ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IMMEDIATA IN ASSEMBLEA 3/02257

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 628 del 08/05/2012
Firmatari
Primo firmatario: DONADI MASSIMO
Gruppo: ITALIA DEI VALORI
Data firma: 08/05/2012
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
EVANGELISTI FABIO ITALIA DEI VALORI 08/05/2012
BORGHESI ANTONIO ITALIA DEI VALORI 08/05/2012
MONAI CARLO ITALIA DEI VALORI 08/05/2012


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO delegato in data 08/05/2012
Stato iter:
09/05/2012
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 09/05/2012
Resoconto MONAI CARLO ITALIA DEI VALORI
 
RISPOSTA GOVERNO 09/05/2012
Resoconto PASSERA CORRADO MINISTRO - (SVILUPPO ECONOMICO)
 
REPLICA 09/05/2012
Resoconto MONAI CARLO ITALIA DEI VALORI
Fasi iter:

DISCUSSIONE IL 09/05/2012

SVOLTO IL 09/05/2012

CONCLUSO IL 09/05/2012

Atto Camera

Interrogazione a risposta immediata in Assemblea 3-02257
presentata da
MASSIMO DONADI
martedì 8 maggio 2012, seduta n.628

DONADI, EVANGELISTI, BORGHESI e MONAI. -
Al Ministro dello sviluppo economico.
- Per sapere - premesso che:

la Sace nasce nel 1977 in seguito alla legge n. 227 del 1977 come «Sezione speciale per l'assicurazione del credito all'esportazione» dell'Istituto nazionale delle assicurazioni. Con il decreto legislativo n. 143 del 1998 diventa «Istituto per i servizi assicurativi del commercio estero», divenendo in seguito ente pubblico economico;

a decorrere dal 1o gennaio 2004, in forza di quanto previsto dall'articolo 6 della legge n. 326 del 2003, la Sace viene stata trasformata in Sace spa, ovvero l'agenzia di credito all'esportazione che assume in assicurazione e/o in riassicurazione i rischi a cui sono esposte le aziende italiane nelle loro transazioni internazionali e negli investimenti all'estero;

la Sace spa è attualmente una società non quotata e controllata al 100 per cento dal Ministero dell'economia e delle finanze;

secondo quanto previsto dall'articolo 1, comma 12, del decreto-legge n. 35 del 2005, recante «Disposizioni urgenti nell'ambito del Piano di azione per lo sviluppo economico, sociale e territoriale», convertito, con modificazioni, dalla legge n. 80 del 2005, la Sace spa può assumere in garanzia le operazioni di spostamento all'estero delle attività produttive;

la condizione prevista dalla legge affinché le imprese possano investire all'estero, accedendo alla copertura assicurativa garantita da Sace spa, è che si preveda sul territorio nazionale il mantenimento dell'attività di ricerca, sviluppo, direzione commerciale, nonché una «parte sostanziale» delle attività produttive: criterio che, con tutta evidenza, può dare adito a controversie interpretative sul piano meramente applicativo;

in particolare, per il rispetto di tale condizione la Sace spa, per quanto risulta agli interroganti, ha sino ad oggi richiesto unicamente una dichiarazione da parte dell'assicurato senza eseguire alcun tipo di accertamento, assumendo, di fatto, e nonostante si tratti di una società a capitale interamente pubblico, il medesimo comportamento di una semplice società privata;

facendo leva su quanto previsto dal citato decreto-legge n. 35 del 2005, nel nostro Paese, sono state avviate numerosissime procedure di delocalizzazione di importanti attività produttive che fanno capo anche ad aziende, quali, ad esempio, la Fiat, che lo Stato italiano ha sempre generosamente contribuito a sostenere, intervenendo puntualmente attraverso l'erogazione di ingenti risorse pubbliche ogni qualvolta si erano presentate situazioni di difficoltà;

a ciò si aggiunge la gravissima anomalia che ne è conseguita: mentre lo Stato continua a stanziare risorse per consentire la cassa integrazione dei lavoratori, non si è deciso di fare nulla per combattere la disoccupazione che deriva proprio dalle delocalizzazioni. Piuttosto, ad avviso degli interroganti, si rimane inermi di fronte all'evoluzione di questa inaccettabile situazione e, anzi, la si continua ad avallare grazie, infine, all'intervento di Sace, deputata a coprire i rischi derivanti dall'investimento estero, sempre e comunque, attraverso l'impiego di fondi pubblici;

per quanto risulta agli interroganti, nel 2011, solo qualche mese dopo la vittoria del «si» al referendum sul nuovo modello contrattuale avvenuto il 15 gennaio 2011, nonostante l'amministratore delegato di Fiat, Sergio Marchionne, avesse festeggiato tale vittoria come una «svolta storica» ed aveva rassicurato i lavoratori sull'inviolabilità dei loro diritti, promettendo il rilancio degli stabilimenti Fiat in Italia, la FIAT cercava di assicurarsi in Sace spa la delocalizzazione dei propri investimenti all'estero, ottenendo la garanzia per il progetto di ammodernamento ed ampliamento di un impianto esistente in Serbia, operante dal 1950 che avrebbe, di fatto, sostituito quello di Termini Imerese, nonché ospitato la produzione del segmento compact della gamma Fiat di Mirafiori; per cui la produzione del suddetto segmento si sarebbe svolta in Serbia e non più a Mirafiori;

in data 19 aprile 2011, la Sace spa ha approvato la concessione della garanzia per la copertura del rischio del credito di tale operazione nella misura del 100 per cento, con un impegno assicurativo pari a ben 230 milioni di euro;

ciò che rileva, in particolare, è che nello stesso mese di aprile 2011, qualora la Sace avesse concesso la garanzia, la Fiat avrebbe sospeso la produzione di Mirafiori constatato il calo delle vendite e avrebbe chiesto la collocazione degli operai in cassa integrazione;

in buona sostanza la Fiat, con il sostanziale appoggio dello Stato e, quindi, attraverso il supporto di Sace spa, ha sfruttato delle risorse pubbliche sia per favorire il processo di delocalizzazione della propria attività sia per mettere in cassa integrazione i propri operai;

secondo quanto risulta agli interroganti, la Sace spa starebbe analizzando ulteriori operazioni di concessione di garanzia di particolare rilevanza, idonee, a giudizio degli interroganti, a contribuire ulteriormente al disastro occupazionale del nostro Paese attraverso lo strumento della delocalizzazione, con conseguente esborso di rilevantissime risorse pubbliche da parte dello Stato -:

se e quali iniziative urgenti intenda assumere il Governo alla luce di quanto descritto in premessa, anche al fine di modificare quanto disposto dal decreto-legge n. 35 del 2005 in materia di delocalizzazione all'estero delle attività produttive, e quali e quante siano, ad oggi, le operazioni di delocalizzazione che sono state garantite dalla Sace spa con indicazione dell'assicurato italiano, del Paese di destinazione, del valore complessivo dell'operazione, dell'importo assicurato, di premi incassati e degli eventuali indennizzi pagati, e, sopratutto, quali e quante siano, ad oggi, le operazioni su cui Sace spa avrebbe avviato un'istruttoria preliminare al fine della concessione della garanzia, con indicazione dell'assicurando italiano, del Paese di destinazione e del valore complessivo delle operazioni stesse. (3-02257)