DI PIETRO e PALAGIANO. -
Al Ministro dell'interno.
- Per sapere - premesso che:
il 4 marzo 2011 la sezione penale del tribunale di Nola ha condannato in primo grado a 4 anni di reclusione il dottor Angelo Antonio Romano, sindaco del comune di Brusciano;
lo stesso tribunale, con la medesima sentenza, ha condannato a 3 anni di reclusione Salvatore Papaccio, consigliere di maggioranza dello stesso comune napoletano;
per entrambi, la sentenza prevede, tra l'altro, l'interdizione dai pubblici uffici per la durata di cinque anni;
i due uomini sono stati accusati - e, quindi ritenuti colpevoli - di aver più volte chiesto, nel 2004, una tangente di 500 mila euro ad un noto imprenditore del luogo, per concedergli una licenza edilizia che gli avrebbe consentito di costruire circa 70 appartamenti in una lottizzazione a Brusciano. Il costruttore, però, decise di non sottostare ai ricatti dei due politici e denunciò tutto ai carabinieri;
a due mesi da tale severa sentenza, il dottor Angelo Antonio Romano, ricopre ancora l'incarico di primo cittadino del comune di Brusciano;
anzi, a pochi giorni di distanza dalla condanna del Tribunale di Nola, esattamente l'11 marzo 2011, lo stesso sindaco ha convocato un consiglio comunale per discutere di materie urbanistiche, quali la recente approvazione del piano regionale casa, che consente nuovi volumi da edificare e cambi di destinazione produttiva, e, il 5 maggio scorso, è stato persino approvato un atto importantissimo come il bilancio comunale;
non bisogna dimenticare che in provincia di Napoli c'è il record di comuni sciolti per infiltrazione camorristica (più di 70, sino ad oggi) e lo stesso comune di Brusciano fu sciolto nel febbraio del 2006 con decreto dell'allora Ministro dell'interno Pisanu -:
se sia a conoscenza dei fatti suesposti e se - considerando la mancanza di uno spontaneo atto di responsabilità, quale le dimissioni, da parte del sindaco di Brusciano - non intenda, la Prefettura di Napoli prendere al più presto dei seri provvedimenti, come la rimozione del sindaco ai sensi dell'articolo 142 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, e il contestuale scioglimento dello stesso comune, al fine di tutelare i cittadini da un sistema politico nel quale è sempre più spesso difficile individuare il confine tra legalità ed illegalità.(4-11962)