguarda praticamente tutto il territorio nazionale: sono oltre l'80 per cento i comuni a rischio idrogeologico mentre 5,8 milioni di italiani vivono sotto minaccia;

l'assenza di una cultura della pianificazione territoriale responsabile, motivazioni politiche ed esigenze di cassa unite a forti vincoli di bilancio, ostacolano anche a livello territoriale razionali strategie di prevenzione; gravi sono i provvedimenti di condono edilizio e di deroga alla normativa urbanistica varati in questi anni dai governi di centro-destra, che premiano e incentivano pratiche di abusivismo edilizio e di speculazione immobiliare, totalmente indifferenti alla sicurezza del territorio;

la maggiore criticità esistente nel campo delle politiche della difesa del suolo, oltre alla scarsità di risorse su cui fare affidamento, è dovuta al mancato completamento del riassetto della governance prevista dal decreto legislativo n. 152 del 2006 e da una frammentazione di competenze, soggetti e strumenti che appesantiscono, rendendolo meno efficiente, il sistema di prevenzione, programmazione e gestione degli interventi;

i continui drammatici effetti prodotti da eventi calamitosi naturali che con cadenza sempre più frequente colpiscono le diverse regioni del nostro Paese sono acuiti dall'incuria e da una gestione dissennata dei suoli e dei bacini idrografici, nonché dall'assenza di una seppur minima politica di pianificazione, manutenzione e prevenzione del territorio;

la legge di stabilità per il 2011 certifica la preoccupante riduzione degli stanziamenti destinati alla tutela dal rischio idrogeologico, che passano da oltre 40 a 31 milioni di euro e sono ridotte di 9 milioni di euro le dotazioni per la costruzione, sistemazione, riparazione e manutenzione di opere idrauliche e per interventi di sistemazione del suolo e per le necessità più urgenti in caso di pubbliche calamità; il bilancio del Ministero è ormai sotto la soglia di sopravvivenza: dal 2008 ad oggi, è stato tagliato quasi un miliardo di euro, oltre la metà della somma totale a disposizione del Ministero dell'ambiente;

lo stanziamento complessivo di competenza iscritto nello stato di previsione del Ministero dell'ambiente per il 2011 rispetto al dato assestato per il 2010 registra una diminuzione di circa il 31,2 per cento, mentre Missione relativa allo «Sviluppo sostenibile e tutela del territorio e dell'ambiente» quest'anno vede ridurre le risorse a sua disposizione di circa il 35 per cento rispetto allo scorso anno;

i Piani di assetto idrogeologico (PAI) hanno fornito un quadro completo dello stato di dissesto e di rischio idrogeologico sul nostro territorio nazionale: il 9,8 per cento della superficie nazionale è ad alta criticità idrogeologica e sono 6.633 i comuni interessati (l'81,9 per cento dei comuni italiani). Di questi, il 24,9 per cento è interessato da aree a rischio frana, il 18,6 per cento da aree a rischio alluvione e il 38,4 per cento da aree a rischio sia di frana che di alluvione;

il fabbisogno stimato dal Ministero dell'ambiente per la messa in sicurezza complessiva del territorio italiano dal rischio idrogeologico ammonta a 44 miliardi di euro: 27 per il centro nord, 13 per il Sud e 4 per il territorio costiero; si stima che la spesa dello Stato per gli interventi conseguenti all'emergenza sia finora stata mediamente tra 2 e 3,5 miliardi di euro l'anno;

il comma 240 dell'articolo 2 della legge 23 dicembre 2009 n. 191 (legge finanziaria per il 2010) ha destinato ai piani straordinari per rimuovere le situazioni a più elevato rischio idrogeologico in tutto il territorio nazionale, le risorse - pari a 1 miliardo di euro, poi ridotte a 900 milioni - assegnate dalla delibera CIPE 6 novembre 2009 per interventi di risanamento ambientale a valere sulle disponibilità del Fondo infrastrutture e del Fondo strategico per il Paese a sostegno dell'economia reale;

in particolare, la finanziaria 2010, al fine di coordinare e indirizzare tutte le risorse disponibili - statali e regionali - in un unico piano coordinato, ha previsto il ricorso all'accordo di programma sottoscritto dalla regione interessata e dal Ministero dell'ambiente, nell'ambito del quale è definita la quota di cofinanziamento regionale ed imposto commissari rendendo più lenta l'applicazione della normativa;

a più di un anno dallo stanziamento delle risorse per la difesa del suolo e dalla definizione della normativa sugli accordi di programma, i benefici sui territori non sono ancora definibili poiché, da un lato, le risorse non sono state ancora erogate - se non in percentuali minime - rendendo impossibile ogni attività di programmazione degli interventi necessari e accentuando la crisi del tessuto produttivo dei territori e delle istituzioni territoriali; dall'altra lato ancora non è chiaro quali siano gli accordi di programma definiti e la loro pronta operatività;

ad oggi risulterebbero siglati molti accordi di programma con le regioni, nel rispetto del criterio di ripartizione territoriale previsto dalla vigente normativa in materia di risorse rivenienti dal Fondo per le aree sottoutilizzate che attribuisce l'85 per cento delle risorse alle regioni meridionali e il 15 per cento alle restanti regioni; in realtà le otto regioni meridionali hanno ottenuto solo 25 milioni di euro (Campania e Comuni della provincia di Messina) sui 200 ad oggi già stanziati;

infatti, l'articolo 17, comma 2-bis, del decreto legge n. 195 del 2009 ha già destinato, per gli interventi urgenti delle regioni Emilia-Romagna, Liguria e Toscana colpiti dagli eventi metereologici eccezionali del dicembre 2009 e del gennaio 2010, 100 milioni di euro a valere su dette risorse FAS;

successivamente con l'articolo 2, comma 12-quinquies, del provvedimento cosiddetto «Milleproroghe», decreto-legge 225 del 2010 sono stati stanziati 100 milioni di euro per ciascuno degli anni 2011 e 2012 per far fronte agli eccezionali eventi metereologici che hanno colpito alcune parti del territorio nazionale, destinandoli in particolare: alla regione Liguria per 45 milioni di euro per ciascuno degli anni 2011 e 2012; alla regione Veneto per 30 milioni di euro per ciascuno degli anni 2011 e 2012; alla regione Campania per 20 milioni di euro per ciascuno degli anni 2011 e 2012; ai comuni della provincia di Messina per 5 milioni di euro per l'alluvione del 2009 per ciascuno degli anni 2011 e 2012;

alla copertura del relativo onere si è provveduto, per l'anno 2011, a valere sulle risorse FAS di cui al predetto articolo 2, comma 240, della legge n. 191 del 2009 (finanziaria per il 2010), che sono state corrispondentemente ridotte di pari importo, intendendosi pertanto ridotte di pari importo le risorse disponibili, già destinate, con delibera CIPE del 6 novembre 2009, al finanziamento degli interventi di risanamento ambientale;

se dai dati in nostro possesso non risulta rispettato il criterio di ripartizione territoriale, allo stesso modo non risultano ancora effettivamente erogate le risorse assegnate alle regioni Toscana ed Emilia Romagna destinate, dalla delibera CIPE 41 del 13 maggio 2010, per i gravissimi eventi che hanno colpito le regioni a Natale 2009; per i suddetti eventi, i cui danni ammontavano per le tre regioni Toscana, Emilia e Liguria ad oltre 700 milioni, il Governo con il decreto-legge 195 del 2009 ha destinato 100 milioni ripartiti per 52 milioni di euro alla Toscana, 24 milioni di euro all'Emilia e per 24 milioni di euro alla Liguria; in realtà i 100 milioni non sono stati ancora erogati e le regioni sono intervenute con risorse proprie, e nel caso della Toscana, con 67 milioni di euro, a fronte di uno stanziamento da parte dello Stato di 66 milioni;

per gli eventi calamitosi nella regione Toscana del novembre 2010, a fronte di un danno complessivo di circa 80 milioni di euro, sono stati assegnati fondi per un totale di 2 milioni di euro, cifra assolutamente inadeguata per il superamento delle criticità in essere relative a dissesti che hanno prodotto l'isolamento di intere comunità e provvedimenti di evacuazione per oltre 300 persone solo in parte rientrate con interventi di prima emergenza;

consapevoli dei vincoli di ripartizione territoriale dei fondi FAS nonché dei vincoli di bilancio, le regioni colpite da gravi eventi calamitosi negli anni 2009 e 2010, hanno richiesto al Governo l'erogazione effettiva di risorse almeno pari al 30 per cento del fabbisogno certificato, in coerenza con i provvedimenti assunti nei confronti della regione Veneto che su un fabbisogno certificato di circa un miliardo di euro ha fino ad ora ottenuto uno stanziamento effettivo di 300 milioni di euro; pur condividendo lo sforzo economico realizzato nei confronti del Veneto è però evidente che la inadeguatezza degli stanziamenti per le altre regioni penalizza di fatto i loro territori impedendo il ritorno alla normalità -:

se l'utilizzo delle risorse di cui all'articolo 2, comma 240 della Finanziaria 2010, fin qui disposto e pari a 200 milioni di euro, sia stato coordinato e gestito dal Ministro interrogato e in che modo intenda provvedere per erogare, con urgenza e in maniera equa, le necessarie risorse a tutte le regioni colpite dagli eccezionali eventi metereologici negli anni 2009 e 2010.(5-04350)