ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/02926

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 326 del 24/05/2010
Firmatari
Primo firmatario: QUARTIANI ERMINIO ANGELO
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 21/05/2010
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
FIANO EMANUELE PARTITO DEMOCRATICO 21/05/2010


Commissione assegnataria
Commissione: I COMMISSIONE (AFFARI COSTITUZIONALI, DELLA PRESIDENZA DEL CONSIGLIO E INTERNI)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'INTERNO
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'INTERNO delegato in data 21/05/2010
Stato iter:
26/05/2010
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 26/05/2010
Resoconto DAVICO MICHELINO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (INTERNO)
 
REPLICA 26/05/2010
Resoconto QUARTIANI ERMINIO ANGELO PARTITO DEMOCRATICO
Fasi iter:

MODIFICATO PER COMMISSIONE ASSEGNATARIA IL 24/05/2010

DISCUSSIONE IL 26/05/2010

SVOLTO IL 26/05/2010

CONCLUSO IL 26/05/2010

Atto Camera

Interrogazione a risposta in Commissione 5-02926
presentata da
ERMINIO ANGELO QUARTIANI
lunedì 24 maggio 2010, seduta n.326

QUARTIANI e FIANO. -
Al Ministro dell'interno.
- Per sapere - premesso che:


le celebrazioni della Liberazione nel corso della giornata del 25 aprile 2010 organizzate unitariamente dalle associazioni partigiane e combattentistiche, dalle associazioni dei deportati, dalle organizzazioni sindacali e culturali, dai partiti politici e dalle istituzioni locali, sono state fatte oggetto in diverse località di contestazioni di frange estremistiche di manifestanti nel corso dello svolgimento dei cortei e dei comizi conclusivi degli stessi;


in particolare a Milano, come riportato correttamente da più organi di stampa, la contestazione della manifestazione ufficiale, pur lecita quando mantenuta all'interno di regole rispettose della legge e della altrui libertà di manifestare il proprio pensiero pubblicamente, è invece andata definendosi come violenta e irrispettosa se riferita a uno sparuto ed isolabile gruppetto di facinorosi organizzati dietro la sigla del Centro sociale Il Cantiere, munitosi di un grosso camion attrezzato con altoparlanti ed altra strumentazione presumibilmente non solo atta ad esercitare il diritto di propaganda ma ad offendere anche oltre l'uso della parola e dell'insulto, così configurandosi una condizione di grave pericolosità per l'ordine pubblico e per l'incolumità di tutti i partecipanti al corteo ufficiale nonché dei rappresentanti delle istituzioni, delle associazioni e dei partiti responsabili dell'organizzazione della manifestazione medesima;


non casualmente fin dall'ora di inizio del corteo il sopradescritto camion con i relativi sostenitori stazionava in corso Venezia cercando in seguito più volte di guadagnare la testa del corteo in cui sfilavano le autorità, i gonfaloni dei comuni, i reduci dai campi di sterminio nazista, le associazioni partigiane e combattentistiche, nell'intento di prendere la testa del corteo, dissuaso da numerosi partecipanti alla manifestazione che seguivano il corteo stesso dietro gli striscioni delle sigle sindacali e dei partiti politici;


per oltre due ore il corteo è stato così esposto a continui battibecchi e tafferugli, senza che le forze dell'ordine intervenissero per separare nettamente il corteo ufficiale dalla frangia di facinorosi sempre più fattisi aggressivi anche grazie al fatto che potevano farsi scudo ed utilizzare come ariete il camion Tir lasciato incontrollatamente incunearsi nel corteo;


all'altezza di corso Vittorio Emanuele, quando la situazione dell'ordine era compromessa, veniva eseguita una carica di polizia che coinvolgeva i partecipanti senza distinzione alcuna, peraltro non essendo valsa nemmeno ad ottenere che l'incedere del camion, che conteneva i facinorosi dichiaratamente volti all'obbiettivo di impedire lo svolgimento del comizio finale, potesse arrestarsi e concludersi a debita distanza dalla Piazza Duomo dove gli oratori ufficiali avevano cominciato a prendere la parola;


detto camion veniva lasciato avanzare fino ad irrompere nella piazza, tollerando che potesse posizionarsi minacciosamente a una decina di metri dal palco, posizione dalla quale sono stati insultati e minacciati tutti gli oratori, sono stati fatto oggetto di insulti e violenza (lanci di birra e vino) i reduci dei campi di sterminio ed altri partecipanti alla cerimonia di celebrazione dell'anniversario della Liberazione;

la stessa piazza del Duomo di Milano che il 25 aprile 1945 vide i cittadini accorsi ad accogliere partigiani e militari alleati gioire per la cacciata dei tedeschi e dei fascisti, si è trasformata così in una arena nella quale pochissimi facinorosi, ben individuabili dalle forze dell'ordine, isolabili sin dai primi momenti di svolgimento del corteo, controllabili e sicuramente separabili dal corteo con misure preventive atte a non fare entrare in contatto il sopraddetto camion con i manifestanti della sfilata ufficiale, hanno messo a repentaglio la libertà di pensiero e di parola, nonché l'incolumità fisica dei partecipanti al corteo e al comizio antifascista;


a giudizio degli interroganti la manifesta impreparazione e la sottovalutazione della pericolosità del comportamento dei pochi, ma aggressivi e ben determinati appartenenti al centro sociale che utilizzava come strumento di offesa il camion attrezzato di cui in premessa, ha concorso a determinare una situazione di rischio che poteva ulteriormente degenerare se da parte degli organizzatori e degli oratori non fosse stato tenuto un comportamento di moderazione e di consapevole responsabilità di fronte al rischio di ingovernabilità della piazza;


non è il primo caso accaduto a Milano negli ultimi mesi di contatto tra possibili provocatori e partecipanti a manifestazioni pubbliche di piazza e, nella fattispecie del corteo del 25 aprile, di tollerato comportamento violento e aggressivo dei responsabili di un ben individuabili organizzazioni che si reitera da almeno quattro anni, benché solo quest'anno abbia così chiaramente potuto configurarsi come evidentissimo momento di aggressione diretta verso le autorità, le personalità e i cittadini partecipanti alla manifestazione ufficiale, con la pericolosità insita in una condizione, determinatasi per scelta dei responsabili dell'ordine pubblico, di pressoché quasi impossibile controllo da parte delle forze dell'ordine, munite della sola forza della truppa non coadiuvata dalla presenza e dal dispiegamento di mezzi meccanici e di automezzi utilizzabili per isolare e bloccare anzitempo i facinorosi dell'azione organizzata dai sostenitori del centro sociale partecipanti all'iniziativa di piazza all'uopo organizzati sul camion in oggetto -:


quali provvedimenti intenda il Ministro intraprendere nei confronti dei massimi responsabili dell'ordine pubblico e della piazza milanese, al fine di garantire nel futuro libertà di manifestazione, prevenire scontri di piazza e provocazioni di ogni genere che possano provenire da frange estremistiche di ogni orientamento politico, affinché Milano possa risultare una città sicura, aperta alla partecipazione popolare anche attraverso l'utilizzo di piazze e vie cittadine senza che comportamenti pericolosi e violenti di infime minoranze estremistiche compromettano il buon esito delle manifestazioni pubbliche e il buon nome della città.(5-02926)