MOFFA. -
Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare.
- Per sapere - premesso che:
nel cuore del Parco del Cilento, Vallo di Diano e Alburni è stata scoperta, dal Corpo forestale dello Stato, una discarica abusiva di ingenti dimensioni (circa 1.500 metri quadrati in località Petrosa, comune di Ceraso), nella quale erano stati depositati e, in parte, interrati rifiuti tossici pericolosi;
la pericolosità di tale sito ha indotto il sindaco del comune interessato ad emettere un'ordinanza (la n. 31 del 25 giugno 2012) con la quale si prescrive la bonifica immediata dell'area in oggetto, gestita dal consorzio Velia;
il consorzio Velia, ai sensi della legge della regione Campania n. 4 del 2003, è vincolato alla «salvaguardia dell'ambente rurale» e alla «conservazione e tutela del territorio»;
nello stesso Parco del Cilento, lungo le coste di Caprioli, nel comune di Pisciotta, il reparto aeronavale di Napoli della Guardia di finanza ha rinvenuto una discarica abusiva ad uso e consumo di una struttura turistica del luogo. Un terreno di 10.000 metri quadrati in cui erano depositati circa 30.000 metri cubi di materiali provenienti da demolizioni di edifici, veicoli fuori uso, materiale ferroso, tubazioni in plastica e onduline di eternit contenenti amianto;
nel caso della discarica trovata in località Petrosa detti rifiuti sono risultati essere stati interrati in prossimità di falde freatiche che scorrono nel sottosuolo con affioramento superficiale a cm. 0,90, come è stato accertato dal Servizio geologico nazionale;
in particolare, lo stesso Servizio geologico nazionale ha rilevato che il manto argilloso presenta frequenti fessurazioni, tali da consentire l'infiltrazione delle acque superficiali inquinate;
inoltre, l'interramento di tali rifiuti pericolosi e tossici ha avuto luogo in prossimità del collettore che convoglia le acque del lago «Diga-Fabbrica» a Casalvelino Marina, in località «Foce», scaricando a mare le acque contaminate;
le aree interessate sono state sequestrate dalla procura le cui indagini sono in corso;
associazioni del territorio denunciano che, a tutt'oggi, non sarebbe stata compiuta in località Petrosa la necessaria opera di rimozione del materiale altamente inquinante;
tali ritrovamenti, che peraltro non risultano essere casi isolati, in un'area protetta sottoposta a vincolo paesaggistico, hanno destato enorme preoccupazione sia nelle popolazioni locali che nella realtà produttiva territoriale, che proprio nel turismo ha il suo punto di forza;
è giocoforza che episodi di questa natura, la cui portata mette in evidenza limiti nell'azione di prevenzione e controllo, hanno conseguenze gravissime sotto il profilo ambientale e sanitario e rischiano di compromettere una delle zone più verdi delle provincia di Salerno, che è anche il primo bio-distretto d'Italia e d'Europa -:
quale sia l'attuale situazione in merito ai casi sopra denunciati, quali tipi di controlli si intendano attuare al fine di evitare che simili episodi, con le possibili infiltrazioni da parte di organizzazioni criminali, abbiano a ripetersi in una delle aree più belle del nostro Paese, qual è il Parco del Cilento, e se non si ritenga, alla luce di quanto emerso, di intensificare l'azione di monitoraggio sulle aree protette in zone particolarmente delicate, avviando un confronto con la regione Campania, al fine di qualificare la tutela del Parco del Cilento, di Vallo di Diana e Alburni.
(3-02459)