VELTRONI, MARAN, AMICI, GIACHETTI, BELTRANDI e COSCIA. -
Al Ministro dell'interno.
- Per sapere - premesso che:
sabato 21 gennaio 2012, dopo 28 anni di inutili ricerche e chiedendo che venga fatta luce e giustizia sul caso di Emanuela Orlandi, alcuni cittadini italiani si sono ritrovati davanti alla Basilica di Sant'Apollinare in Roma, su iniziativa del fratello della ragazza, Pietro, per sollecitare l'ispezione della tomba del boss della banda della Magliana, Renato De Pedis, sita nella cripta dell'edificio, fugando una volta per tutte i sospetti circa i legami tra la scomparsa della giovane e la sepoltura dell'uomo, da tempo oggetto di indagini da parte della magistratura;
giova ricordare che il 10 marzo 1990 il cardinal Ugo Poletti, vicario generale della diocesi di Roma, autorizzava la sepoltura di De Pedis nella Basilica di Sant'Apollinare, e così avveniva entro il successivo mese di aprile del 1990;
secondo la normativa dell'epoca (articolo 341 del regio decreto n. 1265 del 1934), però, la tumulazione di cadaveri in luoghi diversi dal cimitero poteva avvenire solo in base ad un decreto autorizzativo del Ministro dell'interno, decreto di cui non è stata mai accertata l'effettiva esistenza;
come è emerso da un servizio della trasmissione Chi l'ha visto trasmessa da Rai tre mercoledì 25 gennaio 2012, la protesta pacifica in ragione dei ritardi dell'inchiesta sarebbe stata turbata dalla presenza di un uomo, riconosciuto da alcuni manifestanti come un agente delle forze di sicurezza vaticane in borghese, che avrebbe fotografato i presenti con atteggiamento definito intimidatorio -:
se la presenza dell'agente in borghese sia stata verificata dalle autorità italiane e, in questo caso, se non si ritenga improprio e pregiudizievole l'atteggiamento degli agenti dello Stato Vaticano, che avrebbero proceduto a identificare cittadini che manifestavano nel territorio italiano, se esista il decreto del Ministero dell'interno che autorizza la sepoltura di De Pedis nella Basilica di Sant'Apollinare, quando sia stato firmato e da chi, e se, assieme a eventuali documenti dei servizi di sicurezza, sia stato consegnato alla magistratura inquirente. (3-02176)