ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IMMEDIATA IN ASSEMBLEA 3/02153

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 598 del 06/03/2012
Firmatari
Primo firmatario: BERNARDINI RITA
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 06/03/2012
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
BELTRANDI MARCO PARTITO DEMOCRATICO 06/03/2012
FARINA COSCIONI MARIA ANTONIETTA PARTITO DEMOCRATICO 06/03/2012
MECACCI MATTEO PARTITO DEMOCRATICO 06/03/2012
TURCO MAURIZIO PARTITO DEMOCRATICO 06/03/2012
ZAMPARUTTI ELISABETTA PARTITO DEMOCRATICO 06/03/2012
MARAN ALESSANDRO PARTITO DEMOCRATICO 06/03/2012
QUARTIANI ERMINIO ANGELO PARTITO DEMOCRATICO 06/03/2012
GIACHETTI ROBERTO PARTITO DEMOCRATICO 06/03/2012


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'INTERNO
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'INTERNO delegato in data 06/03/2012
Stato iter:
07/03/2012
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 07/03/2012
Resoconto BERNARDINI RITA PARTITO DEMOCRATICO
 
RISPOSTA GOVERNO 07/03/2012
Resoconto CANCELLIERI ANNA MARIA MINISTRO - (INTERNO)
 
REPLICA 07/03/2012
Resoconto BERNARDINI RITA PARTITO DEMOCRATICO
Fasi iter:

DISCUSSIONE IL 07/03/2012

SVOLTO IL 07/03/2012

CONCLUSO IL 07/03/2012

Atto Camera

Interrogazione a risposta immediata in Assemblea 3-02153
presentata da
RITA BERNARDINI
martedì 6 marzo 2012, seduta n.598

BERNARDINI, BELTRANDI, FARINA COSCIONI, MECACCI, MAURIZIO TURCO, ZAMPARUTTI, MARAN, QUARTIANI e GIACHETTI. -
Al Ministro dell'interno.
- Per sapere - premesso che:

nel maggio 2008 il Governo pro tempore ha adottato un pacchetto di misure d'emergenza che conferivano poteri straordinari ai prefetti di Napoli, Roma e Milano per l'adozione di provvedimenti aventi come destinatari i rom residenti nei cosiddetti campi nomadi di Campania, Lazio e Lombardia. Nel maggio 2009 lo stato di emergenza è stato prorogato fino alla fine del 2010 ed esteso alle regioni del Piemonte e del Veneto;

le predette misure d'emergenza sono state utilizzate per condurre un censimento dei campi nomadi e, conseguentemente, delle persone di etnia rom e sinti residenti in Italia, che ha implicato il rilevamento delle loro impronte digitali, o delle loro fotografie, o dei loro documenti e la creazione di una o più banche dati rom presso le amministrazioni locali responsabili del censimento. Secondo il Ministero dell'interno, durante il primo anno della cosiddetta «emergenza nomadi», 167 campi rom sono stati soggetti al censimento e sono stati compiuti controlli d'identità su 12.346 persone, di cui 5.436 erano minori. Il censimento è proseguito nel 2009 e 2010 con l'estensione dell'emergenza ad altre due regioni;

per quanto riguarda in particolare la città di Roma, il prefetto-commissario Giuseppe Pecoraro aveva dichiarato in un'intervista a un ricercatore dell'Associazione 21 luglio, nel gennaio 2010, che la procedura di raccolta dei rilievi dattiloscopici e fotografici riguardanti le comunità rom e sinte a Roma sarebbe servita a «dividere i buoni dai cattivi». Dai riscontri effettuati con un'indagine svolta dall'Associazione 21 luglio tra il dicembre 2009 e il gennaio 2012 appare evidente come tale procedura violi le norme nazionali e internazionali in materia di discriminazione etnica o razziale;

ed invero le operazioni di raccolta dei rilievi dattiloscopici e fotografici effettuati all'interno degli insediamenti romani hanno riguardato esclusivamente rom e sinti, al di là del loro status giuridico. Sotto l'apparente copertura fornita dalla definizione di «nomadi» sono stati interessati dalla procedura solo e tutti i componenti delle comunità rom e sinte dei campi oggetto delle operazioni delle forze di polizia;

la copiosa documentazione fornita dall'Associazione 21 luglio evidenzia come l'identificazione ha riguardato rom e sinti, a prescindere dalla presenza dei requisiti normativi tassativamente indicati dall'articolo 4 decreto regio n. 773 del 1931 (testo unico di pubblica sicurezza), secondo cui: «L'autorità di pubblica sicurezza ha facoltà di ordinare che le persone pericolose o sospette e coloro che non sono in grado o si rifiutano di provare la loro identità siano sottoposti a rilievi foto segnaletici». Le persone rom intervistate spesso hanno riferito d'essersi sentiti direttamente o indirettamente costrette a sottoporsi alla procedura di raccolta di impronte e fotografie. L'alternativa sarebbe stata quella di non poter continuare ad avere un alloggio nell'insediamento informale che sarebbe stato da lì a poco sgomberato o all'interno di un «villaggio attrezzato». A fronte delle 5.000 persone rom sottoposte alle procedure, al 31 luglio 2011 sono stati solo 119 i permessi di soggiorno per motivi umanitari rilasciati dalla questura di Roma. Secondo i riscontri effettuati, al termine della procedura di richiesta di protezione internazionale, molti rom apolidi di fatto - e quindi evidentemente impossibilitati a ottenere un qualsiasi documento che attesti la loro identità - non hanno potuto ottenere dalla questura di Roma il rilascio del permesso di soggiorno per motivi umanitari perché privi del passaporto;

sono stati rilevati dati, la cui raccolta non è legittimata da alcuna forma di censimento o identificazione in base alla normativa italiana, in particolare tramite foto che coinvolgono l'intero gruppo familiare o i minori di 14 anni congiuntamente ai genitori;

secondo la documentazione raccolta dall'Associazione 21 luglio, nelle suddette procedure di raccolta dati sono state interessate esclusivamente persone appartenenti alle comunità rom e sinte. I rom sono stati il più delle volte accompagnati negli uffici della questura di Roma - ufficio immigrazione - di via Teofilo Patini a Roma presso uno sportello a loro dedicato, dove è stato apposto un cartello con la scritta «Sportello nomadi - No asilo politico». Presso questo ufficio sono state rilevate le impronte digitali di ciascuno individuo rom con un'età superiore a 14 anni. Sono state scattate foto alla stessa persona, da sola e insieme all'intero gruppo familiare. I bambini con età inferiore a 14 anni sono stati fotografati con i genitori. Secondo alcune testimonianze è stata rilevata l'altezza di ogni persona. Tre persone rom intervistate hanno affermato che è stata registrata anche l'eventuale presenza e tipologia di tatuaggi. In due casi è stato riportato il coinvolgimento di minori con età inferiore a 14 anni nella raccolta di impronte digitali;

il termine informale «censimento», utilizzato delle autorità locali e dai media per individuare tali procedure di raccolta e archiviazione di impronte e foto delle persone rom e sinte a Roma, sembra voler dunque nascondere il reale intento delle operazioni: un'identificazione e schedatura di massa di rom e sinti realizzate su base etnica;

l'Associazione 21 luglio, in un memorandum inviato il 31 gennaio 2012 al Cerd (The Committee on the elimination of racial discrimination) delle Nazioni Unite, in base alla documentazione prodotta, ha chiesto alle autorità competenti, senza ricevere ad oggi nessuna risposta:

a) la chiusura dello sportello, ubicato a Roma presso i locali dell'ufficio immigrazione della questura, dedicato esclusivamente alla procedura di raccolta e archiviazione dei rilievi dattiloscopici e fotografici che ha coinvolto le comunità rom e sinte;

b) attraverso il coinvolgimento del Garante per la protezione dei dati personali, la cancellazione di tutti i dati che sono stati raccolti in base alla dichiarazione dello stato di emergenza, a prescindere dalla comprovata legittimità in sede giudiziaria, caso per caso, della procedura posta in essere -:
se il Governo intenda verificare il rispetto da parte dell'autorità amministrativa delle ordinanze di attuazione connesse alla dichiarazione dello stato di emergenza del 21 maggio 2008 e delle linee guida emanate dal Ministero dell'interno il 17 luglio 2008, della sentenza del Consiglio di Stato del 16 novembre 2012, con la quale è stato annullato lo stato di emergenza decretato il 21 maggio del 2008 con le ordinanze nn. 3676, 3677 e 3678, concernenti insediamenti di comunità nomadi nelle regioni Campania, Lazio e Lombardia, nonché di tutti i provvedimenti ad esso connessi, e in particolare, qualora sia verificata la presenza dello sportello «per nomadi» all'interno della questura di Roma, se non intenda disporne l'immediata chiusura alla luce del memorandum inviato il 31 gennaio 2012 dall'Associazione 21 luglio al Cerd (The Committee on the elimination of racial discrimination) delle Nazioni Unite. (3-02153)